Collector’s Item è… sorprendente. E’ già strano vedere, in un contest che finora ci ha proposto due storie con regolamenti a loro modo innovativi, qualcosa che invece sembra ripudiare la parte ludica del librogame per scegliere l’approccio totalmente a bivi di
Scegli la tua avventura (che non è la mia serie preferita, ma riconosco che ha la sua dignità), con qualche pizzico di
Avventure Stellari (l’esito di una situazione che cambia completamente a seconda dei presupposti: per esempio, nel finale che porta al 182, è del tutto indifferente essere armati oppure no. Peccato che, essendoci un inseguimento spaziale, l’autore non abbia anche pensato di metterci un bello SKIANT!). Ma le citazioni e le strizzate d’occhio ai connoisseur del librogame sono quasi incontabili: tra queste ho trovato
- il
tenta la fortuna al sette (palesemente evidenziato in corsivo!)
- il 13 come paragrafo comune di morte, anche scritto con toni vagamente brennaniani
- la chiusura alla Lupo Solitario delle scene di morte
- la frase finale del 14, che riecheggia quella della
Corona dei Re
- il decrittatore portatile al 16
- il paragrafo 17 che è una copia pari pari della scena dell’assassino in LS1
- anche il 21 mi ricorda vagamente qualcosa sul Cancello dell’Ombra…
- la tecnica SOAVE al trentuno si direbbe una parodia del celebre EUMATE dei GdR
- e forse mi sono bevuto qualcosa di troppo forte, ma il “simboletto” di SP mostrato all’inizio non ricorda anche a voi, in qualche modo, il simbolo della fascetta di LS?
Nonostante l’approccio molto libero e disimpegnato, comunque, mi pare che il racconto abbia voluto proporre una sorta di
pastiche di vari elementi usati nei librogame “classici”: vedi la parola d’ordine tipo Dave Morris, oppure i vari “check” che richiedono il possesso di un oggetto o il verificarsi di un certo evento in precedenza. Tutto però solo accennato, e il risultato finale è che non si disturba lo scorrere del racconto con la presenza di registri (la cui mancanza continua a sembrarmi voluta) o di note da prendere. Non è certo un racconto per chi ama le mappe, o la complessità di un
Blood Sword; men che meno per i fan dei tiri di dado. In effetti pare quasi che l’autore abbia voluto prendere in giro l’uso dei dadi e l’arbitrio della sorte nei librogame: tutte le volte che si chiede di tirare un dado i risultati sfortunati sono impossibili da ottenere! E a questo punto mi chiedo se per caso l’obiettivo non fosse quello di (mi lancio) lasciar decidere al lettore tutte le possibilità, anche quella di morire per un “eccesso di sfiga” di fatto impossibile. A sostegno di questo ci sarebbe il fatto che le morti per lancio “fallito” non occupano mai paragrafi separati, ma sono incorporate nello stesso paragrafo che contiene l’esito positivo. E anche quando bisogna sapere su che faccia atterra la moneta: dobbiamo davvero tirare una moneta, o possiamo scegliere liberamente il nostro destino? Stesso discorso per il “numero fortunato” (a proposito: interessante l’idea di rinviare il lettore a un paragrafo separato per conoscere il modo in cui muore, sapendo già che deve morire!).
D’altra parte, però, esistono dei veri e propri paragrafi di morte, e anzi c’è una piccola sezione quasi a true path, dove c’è solo un percorso giusto nell’arco di tre eventi successivi. Dunque morire è possibile, anche senza l’intervento della cattiva sorte. Un mix di tutto e di più, insomma.
L’idea più originale è di certo il sistema dei rimandi, scritti in lettere invece che in numeri in modo da poterli integrare nel testo. Tuttavia ho l’impressione che in più occasioni, per giustificare la presenza del numero, la frase sia parecchio tirata per i capelli (per esempio ai paragrafi tre, sei e 22). Divertenti però altre idee, tipo “I quaranta ladroni”, e sono sorpreso da tutte le idee sfruttate per inserire il tredici. Delirio totale per il 44!
La storia mi lascia per certi versi perplesso, non tanto per l’incipit o per le evidenti frecciatine, quanto per il tono: all’inizio sembra una puntata extra di Squilibrio, poi gradatamente si fa più serio fino al brutale, con toni anche un po’ eccessivi. Anche la componente “fantascientifica” non è solidissima, più che altro un pretesto (ma a quanto pare è riuscita a rientrare nei termini del concorso), e scopre il fianco ad alcune incongruenze: di certo non è stata sviluppata nei minimi dettagli. La verve del testo comunque, a parte qualche faciloneria, è abbastanza brillante. Alcuni finali sono dei gioiellini, il ritmo è notevole, certi paragrafi sono davvero spassosi (il nove, il dieci, il trentuno).
Forse la maggior pecca del racconto è quella di sembrare un po’ disorganizzato: per arrivare ad un finale si leggono dopotutto pochi paragrafi (anche se questo è tipico dell’impostazione a bivi come in SLTA e Avventure Stellari) e in alcuni casi la libertà di scelta è fittizia visto che l’uno o l’altro paragrafo portano comunque alla stessa conclusione. Sembra che l’autore si sia lasciato prendere un po’ troppo la mano dalla storia e non abbia limato qualche aspetto che poteva rendere il racconto più vario e più ricco. Il risultato è comunque buono, lo spazio è stato sfruttato bene, la varietà di finali garantisce una discreta rigiocabilità o, perlomeno, la curiosità di leggere che cosa sarebbe successo facendo altrimenti; manca giusto quel pizzico di complessità. Può darsi che l’obiettivo fosse semplicemente quello di creare un racconto scorrevole e divertente, senza l’”impiccio” della parte giocata, ma così facendo è chiaro che ci si aliena i gusti di alcuni lettori. Tuttavia l’impegno e l’originalità sono ammirevoli, e la sensazione di incompletezza è forse più questione di gusti che di reali difetti... un po' come per Squilibrio, insomma
Per quanto riguarda gli errori: innanzitutto penso che ci sia stato qualche pasticcio con la conversione in PDF, visto che alcuni paragrafi sono perfettamente giustificati ma altri non lo sono affatto, e mi sembra strano che qualcuno si metta a giustificarne solo una parte. E poi c’è da correggere:
- alcune note a piè di pagina, che hanno l’iniziale rimossa
- 2: “fornitegli” al posto di “fornitigli”
- 6: due punti fermi dopo “molto”
- 25: “Fiat” invece di “FIAS”
- 28: “ha visto benissimo” invece di “hai visto benissimo”