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Recensione

Time Machine Original 6: The Rings of Saturn
Edizione Bantam Books 1985
autore/i Arthur Byron Cover
Recensore spadadelsole

Sesto volume della serie, Gli Anelli di Saturno rappresenta un caso irripetuto nella collana, trattandosi dell’unico volume ambientato nel futuro. Nel 1985 è stato captato un misterioso segnale provenire dal sesto pianeta, così si deciderà di inviarci avanti nel tempo di cento anni, a seguito della considerazione che, per allora, l’umanità sarà abbastanza evoluta tecnologicamente per affrontare il viaggio fin lì, come infatti sarà, vista anche la cronologia presente a inizio volume. Inoltre, altro caso unico, invece che spettatori saremo autori della storia dell’umanità, e questo è inevitabile, visto che per la prima volta saremo incaricati di muoverci nel futuro e non nel passato. Un volume che si apre con prospettive accattivanti, che non saranno disattese.

Se avete mai immaginato di diventare astronauti, preparatevi, perché il vostro sogno diverrà realtà. Sbarcati infatti in una sorta di zoo pieno di dinosauri, dovremo fuggire aiutando due misteriosi individui che si riveleranno, nel prosieguo della storia, preziosi alleati. Dovremo poi farci assumere presso l’accademia per iniziare il duro addestramento per diventare astronauti e, superati una serie di non facili test, partiremo per un primo volo di prova sulla luna, alla caccia di un pericoloso pirata dello spazio: lo cattureremo, dopo aver rifiutato la proposta di unirci alla sua ciurma e raggiungere subito Saturno.
Saremo promossi e dovremo perciò scegliere se recarci su Venere o Marte per la nostra seconda missione. Se opteremo per il pianeta rosso entreremo già nella storia dell’umanità perché saremo i primi a trovare il cadavere di un alieno. Poi, finalmente, il grande passo: saremo membri del primo volo umano verso Saturno, assieme a uno dei due amici incontrati a inizio avventura, nonché i primi umani ad incontrare realmente un alieno e …   MISSIONE COMPIUTA!

La prima cosa che salta all’occhio, rispetto agli altri volumi della serie, è il fatto che, essendo ambientato nel futuro, non ci si possa appoggiare alla storia reale per creare situazioni e ambientazioni; gli autori risolvono il problema ispirandosi a piene mani alla fantascienza classica. Incontriamo perciò i replicanti sullo stile di quelli presenti in Bladerunner, in cerca dei loro diritti, uno zoo popolato da Dinosauri che sembra anticipare Jurassic Park, i pirati spaziali nonché le storie di possibili misteriosi ritrovamenti su Marte. Se siete fan di Asimov troverete, come me, il gustosissimo  remake delle tre leggi della robotica, ribattezzate come “le tre leggi dell’astronauta”  per cui:

1 l’astronauta deve pensare alla sicurezza degli altri prima ancora della propria
2 l’astronauta deve pensare alla propria sicurezza sempre che ciò non contrasti con la prima legge
3 l’astronauta deve pensare alla sicurezza degli strumenti e delle apparecchiature sempre che ciò non contrasti con la prima o con la seconda legge

Ma l'influenza più grande è quella che viene da “2001 odissea nello spazio”, da cui viene ripreso il tema del primo viaggio su Saturno e i suoi misteriosi segnali: mentre nel film di Kubrick si parla infatti della prima missione su Giove, il romanzo di Clarke si incentra, invece, su quella su Saturno.
Un bel pot-pourrie cinematografico, quindi, anche se, a dire il vero piuttosto ben gestito, per quanto corra il rischio di non essere apprezzato appieno da chi non riesca a cogliere le molte citazioni, pur non cadendo mai nel citazionismo, dato che il tutto è contraddistinto da una buona originalità.
Il vero problema, però, è strutturale: come accade sempre nella collana Time Machine saremo destinati a raggiungere in ogni caso la nostra meta, anche nell'eventualità di commettere molti errori: trovo che tale semplicità di risoluzione, dato il caso specifico, faccia abbassare di non poco il gradimento complessivo dell’opera, che, comunque, mostra quanto i librogame possano essere validi anche quando trattano tematiche fantascientifiche.
Incomprensibile, poi, è la scelta della casa editrice EL di non pubblicare in italiano questo gioiellino, preferendo altri titoli indubbiamente meno validi.
In conclusione ci troviamo innanzi ad un ottimo lavoro, a cui manca però qualcosa per raggiungere punte di eccellenza.

Longevità 7: 

Si finisce presto: si potrà avere voglia di riprenderlo in mano una o due volte per esplorare tutte le possibili diramazioni. Non si tratta comunque di un titolo particolarmente duraturo.

Difficoltà 6: 

Troppo bassa, sia per la facilità con cui si intuisce qual'è il percorso giusto, sia per la struttura che, presto o tardi, ci consente comunque di pervenire all'epilogo perfetto. Un po' più di difficoltà avrebbe contribuito a nobilitare l'opera.

Giocabilità 7.5: 

Buono ma non eccezionale lo stile narrativo, in parte compensato dall'ottima sensazione di dinamismo e frenesia che il libro riesce a trasmettere. A questo si unisce una discreta caraterizzazione di ambientazioni e personaggi.

Chicca: 

Totale 7: 

Un volume piacevole, da lodare il gran numero di citazioni che compiacciono il lettore senza sfociare nel citazionismo. Se si fossero sistemati quel paio di difetti più volte citati ci saremmo trovati di fronte a un capolavoro.