Ok, grazie per la chiarificazione :-).

massimo.ulrus78 ha scritto:

Ciao! Sono un editor freelance e collaboro con diverse case editrici indipendenti e quando capita lavoro anche con i self-publisher. Sono specializzato in fantasy e sci-fi ma capita di fare anche altro

@Rygar @fabbiuzz0 il self-publishing in Italia è un disastro, perché le persone pensano che basti mettere un pdf su Amazon, magari a prezzo stracciato, per fare un libro. In America ci sono corsi di self-publishing che la prima cosa che ti dicono è che per autopubblicare devi mettere in conto un rischio economico. Anche bello grosso. Un editing costa (dai 3 agli 8 euro a cartella... qui stiamo parlando di un libro di 600 pagine, con meno di 2000 euro non te la cavi), la revisione costa meno (un 60-80 euro ogni 100 pagine), mettici un 300 euro per la copertina (tra progettazione e diritti di utilizzo delle immagini) e poi ci devi aggiungere l'ufficio stampa, l'advertising sui social network ecc...

@cerf @Ubik mi è capitato di fare un lavoro per bookabook e vi posso dare la mia esperienza. Sono abbastanza maniacali sulla qualità e stanno addosso sulle scadenze (cosa che mi piace fino a un certo punto perché non si riescono a portare avanti altri lavori in contemporanea). A differenza di altri -di cui non farò il nome nemmeno sotto tortura- hanno una redazione vera e non sono EAP travestiti. Non conosco i loro numeri, ma dubito che facciano questi grandi margini. Di sicuro con il goal della campagna non ci coprono tutte le spese del libro (poi non so dire se ci coprano il 10% o il 50%). Da come l'ho vista io, usano il crowdfunding per capire se un libro "gira".

@cerf vado a leggermi la tua anteprima! Accetti feedback?

Certo che li accetto! Ogni commento o critica che sia è ben accetto! Grazie!

Cerf ha scritto:

Purtroppo non ho avuto alcun potere decisionale su quello e, il poco che sto guadagnando, lo sto investendo in volantini e, se va tutto in porto, illustrazioni.

No, aspetta. Ti metti col tuo mazzo di volantini fuori da Feltrinelli e li distribuisci ai clienti del sabato pomeriggio? Come funziona la faccenda?
Perché io posso capire l'auto-promozione, garbata e aperta a critiche, che stai facendo su questo forum; ma mettersi a fare volantinaggio per un libro nel 2017... Non so, non sono un esperto di marketing, ma lo trovo molto arretrato.

Cerf ha scritto:

Ubik ha scritto:

Non per voler fare polemica, ma un editore che si fa pagare prima tot copie è editoria a pagamento, poi che queste vengano pagate direttamente dall'autore o tramite un CF non cambia niente.

Guarda non voglio fare polemica nemmeno io ma ci tengo a chiarire. Un editore a pagamento si fa pagare per pubblicarti in una tiratura limitata che, in genere, ti finisce in garage. Non ti offre spesso né la distribuzione né un minimo di editing. In pratica è una copisteria vestita bene.

Il punto è che "editore a pagamento" è un termine generico, quasi quanto "vanity press". Tecnicamente ha ragione Ubik, perché si tratta di un editore che riduce al minimo il rischio di impresa garantendosi introiti di partenza; però è anche vero ciò che dice Cerf, perché nell'accezione corrente l'EAP è quello che "spilla" quattrini all'autore, facendo leva sul suo orgoglio, e questo non è certo il caso.
Io, personalmente, non mi sentirei sminuito da questa formula, se dovessi pubblicare con "bookabook". Mi darebbe fastidio, magari, la politica sui prezzi o sui margini, ma non il sistema di crowdfunding.

massimo.ulrus78 ha scritto:

@Rygar @fabbiuzz0 il self-publishing in Italia è un disastro, perché le persone pensano che basti mettere un pdf su Amazon, magari a prezzo stracciato, per fare un libro.

Ti ringrazio per il chiarimento da "addetto ai lavori", ma è esattamente quello che ho detto io in risposta al nostro giovane autore. Lui, molto ottimisticamente, prevedeva di vendere alcune centinaia di copie col proprio romanzo, se lo avesse messo a 2,99€ su Amazon. Io gli ho detto che, con tutta la fiducia, la trovavo davvero una previsione fin troppo rosea.

Zakimos ha scritto:

una frase come "il Destino può darti il potere, ma come usarlo, dipende solo da te"

Ciao di nuovo Zakimos. La tua osservazione mi ha fatto venire il dubbio che, in effetti, fosse sbagliata quindi l'ho segnalata all'editor. Lui mi ha fatto notare che, nel caso specifico, non si tratta di un inciso, quindi la virgola deve andare prima del "ma". Ciononostante, la tua riflessione è sensata e altri potrebbero avere la tua stessa impressione (io stesso, dopo che me l'hai fatto notare), quindi ho accettato il suggerimento di cambiare la frase togliendo il "ma" e mettendo un punto. La nuova versione mi piace anche più dell'originale quindi volevo ringraziarti che, senza la tua segnalazione, non sarebbe mai uscita fuori.

La puoi vedere sulla pagina della campagna aggiornata: https://bookabook.it/prodotto/tre-regni-degli-uomini/

Rygar ha scritto:

Ora, una virgola tra soggetto e predicato è un errore e ciò si impara solitamente tra la seconda e la terza elementare.

Caro Rygar, sul punto hai straragione, ma, perdonami, ostenti un ottimismo del tutto infondato!!! In Italia importanti editori pubblicano libri di acclamati autori che scrivono la prima persona dell'indicativo presente del verbo avere senza l'acca (giuro, ed è solo un esempio tra tanti, veramente tanti – troppi – che potrei fare).
L'errore di cui parli è estremamente diffuso, purtroppo...