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Inizia il 2024: come sarà questo nuovo anno a livello di diffusione editoriale dei LG?

Recensione

Compact 2: Missione in Montagna
Edizione EL 1994
autore/i Stephen Thraves
Recensore Anima di Lupo

Il dottor Diamond, sotto le mentite spoglie di un brillante scienziato alla ricerca della cura per le malattie più gravi del nostro tempo, si prepara alla conquista del globo utilizzando la pozione denominata Formula V3. Dai suoi rifugi sulle Alpi, il diabolico Diamond progetta di utilizzare la Formula V3 per ridicolizzare i governanti di tutto il mondo e creare un vuoto di potere che, naturalmente, lui provvederà a colmare. La Formula V3, infatti, consiste in una pozione chimica in grado di trasformare i comportamenti delle persone che ne vengono in contatto (l’autore non specifica la via necessaria al contagio) da adulti consapevoli a “bambini di otto anni”.

Nella seconda avventura della serie Compact vestiremo i panni, nientepopodimeno che…, di un agente segreto: nome in codice A.C.E.! Fermiamo comunque i facili entusiasmi: la trama si sviluppa in maniera abbastanza lineare e all’insegna della mancanza di colpi di scena, spesso presenti, invece, quando si ha a che fare con il mondo delle spie, degli agenti segreti e dei criminali incalliti che minacciano la pace nel mondo.

Subito dopo aver accettato l’incarico dai nostri “superiori” (il testo ci dà la possibilità di rinunciare subito alla missione: quale agente segreto può rifiutarsi di obbedire all’ordine del suo capo di salvare il pianeta?), voleremo alla volta di un non ben precisato luogo delle Alpi. Si capisce fin da subito che l’ambientazione alpina non è molto curata e la parte narrativa ne risente, soprattutto abbassando il coinvolgimento emotivo del lettore. Sì che la storia punta tutto sulla missione segreta (anche se dopo aver visto la copertina e aver letto il titolo credevo si trattasse di una missione di recupero in alta montagna, tipo quelle successive alle valanghe) e sulla giocabilità (come vedremo più avanti), ma l’immedesimazione, punto nevralgico di qualsiasi storia a bivi, si ottiene il più delle volte o da un buon equilibrio tra le parti o da una narrativa (trama, ambientazione e stile) di buon livello.

Comunque sia, la storia scorre via veloce tra un rifugio e l’altro in quella che si può definire la classica avventura “soli contro tutti”. I nemici sono ovunque e i mezzi per spostarsi nella neve, da un rifugio all’altro, sono il più delle volte sabotati dagli stessi sgherri di Diamond. Tutti le opzioni di trasporto sono marchiate con dei quadratini colorati e ogni quadratino ha un significato ben preciso a seconda che il mezzo sia sabotato oppure no.

Solo chi è in possesso del Promemoria Elettronico, dispositivo che funge da “chiave di lettura” dei quadratini, può sapere di quale servirsi.  Questo aspetto è interessante e mi ha fatto riflettere: da un certo punto di vista, sabotare i propri mezzi di trasporto (snow bike, bob, motoslitta, seggiolino ski-lift, cabina della funivia, deltaplano, minicotteri, motoslitta e persino gli sci!) mi pare un’assurdità degna di un film comico ma dall’altro può essere considerata pura genialità. I nemici di Diamond, infatti, essendo senza il Promemoria Elettronico, rischiano di farsi molto male durante un’incursione nei suoi territori.

Cadere da uno sci magari non reca danni ma dalla cabina della funivia sì di certo. L’auto sabotaggio, inoltre, permette di schierare meno guardie in qua e in là. Si risparmia dunque sui costi del personale e pure su quelli della manutenzione! Lo scopo della missione è individuare sei ampolle (tutte quelle create da Diamond finora) di Formula V3 e distruggerle ma la posta in gioco, almeno vista con gli occhi di un adulto, non vale la candela e non pare credibile (trasformare il comportamento degli adulti in bambini non mi ha convinto come idea di fondo) e il nemico (Diamond) non si vede mai e soprattutto non fa paura.

