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I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

L'abilità narrativa dell'autore è il principale pregio di questo corto. Ammetto di aver trovato difficile leggerlo ma considero questo un fatto positivo, una sfida che stimola il lettore come me ad impegnarsi di più, ad "elevarsi" verso un livello di scrittura decisamente più alto dei propri standard. Da questo punto di vista sinceri complimenti all'autore e tanto di cappello.
L'aspetto di interattività è invece quasi totalmente assente e non solo per la mancanza di un regolamento (dopotutto il bando non lo richiedeva): al lettore non viene offerta alcuna indicazione per muoversi tra i bivi, obbligandolo a procedere a casaccio. Può essere voluto, forse per aumentare l'effetto straniante e di conseguenza il grado di immedesimazione col protagonista, che in effetti procede a tentoni in un mondo che non comprende, ma a mio avviso si è ottenuto l'effetto contrario. E la terza persona non aiuta.
Voto finale 7.

La vita è dura per i soldati di ventura.

Jhongalli
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

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EGO
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Commento di Rygar

Questa edizione del concorso ci regala un ennesimo gioiellino con un racconto ucronico-distopico che, paradossalmente, coinvolge il lettore dimostrandosi tutto fuorché chiaro e lineare. È proprio questo uno dei numerosi punti di forza della narrazione: ogni partita, a prescindere dal buon esito, svela al lettore un diverso aspetto del mondo in cui si svolge la vicenda. Solo dopo numerose partite si può avere un quadro completo della situazione e anche allora rimangono delle zone d’ombra. Lungi dall’essere un difetto, questa ambiguità rende il testo molto più godibile. Il paragone che mi viene subito in mente è il capolavoro di Jackson “Creatura del Male”, opera che molti ritengono la summa di questo autore.

La condizione del bando viene rispettata alla lettera: il protagonista è un uomo apparentemente normale (per quanto non molto dotato né intellettualmente né fisicamente) che però risulta svantaggiato rispetto alla media della popolazione che lo circonda. Jordan, questo è il nome del personaggio che guideremo, è affetto dal Morbo di Laçar, una rara malattia del sangue che impedisce il funzionamento di un’apparecchiatura (le c.d. “placche”) che consente di condividere idee con gli altri essere umani dotati dello stesso apparato (la c.d. “liberazione”). Questo dettaglio lo rende a tutti gli effetti un disabile, se paragonato ai “normali”, e la condizione viene rimarcata numerose volte durante la narrazione.

A livello ludico, il racconto è tra i più semplici possibili, contando anche i “paletti” del bando: non ci sono proprio regole! L’autore ha scelto di non usare punteggi, oggetti o parole d’ordine e lasciare che l’esito delle azioni venga stabilito esclusivamente dalle scelte del giocatore. Questo ha anche un senso, perché non si tratta di un’avventura con scene di azione e molti dei conflitti avvengono dentro la mente del protagonista.

Ci sono, è vero, alcune sbavature nei rimandi tra i paragrafi. Per esempio, il 47 offre una scelta tra il 6 e il 16, ma entrambi rimandano al 24: allora che senso ha il bivio precedente, se non per scopi prettamente narrativi? Oppure, sempre a titolo esplicativo, al paragrafo 27 i bambini (gli “infanti”) vengono mandati a letto, però al 19 sono ancora nella stanza. Il fatto è ancora più “grave” (sempre relativamente), perché nessun altro paragrafo conduce al suddetto 19: si tratta quindi, con ogni probabilità del residuo di una precedente stesura, mai corretto.

Ci sarebbe tanto da dire sull’atmosfera che si respira nel testo, anche a partire dalla forma in cui la narrazione viene espressa: “scegliere” diventa “opzionare”, “accoppiarsi” diventa “mischiarsi”, i “minorenni” sono “infanti” e si potrebbero fare tanti altri esempi, tutti ben comprensibili grazie al contesto. Ma, ancora più dello stile di scrittura, sono emblematiche le azioni dei personaggi incontrati, i “liberi”: loro vivono in un mondo diverso, dove ogni conoscenza è condivisa con il proprio vicino e dove non occorre comunicare o neanche incontrarsi per scambiarsi pareri. Questo ambiente, così sereno ma anche così ossessivo, non può non ricordare classici della fantascienza scritti nel secolo scorso, come “1984”.

