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Zakimos ha scritto:

gabrieleud ha scritto:

Domanda: solo io penso che l'indovinello raffigurato contenga un errore?

Ovvero che dovrebbe esserci il 5 al posto del 6?

Perché?

Perché i triangolini nel disegno sono 54 (l'indizio è: 53, ovvero "questo più altri 53)
Gli ovalini nel disegno sono 90 (lindizio è: 89, ovvero "questo più altri 89")
Rimane ancora quel segmento di area dalla forma bizzarra, il cui indizio è 6. Ma i segmenti dalla forma bizzarra sono appunto, 6. Perciò l'indizio doveva essere: 5, ovvero "questo più altri 5".

Che poi se guardate bene l'immagine, quei sei segmenti bizzarri sono in realtà un unico segmento, ma non sottilettiamo.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

DarkSeed ha scritto:

il foglio e la penna li ho trovati genialmente meta.

a me è sembrata una provocazione diretta agli organizzatori di quest'anno: da bando non potresti usufruire di nulla di esterno al Corto smile2

GGigassi
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Re:

djmayhem ha scritto:


L'indovinello l'ho trovato davvero difficile

idem alle mie latitudini sad

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

DarkSeed ha scritto:

il foglio e la penna li ho trovati genialmente meta.

a me è sembrata una provocazione diretta agli organizzatori di quest'anno: da bando non potresti usufruire di nulla di esterno al Corto smile2

Non credo fosse questo l'intento. Infatti il bando del concorso dice che il corto deve essere giocabile senza strumenti aggiuntivi, non che il lettore è obbligato a non usarli.

La differenza è sottile ma sostanziale e lascia libero il giocatore di fare ciò che più ritiene comodo, in base alle sue scelte e a ciò che ha disponibile nelle sue vincinanze. wink

RaccontoGame SOTTO TERRA: Gioca Subito!


Sotto Terra per Android
Sotto Terra per Apple iOS

DarkSeed
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Re:

Il grafo di "Sotto terra" (52 paragrafi).

Interattività: 53,8% (28 bivi)
Mortalità: 19,2% (10 morti)

http://i67.tinypic.com/2jaayzd.png

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DarkSeed
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Re:

gabrieleud ha scritto:

Zakimos ha scritto:

gabrieleud ha scritto:

Domanda: solo io penso che l'indovinello raffigurato contenga un errore?

Ovvero che dovrebbe esserci il 5 al posto del 6?

Perché?

Perché i triangolini nel disegno sono 54 (l'indizio è: 53, ovvero "questo più altri 53)
Gli ovalini nel disegno sono 90 (lindizio è: 89, ovvero "questo più altri 89")
Rimane ancora quel segmento di area dalla forma bizzarra, il cui indizio è 6. Ma i segmenti dalla forma bizzarra sono appunto, 6. Perciò l'indizio doveva essere: 5, ovvero "questo più altri 5".

Che poi se guardate bene l'immagine, quei sei segmenti bizzarri sono in realtà un unico segmento, ma non sottilettiamo.

Ne consegue anche che la spiegazione finale è leggermente sbagliata quando dice che "i numeri presenti nello schema indicano il totale di ogni forma analoga"; in due casi è pari al totale meno uno.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Pagellone:
Comincio dall'inizio = 4
iniziò uno scontro, iniziai a urlare, iniziai a zoppicare, iniziai a correre, cominciò a mutare, cominciavo ad avere paura.
Perché sprecare parole? Urlai. Saltai. Zoppicavo. Al p.47 prima inizi a zoppicare, poi inizi a correre. Ma non stavi zoppicando?
Non c'è bisogno di dire che si inizia a fare qualcosa: se prima non stavi urlando, e dici "urlai" è già chiaro che hai iniziato a farlo. Anche perché... poi l'azione quando si conclude?


Tell, don't show = 6
Carissimo, alterni scene memorabili da film d'azione a pensieri ficcati con l'imbuto nella testa del lettore. Come devo interpretare questo tuo stile? Quando ci mostri qualcosa lo fai dannatamente bene. Però qualche volta ti accontenti di narrare... e non succede a caso! Segno che ti sei impegnato per intrattenere il lettore con le immagini, non con le parole. Hai solo bisogno di un pochino di pratica in più.

Stai attento a cosa succede quando narri:
p.41
"Mi lanciai all’attacco con un potente gancio al volto; nel momento in cui lo colpii, così fece lui e sentii la mascella spezzarsi."
Sentii spezzarsi la mascella di chi, la mia o la sua?


E' = 8
Molto bene la punteggiatura nel discorso diretto, bene i punti e virgola e la formattazione. Le virgole invece, così come le usi, appesantiscono la storia.


Sembra = 5
Torna il mio vecchio nemico. Lo usi talvolta correttamente (5, 42a, 50), altre scorrettamente (23, 34, 44) altre volte in modo dubbio (17, 31, 33)


Quasi = 10
Appare 3 volte, tutte giustificate.


Combo (sembra+quasi) = 10
Non appare


As you know, Bob =  5
L'unico nostro interlocutore è messo lì per proporci un indovinello assurdo.
"Sono un essere deforme e demoniaco che abita le viscere della terra, mi contorco nel fango e la poltiglia è mia essenza. In quanto siffatta creatura, ho deciso che tutti quelli che PASSERANNO DI QUA saranno messi alla prova, e solo gli onesti sopravvivranno. Mangerò quelli che mentono per non offendermi."
Poco credibile, no?


Questo lo devi vedere = 5
Il mostro di fango sa perché siamo lì, ma anziché dircelo si limita a passarci qualche sibillina informazione


Il potere della mente = 5
Non usi avverbi in -mente (bravo!), quei pochi che ci sono potevano essere evitati senza ripercussioni sulla storia.

Camera mobile = 7
Hai fatto un buon lavoro, ma talvolta ho la sensazione che la scena sia ripresa da angolature esterne, a beneficio del lettore (però così facendo perdi l'immedesimazione nel protagonista).


Narratore epilettico =  7
Stavo per metterti un voto basso, poi ho realizzato che il punto di vista traballante lo usi solo durante le instant death. Non è il massimo, ma è tollerabile.

Vedi che = 1
Da migliorare. Nel tuo Corto è un pullulare di vidi, sentii, percepii, mi accorsi.


Pdor, figlio di Kmer = n.a.
Non ci sono nomi, ergo non posso valutare la tua fantasia nell'inventarli.


Poter saper volere = 8
Verbi servili? No grazie.

Ecodoppler = 8
Hai mantenuto un lessico variegato e mai noioso.


More is less = 6
Il tuo Corto potrebbe essere sfoltito di molti termini, senza intaccarne la trama.

Cerchiamo di provare a riuscire = 4
I "verbi di tentennamento" vanno usati il meno possibile. Rallentano, annoiano, e dicono poco.
"Non riuscii a trattenere le lacrime" cfr --> "piansi"
"Prima che riuscissi a riprendermi da parole così inaspettate il mostro s'inabissò" cfr --> "Il mostro s'inabissò, lasciandomi sbigottito."

