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I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

abeas ha scritto:

Praticamente tutti avete indicato questo racconto come "distopico". Tuttavia a mio parere è più corretto parlare di realtà utopica, o se preferite pseudo-utopica.

Suppongo che la differenza stia negli occhi di chi legge il racconto. Nella utopia dove agli utenti di LGL è dato in gestione il mondo, e Brennan* è confinato sulla faccia invisibile della Luna, ecco che Brennan la chiama distopia.

*Thraves è il mio galoppino  bigsmile2   lol

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Mi sorprene che Giovanni sempre così posato abbia dato 9.5 senza valutare in alcuna maniera alcuni raccordi tra paragrafi che propdio mal funzionano e alcune idiosincrasie. Deve essere proprio stato "liberato" dal racconto... smile2

ilsaggio79
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Charles Petrie-Smith ha scritto:

Perché? Se chiamiamo distopia quella di Brave new world, lo è anche questa...

Quella di Brave new world infatti non è una distopia, è un'utopia satireggiata.

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abeas
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

lonewolf79 ha scritto:

mi piace il voto 10 tondo...esiste anche il 10 quadrato?  smile2

smile2  smile2  smile2

Forse potrebbe valere come "10 e lode".  smile

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Allora, ce riprovo:
Il corto è molto bello; lo stile narrativo mi è piaciuto nonostante la confusione, diciamo che si rifà ad un certo filone fantascientifico (parlo del modo di scrivere) che si vedeva spesso negli Urania che leggevo (e che sicuramente avrà letto anche l’autore da ragazzo) in cui nulla viene spiegato al lettore e l’ambientazione emerge pian piano e confusamente dal testo. Questo da una parte infastidisce, dall’altro intriga, alcuni dettagli per comprenderli davvero bisogna aver letto ogni paragrafo e poi rileggere ancora un ultima volta il testo (solo così ad esempio si capisce che il dottore all’inizio è una donna). In tal senso acquistano di significato anche i vicoli ciechi e alcuni paragrafi ridondanti che portano ad una delineazione dello scenaio e della storia nell’insieme.
Molto belli i finali, fantastico addirittura quello della casa di riposo, una pagina che andrebbe incorniciata: applausi.
Per la narrazione avrei dato 9, ma ho dovuto (e voluto) fare il lavoro pignolo fatto fin qui con tutti i corti e me lo son letto ben bene in tutti i paragrafi con tatti path diversi e son uscite le magagne che han abbassato i voti. Il problema principale è che i paragrafi son raccordati male molto spesso (almeno per me) faccio un esempio su tutti: quando ci si nasconde nel bidone blu per uscirne la sera sollevando il coperchio: al paragrafo successivo siamo già in giro per la città senza che neanche un rigo sia sprecato per descrivere l’azione di fuoriuscire dal cassonetto. La cosa, in un corto che per sua stessa natura genera confusione nel lettore, risulta spaesante. Il motivo di questa scelta appare chiaro se (come ho atto) ci si segna i paragrafi e i percorsi e ci si accorge che a quel paragrafo (25) ci si giunge da più paragrafi e la neutralità del testo è un espediente per poterlo sfruttare come punto di raccordo.
La cosa funziona poco, e il medesimo espediente è reiterato più volte. Pensate anche al paragrafo 41 che è utilizzato ogni qual volta il lettore commette l’imprudenza di domandare qualcosa col risultato di far scoprire che non è in grado di “leggere”.
Ancora peggio di tutto ciò è il fatto che alcuni paragrafi sono utilizzati, nello svolgimento della storia, in modo pluridirezionale, mi riferisco per esempio ai paragrafi riguardanti il viaggio in nave (per altro in gran parte inutili) a seconda dal punto del corto in cui ci si arriva gli stessi paragrafi possono riguardare: un nave terraferma-isola, una nave dove siamo scoperti sulla terraferma, una nave in cui siamo scoperti sulla parte dell’isola dove sono gli infanti, una nave che dal centro infanti va alla terraferma, una nave che dall’isola dalla parte della città va alla terraferma…cioè veramente deprecabile e si finisce anche per non capirci più nulla, non hai più idea leggendo un certo paragrafo di dove sei. Se lasci un attimo il corto per rispondere al telefono, al ritorno devi ripartire dal prologo.
Questo ha tolto sicuramente buon un punto e mezzo alla mia valutazione. Un altro mezzo punto l’ho segato perché ci sono alcune cose che secondo me non funzionano: ti pare che il tipo non si interroga, né gli viene insegnato, che alcuni “uomini” sono maschi altri “femmine”? è una cosa così macroscopica che non può essere trascurata, egli stesso parla di seni; l’espediente per cui all’ospedale viene invitato a leggere con gli occhi e non con la mente è al limite della credibilità, anche se, è stata veramente un elegantissima maniera di evitare lo spiegone che chiarisca un po’ l’ambientazione. Spiegone che invece arriva alla fine dal dottore che ci libera quando è posseduto. Riguardo quest’ultimo e l’ospedale in genere: hanno  un apparato x liberare chi non può avere impianti e non lo sperimentano? che poi voglio dire, va a batterie! E che servivano grandi studi per inventare una cosa che ricopia una dal funzionamento ipercomplicato (va a sangue...????), ma a batterie? Boh non mi convince.
La parte del sondaggio è stata carina, anche se forse un po’ troppo allungata, e in generale molto secondo me si poteva sfoltire, risultando inutile per le dinamiche di gioco e non chiarificatric per l’ambientazione.
Ah dimenticavo la parte in cui si fugge in auto non ho proprio capito dove siamo posizionati: nel portabagagli? Ma se vediamo le caviglie! Paratia aperta? Ma allora perché non ci vedono? Sarebbe servito una descrizione del mezzo.

