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Confermiamo che Jay è il nerd della situazione. Un nerd un po' "figo", certo, ma il nerd magrolino, con gli occhialetti e bullizzato dai compagni è morto ormai da secoli e dai tempi de "La rivincita dei nerd". Tendente al "geek", ma effettivamente più solitario e "grezzo" di quel che si intende comunemente per geek, quindi più nerd sicuramente. Uno di noi, insomma. Spero che questi dubbi bastino a fugare l'idea che i personaggi più "sfumati" siano stati esclusi a prescindere. Questo è un buon esempio di protagonista non troppo cliché, ma che soddisfa i canoni. Così vale per la tematica: questa interpretazione di "invasione" ci è piaciuta, specialmente per l'attualità del tema.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Aloona ha scritto:

Questo è un buon esempio di protagonista non troppo cliché, ma che soddisfa i canoni. Così vale per la tematica: questa interpretazione di "invasione" ci è piaciuta, specialmente per l'attualità del tema.

Concordo.

Devo dire che la "partenza" non è molto sprint con tutto quel po po di roba da assimilare nel regolamento. E non mi è piaciuta nemmeno la frase che "non sarai al 100% lui".
Lo so già quello, ma tu autore dovresti fare di tutto per farci immedesimare nel personaggio e nell'ambiente.
Sottigliezze comunque...

La vera sorpresa è stata scoprire che giocarci è facile a questo Corto.
Questo significa che il regolamento è ben pensato. Un + all'autore misterioso.

È ancora presto per dare un giudizio ma ho constatato due cose:
1) Secondo me andava specificato meglio nel regolamento che sarà il testo a dirti quando e come usare una parola chiave. Invece nel regolamento c'è scritto soltanto: "in alcune occasioni ti verrà chiesto di svolgere delle semplici operazioni con le parole chiave"
Io infatti nella prima partita ho provato a inserire un certa parola chiave in tutti i paragrafi che ritenevo opportuni.
Invece bisogna usare una parola chiave solo ed esclusivamente nei paragrafi in cui viene espressamente richiesto dal testo.
Strano perché lo stesso autore è invece molto preciso nel dire che dobbiamo essere noi a NOTARE e ANNOTARE le parole chiave ogni volta che lo riteniamo opportuno.

2)

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 Al p. 74 (sono arrivato li grazie alla parola chiave PRIMO MINISTRO ) mi dici di sottrarre 25 al codice C. Io posseggo il codice C30, dunque vado al 5 (30-25) ma la storia non ha senso da li. Un attimo prima sono in ufficio al lavoro e subito dopo (al p.5) rientro a casa. Forse ho sbagliato qualcosa io ma se così non fosse questo passaggio non è troppo brusco?

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Metto sotto altrettanto spoiler la viva voce dell'autore in risposta ai tuoi dubbi, Anima:

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 Confermo che il passaggio dal 74 al 5 è corretto. I paragrafi delle ricerche al computer possono essere raggiunti in più occasioni e questo ha reso brusco il passaggio che hai notato. Se possiedi il codice C significa che ti sei fermato a lavorare in ufficio il pomeriggio e quindi finito il lavoro torni a casa. Confermo che è un passaggio brusco che poteva essere reso meglio.
PS la possibilità di usare le parole chiave in ogni paragrafo senza che il testo dica nulla era  l'obiettivo che aveva all'inizio, quando ho iniziato a scrivere il corto, ma mi sono presto reso conto che non sarebbe stato fattibile visto il ridotto numero di pagine a disposizione. Ho deciso così di optare per una via di mezzo. Sul regolamento, confermo che il "ti verrà chiesto" sottintende "dal testo".

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Perfetto, grazie per le risposte  wink

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Questo corto ha una struttura grandiosa che finisce per promettere più di quello che riesce in conclusione a dare. E' ben scritto, il regolamento è ottimamente pensato, e riesce ad aggiungere complessità al racconto (e profondità) senza appesantirlo, e soprattutto mantenendo alte le caratteristiche legate all'immediatezza e all'usufruibilità del sistema di gioco.
E questo è un gran pregio. Però l'approccio regolamentare, come ha notato già Anima di Lupo, faceva pensare a qualcosa di più grandioso, e devo dire che durante la lettura ho avuto più volte l'impressione che l'autore avesse puntato inizialmente a un'evoluzione di più complessa e raffinata, e si fosse poi trovato nella necessità, per ragioni di spazio-tempo-gestione dell'opera, di ripiegare su una struttura più "modesta".
Questa impressione è stata confermata dallo stesso autore con un suo intervento in questa sede, e devo dire che la discrasia tra le premesse "eccezionali" e la riuscita buona (ma non eccezionale a mia opinione) risulta evidente con la progressiva lettura del lavoro e la conoscenza approfondita di tutte le possibili prosecuzioni dell'intreccio.
Ho riletto l'avventura più e più volte, perché ci tenevo a esplorarne ogni anfratto. Così ho potuto analizzarla appieno. Inizialmente pensavo che l'esplorazione potesse prendere diramazioni varie in diversi punti; mi sono poi accorto che in realtà i punti focali per differenziare le nostre linee di indagine sono sostanzialmente due, e corrispondono ai paragrafi 7 e 70. Lì possiamo guadagnare parole chiave e codici fondamentali per evitare l'epilogo I, che è quello più semplice da raggiungere e in cui ci imbattiamo se non cogliamo nessuna delle variazioni sul tema che ci circondano o se non supportiamo la nostra linea di indagine con elementi adeguati.
Il resto del racconto fa da corollario, tolta qualche piccola variante aggiuntiva che può completare una o due ipotesi investigative.
Un corollario molto bello, per carità: narrazione serrata e pulita, sistema ludico che funziona come un orologio, ambientazione e personaggi definiti con sapienza e solidi, a sottolineare con maggior fermezza il contesto gravido di tragedia, nel senso greco-classico del termine, in cui ci muoviamo (Rain è nerd, stronza e disperata almeno quanto noi, e costituisce una controparte davvero solida che sottolinea una volta di più quanto siamo solitari, Damian è un politico nel vero senso del termine, e calcola ogni cosa sulla bilancia del suo arrivismo, compresa la nostra amicizia di lunga data, Larry è incapace e schiavo dei suoi vizi, Zemeckis ottuso, maneggione con qualche dinamica morale ancora attiva, sebbene non sia migliore degli altri e Mark, la cui sola presenza basta a sottolineare tutta la nostra inadeguatezza e che è la chiave per raggiungere una delle diramazioni più inquietanti della vicenda), e in generale un certo grado di interesse che ci spinge a esplorare e che scema, condizionato da un minimo di frustrazione, solo quando ci troviamo a iniziare l'ennesima sessione a caccia dell'epilogo 2 o 3 senza sapere esattamente come procedere smile.
Il bello poi è che finiamo per accorgerci di avere tutti gli elementi già a disposizione e di aver semplicemente dimenticato, nei famosi paragrafi 7 o 70, di fare una ricerca web o di sollevare un dubbio su uno dei personaggi che ci circondano.
E tale consapevolezza, che evidenzia una volta di più quanto l'intera struttura sia meno "complessa" delle premesse, è l'unico vero difetto importante di SEL, perché trasforma un racconto "mastodontico" in uno molto carino ma complessivamente non stratosferico.
Io sono sicuro che SEL adeguatamente ampliato e strutturato come un libro invece che come un Corto si trasformerebbe in un'esperienza di lettura e gioco esaltante, anche se non per tutti (già a tratti è caotico ora, figuriamoci quanto potrebbe esserlo, e quanto potrebbe scatenare frustrazione, se si trasformasse in un'opera ben più corposa ed elaborata). Così com'è è un signor racconto, con ottimo regolamento, splendida narrazione, buone ambientazioni, adeguato ritmo e equilibri più che soddisfacenti tra parte narrata e meccaniche ludiche.
Però, mi perdoni l'autore misterioso, avermi fatto intravedere l'enorme potenziale e aver ridotto tutto a due paragrafi "decisionali" mi fa sentire come se avessi Rihanna nuda e ammiccante sdraiata sul divano e io fossi legato al termosifone con una catena lunga 30 cm smile.
A mio parere è il miglior racconto finora in gara, e gli assegno il voto più alto, ma ancora una volta non me la sento di arrivare a giudizi di eccellenza.

Postilla:

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 vi siete accorti che, secondo i parametri di divisione tra vocali e consonanti elaborati dall'autore, il nostro nome, Jay Huey, è composto esclusivamente da vocali e non può quindi costituire una parola chiave? L'ho interpretato come un tocco di classe da parte dello scrittore piuttosto grazioso.
Voto inviato a Babacampione

Prodo
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Re:

Prodo ha scritto:

vi siete accorti che,

E' vero, l'avevo notato anch'io :-D Comunque da quel che ho capito ci sono solo tre epiloghi ma i finali sono di più. Ad esempio, all'epilogo uno ci puoi arrivare sia sbagliando tutto che dopo aver accusato

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Zemeckis
Che è stato un discreto culo da raggiungere, almeno per me, per cui non lo vedrei come un "game over". Al momento credo di aver trovato tutti i finali tranne quello di

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Damian
Che ho capito benissimo cosa nasconde, il bastardo, ma non riesco a trovare la parola chiave per sputtanarlo. E mi viene il dubbio che sia nel paragrafo 7 che citi, visto che finora mi sono concentrato più sul 41 per gli altri finali.

Zakimos
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Re:

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Zakimos ha scritto:

E mi viene il dubbio che sia nel paragrafo 7 che citi, visto che finora mi sono concentrato più sul 41 per gli altri finali.

In realtà è molto più banale ed evidente di quello che uno pensa, la puoi acquisire in molti modi e anzi sono pronto a scommettere che tu l'abbia già smile.

Riguardo agli altri finali a cui ti riferisci, non li ho citati ma indubbiamente ci sono. Anche quello di Larry per esempio introduce elementi nuovi rispetto a quelli dei classici epiloghi. Il mio commento, anche per la scarsa disponibilità di tempo che ho in questo periodo, non ha pretese di essere omnicomprensivo smile.

Prodo
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Re:

Più che True Path citato tra i primi commenti mi ha ricordato 11/09, un po’ per il sottotesto engagé e un po’ per lo stile di scrittura amaro e senza orpelli, che arriva dritto al punto.
Se in Oniryca avevo ravvisato delle somiglianze con alcune avventure in solitario di Tunnel & Troll, Sistema Enigma: Londra mi ha ricordato un po’ uno dei primi Scegli La Tua Avventura (credo fosse Chi ha ucciso Harlow Trombey?), visto che per sciogliere il mistero di quello che è accaduto non basta giungere alla fine ma raccogliere i vari indizi sparsi e associarli. Così come quel libro presentava (se la memoria non mi fa troppo difetto) un capitolo finale in cui il protagonista diceva “Ho risolto il caso” senza nessuna ulteriore specifica, così i tre Epiloghi non rivelano praticamente nulla di illuminante sulla situazione che si trova a vivere Jay. Senza offesa per l’autore, ovviamente: ho paragonato il suo Corto a quel libro per ragazzi solo per questo aspetto, non perché mi sia sembrato semplice o infantile!

