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Recensione

Lupo Solitario 5: Ombre sulla Sabbia
Edizione EL 1986
autore/i Joe Dever
Recensore spadadelsole

Una tranquilla missione diplomatica si trasforma ben presto in una trappola mortale…. Non c’è introduzione migliore per il quinto volume. Opera che, caso unico nelle avventure di Lupo Solitario, dura 400 paragrafi, invece dei classici 350 ed è, oltretutto, divisa in due parti di 200 paragrafi ciascuna, corrispondenti a due diverse aree tematiche.
Giunti nell’arabeggiante Vassagonia per firmare il trattato di pace dopo l’invasione di Bakkarshan, la nostra vita sarà subito in pericolo: i Vassaki vogliono in realtà catturarci per offrirci ai Signori delle Tenebre.

Per prima cosa sarà necessario decidere se arrendersi subito al porto, non appenna sbarcati o iniziare una pericolosa fuga per le vie della capitale, che si evolverà in un inseguimento davvero mozzafiato. Se decideremo di fuggire e non saremo catturati nel corso di numerose traversie, finiremo nelle fogne ove, tra i vari problemi, rischieremo di essere infettati da un terribile batterio che potrà paralizzarci il braccio destro. In quel caso, venuti fuori alla luce del sole, incontreremo una sapiente erborista che ci spiegherà che l’unica cura disponibile è l’erba miracolosa.. custodita nel palazzo del sultano!! Entrati nella tana del lupo (scusate il gioco di parole) dopo molte traversie riusciremo a procurarci l’erba e ad assistere ad una scena ancor più importanteche evito di anticiparvi...

Se invece saremo catturati oppure ci arrendermo subito, saremo anestetizzati e ci sveglieremo all'interno del palazzo dl Sultano, purtroppo confinati nelle prigioni. Sfuggiti agli aguzzini (che si uccidono con soddisfazione, devo dire) e recuperato (forse) l’equipaggiamento, dopo un’ istruttiva esplorazione del palazzo, assisteremo ad un'interessante scena;
vedremo infatti il sultano Kimak parlare con Haakon, succeduto a Zagarna al comando dei Signori delle Tenebre, in una sequenza piena di tensione, rotta solo dall’innaturale respiro del nero comandante delle forze del male (chiaro rimando a Darth Vader di Star Wars) e magistralmente descritta da Dever.

Verremo così a sapere dalla bocca di Haakon che in Vassagonia si nascondono due spine nel fianco per il nemico: una siamo noi, l’altra è il libro del Ramastan, il leggendario tomo in cui Aquila del Sole, primo grande maestro, depose tutto il suo sapere.
Resteremo come folgorati dall’improvvisa e meravigliosa scoperta, ma, prima di affrontare questo grande problema, dovremo fronteggiarne uno più piccolo ma più immediato: darci alla fuga perché siamo stati scoperti.


Seconda parte


La fuga dal palazzo sarà davvero rocambolesca, con Haakon in persona che cercherà di farci la pelle; cercheremo di sfuggirgli volando in groppa ad un itkak, ma saremo ben presto raggiunti e abbattuti. Ad un passo dalla morte, mentre precipitiamo nel vuoto “accadrà qualcosa che aumenterà la nostra fede nei miracoli”: apparirà una nave volante che ci isserà a bordo!
E’ la nave di Banedon e subito la sua ciurma di nani inizierà a combattere contro i drakkar. Liberato il ponte dopo un’ epica battaglia, il nostro amico ci porterà da Tipasa l’errante, l’unico che conosca l'ubicazione della tomba in cui è custodito il libro.

Dopo un lungo viaggio aereo e poi terrestre un’ amara sorpresa ci attende: la moglie ci comunica Tipasa è già stato catturato dai Drakkar e condotto alla tomba. Ma fortunatamente la donna ha ancora con sé il diario segreto in cui è nascosta la mappa e, decifrato il codice, ci recheremo là anche noi, dopo un viaggio in incognito. Penetrati nottetempo in un sepolcro pieno di Giak, morti dopo aver fatto scattare le numerosissime trappole, ci troveremo faccia a faccia con Haakon!! La lotta sarà durissima e contraddistinta da due differenti percorsi a seconda che si possieda o meno la Spada del Sole.

Se ne siamo sprovvisti, potremo sconfiggere il nemico in altro modo, ma non con il pugnale di Vashna.

Ucciso l'avversario,, torneremo alla luce del sole e troveremo Banedon e Tipasa.
Non ci sono parole migliori di quelle pronunciate dal nostro amico per accoglierci: "In questa notte è rinata la stirpe dei Ramas!"


Il quinto volume della serie Lupo Solitario è semplicemente indimenticabile. In primo luogo per l’ambientazione arabeggiante, descritta da Joe alla perfezione e che rende tutto molto affascinante e interessante.
Poi per gli inseguimenti e il ritmo intensissimo, che, al tempo stesso, non ci priva di momenti di riflessione e di osservazione su come si svolga la vita nelle terre visitate. In breve è, a mio parere, l’avventura che forse più di tutte si presterebbe a una trasposizione cinematografica.


Non solo i luoghi, ma anche i personaggi resteranno per sempre ben impressi nella nostra memoria: i nani, Banedon nell’unica vera avventura vissuta insieme, Haakon e i suoi Drakkar, una figura che, al di là dell'indole malvagia, ha sempre suscitato fascino e ammirazione nel sottoscritto; del resto è la prima volta che si può osservare un Signore delle Tenebre in azione e ciò fa un certo effetto (lo si può anche vedere in copertina).
Anche stilisticamente ci sono molte novità. In primo luogo i paragrafi sono più lunghi e corposi e la storia risulta narrata con maggiore maturità, fungendo da anello di congiunzione tra la serie Ramas e quella Ramastan.

Ambiguo è il ruolo della Spada del Sole. Da una parte vi è il pericolo di perderla perché, se catturati, non è detto che riusciremo a ritrovare l’equipaggiamento. Tuttavia, lasciarla a casa per precauzione, ci priverebbe del suo apporto nel mitico duello finale contro Haakoon, un duello difficile (combattività 28 e resistenza 45 per il nostro nemico, che è anche immune allo psicolaser) ma che una volta vinto regala una soddisfazione immensa.
Anche la possibilità di usare ben nove arti Ramas contribuisce a rendere il tutto più affascinante.

Due curiosità: la telecinesi che, nelle precedenti avventure non era affatto utile, ora si prende la sua rivincita diventando quasi indispensabile.
Inoltre è presente l’unico combattimento della serie in cui, se sconfitti, non moriamo, poichè il nemico voleva solo stordirci, e recuperiamo subito metà dei punti persi.

Onestamente non riesco a decidere se sia questo o Traversata Infernale a meritare il titolo di miglior volume della serie Ramas: si tratta comunque di due scritti di elevatissima qualità.

Longevità 9: 

E' altissima perché c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere e tutti i percorsi della prima parte vanno provati e riprovati per gustare appieno ogni risvolto dell'avventura. Inoltre fa sempre piacere rileggere il libro.

Difficoltà 8: 

Ben settata, anche se si poteva calibrare un pochino meglio.

Giocabilità 9: 

Libro molto gradevole e magistralmente concepito, con un ottimo apporto narrativo che contribuisce a migliorare anche il lato ludico della storia.

Chicca: 

/

Totale 9: 

Un volume imperdibile, un piccolo capolavoro dalla splendida copertina.