Sommato tutto questo: corto bello per trama e narrazione, non funzionante sul piano di gioco. Autore mio congratulazioni, mi hai divertito, e in qualche parte anche fatto un po’ vergognare del mio stile di scrittura così tradizional, solo la prossima volta dedicati un po’ di più alla revisione dell’aspetto ludico.

P.S. c’è qualche somiglianza nel sistema, negli errori, nei pregi che mi ricorda guerre civili, il primo corto: ma niente niente ci fossero 2 lavori a quattro mani degli stessi autori?

ilsaggio79
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

abeas ha scritto:

Quella di Brave new world infatti non è una distopia, è un'utopia satireggiata.

OOOH! Finalmente trovo qualcuno che la pensa come me! Un mondo basato sull'ingegneria sociale dove tutto funziona a meraviglia... Perché distopia? Distopia è il mondo dove viviamo, con 7 miliardi di individui che stanno (stiamo) distruggendo il pianeta e continuano (continuiamo) a moltiplicarsi come un virus, con tanto di apocalisse ambientale praticamente dietro l'angolo...

Ma magari, brave new world...

sad

"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM
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Mornon
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

L'Autore saprà rispondere meglio, ma provo a dire la mia su un paio di aspetti:

ilsaggio79 ha scritto:


Un altro mezzo punto l’ho segato perché ci sono alcune cose che secondo me non funzionano: ti pare che il tipo non si interroga, né gli viene insegnato, che alcuni “uomini” sono maschi altri “femmine”? è una cosa così macroscopica che non può essere trascurata, egli stesso parla di seni

Ma infatti il protagonista non ha problemi in merito a questo aspetto. I problemi sorgono a te lettore, e il fatto che il racconto sia narrato in terza persona giustifica pienamente l'apparente contraddizione che il protagonista abbia delle conoscenze che tu lettore ignori.

ilsaggio79 ha scritto:

Spiegone che invece arriva alla fine dal dottore che ci libera quando è posseduto.

Io non ci ho visto un infodump lì. I demiurghi non danno informazioni inutili o che i personaggi conoscono già. Il motivo per cui i demiurghi si dilungano con quelle informazioni è per convincere il protagonista a unirsi a loro (ma poi si scopre che lo stanno ingannando: se si accetta si viene fatti fuori). Il cosiddetto "spiegone" insomma è funzionale alla storia.

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abeas
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

applauso  Notevoli le disamine dei giudici, questa volta. A parte i punteggi su cui ovviamente ci si puo' trovare piu' o meno d'accordo, le recensioni sono tutte molto belle e personali.

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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

abeas ha scritto:

Charles Petrie-Smith ha scritto:

Perché? Se chiamiamo distopia quella di Brave new world, lo è anche questa...

Quella di Brave new world infatti non è una distopia, è un'utopia satireggiata.

Che è una delle definizioni di distopia...

In ogni caso questo mondo a me pare un incubo da tutti i punti di vista.

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I CORTI 2014 - Liberami, disse l'uomo (23-29 Giugno)

Charles Petrie-Smith ha scritto:

abeas ha scritto:

Charles Petrie-Smith ha scritto:

Perché? Se chiamiamo distopia quella di Brave new world, lo è anche questa...

Quella di Brave new world infatti non è una distopia, è un'utopia satireggiata.

Che è una delle definizioni di distopia...

Mi spieghi come fa l'utopia a essere una definizione di distopia?

Treccani ha scritto:

Utopia: Formulazione di un assetto politico, sociale, religioso che non trova riscontro nella realtà ma che viene proposto come ideale e come modello.

Distopia: Rappresentazione di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente all’utopia e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi

Quella di Brave new world viene descritta come un'utopia, avvertita e vissuta dai personaggi come un'utopia. Il "vecchio mondo" viene descritto come negativo e ripugnante e percepito come tale da tutti i personaggi, compreso il protagonista (che pure era l'unico a disagio nel nuovo mondo).
E' una pseudo-utopia perchè gli aspetti a cui bisognerebbe rinunciare per ottenere quella realtà sono, dalla nostra società, considerati fondamentali (libertà e concetto di famiglia).
E' una satira perchè nell'estremizzazione della società perfetta del nuovo mondo vengono esasperate e ridicolizzate alcune caratteristiche della società dei tempi di Huxley, così come descritto da egli stesso nel suo saggio "Ritorno al mondo nuovo".
Non è strettamente una distopia perchè le situazioni e gli assetti politico-sociali e tecnologici descritti nel romanzo sono tutt'altro che "altamente negativi". In questo il romanzo è totalmente diverso da tutti i romanzi dichiaratamente distopici dell'epoca (come 1984 o Farenheit 451).

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