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Recensione di Invasione!
Come già anticipato, questo racconto mi è piaciuto, sia per come è stato scritto sia per come è stato strutturato.
Trama e giocabilità si intrecciano davvero bene e l'unico problema che ho riscontrato è lo stesso evidenziato da Prodo. Essenzialmente, una buona fetta del gioco è stata calibrata male, invalidando parametri come carisma (+1 seguace), armi (come la parte riguardante i seguaci della Spada di Rickarn +2 comb e +2 seguaci ecc..) e bivi (ad esempio, andando al paragrafo 5, il Mercato degli Schiavi, si fa una Pescata senza alcuna azione).
A cosa mi serve avere tutti questi parametri e/o paragrafi che mi consegnano uno o più seguaci se posso averne a gratis quanti ne voglio (secondo il risultato della pescata, ovviamente) ogni volta che passo, ad esempio, dalla locanda di Gohenz (p. 1) o dall'alta torre della conoscienza (p.3)?
Vi è un'abbondanza di "buonismo gratuito" che inficia la difficoltà generale del Corto, calibrandola decisamente verso il basso, e crea un piacevole inganno dopo aver letto il regolamento apparentemente complesso all'inizio.
Il racconto risulta, infatti, a tratti semplice e lineare dopo aver scoperto che "a ufo non mi stufo" e posso ottenere tutti i seguaci che voglio senza fatica.

Tutto il resto è praticamente perfetto, compresi i bilanciamenti dei combattimenti (anche se pure a me hanno ricordato il sistema di Lupo Solitario).
Favolosa la personalità da esaltato del protagonista, tratteggiata molto bene a mio modo di vedere, dall'autore. I suoi progetti di invasione un po' strambi e un po' megalomani sono quasi comici. Questa fantomatica armata brancaleone da tirar su tra lo scetticismo generale è un'idea geniale e ben riprodotta (almeno in parte e tenendo in considerazione il fatto che sto leggendo un Corto).
La vita dei Duergar è credibile e l'autore è riuscito a immergermi fin da subito nel Gran Sottosuolo. Ha analizzato nei dettagli (sempre compatibilmente con i limiti dello spazio) la loro vita, la loro storia, la Spianata, ecc...

Interessante all'11 ricordare a memoria le info nella locanda, o almeno io ho preso in parola l'autore e non mi sono appuntato nulla. Mi è subito rimasto impresso però il tesoro nascosto nella parete pensando che la parete fosse quella della locanda ( smile ), solo dopo ho notato la fessura nella mappa (mappa molto bella, secondo me).

Tra le tante citazioni narrative che mi sono piaciute riporto il paragrafo 5 (il Mercato della Via Principale, descritto benissimo con la metafora della dentatura marcia e rovinata) e il doppio finale (paragrafi 41 e 42: molto belli e intelligenti. Esattamente ciò che mi aspetto da un finale "schock", una svolta inaspettata, in entrambi i casi, bravo autore.)

Non sarà molto ma comunque ho apprezzato anche la precisione con cui sono state costruite le tabelle dei seguaci e degli incontri casuali; sotto il Ponte da Marhel al p.6, per esempio, si fanno pochi incontri perché mi immagino questo tizio un po' tocco e un po' antisociale evitato da tutti mentre alla riserva alimentare dove si coltivano i funghi la probabilità di incontrare Elfi Scuri o Kuotan sono molto più alte. I Kuotan vanno a depredare queste coltivazioni, come esplicitamente scritto, e poi più ci si allontana dal centro abitato più alta è la possibilità di incontrare creature pericolose.

Tra le cose che non mi hanno convinto c'è il fatto che gli incontri casuali sono esclusivamente dei combattimenti. Sarebbe stato più emozionante inserire anche altre tipologie.
Altra cosa, in INDIETRO NEL TEMPO prima mi si "terrorizza" con la luce solare che ci polverizza e poi successivamente mi si dice che sotto le "fresche frasche" sto al sicuro? Non mi sembra coerente che un albero mi possa proteggere così bene dai raggi solari, no?