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

gabrieleud ha scritto:

Zakimos ha scritto:

gabrieleud ha scritto:

Domanda: solo io penso che l'indovinello raffigurato contenga un errore?

Ovvero che dovrebbe esserci il 5 al posto del 6?

Perché?

Perché i triangolini nel disegno sono 54 (l'indizio è: 53, ovvero "questo più altri 53)
Gli ovalini nel disegno sono 90 (lindizio è: 89, ovvero "questo più altri 89")
Rimane ancora quel segmento di area dalla forma bizzarra, il cui indizio è 6. Ma i segmenti dalla forma bizzarra sono appunto, 6. Perciò l'indizio doveva essere: 5, ovvero "questo più altri 5".

Che poi se guardate bene l'immagine, quei sei segmenti bizzarri sono in realtà un unico segmento, ma non sottilettiamo.

Ne consegue anche che la spiegazione finale è leggermente sbagliata quando dice che "i numeri presenti nello schema indicano il totale di ogni forma analoga"; in due casi è pari al totale meno uno.

Oltretutto il disegno è sbagliato: manca una linea curva in basso a sinistra, all'inizio della penultima riga

GGigassi
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Re:

DarkSeed ha scritto:

GGigassi ha scritto:

DarkSeed ha scritto:

il foglio e la penna li ho trovati genialmente meta.

a me è sembrata una provocazione diretta agli organizzatori di quest'anno: da bando non potresti usufruire di nulla di esterno al Corto smile2

Non credo fosse questo l'intento. Infatti il bando del concorso dice che il corto deve essere giocabile senza strumenti aggiuntivi, non che il lettore è obbligato a non usarli.

La differenza è sottile ma sostanziale e lascia libero il giocatore di fare ciò che più ritiene comodo, in base alle sue scelte e a ciò che ha disponibile nelle sue vincinanze. wink

Bene, forse stavolta ho azzeccato l'autore al TotoAutori bigsmile2

GGigassi
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Re:

gabrieleud ha scritto:


p.41
"Mi lanciai all’attacco con un potente gancio al volto; nel momento in cui lo colpii, così fece lui e sentii la mascella spezzarsi."
Sentii spezzarsi la mascella di chi, la mia o la sua?


As you know, Bob =  5
L'unico nostro interlocutore è messo lì per proporci un indovinello assurdo.
"Sono un essere deforme e demoniaco che abita le viscere della terra, mi contorco nel fango e la poltiglia è mia essenza. In quanto siffatta creatura, ho deciso che tutti quelli che PASSERANNO DI QUA saranno messi alla prova, e solo gli onesti sopravvivranno. Mangerò quelli che mentono per non offendermi."
Poco credibile, no?

Per me era ovvio che fosse la mia mascella a spezzarsi, nella sequenza del combattimento l'azione immediatamente precedente era il papagno del mostro. hmm

Sul mostro hai perfettamente ragione: quelli che compaiono nei miei sogni, ad esempio, si comportano sempre in maniera razionale, funzionale all'economia del sogno stesso ed evitando qualsivoglia simbolismo smile2

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Oltretutto il disegno è sbagliato: manca una linea curva in basso a sinistra, all'inizio della penultima riga

Hai ragione. Allora i conti tornano, la riga mancante è voluta e il numero dei simboli si regola di conseguenza.

Bravo autore misterioso, me l'hai fatta sotto il naso!

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

GGigassi ha scritto:

Sul mostro hai perfettamente ragione: quelli che compaiono nei miei sogni, ad esempio, si comportano sempre in maniera razionale, funzionale all'economia del sogno stesso ed evitando qualsivoglia simbolismo

Tanto più che è un parto della nostra mente, come ragiona il subconscio di questa persona?

(poi non ho mai capito perché, nei racconti, la morale degli indovinelli a tradimento è che bisogna dire sempre la verità... mai che venga premiata la menzogna, il biforcutismo, il sotterfugio...)

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Oltretutto il disegno è sbagliato: manca una linea curva in basso a sinistra, all'inizio della penultima riga

Hai ragione. Allora i conti tornano, la riga mancante è voluta e il numero dei simboli si regola di conseguenza.

Bravo autore misterioso, me l'hai fatta sotto il naso!

Allora era una cosa voluta? yikes
Diabolico, questo autore misterioso. Nno ci fossero state le soluzioni avrei fatto l'elenco dei paragrafi visitati a ogni giocata e poi avrei tentato quelli "vergini" hmm

GGigassi
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Re:

gabrieleud ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Sul mostro hai perfettamente ragione: quelli che compaiono nei miei sogni, ad esempio, si comportano sempre in maniera razionale, funzionale all'economia del sogno stesso ed evitando qualsivoglia simbolismo

Tanto più che è un parto della nostra mente, come ragiona il subconscio di questa persona?

(poi non ho mai capito perché, nei racconti, la morale degli indovinelli a tradimento è che bisogna dire sempre la verità... mai che venga premiata la menzogna, il biforcutismo, il sotterfugio...)

per me ci stava benissimo: il personaggio vuole sapere la verità sul mondo circostante/la sua condizione attuale.

GGigassi
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Re:

Eccomi qua. Riletto 4 volte, la prima sono morto male in poco tempo, per coglierne i particolari. Ben scritto, non ho trovato errori di sorta. Lettura coinvolgente, veloce, sa tenere il lettore incollato. Il tema credo sia centrato in pieno, il racconto trasuda terra da tutti i pori. Credo però sia al limite del regolamento, come già scritto da altri, il discorso di "carta e penna" che tra l'altro non mi hanno aiutato a risolvere l'enigma. Lo so, sono una pippa su certe cose, quindi dopo 5 minuti di riflessione sono corso a vedere nelle soluzioni come dovevo proseguire la storia.
Il finale con ritorno alla realtà mi ha lasciato un po' di stucco, pensavo si basasse tutto sulla fantasia.
Corto promosso a pieni voti.

Voto inviato a Anima di Lupo

What I have shown you is reality. What you remember, that is the illusion

sephirot0
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Re:

Il viaggio di questa settimana si svolge tutto nella mente del protagonista, ad eccezione del paragrafo finale. Premetto che non sono mai stato amante delle ambientazioni oniriche. Perché? Perché l'ambientazione onirica è fatta di voli pindarici e costrutti illogici ai quali viene dato un senso "perché sì, è un sogno, può accadere". 
In poche parole, spesso ho la sensazione che l'autore scelga di descrivere un sogno così non ha bisogno di concentrarsi sulla coerenza (c'è un passaggio illogico? Ma sì, è un sogno.)

Ma non è questo il giorno!

Nella prima parte del libro un'accozzaglia di situazioni improbabili - ma ben descritte - conduceva a tormentate instant death in cui il protagonista finiva inevitabilmente ingoiato dal fango. Uno penserebbe, alla quinta partita, che sarebbe rimasto intrappolato sotto terra per sempre.

Ma non è questo il giorno!