L’ambientazione e i personaggi mi sono piaciuti molto, belli e inaspettati i riferimenti a situazioni di scottante attualità e bella anche la rivelazione a sorpresa sull’identità razziale del protagonista, oltretutto piazzata nel momento giusto senza tirarla troppo per le lunghe.

Il personaggio e tutta la storia, con le cose che si affastellano senza apparente soluzione di continuità e lui indifferente e apatico, mi hanno ricordato l’esistenzialismo dello Straniero di Camus. L’atmosfera straniante è stata creata molto bene, insomma, ma proprio per il “non detto” che coinvolge il protagonista, ovvero lo statuto conoscitivo programmaticamente carente da parte del giocatore (ottima trovata, comunque!), a volte certi passaggi risultano nebulosi: è intuitivo ad esempio che

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 da Downing Street (parola chiave 18) si può andare al 21, ma io inizialmente pensavo di aver sbagliato perché veniva citato un Damian mai sentito prima; vedi nello stesso paragrafo anche il riferimento a Rain.
Diciamo che come meccanismo generale funziona molto bene, ma probabilmente non era questo il Corto ideale in cui usarlo, ma uno dall’impostazione più classica, in cui i paragrafi di destinazione contenessero elementi immediatamente chiari per il lettore.
Questo problema l’ho però riscontrato anche con il paragrafo #27, comunque, e vedo da un commento di questa mattina che anche l’autore è consapevole di questa situazione.

A una prima lettura le regole risultano molto complesse e inizialmente pensavo che l’autore avrebbe dovuto mettere qualche esempio in più per chiarire meglio come ottenere le Parole Chiave. A me inoltre non era del tutto chiaro che le Parole Chiave dovessero essere solo nomi di persone o luoghi, benché in effetti sia scritto a chiare lettere! Ho dovuto leggere più volte la parte relativa alle Parole Chiave (e che brutto l’elenco numerato, quasi fosse un regolamento condominiale) temendo che non mi sarei goduto il Corto, invece devo dire che, una volta messe in pratica, le regole funzionano molto bene e in maniera naturale e automatica. Sin troppo, però: la frenesia di trovare e segnare tutte le parole con l’iniziale maiuscola e calcolarne il valore fa perdere tempo e distoglie dalla lettura, interrompendola magari in un punto cruciale. La mia prima partita (esito: I Epilogo) è durata circa un’ora e anche le altre sono andate per le lunghe. Mi rendo conto che l’intento dell’autore non fosse quello di far impazzire il lettore (come ha dichiarato sin dall’inizio) ma io non ho saputo trattenermi, pensando di rischiare di perdermi informazioni vitali.
A livello di meccaniche di gioco, molto ben congegnato il passaggio dal #41 al #7 con la possibilità di raccogliere informazioni su elementi specifici anche se qualche paragrafo prima si fosse scelto un altro percorso.

Ci sono certi elementi ricorrenti, come il tema
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 del compleanno di Jay
, che tornano in maniera ondivaga e non regolare nel corso di letture successive con percorsi diversi: a seconda delle scelte fatte possono diventare delle vere costanti oppure dei semplici elementi di contorno di scarso rilievo che possono correre il rischio di sembrare buttati lì (vedi
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 il finale del II Epilogo proprio in riferimento al compleanno
). Questa cosa riguarda anche la seconda giornata di Jay, di cui a una prima lettura in cui non ero andato a bere con Rain non sapevo a cosa attribuire il suo pesante mal di testa. Inoltre è possibile giocare una prima volta senza approfondire la conoscenza di Larry (o addirittura quasi senza incontrarlo) e quindi le sue apparizioni successive in quella partita risulteranno meno incisive, oppure caratterizzate da un’atmosfera ben diversa (all’inizio Larry ci viene presentato come un simpatico tontolone, per poi ricomparire in maniera più neutra se non proprio inquietante). Dei percorsi più guidati forse avrebbero reso la lettura più efficace e coerente, anche se appunto più letture successive permettono di farsi la giusta idea dell’insieme. E forse era proprio questo l’intento dell’autore

Lo stile di scrittura è senz’altro valido, anche se certe formule usate dall’autore non mi sono piaciute, per quanto grammaticalmente corrette:

#13 “la musica distolga i tuoi pensieri”, forse era meglio “la musica ti distolga dai tuoi pensieri”

#48 “sguardi degni più di” da parte dell’osservatore e non del soggetto

#69 “il più rapido possibile”, avrei preferito “il più rapidamente possibile”

A volte l’ironia colpisce con successo (“un cinese, come nei più biechi stereotipi”), a volte mi è sembrata forzata (Larry gonfio di orgoglio “e non solo di quello, viste le dimensioni”).
Nei dialoghi l’autore è indeciso tra gli apici (corretti) e le virgolette accompagnate dal testo del dialogo in corsivo, che utilizza in almeno due occasioni. È chiaro che il secondo utilizzo serve a “visualizzare” i pensieri di Jay (che poi diventano il richiamo del capo) o il testo di un sms, ma li ho trovati comunque stonati.
Nel giudicarne la qualità letteraria, non ho potuto fare a meno di paragonarlo ai due altri Corti che lo hanno preceduto: è innegabile che non ha la scioltezza di
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 Cuore di Ferro
, ma l’errore da matita rossa trasale/trasalisce (oltretutto in bella vista proprio nel primo paragrafo) scompare davanti allo stupro della lingua italiana perpetrato in
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 Onyrica
con quelle virgole tra soggetto e verbo. Più gravi i rimandi “al epilogo” o “al 8X”… forse il problema è che si può generare un link solo da parole intere, e Word legge come un’unica parola due parole unite da un apostrofo, ma una soluzione differente mi sarebbe risultata meno stridente.

In definitiva un Corto interessante, decisamente valido sia a livello di ambientazione che di regole ma a tratti frustrante per il giocatore.

Dettagli/spigolature:
Il colpo d’occhio della scheda è comunque sufficiente, ma non sarebbe stato meglio mettere le lettere in ordine alfabetico per agevolarne la consultazione?

Invece di fare il registro in Excel o qualsiasi altro sistema l’autore abbia usato, avrei preferito che fosse un’immagine, così da copiarmela più agevolmente con lo strumento selezione di Acrobat Reader e poi tenerla aperta comodamente in un file Paint.

Resta la curiosità per il titolo: immagino che “Sistema Enigma” sia il sistema di regole elaborato dall’autore e Londra la prima ambientazione trattata in previsione di una serie di LibriNostri.

GGigassi
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Re:

Voto inviato wink

GGigassi
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Re:

Prodo ha scritto:

Anche quello di Larry per esempio introduce elementi nuovi rispetto a quelli dei calssici epiloghi.

E' il mio preferito cool2

GGigassi
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Re:

Oki, ma evita di esprimerti con serie di 3, o piu', post, perche' portano via un sacco di spazio!
Esiste il bottone "modifica" con cui puoi aggiungere a posteriori i commenti che avevi dimenticato.  rolleyes

Seven_Legion
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Re:

Avercelo, il tasto MODIFICA... sad2

No, scherzo, occasionalmente lo vedo anch'io, seguirò la tua dritta wink

GGigassi
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Re:

Recensione “Sistema Enigma: Londra”

Tema/Protagonista

Bello, davvero. Mi è piaciuta questa Londra nera, sporca, paranoica e futuristica che scopriamo poco a poco. Non è la città dove andiamo a fare shopping o la mecca dell'avanguardia delle passerelle di moda, ma una Sin City quasi cyberpunk: non ci sono gangs potenziati da microchip ma siamo in un futuro imperfetto dove tutto quello che consideriamo giusto è superato da tempo, un mondo ancora più cinico e (osiamo dirlo) noir. Una cosiddetta invasione di migranti manda in tilt una società già messa male ed il protagonista è uno di loro, attirando a sé le furie del superiore e dei colleghi. Inoltre, questo tizio scomodo non fa niente come gli altri e sta sui nervi a tutti con la musica del suo mangianastri... questa mi è piaciuta! Come fa un uomo di trent'anni del futuro ad ascoltare le cassette audio con un walkman? Avrà sicuramente conosciuto l' MP3! Quest'ambientazione ed il Protagonista sono perfetti.

Giocabilità

Alla prima lettura del Regolamento, mi sono spaventato: troppe indicazioni per utilizzare i link tra paragrafi, spiegazione della funzione “Trova” del editor di testo. Ma dopo sono arrivate tutte le spiegazioni dei codici e parole chiavi... all'inizio, ho temuto di non capirci un tubo (quando si parla di conti, mi perdo sempre dopo dieci secondi...) ma infatti, le cose sono andate lisce durante le mie letture e si prende rapidamente l'abitudine di convertire i nomi in cifra. Alla differenza di vari giochi d'inchiesta nei quali l'interesse si perde quando si scopre chi è il colpevole, qui abbiamo vari modi diversi di indagare e ci sono tre epiloghi molto diversi tra di loro: è una bellissima trovata. I rischi di arrivare ad un paragrafo sbagliato dopo un errore di calcolo sono inesistenti grazie alle avvertenze tipo “Continua a leggere se il paragrafo inizia con ...”. Questo Corto ha une lunga vita e riusciamo sempre ad arrivarne a capo.

Narrazione

L'autore ha davvero fatto un bel lavoro: dalle prima righe, siamo catturati da questa Londra buia nella quale i “buoni” non sono altro che i meno peggio della società. Tutti hanno dei difetti o dei segreti. Mi piace il coraggio dell'autore a parlare di temi scottanti dell'attualità sui quali possiamo essere tutti divisi, dipingere un quadro pessimistico della società accentuando i torti ed i vizi di ciascuno (Damian, Zemeckis, Larry...). I PNG sono credibili e con delle fortissime personalità, aggiungendo un tocco di vita alla storia, l'atmosfera è pesante e tangibile: ci si crede davvero. Però, i finali mi hanno lasciato a bocca asciutta: durante la mia prima lettura, ho avuto il terzo epilogo (quello che si avvicina di più ad una fine positiva) ed è quello che mi ha sembrato più conclusivo rispetto al secondo (una specie di ID? Non l'ho capita bene) o del primo epilogo nel quale le cose succedono ed il nostro protagonista sembra fregarsene nonostante il fatto che abbia addirittura rischiato la pelle in questa folle giornata. Attenti al concatenarsi di alcuni paragrafi che, a volte, stona un po' (quando si esce da Downing Street e poi si parla della scollatura della receptionist), capita in qualche occasione e nuoce allo scorrere del testo.