In definitiva, questo è un racconto che probabilmente ha uno scarso valore commerciale (tematiche non proprio adatte al grande pubblico), ma ha al contempo un’enorme importanza per lo sviluppo della narrativa interattiva, se vogliamo uscire dai soliti schemi, triti e ritriti, codificati negli ultimi tre decenni. Non gli do il voto massimo solo per le piccole sbavature sopra riportate, ma si tratta di un testo coraggioso e ritengo giusto premiarlo con il voto più alto che io abbia mai deciso. Tra parentesi, ho dato lo stesso voto solo a “Il Prescelto”, anche se per motivi diametralmente opposti.

Voto: 9

EGO
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Commento di EGO

Tanto vale dirlo subito: questo non è il genere di racconto che mi piace leggere.
Di certo, nell'ambito ristretto della narrativa interattiva, ha la sua originalità (anche se non ho idea se in altre lingue sia stato scritto qualcosa di simile; probabile, però). In un contesto più ampio di letteratura distopica, invece, è materiale già visto, non importa se in libri, film o videogiochi (in questo Corto leggo echi di giochi come Xenogears e Metal Gear Solid 2, già a loro volta non originalissimi se non nel medium assai moderno a cui appartengono). Certamente, qui abbiamo chiari riferimenti a realtà recentissime come Facebook e i social network in generale, ma il fatto che così tanti commenti citino Gibson, Dick e Asimov già basta a capire che Liberami, disse l'uomo è più imitazione che creazione.

Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che il racconto mi è risultato noioso; noioso anche, purtroppo, a causa della sua natura di narrazione a bivi. Questo Corto è serpentino e ridondante. Sono stati usati troppi percorsi per raccontare le stesse cose e per arrivare agli stessi esiti. Se è vero che l'autore è stato coraggioso a tentare questa strada a livello narrativo, trovo giusto sottolineare che avrebbe potuto essere ancora più coraggioso e sfidare quello che sembra un vero e proprio tabù: utilizzare meno paragrafi di quelli concessi dal regolamento. Il grappolo di paragrafi che si diparte dal 49 è completamente superfluo, in quanto comunque rinvia sempre agli altri due grandi raggruppamenti (quello che si diparte dal 36 e quello che si dirama dal 13), tanto che il paragrafo 15, se si eccettua il dettaglio dei nomi delle navi, è essenzialmente identico al 13. Vero, su quel percorso c'è una particolare scena, ma non mi è piaciuto che per arrivare a quella singola scena si siano aggiunte tante parole di cui il Corto poteva fare a meno.

Apprezzo poi che l'autore abbia voluto spezzare paragrafi che potevano stare insieme (come il 9 e il 10) e creare percorsi che si ripiegano inesorabilmente su sé stessi in una sorta di "true path" (come l'ospedale, dal paragrafo 3) in modo che alcune sezioni potessero essere scoperte in letture successive e fungere da piccole "easter egg". Lo apprezzo però solo a livello formale: per il resto, ha aumentato il mio senso di noia e il fastidio della rilettura, perché tanto sempre alle stesse conclusioni si arriva. Ho finito per avanzare nel Corto in modo totalmente analitico, seguendo la griglia dei paragrafi piuttosto che il flusso della narrazione. E i paragrafi non ancora letti, sono andato a cercarli con più impazienza che curiosità.

L'autore sa indubbiamente scrivere, ma manca di ritmo: certi paragrafi sono veri e propri infodump, eccessivamente ricchi di dettaglio, mentre altri sono brevissimi al solo fine di metterci di fronte ad una scelta (spesso retorica, dato che si impara molto presto il significato del paragrafo 24). In certi punti, poi, i ruoli si sono invertiti e l'autore, bene o male padrone del linguaggio, si è lasciato sopraffare dall'afflato con espressioni tipo "opzionò una zuppa" o "immergendo il bisturi nella carotide" (come se "scelse" e "affondando" gli sembrassero troppo scontati per un racconto così originale!) o ancora "dici che debba smettere?" (l'uso del congiuntivo sarà la forma più corretta, ma nessuno parla così nella vita reale).