Qualche informazione sibillina suggerisce che il protagonista, di cui nulla ancora si sa, vive in un sogno.
Dài e dài si trova la via per raggiungere il fatidico p.33, porta di confine fra il regno degli incubi e la realtà. Ben pensato l'enigma, che mi ha tratto in inganno fino all'ultima rivelazione di Ggigassi. Dove ritenevo ci fosse un errore, ero invece stato gabbato dal pensatore, che si sarà fatto sane e meritate risate. Purtroppo lo stratagemma di rimuovere una delle curve non è ben sfruttata: la soluzione dà comunque il risultato 21 tanto a chi cade nel tranello quanto a chi ne scioglie il nodo. Con un pizzico di malizia in più, ci saremo trovati oggi a discutere di un signor indovinello.

Ma non è questo il giorno!

Superato lo scoglio della parete intarsiata, game over. I sette paragrafi che ne derivano sono in realtà un unico paragrafo (ma a questo punto, perché non accorparne un paio e concludere al p.50?)
Dal 33 all'epilogo, la scena è confusa, raccontata distrattamente. Si sente un rumore, un ululato, e il protagonista corre nell'oscurità - non abbiamo una descrizione di ciò che avviene attorno a noi, è tutto buio - e si arriva al p.6 che rappresenta il kleenex ascendente dell'incubo. Un essere con tre facce (di cui uno è il nostro riflesso) solleva da terra il dreamwalker. Le bocche potrebbero divorarlo.

Ma non è questo il giorno!

Ed ecco che il nostro eroe si risveglia, e l'arcano viene rivelato, e viene il bello. Rileggendo la storia (ad un livello più profondo, per rimanere in tema) si può ripercorrere il viaggio di questo sventurato che è rimasto bloccato da una frana.  La lotta mentale per riguadagnare la coscienza è resa in un clima claustrofobico, si comprendono e si perdonano le irrealtà. Tanta terra da sentirne il sapore. Come siano andate le cose, però, ancora non si sa.

In conclusione, dove a prima vista c'era inconsistenza, c'era invece concretezza. Ciò che appariva astratto era proiezione di realtà. La seconda lettura, dopo aver letto l'epilogo, svela più cose di quante non se ne apprendano percorrendo per cento volte i cunicoli a mo' di anellide. Rimane l'interrogativo di che cosa rappresenti l'essere opalescente che si incontra a fine storia.

Purtroppo non posso non tenere conto anche di certi aspetti negativi, già analizzati nel pagellone. La sezione finale del libro non offre alcuno spazio di "gioco" né di scelta, e per un concorso di narrativa a bivi, ciò è penalizzante.

PS: a voler essere proprio bastardi

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  ma davvero bastardi
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 , è sbagliato anche l'indovinello del p.28. Il testo dice che gli abitanti della Città della Verità dicono sempre il vero, quelli della Città della Menzogna mentono sempre. Perciò per raggiungere la Città della Verità, non possiamo limitarci a dire "Portami alla città dove vivi" perché questa richiesta non prevede che l'uomo parli. L'interlocutore menzognero potrebbe condurmi alla sua città senza dire una parola. La risposta migliore è "Dimmi se quella è la tua città." Se risponde di no, vado nell'altra città. Se risponde sì, vado in quella che ho indicato.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Fino all’ultimo, e anche alla luce dei commenti degli altri, ho rivisto la valutazione del Corto: inizialmente pensavo di non dargli un voto alto a causa di un probabile fuori tema, poi ho visto che il tema era azzeccato in pieno e mi ha entusiasmato ancora di più, finché sono emerse altre criticità.

Questo Corto è scritto decisamente bene, con uno stile molto elevato ed evocativo. Ogni tanto qualche scelta lessicale o sintattica mi ha dato l’impressione che a parlare fosse un vecchietto rincoglionito di fine ’800 invece di un uomo di fronte al suo destino, ma è successo poche volte. Purtroppo con un registro così alto gli errori grammaticali risaltano molto di più e sono come calci nei denti: “un’agghiacciante” e “un’enorme” riferiti a termini maschili, la virgola tra soggetto e verbo all’inizio del paragrafo 5…

La storia in sé è veramente molto suggestiva. Inizialmente pensavo che l’autore fosse andato fuori tema perché i riferimenti lovecraftiani erano preponderanti sulla “terra”, peraltro già non molto presente, ma il finale ha ribaltato questa opinione e ha rivelato la genialità dell’autore. Solo che questo finale, per quanto più originale di quello che temevo (pensavo che il protagonista fosse un vampiro!), è stato inizialmente un anticlimax micidiale, perché ha fatto precipitare il mondo onirico così ben tratteggiato in una situazione terribilmente concreta e materiale, quasi offensiva per il povero protagonista che fa la figura dello

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 scalatore inetto o fantozzianamente sfigato.
Però rileggendo il Corto si possono trovare delle corrispondenze tra la realtà e la sua interpretazione onirica, come ad esempio i vermi, quindi quel finale è giustificatissimo anche se alla fine un po’ d’amaro in bocca mi è rimasto.

La struttura iniziale del Corto secondo me è molto valida, con la possibilità di tornare sui nostri passi e di esplorare un “mondo” che ha un bel po’ di ambientazioni ed elementi suggestivi, resi quasi tridimensionali dalla particolare abilità affabulatrice dell’autore. Le instant death sono “giuste”: evitabili e punitive per chi vuole giocare in maniera incauta o troppo curiosa. Poi però arriviamo all’inevitabile punto dell’enigma, che tra l’altro per me è stato troppo difficile (ci ritorno dopo) e da lì in poi non si fa altro che procedere di paragrafo in paragrafo senza possibilità di deviare il percorso. A me inizialmente questa scelta stilistica è piaciuta, perché creava una forte suspense (anche se contemporaneamente mi dava la frustrante impressione che avessi dovuto fare qualcosa con qualche indizio che non avevo trovato), ma continuare così per 8 paragrafi è esasperante!
Lo so che è banale dire che un Corto avrebbe potuto essere sviluppato di più, ma in questo caso mi tocca ripetere la critica che si sente spesso da queste parti: le pagine sono solo 33 e i paragrafi 52 su 70 consentiti. Inoltre l’incontro con la creatura nel lago occupa ben 10 paragrafi, ed è un filone della storia assolutamente secondario: io l’ho scoperto a posteriori dopo aver finito il Corto. Poteva essere rimpolpato un po’ in altre parti e organizzato meglio, ecco.

L’enigma… come ho detto, per me era difficilissimo e non sono arrivato alla soluzione da solo ma ho dovuto consultare l’appendice. Oltre che difficile, è pure un enigma “bastardo” (bisogna capirne non solo la logica ma anche l’elemento che sfugge a questa logica, cioè la curva mancante in basso a sinistra) e finanche sbagliato: faccio mia la critica di Gabrieleud, più che sei zone distinte la “6” mi sembra un’unica area.
Più in generale, purtroppo credo che siano confermati i miei dubbi sulla necessità di mettere le soluzioni agli enigmi nei Corti di questo concorso: se non ci fosse stata la soluzione credo che avremmo discusso un po’ tra di noi per arrivare insieme alla soluzione, o anche solo per chiedere dettagli a chi l’aveva trovata, ma così ci siamo giocati questa possibilità, e con essa forse anche una pagina o due di discussioni in più in questo thread. Ma questa è una cosa che riguarda il bando e non il Corto in sé.