Conclusione

Un gran bel lavoro, davvero. L'autore ha avuto molto coraggio nel trattare alcuni argomenti e certe scene sono davvero reali (quella del pub con Rain). L'ambientazione è bellissima, il Protagonista sopra le righe ma molto interessante e il tema dell'invasione è trattato in un modo originale e convincente. Il sistema di gioco funziona bene ed i suoi bug sono inesistenti (oppure non li ho trovati) e ci siamo al punto di vista narrativo nonostante gli epiloghi che non mi sono piaciuti.


Chicche

Zemeckis è il cognome del regista della trilogia di “Ritorno al futuro”
Damian è il nome del bambino biondo (!) figlio del Diavolo in una serie di film horror.
Waterloo è il nome di un villaggio belga dove Napoleone Bonaparte ha subito la sconfitta della sua vita, ma anche una canzone degli ABBA.

I Nazghul dovrebbero aver consegnato il mio voto a Hieronymus

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Come Oniryca prima di lui, anche Sistema Enigma: Londra (che brutto titolo, per inciso!) è un racconto che promette più di quanto riesca effettivamente a mantenere. L'idea alla base è buona e l'impianto di gioco funziona; tuttavia la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un'opera più complessa poi ridotta per ragioni di spazio/tempo a una versione più semplice - e le risposte dell'autore nel topic confermano la sensazione.

STILE: Buono ma non ottimo. Come già evidenziato da altri prima di me, il problema numero 1 del corto sta nei paragrafi di raccordo, non sempre resi al meglio. Certi stacchi sono davvero troppo brutali e tradiscono la necessità di unire piste molto diverse tra loro in una medesima destinazione sprecando meno spazio possibile. A parte questo, la narrazione scorre fluida e senza intoppi (anche se certi paragrafi sono davvero ridotti all'osso: di solito apprezzo lo stile minimale, ma qui a volte è portato all'eccesso). Per quanto riguarda i link "al 8" o "al Epilogo", spezzo una lancia a favore dell'autore: è l'unico modo per far sì che LGC riconosca i rimandi e anche io ho avuto lo stesso problema.

STORIA: Per come sono fatto io vorrei premiare l'autore anche solo per non aver usato i classici stilemi del fantasy e della fantascienza, la vera piaga della letteratura interattiva, a mio avviso. Siamo nel futuro, lo si capisce da alcune cose, ma potremmo anche essere nel presente che poco cambierebbe. Anzi, per certi versi questa storia mi sembra più ambientata in un presente "alternativo"

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In cui si può liberamente sparare agli immigrati
che in un futuro distopico. Ecco, magari aggiungo una provocazione: visto che l'autore ha rinunciato al fantasy, perché non rinunciare all'altro problema tipico di questo tipo di narrativa, ossia l'"inglesismo" ad ogni costo?
I riferimenti geografici a Londra ci sono, ma non sono così fondamentali nell'economia della storia. Perché non fare un passo in più e ambientare il tutto in Italia? Un'ipotesi per la scelta è che

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l'autore avesse bisogno di un società multietnica in cui il Primo Ministro viene eletto direttamente dai cittadini (che poi nel UK non è proprio così, ma quasi) per la storia di Damian,
ma con qualche accorgimento poteva funzionare lo stesso anche da noi e l'avrei apprezzato di più, specie visti i riferimenti all'attualità.

GIOCO: Uno di quei casi in cui il regolamento è più complesso del corto stesso, anche se immagino che far funzionare tutto il sistema di Codici e parole chiave non sia stato proprio semplicissimo (nelle ultime partite ho provato a inserire le parole a casaccio e non ho mai beccato paragrafi risolutivi "per caso"). Funziona, e apprezzo che sia stato dato più spazio ai "ragionamenti" del lettore piuttosto che ai bivi; il fatto che ci siano più finali limita il difetto tipico degli investigativi, ossia la bassa rigiocabilità, ma va detto che a mio avviso ci sono troppi finali rispetto alle strade che conducono a loro.

Mi spiego meglio: è inutile che l'autore inserisca 5/6 finali diversi nel momento in cui le strade per raggiungerli sono sempre sostanzialmente identiche a parte poche deviazioni, ad esempio
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Andare a bere con Rain o fare le indagini sul campo, cercare questo o quell'altro argomento, affrontare i tizi al bar o scappare, etc.
E' inevitabile a quel punto che quando si cercano gli ultimi 2/3 finali si skippi brutalmente il testo già letto, e questo va a discapito dell'immedesimazione. D'altra parte non inserire un finale per ogni personaggio esistente avrebbe reso troppo facile individuare i "colpevoli", per cui capisco il perché sia stato fatto.

La critica maggiore che mi sento di fare alla parte "gioco" comunque riguarda il terzo epilogo, per raggiungere il quale bisogna seguire un true path a mio avviso troppo stretto (non so come abbia fatto il Pirata a raggiungerlo alla prima partita!)
Visto che tra una partita e l'altra bisogna cancellare i codici e le parole chiave,

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Per ottenere sia la parola "Mark" che "Damian" nella stessa partita bisogna: prima telefonare a Rain, poi quando Larry ti chiede aiuto dirgli di no e tornare a lavorare, a quel punto cercare "Primo Ministro" e ottenere Downing Street, da lì raggiungere Damian e ottenere il Codice D, poi uscire con Rain e da lì hai finalmente si hanno tre modi per ottenere "Mark", e infine devi pure telefonare a Damian per l'ultimo codice! (questo per fortuna è facile visto che è l'unico che ti risponde al telefono).
Ci sta, visto che il terzo epilogo è l'unico che dia un minimo senso di conclusione alla vicenda (ma minimo minimo, visto che non c'è un vero finale positivo); ma a quel punto doveva essere reso più intuibile il secondo passaggio, senza quel riferimento velato al "non dargliela vinta" (a chi? Perché?). Altrimenti la caccia al terzo epilogo rischia di trasformarsi in una ricerca di true path alla Creatura del Male invece che in un investigativo vero e proprio.
Ecco, a proposito: solo io ho notato una certa ispirazione all'opera finale di Jackson nel dover rileggere più volte il libro per trovare la soluzione?

USO DELLE TEMATICHE: L'invasione è resa in modo originale anche se non sempre percepibile. In alcune partite se non si fanno determinate scelte quasi non ce ne si accorge. Apprezzo l'assenza di pistolotti morali nonostante l'argomento trattato; oltre che fastidiosi, sarebbero stati fuori luogo.
Il tema del nerd l'ho percepito nel fatto che Jay sia odiato ed escluso da tutti più che nei suoi gusti retrò.

In definitiva: un racconto valido che avrebbe potuto essere migliore, se l'autore avesse ideato una storia più semplice e in grado di concentrarsi meglio in poche pagine. L'assenza di refusi (o almeno io non ne ho notati) fa pensare più a un problema di inesperienza che di fretta. Un punto in più per non aver usato fantasy e fantascienza, sperando che molti altri nei prossimi corti facciano altrettanto.

Voto inoltrato a babacampione.

Zakimos
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Re:

Ho finito la prima lettura con Epilogo I come risultato.

(Il bello è che ho capito subito chi dovessi accusare, ma non avevo abbastanza codici)

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re:

Pirata delle Alpi ha scritto:

Waterloo è il nome di un villaggio belga dove Napoleone Bonaparte ha subito la sconfitta della sua vita, ma anche una canzone degli ABBA.

Più che altro, qui, è una stazione di Londra che prende il nome della battaglia...

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re:

Zakimos ha scritto:

(non so come abbia fatto il Pirata a raggiungerlo alla prima partita!)

Con un po' di fortuna e l'aiuto del pubblico...

Charles Petrie-Smith ha scritto:

Più che altro, qui, è una stazione di Londra che prende il nome della battaglia...

Non lo sapevo, ho visto solo la metropolitana di Londra

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Introduzione
Intrigante, ben scritta e piena di regole. Ok, il titolo "Enigma" riporta subito alla mente messaggi da decifrare e un meccanismo del genere è sicuramente intrigante all'interno di un racconto-game. Ma quando leggo "Ricorda inoltre di applicare le seguenti regole:" e, broom, una pagina con 7 regole il sospetto viene: siamo sicuri che la difficoltà del gioco sia nel risolvere gli enigimi e non nel capire dove gestirli?
Con questo tutto e tanta curiosità comincio la lettura.

I paragrafi si succedono, rapidi, interessanti e scarni. La prosa essenziale ed asciutta è funzionale ma difetta di descrizioni, rendendo meno agevole immaginarsi l'ambientazione. E' una Londra diversa dalla nostra, lo scopriremo leggendo (e questo è bello) ma poi mancano quelle indicazione che, a livello di "immagini", la differenziano.
La trama è quanto mai attuale, con un tocco shakespeariano che la disloca lontano da noi. Le tematiche sono interessanti, la trama affascina così come affascina il protagonista, e la scoperta di lui. Mi piace questo meta-gioco in cui dovremo scoprire parte della "nostra" identià, o meglio, dell'identità del nostro alter ego, e penso che questo non infici sul transfert. I relativi colpi di scena ben calibrati lo rendono molto interessante.

Proseguendo con la lettura capisco di aver frainteso il titolo: Enigma non c'entra nulla con la famosa macchina codificatrice. Purtroppo avevo invece visto giusto con le regole per gestire parole chiave e codici: troppe e troppo farraginose. Inoltre sono completamente avulse dall'ambientazione. Ok, quest'ultimo punto non è essenziale ma sarebbe stato un bel plus.
Comunque, adare alla caccia dell parole chiave, operare sui numeri dei codici rallentano e infastidiscono la lettura. Visto che il gioco non dev'essere nell'andare a caccia delle parole chiave, perchè non (per esempio) sottolinearla, sgravando il lettore da un'inutile parte tediosa. Per i codici, invece, sarebbe bastato mettere solo semplici addizioni, sembra una sciocchezza ma l'immediatezza della scorrevolezza nel guadagna.
Al di là di questo, è molto piacevole il sistema di permettere (giustamente inserito nella trama) la possibilità di recarsi liberamente in alcuni posti contattare determinate persone. Un meccanismo che mi ha ricordato Sherlock Holmes Consulente Investigativo.

In definitiva, un buon corto con un motore interessante che meriterebbe di essere snellito e rivisto. Credo che, se ben sviluppato potrebbe anche portare a sistema di gioco molto interessante, ben calibrato su tematiche gialle.

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Ubik
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Re:

Recensione di Sistema Enigma: Londra

L'autore può andare fiero del suo scritto perché, dopo attenta analisi, è risultato valido sotto molti aspetti e si accapparra il mio voto più alto fino ad ora. Ci sono però anche delle mancanze, che andrò a esporre in dettaglio, e che non permettono a questo Corto un voto d'eccellenza.