Manca la tensione della missione che invece avevo trovato nel primo volume della serie Compact: Il Mostro di Loch Ness. Il finale poi, ha lo stesso irritante problema del primo volume: non c’è! L’autore, al paragrafo 21, ci appioppa la solita frase (già abbondantemente chiarita nel regolamento…) sul non demordere e ritentare nel caso non avessimo distrutto (in realtà, per eliminare la Formula V3, va rovesciato il liquido per terra) tutte e sei le ampolle. Anche se non sono un appassionato di storie con agenti segreti come protagonisti, non si può negare che, nel complesso, Missione in Montagna non sia un bel libro, ben lontano dai fasti di James Bond, al quale forse s’ispirava.

Longevità 4: 

La trama poteva essere buona, come idea, ma non è stata sfruttata a dovere. Ne esce un LG senza mordente ed esclusivamente per bambini. Non possiamo pretendere che un adulto si emozioni a scegliere (a caso!) tra Monte Bianco e Monte Rosa o tra Norvegia e Danimarca. Una volta scovate le vie per recuperare il Promemoria Elettronico, la Mappa Computerizzata e il Computer da Polso, il gioco si esaurisce nel tirare a caso i codici (come per esempio la già citata scelta tra Monte Rosa e Monte Bianco e via dicendo…) davanti alle sbarre alzate delle ampolle. Questa ripetitività può annoiare e non contribuisce all’immedesimazione.

Difficoltà 5: 

L’unica vera difficoltà del volume sta nel trovare i tre oggetti mancanti (Promemoria Elettronico, Mappa Computerizzata e Computer da Polso) nascosti abbastanza bene, soprattutto per un bambino. Spesso, nei LG, per “ingannare” un adulto, l’autore nasconde il necessario (come per esempio oggetti, pozioni risananti o informazioni preziose) al rimando meno ovvio. Qua, Thraves usa il solito escamotage, senza però dare indizi utili e senza rifugiarsi dietro a un, più o meno solido, ragionamento. Per trovare il Promemoria Elettronico bisogna costeggiare il lago sulla sponda destra e seguire l’uomo con il fucile: entrambe le scelte sono casuali al 100%. Nulla nel testo ci aiuta a decidere in un senso o nell’altro. Per trovare il Computer da Polso invece bisogna scavalcare la rete d’ingresso e guardare sotto la torre d’avvistamento: anche qua entrambe le scelte sono totalmente casuali, nessun ragionamento ci spinge ad andare lì. Per trovare la Mappa Computerizzata bisogna resistere (due volte) alla tentazione di saltare dall’elicottero finché non si arriva sul tetto del campanile: anche qua scelta abbastanza difficile da trovare ma non dettata da altro che non sia il caso. Realisticamente, ammetto che caso, fortuna e sfortuna esistono e incidono pesantemente nella vita di ognuno di noi ma in un racconto a bivi non si può accettare questa filosofia, se non in rare occasioni. Le scelte ai bivi devono essere più ragionate possibili o suggerite dal testo. Solo una piccola percentuale può ricadere nell’ambito “casualità”. In questo racconto invece è vero il contrario: la maggior parte delle scelte è casuale e un’altra buona fetta è invece occupata dal possedere o meno l’oggetto.

Giocabilità 6.5: 

Questo parametro, pur essendo il punto forte del librogame, non si apprezza granché per il fatto spiegato al punto precedente, quando valutavo la longevità del volume. Le meccaniche sono buone ma la ripetitività delle scelte pesa nonostante lo sforzo dell’autore di dare variabilità al tutto. Il gioco, che non prevede la personalizzazione del protagonista, consiste nel trovare le già citate sei ampolle stando attenti a non subire più di tre ferite nella colonna sopravvivenza (alla quarta ferita il gioco finisce e bisogna iniziare daccapo). Per non essere feriti bisogna scegliere sempre il mezzo di trasporto non sabotato, la localizzazione giusta dove andare o il corretto dispositivo anti intrusione (quest’ultimo si può conoscere avendo a disposizione il Computer da Polso). Per fare ciò o si tira a indovinare o si devono possedere i tre oggetti, già citati, da trovare durante l’avventura.

Chicca: 

Una cosa degna di nota è che anche in questo secondo volume della serie Compact, come nel precedente, non ci sono instant death.

Totale 5: 

Insufficienza piena dal mio punto di vista per questo volume nonostante l’impianto di gioco sia abbastanza valido. Non abbasso ulteriormente il voto per due motivi: come librogame per bambini potrebbe andar bene e la serie Compact prevede storie brevi e dunque in poco spazio non si possono fare miracoli.