Tornando al quale, aggiungo ancora che l’impaginazione mi è sembrata elegante pur nella sia semplicità e devo dire che ho apprezzato moltissimo l’uso di apostrofi e virgolette canonici (mi pare sia il primo quest’anno!) e non quelli di NotePad, anche se il paragrafo 6 esordisce con uno al contrario. Non ho penalizzato gli altri Corti per questi dettagli, ma questo invece lo premierò.

Voto inviato ad Anima di Lupo (ma non c'è mai nessuno degli organizzatori quando voto? hmm )

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Voto inviato ad Anima di Lupo (ma non c'è mai nessuno degli organizzatori quando voto

Noi ci siamo sempre. Siete sempre tutti sotto osservazione. Il che è molto inquietante, lo so, ma è per il vostro bene... bigsmile

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Prima lettura in cui sono arrivato fino alla fine: sono rimasto spiazzato!
La scrittura è davvero pregevole, la descrizione in prima persona appare inusuale ma ben fatta (solo dà la scomoda impressione di considerazioni fatte dall'aldilà, se si considera che molti percorsi si concludono con un'ID in prima persona).
Tutto bello e misterioso, fino a che giunge l'ultimo paragrafo, e la prospettiva di tutto cambia.
Ci troviamo di fronte ad un corto forse ancora più enigmatico di Alla fine della terra, e dopo aver letto la fine del racconto la prima cosa che mi è venuta in mente di fare è rileggerlo per cogliere tutte le sfumature che alla prima lettura mi erano sembrate incomprensibili.
Solo che sono rimaste tali: le riletture successive non hanno chiarito cosa accare prima della fine, troppi punti restano oscuri nè si capisce se siano metafore, sogni, allucinazioni o cosa vogliano dire (l'idolo iniziale, il salto sulle pietre nella pozza di fango, il volto parlante, le pareti che cambiano colore, ecc.).
Spero che l'autore mi chiarisca questi dubbi, perchè pensavo che tutta la prima parte potesse essere una realtà "deformata", ma riconducibile a qualcosa di reale, cosa he invece non mi è parsa, almeno dopo diverse letture. O meglio, qualcosa lo è (es: gli animali striscianti), ma per altre cose non si capisce (il litorale con la scogliera verticale): insomma, tutta la prima parte poteva essere un po' più chiara a livello di ricordi e sensazioni pre-crollo.
Alcune situazioni, addirittura, mi sembrano giustificabili solo se vissute in un incubo, anche se non trovo giustificazioni nonostante questo (ad esempio, la maschera di terra che fa l'indovinello mi è parsa davvero troppo innaturale).
A proposito di indovinelli, ammetto di non averli capiti a pieno:
- quello dei simboli: chiari l'89 e il 53, ma il 6 cosa dovrebbe rappresentare?
- quello della città: giuro che non l'ho capito, il testo parla di "portare" mentre l'indovinello parla di "dire la verità o mentire". Un uomo che mente deve per forza mentire anche con le azioni?
Bisogna dire comunque che l'ultimo paragrafo, da solo, vale la lettura dell'intero racconto: la sua potenza è sconcertante, mi ha messo addosso un senso di tristezza e impotenza, la prima volta l'ho riletto 5-6 volte per realizzare apprezzare bene il colpo che l'autore assesta al lettore, ed è così maestosamente spiazzante che da solo è stato in grado di polverizzare completamente la rigiocabilità dell'intero corto! Come dire che una torta è così buona da bruciarti le papille gustative! Spettacolare! Qui mi inchino all'autore.

Concludendo: un corto molto strano, in cui sebbene la seconda parte non abbia bivi, l'epilogo finale è la ciliegina sulla torta, ma questa torta è stata fatta in modo così strano che è difficile apprezzarne il gusto, ancor più dopo aver mangiato la ciliegina.

Voto inviato a Anima di Lupo.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Questo è il racconto che fino a ora mi ha più interessato perché presenta in pari misura innovazione e ingenuità (facendomi propendere per l'ipotesi di un nuovo partecipante).

Direi che il tema è stato centrato in pieno: la Terra, in ogni sua possibile forma, è tutto attorno al protagonista (soprattutto sopra). È scritto meglio degli altri testi fino a ora letti ma l'autore misterioso pare essersi fatto prendere la mano dalla foga e ha infilato qua e là voli pindarici di cui non sentivo il bisogno. Il punto di vista in prima persona è innovativo ma non aggiunge nulla: tutto il testo avrebbe avuto la stessa potenza anche scritto in seconda persona.
Insomma, pare che tutto fili. O no?

I primi problemi li rilevo nelle meccaniche di gioco. Per esempio lo strano idolo viene nominato solo se lo gettiamo via, altrimenti non "sappiamo" di averlo quando ci viene chiesto più avanti. L'enigma numerico stona un po': in uno scenario onirico ci sta benissimo un indovinello "à la Gollum" (magari a tema con l'ambiente) ma il rompicapo geometrico è fuori posto. L'ultima stringa di paragrafi forse è voluta per aumentare la tensione ma per quello sarebbero bastati una divisione in capoversi o qualche finto bivio per dare l'impressione di potere ancora decidere.

Il finale è bellissimo, un vero pugno nello stomaco, ma non è privo di pecche. Insomma, io capisco che il corto sia

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 il delirio di un tizio sepolto vivo
ma non si capisce bene a quale sensazione/stimolo corrispondano i singoli episodi vissuti. Resta comunque un paragrafo molto bello che mi porta ad alzare la valutazione.

Voto inviato ad Anima di Lupo.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Si capisce subito che l'autore di questo corto non è un principiante con la scrittura. La narrazione scorre infatti non solo assai bene, coi giusti tempi e cadenze nel senso orizzontale della storia, ma scende anche dentro e scava nel personaggio e con lui, nel lettore. Mi è proprio piaciuta a tutto tondo: niente ripetizioni, niente periodi troppo lunghi o poco utili e niente refusi.
La storia in sé non è nulla di eccezionale (eccetto la rivelazione finale che cambia tutte le pseudo certezze che si era fatto il lettore fin lì) ma viene arricchita così bene dall'autore con la sua prosa profonda, variegata e perfettamente adattata al contesto sotterraneo e di turbamento-amnesia del protagonista che non può non emozionare.
L'autore è stato anche bravo ad introdurre con giuste dosi in conseguenza al bando, qualche oggetto da recuperare. Forse temendo di esagerare o meno pratico del settore "game" si è perfino troppo limitato.
L'enigma l'ho trovato un pò troppo difficile, non l'ho risolto neppure avendo intuito il meccanismo.
Complimenti all'autore misterioso, spero vivamente di leggere un tuo libro gioco di lunghezza classica.