Regolamento
L'impatto con questa avventura, ambientata nella Londra di un futuro che spero non arrivi mai (lo sparo libero no, ragazzi, è troppo...), non è dei migliori perché l'autore misterioso ci spiattella davanti un regolamento spesso come i mattoncini che compongono certe abitazioni dell'odierna Londra (o almeno così si vede nei film, io non sono mai stato a Londra  smile ).
Presentare la propria opera con una tale mole di informazioni è rischioso perché il lettore può avere la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa "da imparare" o "da studiare" piuttosto che un'avventura da intraprendere o una matassa da sbrogliare.
Manca, insomma, l'immersione nella storia. Non solo non c'è il Prologo ma non abbiamo alcun riferimento a dove siamo (Londra poteva essere anche un nome in codice, per quello che ne sapevo ed Enigma la famosa macchina dei codici della seconda guerra mondiale), a cosa facciamo e alla trama fino alla 4° pagina (!), dove viene buttato lì, quasi per caso, il nome del protagonista. L'autore dice: "il protagonista di questa storia, ad esempio, sarà Jay Huey, un poliziotto trentenne ecc...Ad esempio?! Cioè, il protagonista è un esempio? IO sono un esempio? Non mi sembra un bel modo di presentare l'attore principale. Scusate il paragone ma è come se Tolkien invece di scrivere un intero capitolo introduttivo al Signore degli Anelli, "A proposito degli Hobbit", avesse scritto: "Tra i protagonisti poi ci saranno piccoli ometti come ad esempio gli Hobbit"...E Tolkien non aveva grossi problemi di immedesimazione perché non scriveva librigame! smile2
L'idea generale che mi sono fatto dopo le 5 pagine introduttive è che non siano molto importanti l’immedesimazione e la trama. L'autore segna una marcata linea di separazione tra chi legge e la storia.
L'unico altro esempio di questo tipo che mi viene in mente è il Fire* Wolf di Brennan, dove l'autore separava nettamente la storia dal lettore, parlava in terza persona (Fire*Wolf fa questo, Fire*Wolf fa quello...) e scriveva i rimandi in corsivo (guarda caso anche Sistema Enigma: Londra ha i rimandi in corsivo, coincidenza?).
Il regolamento, in conclusione, è dettagliato come fosse un manuale da studiare e mi ha trasmesso un certo messaggio, come dire: "non è molto importante cosa vai a leggere, l'importante è che applichi bene le regole".

Longevità e trama
La storia inizia piano e manca il Prologo, come già detto.
Anch'io fui criticato l'anno scorso per non aver messo un Prologo in 11/09 ma (in sole 2 pagine), presentai Matthew, introdussi la storia e spiegai le regole. Ora invece abbiamo l'intera sezione introduttiva formulata per spiegare il "gioco" e le sue dinamiche, accantonando la parte storia/ambientazione.
Questa mia sensazione si rafforza leggendo la frase: "spesso i racconti di questo tipo sono accompagnati dallo slogan IL PROTAGONISTA SEI TU, per rimarcare il carattere interattivo dell'opera. Beh, sappi che non è propriamente esatto....[..]...non sarai al 100% lui".
Questi concetti richiamano la realtà e sottolineano la finzione del tutto: "È solo carta, non ti emozionare e stai sereno" mi sembra di leggere tra le righe. L'esatto opposto dell'introduzione di Oniryca dove se non eri autorizzato dalla Oniryca Company non potevi neppure leggere il Corto! (A proposito Seven, hai ottenuto i giusti permessi? Se riuscito a leggere il racconto?).
Se vogliamo che la gente si emozioni e creda ai "mostri" di cui scriviamo, dobbiamo immergere il lettore fin da subito e mostrare la scena come usassimo una telecamera (fonte: Gamberetta).
Detto ciò, la parte centrale del racconto è scritta bene e l'autore mostra bene il protagonista e tutti gli altri personaggi (concordo con il ritratto dei personaggi fatto da Prodo nella sua recensione). Lo stile è diretto e le descrizioni sono al minimo. I refusi sono pochissimi e la pulizia del foglio ottima.
La trama in cui ci muoviamo è classica (io amo lei ma lei ha un figlio dall'altro e non mi ama, mi vede come un amico, sic) ma delineata bene e inserita in questa Londra by night dove la notte è rappresentata dal "problema" invasione (bravo l'autore per l'idea di associare l'invasione all'immigrazione).
Anche i riferimenti alla politica sono cauti, senza prese di posizione eccessive.
I tre Epiloghi, devo dire, non trasmettono molte emozioni ma li ho trovati coerenti con l'amara realtà della storia.
Non danno neppure chissà quali risposte o possibili sviluppi al problema immigrazione, anzi sembra che non cambi assolutamente nulla, e siano soltanto dei "prolungamenti" al lato tetro della storia.

Giocabilità
Passando alle dinamiche di gioco, il sistema scelto dall'utente è davvero ottimo.
Essenzialmente, abbiamo a che fare con l'utilizzo dei codici (3 Corti su 3 quest'anno, a dimostrazione di come questa "tecnologia" sia ormai fondamentale per cercare un'innovazione nel concetto "Librogame" e per creare una ramificazione del racconto adeguata alle esigenze più "adulte" dei lettori di racconti a bivi) utilizzabili in maniera sincrona a parole chiave da individuare nel testo.
L'autore, a mio avviso, crea un'opera abbastanza complessa e ben pensata. Per esplorare tutto il Corto ci ho messo tanto e ho notato (con piacere) che il grado di difficoltà è ottimo!
Sperando di non aver tralasciato nulla, ho dovuto mappare tutto con precisione per esplorare il Corto in lungo e in largo, anche dopo aver trovato tutti e tre gli Epiloghi:

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 ELENCO DI TUTTI I CODICI
A37 spari al tizio in metro
B21 accetti l'uscita con Rain
C30 resti in dipartimento e vai al 7
D41 fine del dialogo con Damian
E18 telefonata a Damian dove si risolve tutto
F 42 registrazione omicidio telecamere a Waterloo. Ci arrivi grazie al codice I64
G20 sfuriata di Zemechis in ufficio
H50 Rain mi vomita addosso
I16 Ricerca sul Web di Antoine Nader
I64 filmati su Waterloo
L18 parli con Larry di Antoine
K25 rapporto sui movimenti di Nader ci arrivi grazie al codice I16
J26 agenda sparita
Il poblema è che a un certo punto mi sono messo a setacciare palmo a palmo tutto il Corto cercando gli ultimi tasselli che mi mancavano, che sono: il codice
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 F42
e la parola chiave per
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 Rain
nel percorso
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 70,77,81,25,65,88,Epilogo II
.
Tale Parola Chiave (
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Immigrazione
) mi ha fatto letteralmente amattire! Prima naturalmente ho provato Damian, Rain e Mark ma nada...poi ho continuato ad eliminazione.
In realtà potevano starci benissimo anche Waterloo o Antoine Nader. Anzi, sono quasi più calzanti queste ultime rispetto a
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Immigrazione
.

Come già detto da Prodo, i paragrafi "chiave" del Corto sono il 7 e il 70, ma io aggiungerei anche il 41:
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PARAGRAFO 70: NOMI DI PERSONA (aggiungi 5 e il testo inizia con se)
-Damian 13 (Epilogo I oppure Epilogo III ma per quest'ultimo serve la Parola Chiave Mark)
-Rain 72 (Epilogo I oppure Epilogo II ma per quest'ultimo serve Parola Chiave Immigrazione)
-Mark 37 (nessun Epilogo ma puoi tornare al 70)
-Larry 47 (Epilogo I o Epilogo II)
-Rory 77 (Epilogo I)
-Zemechis 53 (Epilogo I)

PARAGRAFO 7: RICERCA WEB (aggiungi 7 e il testo inizia con trovi)
-Primo Ministro 67 (nessun codice)
-Immigrazione 33 (nessun codice)
-Antoine Nader 21 (prendi codice I16)
-Trattato 17 (nessun codice)

PARAGRAFO 41: LUOGHI (aggiungi 3 e il testo deve avere un senso)
-Waterloo 81 (prendi codice I64)
-South Kenghiston 51 (nessun codice)
-Camdem 3 (nessun codice)
-Dowining Street 18 (lunga chiacchierata con Damian: Codice D41)
-Saint James 52 NON è una Parola Chiave
Non sono sicuro di aver compreso bene il senso dei finali, l'Epilogo II serve soltanto a farci capire che ci sbagliavamo su Larry, giusto? Lui non è coinvolto in cose losche ma semplicemente andava a putt...
Nell’Epilogo I non cambia nulla (e forse è il migliore...anche se tutti i nostri dubbi e malesseri rimangono li con noi in effetti...) mentre nell'Epilogo III ce ne andiamo noi (positivo perché riusciamo a lasciarci la vecchia vita frustrante di un amore non corrisposto alle spalle o negativo perché perdiamo il lavoro?).

Totale
L'autore è riuscito a farmi piacere il suo racconto nonostante l'ambientazione non sia tra le mie preferite e i temi trattati siano spinosi e, almeno in parte, attinenti alla realtà.
La difficoltà è calibrata bene e il sistema di gioco collaudato per benino.
La sensazione di un'opera più grande "compressa" in un Corto c'è ma non è così marcata da stonare, come ad esempio accade a mio avviso in Cuore di Ferro.
I punti deboli che non fanno decollare la valutazione oltre un certo limite sono la trama (non entusiasmante), i raccordi bruschi tra alcuni paragrafi, la poca immedesimazione nel protagonista che ho percepito e l'ambientazione  (nerd/futuristica) che non rientra tra le mie preferite.
Come aspetto molto positivo sottolineo ancora una volta il fatto che l'autore abbia testato il suo scritto per calibrare bene giocabilità e difficoltà.

Concludo con i miei sinceri complimenti all’autore (o agli autori).

Voto inviato a Baba

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Anima di Lupo ha scritto:

mi ha fatto letteralmente amattire! Prima naturalmente ho provato Damian, Rain e Mark ma nada...poi ho continuato ad eliminazione.
In realtà potevano starci benissimo anche Waterloo

0_o

Io infatti ho usato

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Waterlooo (81 - 8 = 73)
e ha funzionato, non
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
Immigrazione!
C'è qualcosa che non quadra. EDIT: controllato: vanne bene entrambe!

