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Inizia il 2024: come sarà questo nuovo anno a livello di diffusione editoriale dei LG?

Dettaglio Abstract

Serie Compact
Recensore Dragan

Nessuno potrebbe dire che il formato di base dei librogame El sia particolarmente ingombrante o fastidioso. Anzi, la loro trasportabilità deve aver costituito uno dei punti di forza negli anni del boom. Ciononostante, l'inglese Stephen Thraves, già visto in un'altra serie italiana (Rupert il Selvaggio, ma è stato assai più prolifico in patria), ha pensato di realizzare specifici librogame da viaggio, in formato ridotto, con regole studiate appositamente per favorire il gioco anche in situazioni scomode. Manca ad esempio l'uso dei dadi e di grandi e intricati fogli di identità, resta necessaria una matita, ma in fin dei conti è tutto concentrato in uno spazio molto piccolo e pratico.

La serie, composta in Italia da sette volumi degli otto originali, non costituisce un corpo unico ma presenta avventure ogni volta slegate tra loro, alla "Dimensione Avventura", per intenderci. Ed ogni volta cambiano protagonista ed ambientazione. Si passa da un fotografo che vagabonda attorno allle torbide acque di Lochness ad un agente segreto in missione speciale; ricompare la figura dell'eroe barbarico tipo Conan a cui Thraves dedicherà persino uno spin-off (il già citato Rupert: un mezzo fallimento), ci si immedesima poi in bibliotecari alle prese con gli spiriti, in investigatori privati alle prime armi sulle tracce di un furfante e per finire ancora una volta in fotografi, stavolta scolaretti, alla ricerca di fantasmi.

Il sistema di gioco come detto non è particolarmente complesso. Ha una struttura fissa, ma è veramente molto malleabile e si adatta ogni volta alle esigenze dell'autore. In generale comunque il mini foglio d'avventura è organizzato in tre colonne, di cui due numerate. Quella centrale numera gli obiettivi (ogni volta diversi) da centrare (in genere sei) e dev'essere completata, scegliendo i paragrafi opportuni, per terminare con pieno successo l'avventura; quella di sinistra viceversa non deve assolutamente esaurirsi, almeno fino a quando non si è completata la colonna degli obiettivi, pena la fine della storia: molto spesso si tratta ad esempio di un punteggio di energia, che decresce ogni volta che si è colpiti fino alla morte del personaggio. Infine, la colonna di destra indica le iniziali di tre oggetti speciali che si possono trovare lungo la via, o con immensa fortuna oppure conoscendone la posizione dopo aver già giocato più volte. Gli oggetti speciali sono spesso carte o ritagli di giornale o guide, rappresentati a colori sui risvolti esterni della copertina, e sono di fondamentale importanza per risolvere l'avventura positivamente. Nell'ottavo volume inglese della serie, non pubblicato in Italia, il foglio d'avventura ha anche un'altra prerogativa: ognuno di essi contiene un numero di paragrafo diverso, una tappa chiave per arrivare alla fine.

Non è semplice valutare correttamente la serie. Ci sono un paio di avventure un po' noiose (Il treno dei fantasmi e il Vulcano maledetto, ad esempio), qualcuna abbastanza carina (Missione in montagna, Passi nella nebbia) e solo una autenticamente leggendaria, Sfida di Coppa, che presenta infatti clamorose differenze strutturali con il resto degli episodi. Il difetto principale dei Compact è che giocandoli si ha la sensazione che non tutto il buon esito dipenda dalla correttezza di una scelta del lettore: la sorte ha un peso clamoroso, più che schiacciante, spesso insopportabile, e si ha la sensazione di non essere più "i protagonisti del libro", come pure recita il motto dei lg. La fortuna chiaramente è componente di tutti i lg, da Lupo Solitario in giù, ma mai in queste becere proporzioni! Insomma, a meno di essere possessori originari, dopo aver sborsato fior di quattrini per assicurarsi tutta la serie (tranne il famigerato sesto volume, venduto due uniche volte a 173 e 162 euro, fortunato chi ce l'ha), al termine delle letture resta un po' l'amaro in bocca, come dopo aver assaggiato qualcosa che prometteva molto se non moltissimo ed aver invece poi effettivamente gustato un qualcosa di non troppo eccezionale, bensì piatto e in taluni casi persino banale. E purtroppo non basta l'eccellente Sfida di Coppa a cambiare le carte in tavola.