Voto inviato a Lord Axim

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re:

Da dove cominciare per recensire questo Corto?
Ci sono tante cose positive da raccontare, in primo luogo la prosa suggestiva e onirica. Confesso che sin dall'inizio avevo percepito che il finale sarebbe stato a sorpresa, per cui il pugno nello stomaco nel paragrafo finale non mi ha preso di sorpresa: diciamo che avevo indurito gli addominali e ho sentito la botta, ma non così tanto da farmi stracciare le vesti per cantare lodi a squarciagola.
Bravo comunque l'autore per avere fatto sognare (e uso sognare perchè 'incubare' in italiano ha tutt'altro significato, ma sarebbe stato quello il termine piú corretto).
Il Corto mi pare anche ben curato per quanto riguarda la parte squisitamente tecnica: dei percorsi differenziati ed equilibrati tra di loro (almeno mi pare), nessun bisticcio con la grammatica o con la macchina da scrivere (metaforica), una discreta gestione del regolamento che non azzecca il numero di indovinelli e l'inventario.
Con due pecche, peró:
1) uno dei due indovinelli mi sembra buggato. Quello della città della Menzogna e della Verità infatti non l'ho capito. L'unico paragrafo che ci permette di proseguire è quello dove all'ipotetico abitante non viene permesso di parlare, quindi nè di mentire nè di dire la verità.
E quello del disegno, non capisco a cosa servano Carta e penna, si puó risolvere facendo i conti a mente.
2) la sequenza dei paragrafi finali senza scelta non si puó accettare in un Corto. Bisognava trovare una soluzione migliore.

Tolte queste due pecche veniali, il Corto merita di competere per la vittoria, sebbene non per l'olimpo dei Corti. La parte interattiva e la storia ingegnosa non sono qualità sufficienti per affrontare una competizione con Corti dove la parte gioco era molto piú sviluppata (non me ne vorranno a male gli organizzatori se faccio una velata critica al regolamento di quest'anno...).

Voto inviato a Zakimos

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
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Re:

Recensione di "Sotto Terra"



Secondo UFO di questa edizione: un trip metafisico nel profondo della psiche di una persona, nel quale incontrerà persone del suo passato che sono rappresentate in un modo metaforico.

Narrazione: Lingua pura, ben scritta e un'ambientazione molto interessante. All'inizio, temevo di sentire parlare di Antichi, di Prigionieri dei ghiacci o di cose simili. Beh, l'elemento Lovecraftiano c'è, ma non è il fulcro di questo Corto. Mi è piaciuto tanto il senso di claustrofobia di questa storia, il pericolo imminente, lo spaesamento del personaggio che attraversa il suo mondo interiore prima di incontrarne un altro, totalmente esterno a ogni realtà conosciuta. Perché, secondo me, il senso di questo Corto è quello: uno era implicato in un affare strano, tipo Codice Da Vinci, e doveva scappare da questo "Conclave Obscurum". Purtroppo, rimane bloccato sottoterra: forse avrà voluto nascondersi in una grotta che è poi franata (come il quel film con James Franco). Le ferite, la mancanza di cibo e d'acqua (o forse ha bevuto la propria urina) gli fanno fare un bad trip: visitiamo il Paradiso, il Purgatorio e l'Inferno personale del Protagonista, come una Divina Commedia alla rovescia. Complimenti al suo autore!

Divertimento: Esplorare i livelli di questo trip dantesco-dark è stata una buona esperienza. Forse manca qualcosa al livello ludico (vedere sotto), ma l'ambientazione originale e i suoi mille pericoli e orrori è molto efficace!

Giocabilità: Penso che questo sia il punto debole di "Sotto Terra". Gli enigmi sono di una difficoltà troppo diversa: quello delle due città è facilissimo, mentre quello con la forma geometrica è uno dei peggiori puzzle visti in 5 anni di Corti, e ho letto "True Path". Bene la successione di paragrafi a senso unico alla fine (dal punto di vista narrativo), ma ne riduce l'aspetto ludico: quando inizi questa successione, sai che il gioco è finito.

A proposito:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 il sei rappresenta le forme simili a quella dove il "6" è scritto. Anche se non si capisce subito perché non ci sono linee per separarle.
Conclusione:

Forse il migliore testo di questi Corti, almeno secondo me. Una buona esperienza con una narrazione potente e curata, un'impaginazione pulita e gradevole, ma qualche esitazioni per l'aspetto "game". Amico autore, continua così!

Voto inviato a Zakimos

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Sotto terra
Un incubo a senso unico

Un incubo a senso unico perchè alla fine se non incappi un una istant death, decisamente di classe, il finale è uno ed uno solo; anche se si tratta di un finale ad effetto che poi ti potrebbe far ripartire in una spirale di orrore. Che a pensarci bene dal finale, ne potrebbe nascere un altro bel proseguimento che ti potrebbe portare ad un finale simile e di li ripartire divorandosi e rinascendo.
Ma tralasciando il galoppo della mia fantasia, inizio (insomma ho già scritto un po...) col dire che la scelta dellla scrittura al passato mi ha lasciato un po perplesso, perchè è lontana dallo stile dei LG, dove normalmente è tutto al presente. Insomma questo sembra più un racconto guidato, che ha un suo perchè, che risiede nel finale. Ma è una scelta che non mi ha gustato tantissimo.
Non c’è ombra di dubbio che il narratore, abbia una padronanza di lessico e tecnica tale che lo fanno apparire come un capitano di lungo corso della scrittura; così come il racconto sia immaginifico ed ammali il lettore, ma proprio per questo sembra più un esercizio di stile.
Anche l’enigma numerico per me era abbastanza difficile (e oltretutto manca una riga sui triangoli) e senza la soluzione non ci sarei mai arrivato e anche la scritta che se hai foglio e penna puoi utilizzarli, mi sembra un po borderline con il regolamento.
Mentre l’enigma letterario, al primo tentativo ho cannato; ma li ci stava.
Concludendo sembra l’incrocio fra il primo ed il secondo corto: del primo per gli enigmi e del secondo per l’ambientazione e per la padronanza di scrittura

Giocabilità in qualsiasi luogo
Decisamente giocabile in qualsiasi condizione, anche se per godersi a pineo dell’atmosfear, se effettuato in un luogo tranquillo si gode di più.
Pro
- Padronanza di scrittura a livello di termini e lessico.
- La capacità di ammaliare il lettore.
-
Pro-Con Che sta in bilico sul bello o meno bello
- Il finale che se da un lato è agghiacciante e studiato bene, dall’altro ci si arriva in maniera passiva.
Contro
- l’utilizzo del passato per narrare.
- L’enigma numerico
-

Ipotesi genere
" Horror o fantascienza, magari la storia di uno zombie sotterrato.
Fantascienza no. Horror di stampo moderno si. Quindi come per il primo corto 50%

Centratura tema contest
Svolgendosi praticamente sotto terra il tema è stato centrato. Anche perchè il tema era ostico e se dovessi confrontarlo con Dardqualcosa, qui mi sembra più performante.
Tempo di lettura
Circa 1 ora.
Voto inviato in PM a LordAxim

Tomcat75
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Re:

babacampione ha scritto:


E quello del disegno, non capisco a cosa servano Carta e penna, si puó risolvere facendo i conti a mente.

ribadisco il mio pensiero: forse era una provocazione verso il bando di quest'anno wink

GGigassi
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Re:

Pirata delle Alpi ha scritto:

Perché, secondo me, il senso di questo Corto è quello: uno era implicato in un affare strano, tipo Codice Da Vinci, e doveva scappare da questo "Conclave Obscurum".