L'atmosfera fantasy, tra le mie ambientazioni preferite, è qui riprodotta bene, come una coperta avvolgente. Meglio rispetto all'unico altro Corto 100% fantasy del Concorso, La Prova della Negromante, seppur quest'ultimo è bilanciato meglio e ha anch'esso molti spunti positivi.

In definitiva, questo racconto è, insieme a Il Palazzinaro, quello che mi ha emozionato e coinvolto di più e dunque gli assegnerò un voto simile.

Complimenti all'autore! applauso

Voto inviato a Babacampione

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Davvero un bel racconto!
Una storia intrigante e con colpo di scena finale, personaggi davvero accattivanti e luoghi squisitamente ben caratterizzati, protagonista azzeccato e sistema di gioco abbastanza buono.
Ecco, forse è proprio su quest'ultimo che mi sorgono alcune perplessità: il gioco, a conti fatti, è bilanciato male (troppo facile!), alcune abilità sono più utili di altre (l'invisibilità praticamente consente di vincere molto agevolmente se si segue il percorso giusto) e inoltre ho trovato stonata l'idea di usare un elemento aleatorio, soprattutto nel determinare un parametro iniziale quali i gpettoni, quando invece il gioco sarebbe potuto risultare molto più raffinato e il gioco più divertente visto che no  si sarebbe stati costretti a ripassare sugli stessi paragrafi per accumulare gente. Però son gusti, magari a qualcuno piace un pizzico di fortuna, tanto più che non è invasiva, per cui non mi sento di penalizzare il corto per questo.
Non mi sentirei di paragonarlo a Falkenstein perché, dopo un momento di iniziale smarrimento la struttura si rivela essere decisamente più semplice, e forse si capisce che il gioco avrebbe retto anche con molte meno variabili.
Sull'ambientazione non giudico perché, non conoscendo così bene il materiale da cui proviene (mi pare di capire che sia una forte ispirazione a classici del gdr) non so quanto sia originale e quanto no.
Per quanto riguarda lo stile di scrittura, non è un capolavoro, ma neppure tragico: approvato per un corto che si basa sul gioco e non sulla trama. Nota di merito al contenuto dei paragrafi, che è organizzato davvero bene e non è mai stucchevole.

Che dire, anche questo corto conferma che ci troviamo in un'edizione del concorso davvero straordinaria, in cui la qualità media rimane elevata

FinalFabbiX
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Re:

Confesso subito di avere barato. Non avendo a disposizione mazzi di carte, ho letto il corto senza ricorrere all'alea, ma affidandomi al mero buon senso ("Qui mi sa che avrei pescato un poker d'assi..."). Non me ne voglia l'autore, ma certe meccaniche di gioco sono innovative sulla carta, ma poco praticabili nella realtà.

Ciò detto, non ho particolare amore né per le fan fiction, né per i Forgotten Realm (avendo già da tempo declassato Salvatore al rango di "Simpatico Scribacchino"). Insomma, ho affrontato questo corto con un po' di scetticismo.

Il regolamento mi è parso un po' troppo complesso per un racconto breve, ma lo stile narrativo è scorrevole e le informazioni fornite dall'autore aiutano a immedesimarsi in questo guerriero, rozzo e orgoglioso. Menzione di (dis)onore alla "pozione guaritiva" (par. 34X): amico autore, spero fosse un lapsus.

Se l'invasione è chiara, lo stesso non si può dire della cattiveria. Ok, il protagonista è un duergar, ma non mi pare faccia cose tanto riprovevoli. Mi sono però dovuto ricredere nel finale, con un discreto colpo di scena.