In svariati casi, la mancata precisazione del soggetto dà vita a frasi ambigue e non immediatamente comprensibili, come:
- 13: "Calciò un ciottolo: saltellò scomposto per qualche metro" (lui o il ciottolo?)
- 27: "i due lo fissavano" (sarebbe meglio "questi ultimi lo fissavano")
- 27: "urlò l'uomo più giovane" (ma ce ne sono due più giovani di quello chiamato papà; non è terribilmente ambiguo, ma potrebbe darsi meno per scontato)

Al paragrafo 27 c'è una "costruzione bassa e sgraziata, a cui nessun barlume dava vita", ma appena aperta la porta "Una vampata di luce e calore lo accecò". Possibile che la casa sia completamente priva di finestre e spiragli?

Al 36 la sigla AFRP non viene spiegata.

Trovo poi contrastante l'uso del termine "uomo" all'interno del racconto. Il sesso dei personaggi è sempre soltanto accennato in modo indiretto, e Cameron addirittura non solo non sa che cos'è un maschio e cosa una femmina, ma non sappiamo neppure di quale sesso sia lui (lei?) stesso (stessa?). Non si parla quasi mai di uomini, ma di "liberi" e di "infanti". Indubbiamente è tutto in conformità alle intenzioni dell'autore, va ad aumentare l'effetto straniante del racconto, ma a mio parere, in questo modo, il termine "uomo" diventa quasi estraneo al testo. Tanto che, secondo me, il titolo funzionerebbe meglio se dicesse solo "Liberami" (e con lui, la battuta d'apertura).
Non mi è poi chiaro come conciliare il discorso dei demiurghi sulla società perfetta e sugli uomini liberi perché ricchi, se poi nel racconto ci sono esempi di povertà e di disparità economica (vedi le calzature che si vantano di avere i prezzi più alti della città).

Per non togliere all'autore il merito che gli spetta, non ho problemi a dire che paragrafi come il 30 e il 44 sono splendidi, e che in generale il testo rispecchia in pieno quelle che sono le chiare intenzioni narrative del Corto.

È noto che non mi faccio problemi a giudicare positivamente i racconti interattivi privi della parte "game". Ciononostante, ritengo che la struttura a bivi si presti meglio ad un flusso e alla presenza di vere alternative. In Liberami, disse l'uomo, invece, abbiamo un racconto che si attorciglia su sé stesso in spire sempre più strette, e che usa i bivi come strumento per ampliare il background della storia (che è brevissima ed essenziale) piuttosto che per ampliare la storia vera e propria. È un racconto al quale la struttura a bivi risulta controproducente. Per fare un paragone, qui molti bivi sono come i DLC di molti videogiochi: pezzi aggiuntivi che, però, non sono veramente aggiuntivi, quanto piuttosto elementi essenziali strappati a forza dal prodotto completo per specularci sopra (in questo caso, per aumentare i paragrafi e giustificare le riletture). Dal momento che la storia non è un giallo e il reperimento di informazioni ulteriori non ne cambia lo svolgimento; dal momento che non esiste un true path e, pertanto, il paragone con La creatura del male e simili non calza proprio a pennello; a mio parere, si tratta di un'opera forzatamente adattata al formato a bivi, che fa un torto sia a ciò che è, sia a ciò che voleva essere. Gli ingredienti sono tutti ottimi, ma nella torta perdono la loro identità in un sapore complessivo che non mi entusiasma. Il mio voto è 7.

EGO
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Commento di gpet74

Posso solo dire che vorrei tanto saper scrivere come l'autore di questo Corto.

Per il resto mi levo tanto di cappello.



Ok. Magari ci si aspetta da me un commento leggermente più approfondito.

Diciamo che la prima lettura di "Liberami, disse l'uomo", mi ha lasciato perplesso, forse addirittura freddino. Lo stile era ottimo, più che ottimo, anzi. Ma la storia in sé mi pareva poco comprensibile.

Insomma, io sono il primo a sostenere la necessità di eliminare, o comunque di limitare al massimo l'infodump. Ma in questo Corto mi pareva si peccasse nella direzione opposta, ossia nel non dare al lettore alcuna informazione, alcun appiglio con cui decifrare gli elementi della storia. Sono andato avanti, dicendomi: arrivato a un finale tutto mi diverrà più chiaro. L'autore vuole tenerci in sospeso fino alla fine ma nell'ultimo paragrafo ci saranno senz'altro gli elementi che mi consentiranno di decifrare la vicenda...

Mi sbagliavo.