Una teoria che rivaluta il Corto ai miei occhi, e che rende il protagonista ben più che lo scalatore della domenica che mi era parso a una prima lettura applauso

Chissà se l'autore voleva veramente fare trasparire questo scenario.

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

babacampione ha scritto:


E quello del disegno, non capisco a cosa servano Carta e penna, si puó risolvere facendo i conti a mente.

ribadisco il mio pensiero: forse era una provocazione verso il bando di quest'anno wink

mah, sai che ogni tanto questo sospetto emerge nei commenti ai corti? anche gli anni passati è capitato che qualcuno avesse tali sospetti, ma mi sembrerebbe davvero strano partecipare al concorso per poi criticarlo, io negli anni in cui i temi non mi ispiravano semplicemente non ho partecipato.
Comunque ce lo dirà l'autore al termine del concorso

Piango perché una volta ero un fratello, ed ora non lo sono più (K.Von Erich)

djmayhem
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Re:

Un racconto lovecraftiano in piena regola!

(Anche stavolta procederò in modo caotico, per meglio conformarmi alle sensazioni provocatemi dal corto).

Molto curato, ottimamente impaginato.
Insolita e originale la scelta della prima persona e del tempo passato.
Proprietà di linguaggio decisamente sopra la media, ottime capacità narrative, probabilmente le migliori viste finora nel concorso di quest'anno e tra le migliori di sempre.
Tuttavia tengo a sottolineare che a volte la foga di usare vocaboli forbiti ha portato a un loro uso improprio. Faccio qualche esempio:
Par. 6: "effimero" vuol dire che ha breve durata; se la foresta è stata cristallizata per l'eternità, come fa la stasi a essere effimera?
Par. 12: l'uso iperbolico di "eone" secondo me è inadatto al registro del racconto (è un uso ironico, equivalente a "un secolo")*.
Par. 29: l'uso di "parossismo" senza un riferimento a uno stato d'animo ritengo non voglia dire niente.

*: il racconto ha un sapore molto lovecraftiano, ed è noto l'uso del vocabolo "eone" in una sua famosa "citazione" del Necronomicon (dove però è usato con un altro significato), quindi potrebbe essere stato un inserimento intenzionale da parte dell'autore (anche se un po' forzato).

Il corto di per sè non l'ho trovato particolarmente difficile. Sono andato avanti facendo sempre le scelte contrarie al mio istinto (gettare l'idolo, invece che tenerlo come farei per qualsiasi oggetto in un librogame; guadare una pozza di fango ribollente e nauseabonda, anzichè cercare di superarla per via aerea; fermarmi, anzichè fuggire, a vedere cosa sono quegli strani movimenti, anche se con ogni evidenza è un mostro; dire al mostro che è rivoltante, invece che mentire; etc), arrivando in fretta al par. 33. Dove non sono riuscito a risolvere l'enigma. Al che ho pensato "probabilmente mi sono perso qualche indizio per strada", ricominciamo da capo. Ho preso l'altra strada, stavolta sono morto un paio di volte, e sono sempre arrivato al par. 33.
Diciamo che nel corto si procede un po' a casaccio, le scelte in cui bisogna ragionare non sono molte, e sono quasi tutte del tipo "fai l'opposto di quello che faresti secondo logica".

Dei tre oggetti, due sono inutili (l'idolo può anzi portare a morte).

La scena al par. 46 ricorda la scena finale del film "Annientamento".

Al par. 33 trovo incompleto il fatto che non venga presentato un rimando dove andare nel caso non si riesca a risolvere l'enigma, in cui venga detto cosa succede (ID o qualsiasi altro epilogo), o anche solo una riga nello stesso paragrafo che contempli il caso in cui non si risolva l'enigma. Invece così, l'alternativa non esiste, il racconto rimane sospeso e senza conclusione. Cosa succede se non lo risolvo? Magari rimango intrappolato nell'incubo per sempre, chissà, può darsi, o può darsi di no, semplicemente non viene detto.

Inoltre l'enigma del par. 33 secondo me viola il regolamento. Se si è trovato il foglio di carta e la penna, li si può usare anche nella realtà per risolvere l'enigma, sennò bisogna andare a mente. Una soluzione molto elegante, tra l'altro inedita. Però contravviene alle regole del bando! C'è da dire che l'enigma si può risolvere benissimo a mente.

E parlando degli enigmi:
Quello del par. 28 è un vecchio noto enigma, formulato qui in una variante. Il fatto che vengano fornite le possibili risposte, laddove invece il fatto di essere a risposta aperta è la vera difficoltà di questo tipo di enigma, lo rende semplice da risolvere.
Quello del par. 33 in tutta onestà, pur avendo capito il significato dei tre numeri, non sono lo stesso riuscito a risolverlo e sono dovuto andare a guardare la spiegazione in ultima pagina.

Dopo l'enigma del par. 33 ben OTTO paragrafi di fila senza scelta!!! Che in realtà rappresentano un unico epilogo suddiviso in otto paragrafi. Capisco che ciò sia stato fatto per aumentare il pathos, ma al terzo paragrafo di fila senza scelta ho esclamato "ancora???", e in realtà ciò ha provocato l'effetto opposto di distrarmi dal contenuto. In un librogame è inaccettabile andare oltre i due paragrafi di fila senza bivi. Qui siamo a quota OTTO.

ID count: 10 su 52 paragrafi, il 19% (escludendo il cùl de sac del par. 33 nel caso in cui non si risolva l'enigma). Però se consideriamo la sequenza finale come un unico paragrafo, siamo in realtà a 10 su 45, ovvero il 22%.
Le ID sono tutte bellissime, ed è stato un piacere rigiocare il corto solo per incappare in una nuova morte.

Il finale, beh, mi ha colto di sorpresa, ma d'altronde cos'altro potevo aspettarmi in un racconto lovecraftiano? smile

Giudizio finale: un ottimo racconto dell'orrore, scritto benissimo e con maestria, che trasmette appieno un senso di angoscia e claustrofobia, con un finale a sorpresa che cambia il significato di tutto quanto si è letto prima.
Purtroppo l'aspetto game del corto è il punto debole: i pochi oggetti sono per lo più irrilevanti; i bivi sono pochi; l'enigma finale da risolvere obbligatoriamente per finire il corto non mi convince appieno.