Zakimos
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Re:

Io ho fatto così:

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 All'81 ho sottratto 8 alla parola chiave Immigrazione (33).
33-8=25.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Sì il

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25 (33-8) e il 73 (81-8) sono speculari.
Per quanto riguarda il finale di Larry io l'ho intesa così:

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Larry non era davvero amico di Jay: gli stava vicino perché era un feticista dei neri. Infatti il protagonista lo trova impegnato a fare un "servizietto" a un nero, non solo a putt...
Il resto dell'epilogo 2 anche a me non ha convinto, sembra che serva a

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
lasciar intendere che Damian voglia mettere nei guai Jay, come indizio che il "vero colpevole" sia lui.
Ma non è spiegato molto bene. E' il più debole dei tre.

Zakimos
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Re:

Zakimos ha scritto:

EDIT: controllato: vanne bene entrambe!

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 Evviva!! lol  applauso

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Riporto la risposta dell'autore ai dubbi di Ubik:

Non è stato matematicamente possibile inserire solo semplici addizioni perché gli stessi codici vengono utilizzati in più occasioni, a volte contemporaneamente ad altri. Il numero di paragrafi limitato ha imposto di utilizzare anche le sottrazioni quando la differenza numerica tra i due codici da utilizzare era particolarmente elevata, per evitare che il risultato andasse oltre 92. In ogni altra occasione ho optato per una somma il più semplice possibile.



Aggiungo che anch'io sono riuscita ad arrivare subito all'Epilogo I, ma non so se è un bene: nel frattempo, mi è sembrato di non aver risolto una beneamata ceppa. Credo, quindi, di dover rivedere molto bene i passaggi. =_=

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Aloona ha scritto:

Riporto la risposta dell'autore ai dubbi di Ubik:

Non è stato matematicamente possibile inserire solo semplici addizioni perché gli stessi codici vengono utilizzati in più occasioni, a volte contemporaneamente ad altri. Il numero di paragrafi limitato ha imposto di utilizzare anche le sottrazioni quando la differenza numerica tra i due codici da utilizzare era particolarmente elevata, per evitare che il risultato andasse oltre 92. In ogni altra occasione ho optato per una somma il più semplice possibile.



Aggiungo che anch'io sono riuscita ad arrivare subito all'Epilogo I, ma non so se è un bene: nel frattempo, mi è sembrato di non aver risolto una beneamata ceppa. Credo, quindi, di dover rivedere molto bene i passaggi. =_=

Grazie per la precisazione :-)!
Credo che l'immediatezza di gioco sia fondamentale. Se il motore scelto non la permette è sempre possibile cambiare motore :-).

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Ubik
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Re:

Di Sistema enigma Londra ho apprezzato subito il regolamento col meccanismo delle parole chiave, che impone un ulteriore strato di gioco, più profondo. Proprio come nella realtà, ogni situazione non solo posso affrontarla in vari modi d'istinto(bivi), ma posso anche operare scelte sulla base di esperienze passate che devo ripescare dalla memoria e che produrranno effetti diversi. Questa seconda tipologia di azioni è ciò che secondo me l'autore ha tentato di inserire per mezzo delle parole chiave e della tabella di conversione.
Parto quindi la gioco-lettura entusiasta e rilevo dopo qualche minuto che questo sistema che pur apprezzo, ha il rovescio della medaglia. Distoglie il lettore dall'immersione nella storia. Anche se l'autore e' stato bravo a specificare e limitare a parole chiave solo sostantivi e nomi propri, la ricerca nel testo non è lettura. Ne soffre quindi la godibilità del racconto.
Il tema trattato è attuale e preoccupante, ma non è proprio quello che personalmente cerco in un racconto di fantasia. Il personaggio che impersonifico inoltre, è ancora una volta uno svogliato, arreso e bastardo. Il mio gradimento è calato fino al punto minimo nell'epilogo 1 della prima partita che ho fatto, nel quale non capisco cosa è successo, e apprendo inoltre che è morto un uomo. A meno di una mia svista, non mi risulta sia mai successo nel percorso che ho fatto. Quindi ho perso tempo inutilmente? Se ho fatto scelte sbagliate autore, fammi morire piuttosto.
Concludo con i miei complimenti per il regolamento, la storia non sono riuscito ad apprezzarla.
Voto inviato a Hieronymus

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re:

Sistema Enigma: Londra mi è piaciuto.
Il sistema di gioco è fatto bene, mette abbastanza alla prova il lettore sia con i codici che con le parole d'ordine. Probabilmente qualche codice in più avrebbe fatto solo bene al racconto, perché così sono sfruttati solo parzialmente: in fin dei conti ci sono una dozzina di codici in tutto, mentre la tabella farebbe credere che ce ne siano molti di più, se non sbaglio solo una lettera ne ha due, le altre uno ciascuna.
Ma poco male.
In certi frangenti le parole d'ordine hanno un uso un po' dispersivo, nel senso che si tende a segnarne più di quante ce ne siano in realtà, ma fa parte del gioco.
L'ambientazione non è delle mie preferite, ma la storia scorre bene senza troppi intoppi, la rigiocabilità è abbastanza alta e più si leggono nuovi paragrafi più vengono fuori particolari interessanti.
Non mi è piaciuto il concetto che noi non siamo il protagonista e quindi non possiamo sapere tutto del suo passato: mi sembra un'introduzione al gioco un po' pretestuosa, ok che è fatta proprio per darci modo di avere un approccio tipico del personaggio che deve scoprire delle cose, però la trovo un po' forzata.
Ok i personaggi, tutti ben caratterizzati.
Probabilmente arrivare al Finale 1 è un po' troppo semplice, mentre il 3 è estremamente più complesso. Mantenendo la complessità del 3° finale, avrei reso un po' più difficile anche il primo, magari aggiungendo qualche instant Death, o mettendo un'instant Death in un 4° finale. Nelle prime due partite, praticamente, sono arrivato al Finale 1 senza capire niente di quello che stava succedendo, e ovviamente senza aver risolto niente.

Mi scuso per la brevità di questa recensione, ma stavolta il tempo a disposizione è stato davvero poco.

Voto inviato a babacampione.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Leggere Sistema eni.. ecc.... è stata una sorpresa...una magnifica sorpresa! Passo indietro per motivare ..fin da piccolo ho sempre sognato un librogame con caratteristiche di gioco di ruolo, non tanto per il regolamento, ma per le scelte fatte con l'illusione della libertà...
In questo piccolo gioiello spesso e volentieri non vengono scritte le varie scelte ( dove recarsi? prendi il numero del luogo e aggiungi x, vuoi guardare qualcosa su internet ? aggiungi un argomento e aggiungi x) questo porta al lettore ad immedesimarsi come normalmente non succede in un normale librogame  ( "cerchi una porta segreta? se si vai al ...  qui invece devi intuire dove si trova la porta segreta ..)
Rispetto ai librogame classici qui bisogna spremere le meningi e di certo non è una lettura rilassante..ma un calcio in culo che ti porta direttamente al centro dell'avventura!
L'ambientazione è resa bene , solo non è un fantasy..e l'ambientazione realistica/ moderna non è il mio genere ,ma questo non influisce il mio voto dato che è prettamente il mio gusto personale.
I dialoghi sembrano presi da un film poliziesco ,carina anche l'idea che i bivi sono frasi che il protagonista può scegliere mi ricorda un pò i vari gdr moderni per pc.
Il protagonista è dipinto bene con una buona caratterizzazione ,anche se gli manca quella "cosa" in più per renderlo memorabile .
Infine il corto mi è piaciuto tantissimo, per la libertà delle scelte che sembra infinita, buona la scrittura .
Con un complimento all'autore do il mio voto più alto assegnato fino ad ora.

Voto consegnato per sbaglio ad Adriano che ha mandato un email al Mago Kalugen che poi ha mandato un piccione ad Aloona che al mercato mio padre comprò

Il poeta costruisce castelli in aria;
il matto li abita;
lo psicologo incassa l'affitto.

kagliostro
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Re:

Mi faccio vivo solo per dire che purtroppo questo non riusciro' a votarlo.
Ho provato durante la settimana a leggerlo ma svariati fattori mi hanno sempre impedito di giocarci con un minimo di completezza e quindi preferisco asternermi.
La trama sembra inconsueta e ben scritta, il "motore" di gioco quantomeno interessante ma io non sono nello spirito giusto per apprezzarlo: troppi impegni di lavoro, troppi casini... e quando arriva sera non vedo l'ora di mettermi li a leggere un bel corto?... macche'! La verita' e' che mi bruciano gli occhi, ho le scatole girate e trovo tutto faticoso...
In queste situazioni, la semplicita' sarebbe un toccasana... e questo corto ha molti pregi tranne proprio quello!
Prendiamo ad esempio, il regolamento. Secondo me, poteva essere molto piu' coinciso. Frasi tipo:

I codici sono stringhe alfanumeriche composte da una lettera e da un numero a due cifre.

Scrivere:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 I codici sono composti da una lettera seguita da due cifre.
non era la stessa cosa... solo piu' breve e diretta?
E cosi' ho la sensazione che in molti punti, dei 90 paragrafi, si sarebbe potuto elaborare meglio il testo. Rinunciando a qualche chiosa ma guadagnando in scorrevolezza.
A parte questo sembra senz'altro un corto pregevole, peccato non averlo potuto apprezzare in un momento di maggiore serenita'...

----------------------------------------------------------------------------------------------


A PROPOSITO, CORTESEMENTE LEGGETE TUTTI: quest'anno la terna dei giudici ha introdotto la novita'che non si vota sul forum ma via PM. Anche se non e' una "legge scritta", credo sia opportuno che chi voti scriva in calce "voto inviato a..." (evidenziandolo in grassetto).
La cosa potrebbe rivelarsi utile, come contro-verifica o in caso di problemi vari.
Potete anche scherzare sul fatto, come alcuni gia' fanno, ma vi chiedo di inserire comunque alla fine la frase nella forma "standard" appena detta.
(Immaginate che un giudice abbia la necessita' di scorrere le pagine dei topic -a fine concorso saranno centinaia - per una verifica finale. Deve essere chiaro chi ha votato e chi no.)

Seven_Legion
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Re:

kagliostro ha scritto:

ha mandato un piccione ad Aloona che al mercato mio padre comprò

Tuo padre ha comprato Aloona o il piccione? hmm

GGigassi
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Re:

Il titolo di questo corto è abbastanza fuorviante: anche io, come Ubik, mi immaginavo riferimenti al nazismo, magari in una bella spy-story di stampo hard-boiled (Humphrey Bogart ha sempre il suo fascino e io giro in trench da una dozzina di anni). Devo dire che la delusione è stata solo parziale, perché comunque la mia dose di poliziesco la ho ricevuta e si possono creare atmosfere "noir" anche ai giorni nostri, epoca nella quale apparentemente si svolge il racconto.