Arrivato per la prima volta a un finale (morto nel cassettone dell'organico, che brutta fine) ci capivo meno di prima.

Avevo voglia di dare al Corto un 7 politico (per via dell'ottima scrittura) e morta lì, ma io odio sentirmi stupido e non capire le cose.

Così l'ho riletto.

E poi ancora una volta.

E ancora.

E a ogni lettura imparavo a conoscere un po' di più il mondo distopico di Cameron, aggiornandone il giudizio di volta in volta. Rimanendone sempre più conquistato.

Il lavoro che l'autore ha fatto è pazzesco. Potremmo definirlo l'antitesi del true path. Infatti qui non esiste, propriamente, una strada giusta, ma tutte le strade, e tutti i finali, sono egualmente importanti se si vuole arrivare ad avere tutti gli strumenti necessari a decodificare il mondo in cui ci si muove. Questo è un aspetto che ho molto gradito ma, oggettivamente, è anche l'unica vera pecca di questo Corto: manca l'immediatezza e il divertimento di leggere un'avventura "vada come vada". Dal momento in cui ci si rende conto della struttura del racconto viene anche a mancare il desiderio di scovare la "strada giusta" visto che è evidente che non esiste una strada giusta ma che tutte andrebbero esplorate per arrivare a capire l'ambientazione e la storia nella sua interezza. Questo lo rende, secondo me, un prodotto parente stretto dei librogame, ma che non è pienamente un librogame. Sicuramente il risultato finale è molto più simile a un romanzo lineare che non a uno a bivi, infatti per cogliere appieno tutte le sfumature della storia occorre leggere tutto il Corto, esattamente come succede in un racconto lineare. Limitandosi ad un solo percorso o a un numero troppo limitato di letture, si perdono pezzi importantissimi di ambientazione, con il risultato di rimanere delusi o di avere la sensazione (frustrante) di non star capendo quello che si legge.

Per fortuna interviene l'ottima prosa e la cura quasi maniacale con la quale è stato ricreato il mondo ad invogliare il lettore a leggere e rileggere e poi ancora approfondire, fino a che non si siano letti tutti i paragrafi.


La storia, una volta capito il mondo in cui si svolge è davvero bella. Classica, sotto certi punti di vista, ma a me è piaciuta molto, l'ho trovata malinconica e opprimente al punto giusto (se si può dire che c'è un punto giusto per questi aggettivi), il mondo apparentemente bucolico di Cameron si dispiega poco a poco rivelando anse nascoste sempre più inquietanti e tingendosi via via di nero.


Insomma, ormai sarà chiaro che, a parte alcune pagliuzze, questo Corto mi ha davvero entusiasmato. Per questo voglio premiarlo con l'inusitato voto di 9,5.

EGO
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Votanti, voti e medie


Mornon: 8
E.A. Coockhob: 10
Aloona: 8,5
Charles Petrie-Smith: 8
suaimondi: 9
gabrieleud: 8,5
babacampione: 7,5
Anima di Lupo: 6
LordAxim: 6
Seven_Legion: 8
Yaztromo: 9,5
Heimdall di Bifrost: 10 tondo
Adriano: 7
ilsaggio79: 7
lonewolf79: 6
abeas: 8
Jhongalli: 7
Rygar: 9
EGO: 7
gpet74: 9,5


Totale votanti: 20
Totale voti: 159,5

Media voti: 7,975

EGO
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Praticamente tutti avete indicato questo racconto come "distopico". Tuttavia a mio parere è più corretto parlare di realtà utopica, o se preferite pseudo-utopica.

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abeas
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Perché? Se chiamiamo distopia quella di Brave new world, lo è anche questa...

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

mi piace il voto 10 tondo...esiste anche il 10 quadrato?  smile2

lonewolf79
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

io personalmente di sto corto non ci ho capito niente,ecco perchè mi astengo dal votare le ambientazioni che non mi piacciono(e questa è una) io le penalizzerei senza essere obiettivo nel mio giudizio sono troppo di parte........se non mi piace ambiantazione votaccio se mi piace voto bello.......non funziona cosi quindi evito.......nemmeno mi sbatto a leggerlo,riconosco questo mio limite
ho scritto questa precisazione perchè qualcuno mi ha chiesto come mai non volessi votare i corti,pur essendo spesso presente sul forum

w la FOCA che Dio la BENEDOCA

ulnar primo
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