Chicca: la possibilità di incontrare un Grande Antico (e impazzire nel processo).

Voto inviato a user_id=%userid%

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
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Re:

djmayhem ha scritto:

GGigassi ha scritto:

babacampione ha scritto:


E quello del disegno, non capisco a cosa servano Carta e penna, si puó risolvere facendo i conti a mente.

ribadisco il mio pensiero: forse era una provocazione verso il bando di quest'anno wink

mah, sai che ogni tanto questo sospetto emerge nei commenti ai corti? anche gli anni passati è capitato che qualcuno avesse tali sospetti, ma mi sembrerebbe davvero strano partecipare al concorso per poi criticarlo, io negli anni in cui i temi non mi ispiravano semplicemente non ho partecipato.
Comunque ce lo dirà l'autore al termine del concorso

Non dimentichiamoci che questo "confronto critico" dette origine all'indimenticato IO STO IN CRISI teach

GGigassi
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Re:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:


Par. 6: "effimero" vuol dire che ha breve durata; se la foresta è stata cristallizata per l'eternità, come fa la stasi a essere effimera?

Vero, non ci avevo fatto caso.
In merito alla sospensione se non si risolve l'enigma, io la trovo suggestiva. Tanto è una Instant Death e avanti non si va.

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:


Par. 6: "effimero" vuol dire che ha breve durata; se la foresta è stata cristallizata per l'eternità, come fa la stasi a essere effimera?

Vero, non ci avevo fatto caso.

Ma la pianta non si polverizza non appena la sfioriamo?

Quindi la stasi cristallizzata non è così solida ed eterna come appare all’inizio. smile

RaccontoGame SOTTO TERRA: Gioca Subito!


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DarkSeed
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Re:

Abeas ho notato solo ora il tuo “titolo”: Arkham Lêgãcy ¬...

WTF?!? XD

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DarkSeed
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Re:

DarkSeed ha scritto:

GGigassi ha scritto:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:


Par. 6: "effimero" vuol dire che ha breve durata; se la foresta è stata cristallizata per l'eternità, come fa la stasi a essere effimera?

Vero, non ci avevo fatto caso.

Ma la pianta non si polverizza non appena la sfioriamo?

Quindi la stasi cristallizzata non è così solida ed eterna come appare all’inizio. smile

bene, stavolta ho proprio azzeccato l'autore al Totoautori cool

GGigassi
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Re:

Tomcat75 ha scritto:

Anche l’enigma numerico per me era abbastanza difficile (e oltretutto manca una riga sui triangoli)

E' intenzionale.

Adriano e tutti quelli che fanno questa obiezione ha scritto:

- quello della città: giuro che non l'ho capito, il testo parla di "portare" mentre l'indovinello parla di "dire la verità o mentire". Un uomo che mente deve per forza mentire anche con le azioni?

Suvvia, non fate i pignoli.
"Portami" nel senso di "Dammi le indicazioni per arrivare a". Ma scritto così era troppo lungo e inelegante (soprattutto ripetuto quattro volte).
Data la natura dell'indovinello, si presume che l'interlocutore dia una risposta vocale.

DarkSeed ha scritto:

Ma la pianta non si polverizza non appena la sfioriamo?
Quindi la stasi cristallizzata non è così solida ed eterna come appare all’inizio. smile

La stasi (che vuol dire immobilità, non solidità) è eterna, non ha nulla a che fare col fatto che poi noi tocchiamo e rompiamo.

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re:

gabrieleud ha scritto:

"Non riuscii a trattenere le lacrime" cfr --> "piansi"
"Prima che riuscissi a riprendermi da parole così inaspettate il mostro s'inabissò" cfr --> "Il mostro s'inabissò, lasciandomi sbigottito."

Cfr. "letteratura" con "resoconto piatto".
La prima versione è molto più scenica e letteraria della banale seconda. E questa è un'opera letteraria, non un verbale di una riunione di condominio.
Non tutte le circonlocuzioni sono da evitare, anzi!

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re:

A - " [Travolto da una sconfinata tristezza], non riuscii a trattenere le lacrime" descrive un'azione che non è successa.
B - "Piansi" descrive ciò che è successo.

Essendo lapalissiano che la gente piange quando è triste, cosa deve immaginare il lettore nel caso A, che sia diverso dal caso B? Non è che scrivendo più parole ottieni una narrazione migliore.
( puoi leggere qualche spunto qui http://libroza.com/narrare-le-emozioni-dei-personaggi/ )

Vogliamo approfondire il sentimento, per renderlo più letterario? Allora bisogna descrivere ciò che succede, come se il lettore stesse osservando la scena da dentro il protagonista. Butto lì due frasi:
C - Lo stomaco mi si chiuse. Mi dolevano i muscoli della mandibola per quanto la stringevo. Trattenni il primo singhiozzo e anche il secondo. Al terzo singhiozzo gli occhi si riempirono di lacrime, che scesero gelide sulle guance. Mi asciugai col dorso della mano sinistra, ma altre lacrime caddero sulle tavole di legno del pavimento, formando macchiette scure. Il labbro inferiore tremava incontrollato.

Ho detto "tristezza"? No. Ho detto "piangere"? No. Lo vedi da te che il personaggio sta piangendo.
Per scrivere la C ho impiegato circa 20 minuti. Ho consultato un sito di anatomia per sapere se fosse meglio dire mandibola o mascella. Ho consultato un sito di grammatica per trovare sinonimi per le parole dolere, trattenere, stringere, macchie. Ho riflettuto cinque minuti per decidere se le lacrime fossero calde, fredde, o se era meglio non dare questo particolare (le lacrime escono a temperatura corporea, in un primo tempo scaldano le guance, ma poi l'evaporazione le fa raffreddare. È un dettaglio importante? Solitamente no. Ma mi è parso meglio lasciare una sensazione di freddo nel lettore in questo caso, volendo comunicare tristezza. Ad ogni modo per questa frase chiederei il parere di un editor). Nella scelta dei sinonimi ho optato per le parole con abbondanza di o, u, t, b, r. Poi ho pianto due volte per davvero, recitando ciò che ho scritto, e sistemando lo scritto se mi sembrava irreale. Ho spostato non so quante volte il "mi", eliminandolo e facendolo riapparire in vari posti.

È un capolavoro? No, uno scrittore professionista scriverebbe ancora meglio. Ma quello che ho scritto ti obbliga a prendere la telecamera, impiantarla dentro al cervello e farla spuntare dal foro in mezzo alla fronte. Ti obbliga a vivere da te stesso ciò che succede al protagonista.

Se il fatto di piangere non è molto importante per la storia, posso risolvere con il "piansi", senza bisogno di perifrasi ("non riuscii a non piangere").

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Ora torniamo un attimo sull'uso del "non+verbo".

È meglio scrivere ciò che succede, piuttosto che scrivere ciò che non succede (a meno che l'enfasi sia proprio sul mancato evento).