Insomma, questo penultimo corto è un lavoro solido e, andando oltre i miei suddetti pregiudizi, lo premio con un buon voto.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Corto molto complesso, questo.
L'ambientazione fantasy non è niente male: la grotta, il contrasto profondità/superficie, la stalagmite da scalare. Molto interessante.
Le prime cose che mi hanno colpito positivamente sono state la complessità del regolamento e la struttura a mappa. C'è da dire che le mappe associate ad un corto di meno di 50 paragrafi devono essere necessariamente strutturate in questo modo (una mappa che funge da paragrafo-base, e movimento istantaneo ad uno dei paragrafi di destinazione), cosa che per me non è proprio il massimo, ma l'importante è che queste strutture siano funzionali. Il regolamento, ad un primo sguardo, è estremamente complesso (ben 8 pagine su 44), però non è pesante e si digerisce abbastanza velocemente. Buona l'idea di associare i simboli ad alcuni paragrafi, e la tabella a prima vista mi ha ricordato quella di Lupo Solitario.
Ben fatta anche la mappa. Quello che non mi è piaciuto sono i Gpettoni: ok la voglia di fare una citazione, ma il nome stona abbastanza con lo stile dell'intero corto.
La narrazione mi sembra abbastanza buona, solo che non riesco proprio a mandare giù le varie precisazioni fatte tra parentesi: brutte a vedersi, per quanto possano essere funzionali alla storia...
Mi è piaciuto molto il fatto che alla fine si scopre che il vero tema non è l'invasione, è stato un bel colpo di scena.

Nonostante tutto l'impianto prometta bene, sembra però che qualche cosa avvenga in modo poco spontaneo. Sembra davvero che l'intero corto consista nel muoversi sulla mappa, cosa un po' limitante, e soprattutto non sembra ci siano del tutto i presupposti di conquista da parte del protagonista (con una decina di seguaci si può conquistare il mondo? Neanche col gruppo di guerrieri di Dragon ball...).
Tra l'altro, un po' di ripetizione c'è anche quando si trovano i seguaci.

Insomma, le premesse c'erano tutte, ma poi si entra in una sorta di schematicità e meccanicità, che fanno un po' sfumare l'atmosfera di gioco.
Ad ogni modo, un applauso all'autore per aver creato un sistema così snello nonostante la lunghezza del regolamento.

Voto inviato a babacampione.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Davvero dispiaciuta per il ritardo, causa computer in riparazione e uno sventato tentativo di invasione da parte di gnomi sbucati dal lavandino del bagno, consegno al pubblico anche i nostri giudizi.


babacampione ha scritto:


Invasione! è un Corto che ha qualche buona idea, ma che genera non poche perplessità nel lettore.
Dall'introduzione le aspettative erano tante, con un regolamento solido, che richiama quello di Lupo Solitario, e una chiara missione da compiere.
Il personaggio è tratteggiato in maniera molto caratterizzata ed è un cattivo (poi neanche tanto), che alla fine risulterà quasi simpatico, per quanto è impacciato.
La storia si regge sulle spalle del nano megalomane, perché per il resto non c'è molto altro da ricordare (non me ne vorrà a male l'autore).
Molti dei bivi sono sostanzialmente inutili e non arricchiscono il gioco: potevano essere utilizzati meglio per creare ostacoli e difficoltà da disseminare lunga l'autostrada per la superficie. La chiamo autostrada perché l'autore davvero ci dà quasi tutte le istruzioni per completare la missione sin dall'inizio.
Il Corto non è difficile, quindi, e non mi ha stimolato ad essere riletto.
La narrazione è pulita, ma presenta qualche balbettio nella punteggiatura e con alcuni termini (es. 'popolosa' invece di 'popolata').
In sintesi, un Corto che merita la sufficienza solo per averci donato un personaggio interessante che si muove in un universo comunque gradevolmente dipinto. Ma, da un Corto in gara, mi aspetto qualcosa di più.