Dopo il titolo, viene il regolamento. Qui ho trovato pane per i miei denti, essendo amante dell'enigmistica e nemico del caso: codici matematici, parole d'ordine e logica. Questo sistema è molto meglio del classico "à la Livingstone", dove bisognava convertire in numeri ogni lettera di parole lunghissime e poi sommarli, sperando di non fare nessun errore; qui l'autore fornisce una tabella rapida e tutto si risolve a pochi secondi. Bravo, bravo, bravo!
Un piccolo appunto lo si può fare per il dualismo lettera-numero, dato che l'unico caso in cui una lettera può avere due numeri diversi è quello della "I"; in tutti gli altri casi a una lettera corrisponde un singolo numero, quindi sarebbe bastato dire "se hai il codice X, vai al". La presenza del numero, in questo caso, ha l'unica valenza anti-baro, ma sappiamo tutti che è una prerogativa inutile perché su LGL tutti giocano onestamente, vero? Ok, magari l'autore pensava di inserire più occasioni nelle quali a un codice fossero associabili più numeri, ma alla fine si è trovato a dover "tagliare" inesorabilmente (so cosa significa), quindi questa interessante applicazione del regolamento è rimasta (quasi) lettera morta.

Sul meccanismo di gioco, tanto di cappello! Anche io all'inizio credevo fosse troppo complesso, ma mi sono ricreduto. L'unica nota dolente è a livello narrativo, perché non sempre i paragrafi sono collegati l'uno all'altro in maniera sequenziale. Mi vengono in mente alcuni esempi: la descrizione di Larry al 23 non è in un checkpoint, quindi ce la possiamo perdere; il rientro in ufficio al 27 è anch'esso troppo brusco rispetto alle azioni compiute poco prima. L'impressione è che l'autore, forse spinto dalla mancanza di spazio di cui sopra, abbia cercato di mantenere intatto il più possibile il comparto ludico, a danno di quello narrativo. Io avrei fatto l'opposto, ma qui si parla di gusti personali.
Trovo anche molto bello che tutte le sfaccettature delle vicende possano essere scoperte solo in letture successive: l'autore misterioso aveva di certo in mente tutta la vicenda prima di iniziare a scrivere (ottimo sistema) e ce ne rivela un pezzetto alla volta.
Un po' meno bello è che dobbiamo "scoprire" la città dove abitiamo e lavoriamo. Seriamente, quanti lettori hanno sparato al mendicante nella prima giocata, senza ancora conoscere l'ambientazione? E poi ha senso che il poliziotto si metta a fare ricerche sul "trattato", che tra l'altro conosce a memoria per ammissione dello stesso autore?

Per finire c'è l'attinenza al tema. Appurato, per esclusione, che si tratti della combinazione invasione-nerd, vedo poco dell'una e ancor meno dell'altro. Sì, gli sbarchi di profughi/immigrati/giargianesi sono sullo sfondo della vicenda, ma alla fine il protagonista si trova messo in mezzo perché qualcuno gli ha hackerato il PC, il fatto che si trattasse di permessi è secondario. Anche sull'essere "nerd" ho dei dubbi: ok, colleziona anticaglie e sta sulle scatole ai colleghi, ma il collezionismo è un passatempo come tanti e lo stare sulle scatole è più per il colore della pelle che per altre abitudini. Comunque, visto che il BAH ha approvato il racconto, mi rimetto al giudizio espresso.

Tirando le somme, questo è un bellssimo poliziesco che, purtroppo, è stato compresso per entrare in un "corto" e ne è uscito comprensibilmente ammaccato. Mi auguro che l'autore scriva altre opere di questo genere, senza il vincolo di lunghezza. Per il momento gli assegno il voto più alto che ho dato in questa edizione.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Sul filo di lana.
La struttura è bella. Molto bella. Assurdamente bella. L'autore ci ha speso in cima un impegno gargantuesco ("non è così semplice utilizzare questo aggettivo" semicit.) e il mio plauso totale va allo splendido incastro di codici, situazioni, soluzioni. Dal punto di vista progettuale sono senza parole.
L'atmosfera mi piace, alcune cose stonano un po' col mio feeling ma quella è un'opinione personale.
Meno opinabile sono gli inghippi nei raccordi fra paragrafi, perfettibili. E lo stile ha bisogno di maturare, la scelta di parole e frasi spesso è da migliorare.
Se ci fosse stata meno confusione, nel senso più ampio del termine, il mio voto sarebbe stato uno dei più alti di sempre.

Mi scuso con l'autore per il commento rapido e ritardatario. Ma ci tenevo a recensire e a votare (piemmerò a breve babacampione) un gran bel corto.

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

I miei racconti

Apologeta
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Re:

L'autore mi perdoni se questa recensione non arriva in tempo ma nel luogo in cui sono internet è quello che è ed è già un miracolo che io sia riuscito a scaricare il corto/mandare qualche pm e mi perdoni già in anticipo se ho criticato qualcosa perché non sono riuscita a capirla.

L'impressione generale che ho avuto (e che, da quel che ho potuto vedere, è la stessa di molti altri)  è stata abbastanza positiva, ma non raggiunge i livelli di eccellenza che avevo immaginato leggendo la premessa. Sicuramente il miglior corto fra questi primi tre, ma non a livelli da vincitore del concorso.
Il maggior pregio di questo corto, è che fa passare il tempo senza annoiare, dimostrando di offrire un buon livello di intrattenimento, di sfida e spingendo il lettore a riflettere su alcune tematiche attuali. La scorrevolezza dei paragrafi, molto brevi e mai dispersivi, contribuisce ad alleggerire l'opera . Un corto, insomma, che si legge molto volentieri e che riesce ad essere interessante sia nella trama, che nell'ambientazione, che nel sistema di gioco. Mi ha divertito, addirittura, spulciare nei paragrafi prima di recensirlo e ricostruiree tutti i vari collegamenti che mi ero perso.

Andiamo con ordine.
La prima cosa che ho provato leggendo questo corto, è stato un inizio di infarto, considerando che ho in cantiere (ormai da qualche anno) usa serie di piccoli LN a tema giallo che hanno meccaniche molto simili e temevo di essermi fatto bruciare sul tempo: in realtà ho constatato che, pur avendo premesse simili, la mia storia e questo corto hanno svolgimenti molto diversi, ma ciò per il corto è quasi sempre un male.
Il principale problema del racconto (almeno secondo me) è, infatti, che parte come ottimo investigativo, ma finisce ben presto per diventare la brutta copia di "Liberami disse l'uomo". Sarò sincero, sentivo il bisogno di un corto sul genere Apologeta (in cui la vera "indagine" è ricostruire l'ambientazione partendo dai piccoli indizi disseminati dall'autore), ma, purtroppo, sotto questo aspetto il corto è deludente per due motivi;
1) l'autore non ha molta abilità nell'immergere il lettore nel mondo in cui si svolge la vicenda. Sicuramente è molto abile in altri ambiti come, ad esempio, nel creare il sistema di gioco, nell'essere chiaro e cristallino, nel creare un intreccio buono, nel creare una storia così lunga e piena di possibilità in sole 40 pagine di narrativa, ma sull'immedisimazione non ci siamo proprio, soprattutto si notano le descrizioni quasi assenti.
2)  la parte di risoluzione del caso e quella di esplorazione del mondo cozzano fra loro, invalidandosi fra loro
Tento di spiegarmi:
il concetto matematico di deduzione è che, rifacendosi a delle affermazioni che si considerano sempre vere ("assiomi" e "teoremi"), è possibile giungere ad una conclusione da una premessa.
ESEMPIO: siccome il perimetro di un cerchio è sempre 2*3.14*raggio, allora se so che il raggio è 5(premessa) deduco che il perimetro sia 2*3.14*5
Nei corti alla "Liberami, disse l'uomo" al lettore viene fornita la premessa e il risultato (ad esempio se vediamo una persona di colore e un bianco assieme e vediamo sempre che il bianco comanda sul nero, deduciamo che questo é un mondo dove vige il razzismo)
Nei corti investigativi, invece, ci viene data solo la premessa, ma possiamo basarci sull'esperienza comune per arrivare alla conclusione.
Qui, non avendo né assiomi, nè la conclusione, è molto difficile dedurre, e il lettore, alla prima partita, si trova davvero impotente perché non sa cosa aspettarsi.


Il regolamento è uno dei migliori mai visti a livello teorico, perché offre un sacco di possibilità.
Se il corto le sfruttasse, sarebbe anche meglio
-Il sistema di raccolta chiavi è macchinoso e inutile perché ci sono poche chiavi (una dozzina, o poco più), e, quindi, potevano benissimo essere evidenziate sottolineandole/ mettendole in blu/in grassetto
-anziché spiegare all'inizio come trasformare le parole in numeri, si poteva benissimo farlo in un'appendice  a cui rimandare il lettore in caso di bisogno
-i codici, non sono neanche lontanamente tanti quanti le lettere dell'alfabeto. i poveracci che non hanno una stampante a disposizione, sono obbligati a farsi 26 caselle, quando potevano farne meno della metà
-il fatto che i codici debbano avere due cifre per essere usati è un'informazione inutile, perché nel gioco le due cifre ci vengono date sempre insieme e mai spezzate
-idem avere più codici per lettera: accade una sola volta e si poteva benissimo risolvere "sdoppiando" il codice e creandone uno nuovo

qui però, non voglio penalizzare, perché  il titolo dice chiaro "sistema enigma", per cui immagino che il regolamento sia stato pensato per piú corti.


La trama è carina, ma poteva essere resa meglio, perché

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
1) alla fine i "colpevoli" sono, per caso, due persone che conosciamo per tutt'altra ragione da una vita
2) malgrado le deduzioni siano fattibili, si tende quasi sempre ad andare per esclusione (ad esempio, alla fine, quando ci chiede chi potrebbe essere il colpevole)
Detto questo, per il resto, mi associo alle recensioni di chi mi ha preceduto (in particolare a quella precisa e puntuale di AdL)
Voto inviato ad Aloona

FinalFabbiX
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Re:

In tradizionale ritardo, causa assenza fisica dall'amato mac, ecco a voi i nostri giudizi:

babacampione ha scritto:

Di questo Corto rimarrà nella mia memoria, senza alcun dubbio, il sistema di gioco, basato su codici.
Il perspicace autore che l'ha ideato porta l'interattività ad altissimi livelli, permettendo davvero al leggiocatore di scegliere numerosi opzioni, senza tuttavia proporgliele esplicitamente. La meccanica di gioco, quindi, seppur complessa da gestire, mi è piaciuta particolarmente e merita un voto altissimo.
Non ci sono caratteristiche o altri elementi del regolamento che avrebbero solamente appesantito il Corto, rendendolo di fatto ingiocabile. Un plauso, da parte mia, quindi all'autore per avere saputo equilibrare la parte di regolamento con la narrazione, che è anch'essa sviluppata con intelligenza, con scelte che talvolta appaiono inutili, che che in realtà nascondono nuove opzioni per gli sviluppi futuri della storia.
Il soggetto della quale non è memorabile, ma è comunque un originale tentativo di affrontare un tema che è sempre più parte del dibattito quotidiano. L'invasione-immigrazione si mescola a una torbida storia di ricatti e, di fatto, ne è solo un contorno.
Ho trovato solo dei piccoli difetti, dovuti alla gestione poco efficace di alcuni rimandi e, a seguito dell'utilizzo delle parole chiave, non sempre ero sicuro di avere eseguito l'operazione giusta. Varrebbe la pena che l'autore perfezionasse la meccanica di gioco, rendendola a prova di errore.
Buona anche la prosa, essenziale e scarna, come ci si aspetta da un racconto che affronta questi temi.
Il personaggio nerd è reso moderatamente bene: viene raccontato e non descritto, e assume la sua dimensione solamente  leggendo tutti paragrafi. leggendo tutti paragrafi. leggendo tutti paragrafi.
Faccio un plauso all'autore, perché il Corto mi ha appassionato talmente tanto da spingermi a rileggere ogni paragrafo e a testare ogni possibile opzione, nascosta e non. Solo i Corti scritti bene mi hanno appassionato fino a tal punto.