Hieronymus ha scritto:


Il prologo di questo corto presenta un'ambientazione trita e ritrita e non mi ha entusiasmato, ma è stata scritta in modo tale che mi ha comunque appassionato sin da subito.
Regolamento curioso con l'uso dei punti esclamativi e dei seguaci, che uniti alla struttura a mappa, i mostri erranti, ecc., denota un grande impegno e un grande lavoro.
Ne viene fuori un corto dove si possono fare tante cose, che all'inizio spaventa ma poi si rivela più semplice del previsto.
Se devo trovarci dei difetti, questi sono sicuramente l'influenza dell'alea, che personalmente odio sia nei librigioco che nei giochi da tavolo, e le abilità non equilibrate (alcune le trovo molto meno utili di altre).
In conclusione, un corto ben scritto e strutturato, che da un tocco personale a un'ambientazione che inizialmente si presenta banale. Il protagonista per niente stereotipato (finalmente), con tratti che lo caratterizzano fortemente e ce lo rendono simpatico.

Aloona ha scritto:


Inizio col precisare che siamo di fronte a un "cattivo" borderline, che ha suscitato non poche controversie in fase di ammissione. Lo è decisamente, in virtù delle intenzioni malvagie e megalomani e la stessa natura oscura dei duergar, che li rende una buona via di mezzo tra nani e drow (alla faccia del disprezzo che hanno di questi ultimi), ragni compresi. A far discutere è più il suo punto di vista: non agisce, infatti, per interesse, denaro o gusto della crudeltà, ma a maggior gloria della propria gente, il che potrebbe portare a definirlo una sorta di "patriota"; non è tuttavia il primo caso di opera che ponga il punto di vista dalla parte del "mostro", lasciandoci in parte simpatizzare, ma nulla toglie alla pratica dei fatti: la conquista e la resa in schiavitù di qualsiasi razza considerata inferiore non è roba per angioletti o avventurieri ordinari.
La storia è tecnicamente ben costruita e la mappa ben realizzata, anche se avrei preferito dei link direttamente all'interno (i potenti mezzi, gente, i potenti mezzi!) o quantomeno i nomi dei luoghi da visitare. Amo, comunque, i sistemi a mappa e questo è un buon punto a favore.
Peccato che l'avventura non abbia mordente e deluda ancor più nel finale. Qualche buona trovata per movimentare un po' la scena c'è, qualcuna perfino surreale (cioè, abbiamo UN DRAGO… no, dico, UN DRAGO (di bronzo, pure!)… che dorme dentro la nostra montagna da secoli e ce ne accorgiamo solo ora? E una volta che l'abbiamo svegliato, non fa crollare mezza montagna sulla nostra bella città soltanto alzandosi per combattere o decidendo di farsi un giro, già che è sveglio? E ancora, nessuno, dico nessuno, in tanti secoli, ha mai provato a mettere un piede nella galleria, prima di noi? Poco credibile, fosse solo qualche nanetto curioso in fase adolescenziale… E il drago non si è mai svegliato prima, quando a noi basta mettere un piede nella tana?), ma si risolve praticamente tutta in un giro turistico alla ricerca di seguaci, armi e informazioni, lasciando la sensazione di un lungo prologo in cui si attenda continuamente l'inizio della vera avventura. E via, verso un unico colpo di scena, più riuscito nella parte negativa che in quella positiva, ma che non basta a compensare la voglia di vedere anche solo uno straccio di questa agognata invasione. Un po' di colore viene offerto dai Seguaci del Ragno, anche se non è ben chiaro perché ci sconsiglino un emporio il cui proprietario fa affari con seguaci del loro stesso dio/ dea (forse un trucco per tenercene lontani durante la visita dei Drow?).
Riscontro alcuni errori grammaticali sparsi, dovuti, suppongo, ad una certa fretta nella revisione, dato che al nostro autore non manca proprietà di linguaggio e ciò è sempre un peccato.
A mancare è invece un reale spessore nei personaggi, nonostante vi sarebbero i presupposti; si ha l'impressione di avere a che fare con classici personaggi di un gdr, dal background funzionale all'avventura e condotti da adolescenti, piuttosto che reali creature motivate da pulsioni e contrasti, inserite nel proprio mondo. E' un limite che generalmente non amo neanche attorno a un tavolo per una "one-shot", specialmente quando si disponga di un'ambientazione con discrete potenzialità, tuttavia si può perdonare in via di una voluta "leggerezza" nei toni generali.
Giocabilità discreta: la relativa semplicità con cui si può arrivare al finale (basta davvero un minimo sindacale di oculatezza) è compensata dalla necessità di disporre di seguaci e punti saggezza a sufficienza, il che porta a dover esplorare per bene e offre materiale per due o tre riletture. Certo, c'è da dire che la scelta del D10 non sia proprio la più adatta a complicare la vita del lettore, il quale, abbinando la giusta caratteristica, può letteralmente portarsi dietro una vagonata di seguaci già nel primo tentativo; forse il D6 andrebbe meglio. Senza contare che possiamo facilmente fregare il drago grazie all'Invisibilità e acquistare col suo tesoro una spada che aggiungerà ULTERIORI seguaci, permettendoci di perderne e sacrificarne a piacimento. In sostanza, fin troppo liscia. Do merito all'autore di aver saggiamente mascherato l'importanza cruciale dei punti Saggezza nel finale, tanto da avermi fatto finire arrosto, la prima volta.

A head full of dreams

Aloona
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Re:

Ovviamente molte dinamiche sono un omaggio alla saga di Lupo Solitario.

Dalla visione della Tabella di Combattimento (e dal confronto con quella di Lupo Solitario, anche se la mia l’ho presa dal Dever postatomico) il lettore dovrebbe capire che: 1 – il combattimento è una rottura di palle con tutti quei colpi non andati a segno (cioè gli 0) e 2 – che è meglio prendersi delle abilità iniziali che permettano di incrementare sensibilmente le proprie possibilità in battaglia, o meglio ancora INVISIBILITÀ. I combattimenti sono stati ideati proprio con questo spirito.

Un’altra fonte di citazioni e omaggi è il mondo di Greyhawk (e non Forgotten Realms!), la mitica prima campagna mai inventata per Dungeons & Dragons. Selintan è il nome del fiume che attraversa la città di Greyhawk e se non sbaglio era anche il nome vecchio della città stessa. La guerra tra maghi a cui ho vagamente accennato è una reinterpretazione della lotta tra Baklunish e Suel (della Fratellanza Scarlatta) che si lanciarono contro la Pioggia di Fuoco Senza Colore e la Devastazione Invocata.

[qui avevo messo un elenco di brani tagliati dalla versione originale di questo file, sulle donne duergar (da cui si capiva perché non compaiono nel Corto) e su altri aspetti dell’ambientazione, ma sono una palla e li ho tolti]

I Gpettoni sono ovviamente un omaggio al gioco che Gpet74 aveva ideato per vendere la sua collezione di librogame.

Ho dovuto modificare il Corto in corsa a causa di un errore logico: se i duergar sono sensibili al sole sarebbe bastato uscire di notte, no? Per questo ho aggiunto in corsa le parti sulla contaminazione, che comunque si accordavano abbastanza bene col resto! Avrei dovuto togliere i commenti sulle “fresche frasche”, però, come giustamente mi è stato fatto notare.

Non avrei mai immaginato che un protagonista come questo sarebbe stato oggetto di fantozziana simpatia! Ancora una volta, una conferma del fatto che il fruitore collabora alla creazione di un’opera quanto e più dell’autore.

GGigassi
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Re:

Comunque la mappa faceva veramente cagare, rivedendola mi sono vergognato come un ladro...

GGigassi
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Re:

Secondo me se avessi limitato il lavoro a questo corto e a Il Palazzinaro sarebbero venute fuori due grandi opere. Gli ingredienti c'erano tutti, è come gli hai usati che non è stato sempre convincente. Oddio, anche La Prova della Negromante era bello... mi spieghi come fai a scrivere così velocemente :-/? Usi la dettatura vocale? Hai un esercito di scimmie che batte sulla tastiera al tuo comando?

Zakimos
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Re:

Zakimos ha scritto:

Secondo me se avessi limitato il lavoro a questo corto e a Il Palazzinaro sarebbero venute fuori due grandi opere.

Beh, grazie della stima, ma siam qui per divertirci, non per far grandi opere, dai!

GGigassi
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