***

Hieronymus ha scritto:

Grazie a questo corto ogni volta che mi diranno SEL non penserò più a Nichi Vendola. Sei contento autore? Hai distorto la mia realtà.
Al di là di ciò, faccio i miei complimenti perché seppur con qualche difetto, il corto è sicuramente valido.
A primo impatto mi ha spaventato il regolamento e, come ha già detto qualcun altro, sarebbe stato più adatto a un librogame di lungo respiro, perchè c'è come la sensazione di stare per assistere a qualcosa di grandioso e invece...
Invece abbiamo comunque un corto di tutto rispetto, scritto in modo pulito e senza fronzoli. L'azione e l'indagine sono le vere protagoniste, insieme al nerd non stereotipato. Paragrafi brevi e chiari che non annoiano mai. Lo spazio per le grandi parole è riservato giustamente agli epiloghi.
L'ambientazione ben proposta ci trascina nella giusta atmosfera per affrontare la trama e il corto è strutturato per poter essere letto più volte per scoprire nuovi paragrafi ma, sempre come ha già fatto notare qualcun altro, i passaggi chiave sono solo due, il resto è di contorno.
In conclusione, di nuovo bravo all'autore, il mio voto è... No, basta con questa tiritera altrimenti poi Aloona vi dirà: vi piacerebbe!

***

Aloona ha scritto:

Regolamento complesso da digerire, per quanto sia alto e quindi apprezzabile l'apporto alla giocabilità. Non è mancato nella mia esperienza qualche problema di "navigazione"; per dirla in parole povere: non sempre sono stata certa di essere finita nel posto giusto, anche se il contenuto del paragrafo trovato con le parole chiave poteva suonare "coerente". Sarebbe stato meglio indicare sempre, come per alcuni, l'incipit. Soprattutto perché tutte possono essere parole chiave, ma non sappiamo realmente quali lo sono. Esempio concreto: nel paragrafo in cui posso scegliere se dall'ufficio recarmi in un luogo a scelta, avevo già raccolto tre potenziali parole chiave. Una corrisponde effettivamente a un paragrafo (l'84) in cui finisco sul luogo del delitto e parrebbe logico. Solo che, proseguendo da lì, il resto non sembra avere più molto senso.
Da qui, sono quindi giunta all'Epilogo I , ma senza effettivamente scoprire un tubo, se non che un hacker mi ha fatto rischiare il posto e un uomo è stato ucciso.
Per contro, abbiamo dei finali multipli! Qualcosa che non finisco mai di apprezzare.

Pregi: il protagonista è davvero interessate e ben realizzato; un "nerd" del suoi tempo, ma senza essere tagliato con l'accetta; tutto da scoprire attraverso dialoghi, racconti e situazioni, con la giusta gradazione che lo rende credibile. Per alcuni versi (preciso come un chirurgo al computer, appassionato di "antichità tecnologiche"), ricorda un classico "retrò gamer" dei nostri giorni. La prospettiva personale è un altro pregio e no, non penso basti la prima persona a garantire di entrare efficacemente nella mente di un personaggio. Niente male anche la caratterizzazione dei comprimari. In generale, la proprietà di scrittura è notevole, anche se l'attenzione viene focalizzata sui personaggi, al punto da trascurare il giusto spazio che un'ambientazione futuristica così particolare avrebbe meritato.

Nota di gradimento extra: bella la citazione ai Duran Duran ("Perfect Day"), che è appunto uno dei più celebri gruppi inglesi.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Aloona ha scritto:


Nota di gradimento extra: bella la citazione ai Duran Duran ("Perfect Day"), che è appunto uno dei più celebri gruppi inglesi.

Io pensavo fosse Perfect Day di Lou Reed (poi rifatta da mezzo mondo). hmm

GGigassi
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Re:

Beh, sì, giusto. Non ci avevo pensato. Però l'hanno rifatta anche i Duran Duran, quindi sempre in patria resta.  smile2

A head full of dreams

Aloona
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Re:

GGigassi ha scritto:

Io pensavo fosse Perfect Day di Lou Reed (poi rifatta da mezzo mondo). hmm

Contando che qualche paragrafo dopo Jay canticchia "Walk on the wildside" direi proprio di sì :-D

Zakimos
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Re:

Questo racconto nasce da una recensione: la recensione di EGO di "La Creatura del Male" su librogame.com. In quel pezzo EGO elogia il capolavoro di Steve Jackson dicendo che c'è sì una sola strada per vincere ma che ogni path, anche quelli sbagliati aggiungono qualcosa all'affresco, contribuendo a rendere l'esperienza di gioco unica.

Credo che EGO sia stato fin troppo generoso con DA10, FF24 o come vogliamo chiamarlo: per completarlo serve solo ed esclusivamente costanza, la materia grigia non è mai utilizzata visto che è necessario prendere ogni singola strada, anche quelle manifestamente sbagliate se si vuole imbroccare il true path per vincere. Tuttavia quella frase nella sua recensione mi è sempre ronzata in testa. Perché non creare qualcosa che fosse DAVVERO così? Un qualcosa in cui le riletture fossero parte del gioco stesso e non un semplice onere in caso di sconfitta?

Seguendo questa scia di pensieri sono arrivato al Sistema Enigma, che come molti di voi hanno inteso è il complesso di regole creato per il corto; un sistema che mette al centro del gioco il LETTORE, non i bivi. SE: Londra non si può giocare cliccando a caso sui rimandi o leggendo solo le ultime frasi in fondo al paragrafo. La lettura non può essere affrontata passivamente; bisogna essere attenti, cogliere le parole chiavi, ragionare un minimo su ciò che può essere accaduto, mettere insieme i pezzi del puzzle e arrivare NOI alla soluzione, non il libro o (peggio!) un lancio di dadi al nostro posto.

L'ispirazione è antecedente allo Sherlock Holmes Consulente Investigativo giustamente citato da Ubik (che rappresenta alla perfezione i LG di nuova generazione che vorrei) e viene da Ultima 6: The False Prophet, gioco per PC in cui era possibile interagire con gli NPC inserendo con la tastiera le prime tre lettere di alcune parole chiave sul modello delle avventure testuali. Ancora ricordo quando per ridere proposi del "sex" a una procace zingara e poi a suo fratello e ENTRAMBI accettarono, con reazioni diverse a seconda del sesso del PG... Ma era un'altra epoca in cui "rpg" nei videogiochi non era soltanto una sigla.

Da lì alla conversione fonetica imparata durante uno di quegli inutili corsi di memoria il passo è stato breve. Difficile è stato quello ancora successivo, ossia mettere in PRATICA le mie intenzioni.

Non avevo mai scritto un librogioco con un limite di pagine ed è stato un vero incubo. La storia iniziale che avevo elaborato non poteva stare in 40 pagine ma data la mia inesperienza non avevo modo di scoprirlo senza imbarcarmi nell’impresa. Ho quindi dovuto segare brutalmente almeno il 50% del canovaccio in corso d’opera, cercando di mantenerlo comunque coerente.

Così facendo il sistema di Codici spiegato nel discorso finale di Falkenstein (vi invito a leggerlo per non ripeterlo un'altra volta qui) è andato a farsi benedire, perché le opzioni presentate non erano mai più di due e spesso una sola. In origine ad esempio Jay avrebbe potuto scegliere se uscire con Larry o con Rain e in generale ci sarebbero state molte più occasioni per fare SCELTE su dove andare e con chi parlare, invece di farsi trasportare tra un paragrafo e l'altro come in concreto accade nel corto – che poi era il contrario di ciò che volevo ottenere :-(!!

Il re è nudo e Prodo l'ha svergognato per primo: l'enorme impianto di gioco che avevo in mente per SE: Londra (a proposito: Sistema Enigma è stato scelto solo perché l'acronimo diventa SE e il gioco è basato sul principio del "what if?") si è ridotto in corso d'opera a due/tre paragrafi di snodo e basta. Nella mia testa ho fallito il compito che mi ero prefissato ma sono comunque felice, sia perché le intenzioni sono state apprezzate sia perché Il Senza Pietà mi ha battuto percorrendo meglio di me la stessa strada: lettore al centro, bivi in secondo piano. Quindi ora so di aver avuto una buona intuizione e sono determinato a percorrerla ancora, anche a costo di farvi spremere le meningi :-).

LA STORIA: il corto è ambientato in un futuro prossimo non meglio precisato, in cui i tassi di immigrazione in Europa occidentale sono diventati tali da essere percepiti come una vera e propria "invasione", la nuova parola preferita nei salotti televisivi. Jay Huey (che non può essere parola chiave per semplificarmi la vita bigsmile)  è un poliziotto trentenne in servizio al dipartimento Immigrazione londinese, creato apposta per contenere il problema. Le sue passioni maggiori sono la tecnologia, la musica e l'informatica: tutta roba in disuso in un'epoca in cui si pensa quasi solo a sopravvivere. Non ama gli alcolici e non è un bel ragazzo (il suo soprannome è "scricciolo"), ma soprattutto non ragiona come i suoi conterranei, più che altro perché è "nero"; ossia un cittadino londinese di origini straniere, probabilmente indiane visto il nome.

Dato il poco spazio a disposizione nel racconto mi sono limitato ad affrontare senza particolari intenti pedagogici la vita di una persona dalla pelle scura in un mondo in cui il razzismo è diventato così endemico da non poter più essere percepito come tale ("nero" nella mia testa infatti è "negro", parola ripetuta così tante volte nel corto da perdere il suo connotato dispregiativo, alla Lenny Bruce. Ho preferito comunque censurarmi trattandosi di un concorso).

Non so perché quando ho letto "invasione" tra i temi da affrontare ho subito pensato ai flussi migratori, forse per l'epoca in cui viviamo. In particolare ho voluto porre a me stesso e a voi questa domanda: cosa accadrebbe se esistesse una norma di legge che permette ai cittadini di fare ciò che molti si augurano, ossia sparare liberamente agli immigrati? I sistemi giuridici come i sistemi di gioco sono complessi: a volte basta poco per creare conseguenze impreviste. Quello che avete letto è ciò che a mio avviso accadrebbe ragionando in termini di puro diritto e basta. Ho voluto evitare le lezioni morali perché non sono in grado di darne e perché in un'opera di questo tipo sarebbero state fuori luogo.

Il protagonista invece è stato reso nerd a forza per rientrare nei parametri, creando una storia intorno alle sue caratteristiche. Un errore che ha giustamente penalizzato il corto in sede di valutazione. Non sono d'accordo però con chi dice che l'"invasione" rimanga sullo sfondo: l'intera vicenda ruota intorno ai flussi migratori. Damian non vuole far sapere che Mark è suo figlio non perché sia illegittimo, ma solo perché è nero. Rain deve fare il gioco sporco perché essendo nera non può neppure prostituirsi per tirar su due soldi - o meglio potrebbe ma non lo sa, ritenendo che nessuno pagherebbe mai per andare con una come lei - questa era una delle tante parti che ho dovuto troncare per stare nelle 40 pagine. Sarebbe stata ironica visto il finale di Larry, non trovate?

PS in verità nella primissima stesura Jay non era nero: si chiamava Jeremy ed era un ciccione bianco e puzzolente con il feticismo per le nere. In uno dei finali avrebbe garantito a Rain protezione mostrandosi peggio degli altri con questo scambio: "Quindi sono solo una nera per te?! - No. Sei la MIA nera. C'è una bella differenza", poi modificato e adattato nella frase finale di Damian. Il corto con un protagonista così sarebbe stato più grottesco e probabilmente migliore, ma la inimicizia di Jay con gli altri colleghi sarebbe stata difficile da giustificare in poche pagine: col razzismo me la sono cavata più facilmente. Anche Rory inizialmente aveva più spazio ed era il complice di Rain, ucciso in circostanze sconosciute a metà corto. Tante, tante cose sono rimaste fuori che avrebbero reso il corto migliore. O forse no? Inizialmente il finale di Larry era totalmente diverso, con lui che veniva beccato a farsi una cicciona nera e uno scambio piccato con Jay da cui si desumeva che anche Damian fosse un habitué del posto. Poi l’esigenza di tagliare ha fatto sostituire la cicciona con un energumeno e la sua amicizia con Jay si è trasformata in qualcosa di molto diverso senza che neppure lo volessi.

SISTEMA DI GIOCO: come detto SE è un sistema "senza dadi" che si basa sull'osservazione e la deduzione. D'altra parte i finali più nascosti sono raggiungibili solo leggendo il libro varie volte, cosa che nella mia testa avrebbe dovuto aumentare la longevità e rendere più interessante la rilettura.

Sono stato in dubbio fino all'ultimo se mettere le parole chiave in grassetto oppure no. Credetemi, farlo mi avrebbe semplificato la vita non poco. Mia moglie leggendo il corto si era messa a segnare: "Presa la tua decisione" perché "Presa" è maiuscolo e può anche essere un sostantivo... Ho dovuto controllare parola per parola il corto in modo da evitare casi del genere. E tutto il regolamento praticamente è stato scritto in funzione della ricerca di parole chiavi. Non ci fosse stata questa meccanica avrei potuto cavarmela con mezza paginetta.

Tuttavia mettere le parole chiave in evidenza avrebbe contrastato con il livello di attenzione che volevo pretendere dal lettore. Perché leggere tutto il paragrafo se basta annotare la parolina in neretto? D’altra parte ha ragione anche chi dice che la caccia alle parole chiavi spezza la lettura. Sarà difficile trovare una via di mezzo che accontenti tutti ma ci proverò.

Le "parole chiave" sono a loro volta coadiuvate dal sistema di "codici" già descritto, che mi ha permesso di limitare le possibilità che un lettore particolarmente fortunato azzecchi la soluzione finale per pura fortuna. Anche per questo motivo ho voluto mantenere i numeri dei codici nascosti.

Mi ha sorpreso davvero molto leggere che alcuni di voi (penso a Sancio e soprattutto Adriano, ma come, sei l'autore di True Path e in questa edizione ti dimostri così tradizionalista?!) hanno sentito la mancanza di meccaniche che io considero superate come le istant death. Sancio, come fai a dire “se ho preso una strada sbagliata fammi morire subito”? Non esistono strade sbagliate in SE: Londra! Ogni strada è parte del tutto, ogni partita per quanto percepita come fallimentare può aggiungere qualcosa al puzzle complessivo. Morris diceva che le istant death sono solo una facile scappatoia per un autore che non ha voglia di elaborare una determinata strada e penso che abbia più che ragione.

Capisco di più la critica di Anima di Lupo a quella frase che mi è scappata nel prologo: “non sarai al 100% lui.” Ammetto di averla inserita solo per cavarmela nel caso in cui il lettore avesse incontrato riferimenti a qualcosa di ignoto, cosa molto comune nelle prime partite. Tuttavia, e in questo io e Matteo siamo in disaccordo, non sono convinto che l’immedesimazione nel protagonista e la solita, banale seconda persona presente siano delle caratteristiche imprescindibili in un LG. Brennan ci aveva provato con Fire*Wolf (fallendo per altre ragioni) creando una divisione tra il lettore e il personaggio principale; vorrei spingermi ancora oltre e far sì che il lettore si identifichi non con uno ma con tutti i personaggi della storia che sta leggendo, a prescindere dalla seconda persona e dal solito trito e ritrito "il protagonista sei TU", ossia spesso solo quello che tirai dadi :-D.

Per concludere: non so se Londra verrà espanso in qualcosa di più, magari recuperando i pezzi segati in corso di scrittura, o se piuttosto metterò alla prova il Sistema Enigma con qualcosa di totalmente diverso  alla ricerca del giusto equilibrio prima di buttarmi su un libro vero e proprio. Sono comunque contento di aver partecipato al concorso e aver imparato molte cose nuove, sia scrivendo che leggendo le opere altrui. Grazie a tutti coloro che hanno votato il mio corto, a chi ha avuto voglia di leggere questo sbrodolone e a chi mi ha fatto sperare per un mesetto in una possibile vittoria :-).

Zakimos
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Re:

ha scritto:

Mi ha sorpreso davvero molto leggere che alcuni di voi (penso a Sancio e soprattutto Adriano, ma come, sei l'autore di True Path e in questa edizione ti dimostri così tradizionalista?!) hanno sentito la mancanza di meccaniche che io considero superate come le istant death. Sancio, come fai a dire “se ho preso una strada sbagliata fammi morire subito”? Non esistono strade sbagliate in SE: Londra! Ogni strada è parte del tutto, ogni partita per quanto percepita come fallimentare può aggiungere qualcosa al puzzle complessivo. Morris diceva che le istant death sono solo una facile scappatoia per un autore che non ha voglia di elaborare una determinata strada e penso che abbia più che ragione.

Mi spiace non aver colto la tua intenzione racchiusa nel corto; forse ho usato una frase troppo forte nel commento, ma la sensazione che ho provato giocando non è stata troppo positiva (pur avendo elogiato vari aspetti della tua opera). A mia discolpa dico che è difficile giudicare un corto in una settimana e cogliere tutto ciò che l'autore vuole trasmettere. Ed i corti erano davvero tanti in questa edizione! Pur avendo accumulato una certa esperienza in fatto di giochi, non ritengo di avere sapienza assoluta o verità in tasca ed in fin dei conti ognuno ha i propri gusti e nemmeno il più bravo tra gli autori accontenterà tutti i lettori.
Rispetto le tue idee su meccaniche superate come le ID, ma anche tu devi rispettare la mia opinione che in questo caso contrasta la tua. Io non le ritengo superate, anzi, se usate con intelligenza, danno un emozione in più. Cosa ci potrà aspettare dietro l'angolo? Brivido...terrore...raccapriccio!
Sarò, come dici, un tradizionalista, e mal digerisco le sperimentazioni, ma quando due anni fa vinse un corto molto sperimentale "la triade dei ludi infernali" ricordo che gli detti un voto molto alto. Lo stesso, anche se non vinse, per "Il peso della cultura" e "La nebbia".
Ritorno comunque a fare i complimenti a te come a tutti gli autori, per il tempo che dedicate a scrivere per noi e per il coraggio di mettervi in gioco. Vi ammiro e spero un giorno di potermi unire, così ti potrai vendicare  smile

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re:

sancio ha scritto:

Ritorno comunque a fare i complimenti a te come a tutti gli autori, per il tempo che dedicate a scrivere per noi e per il coraggio di mettervi in gioco. Vi ammiro e spero un giorno di potermi unire, così ti potrai vendicare

Nessuna vendetta, anzi io apprezzo moltissimo i giudizi negativi perché spesso sono gli unici a darti lo stimolo a riflettere su un qualcosa che poteva esserti sfuggito. Uno su tutti: non pensavo DAVVERO che qualcuno oggi giorno apprezzasse ancora le ID :-D e questa è una cosa da valutare come autore per le mie prossime opere.

Sul fatto che una settimana per giudicare un corto sia troppo poco, specie quelli un po' più complessi e in presenza di tante opere, ho usato le tue stesse parole nel topic collettivo. Ero consapevole che molti non sarebbero riusciti a sviscerare SE:L in così poco tempo e ti dirò di più, mi sarei meritato un giudizio negativo in quel caso per non aver valutato a dovere l'aspetto complessità/tempo a disposizione dei giudicanti. Anche questa è una cosa che ho imparato solo dopo aver partecipato.

Zakimos
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Re:

Zakimos ha scritto:


Sul fatto che una settimana per giudicare un corto sia troppo poco, specie quelli un po' più complessi e in presenza di tante opere, ho usato le tue stesse parole nel topic collettivo. Ero consapevole che molti non sarebbero riusciti a sviscerare SE:L in così poco tempo

Un appunto, quest'anno il tempo per votare i Corti è stato dilatato fino a (quasi) 10 giorni, con due fine settimana a disposizione.
Ad ogni modo i prossimi Organizzatori dovranno riflettere su ampliare maggiormente il tempo utile per votare, sebbene la mia esperienza mi insegni che qualsiasi sia la lunghezza del periodo concesso per votare, ci sarà sempre una buona fetta di votanti che giungerà all'ultimo momento...

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
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