Facciamo ancora un esempio pratico:
A - Ho fatto un incidente col camion. Non sono riuscito a frenare.
hmm, che vuol dire quel non sono riuscito a frenare? Ci sono vari gradi di interpretazione, tutti plausibili stando a quanto narrato.

I1: Non so cos'è successo. Ho sbattuto il camion a tutta velocità contro qualcosa.
I2: Mi sono accorto tardi del pericolo. Non ho nemmeno messo il piede sul freno.
I3: Il camion davanti a me ha perso il carico. D'istinto ho schiacciato il freno, ma un secondo dopo c'è stato l'impatto.
I4: Il camion davanti a me ha perso il carico proprio quando stavo per sorpassarlo. Ho schiacciato il freno fino in fondo. Le ruote hanno fischiato, ma avevo poco spazio e sono finito addosso a un mucchio di libri.

Cento lettori diversi avranno cento diverse interpretazioni di cosa voglia dire "non riuscire a" fare qualcosa e vedranno cento scene diverse, nessuna delle quali è esattamente ciò che l'autore voleva dire.

Se ci fosse stato scritto qualcosa tipo "B - Quel cretino dell'LKW Walter giallo ha preso una buca e gli si è aperto il telone. Mi sono aggrappato al volante. Ho premuto il freno con tutto il mio peso sulla gamba e ho chiuso gli occhi. Un secondo dopo ho centrato i quattro bancali di "Cronache del Mondo Emerso", capiscono tutti la stessa cosa.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Non vi è chi non veda che usare i verbi con un non davanti non è quasi mai una buona idea, a meno che non si voglia rendere il testo ridondante e rendere la lettura non scorrevole.

Detto questo, l'importante come sempre è la moderazione smile.

Zakimos
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Re:

gabrieleud ha scritto:


Essendo lapalissiano che la gente piange quando è triste

Sì può piangere di felicità, di dolore, dal nervoso (non sempre per un'esperienza negativa) hmm

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Sì può piangere di felicità, di dolore, dal nervoso (non sempre per un'esperienza negativa)

E anche di commozione (che a sua volta può avere molteplici cause)... wink

RaccontoGame SOTTO TERRA: Gioca Subito!


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DarkSeed
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Re:

DarkSeed ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Sì può piangere di felicità, di dolore, dal nervoso (non sempre per un'esperienza negativa)

E anche di commozione (che a sua volta può avere molteplici cause)... wink

lacrime sul mio viso ora scendono

le mie mani si tendono

per te che ora te ne vai


cantava infatti Little Tony. Il quale ci fornisce ulteriori esempi:

un bimbo forse piange perché a fame,
una madre forse piange quando prega
un uomo piange solo per amore
amore ti ringrazio perché piango anch'io per te

GGigassi
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Re:

Recensione
Non sono d'accordo con Gabriele nelle sue critiche: è vero, qualche frase si può giudicare prolissa o imprecisa, ma è veramente un difetto o quanto meno un difetto rilevante?
Non penso che l'obiettivo dell'autore fosse scrivere un capolavoro di forma e di iper-realismo, e penso abbia fatto bene a concedersi ogni tanto qualche licenza poetica.
Il focus del corto era veicolare un'idea, e ritengo che i mezzi con cui sia stata espressa siano più che adeguati.
Per quanto mi riguarda, però, è proprio nell'idea che si annida il punto dolente del racconto, non l'ho trovata così brillante da giustificare un corto.
Il finale è abbastanza telefonato, si può intuire già dai primi paragrafi: considerando l'atmosfera onirica e il contesto, mi sarei stupito se nell'epilogo si fosse scoperto che siamo sani, allegri e all'aperto.
Ho capito grossomodo anche l'enigma delle forme, ma non sono riuscito comunque a risolverlo, perché consideravo solo i 2 cerchi esterni.
A mio parere, è troppo difficile da interpretare. Sarebbe un dettaglio trascurabile, se non fosse che gli enigmi sono solo due e l'altro è vecchio al punto da risultare abusato.
Concludo riportando alcune considerazioni che avevo espresso per il corto precedente.
A quanto pare, siamo nell'anno delle sperimentazioni; ben venga, ma occhio a non esagerare!
Per quanto risulti gradevole immergersi in un delirio letterario ed è interessante cambiare punto di vista, è però vero che una storia con un filo logico e coerenza è diversa da progettare rispetto a una in cui "tutto è concesso" per via dell'ambientazione assurda.
Per la mia visione della letteratura, scrivere un racconto astratto è molto più difficile perché è sottile il confine fra sperimentazione e puro nonsense fine a sé stesso, e anche in questo corto ho più volte percepito che si andasse in quest'ultima direzione.
Oltretutto, vale veramente la pena di rendere interattivo un racconto del genere? Secondo me, no. Anche se in parte ne giova l'immersione, io, da lettore, quando mi approccio a un librogioco, mi aspetto ci sia anche un "gioco", che richieda da parte mia un qualche tipo di partecipazione.
Nel momento stesso in cui scopro che questa non è veramente rilevante (al massimo finisco in una ID che non mi dice niente di nuovo), che gli enigmi sono inesistenti, e che il mistero da sciogliere è un po' banale, sicuramente subentra la delusione. E non è vero che non si poteva fare altrimenti, vedi il corto "Alla luce del buio" che per quanto mi riguarda è un capolavoro assoluto.

In conclusione, il giudizio finale è né più, né meno (anche se per motivi in parte diversi), quello che ho dato al corto di settimana scorsa. Si lascia leggere, ma non sarà qualcosa che mi ricorderò a lungo.

Voto inviato ad Anima di Lupo

FinalFabbiX
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Re:

FinalFabbiX ha scritto:

Recensione
Non sono d'accordo con Gabriele nelle sue critiche

Alla fine di sto concorso Gabrieleud prende un sacco di mazzate  smile

Piango perché una volta ero un fratello, ed ora non lo sono più (K.Von Erich)

djmayhem
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djmayhem ha scritto:


Alla fine di sto concorso Gabrileud prende un sacco di mazzate  smile

smile2  smile2

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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djmayhem ha scritto:

FinalFabbiX ha scritto:

Recensione
Non sono d'accordo con Gabriele nelle sue critiche

Alla fine di sto concorso Gabrileud prende un sacco di mazzate  smile

Ortografia 4  angry

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

FinalFabbiX ha scritto:

Non sono d'accordo con Gabriele nelle sue critiche: è vero, qualche frase si può giudicare prolissa o imprecisa, ma è veramente un difetto o quanto meno un difetto rilevante?

Sì.

Trovami un manuale di scrittura che argomenti come l'essere prolissi renda migliore il testo. O che suggerisca di essere un po' più imprecisi, poiché ciò migliora la qualità del testo.

Intervista a Gianrico Carofiglio

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Little Tony ha scritto:

un bimbo forse piange perché a fame,

4 anche per Tony

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

djmayhem ha scritto:

FinalFabbiX ha scritto:

Recensione
Non sono d'accordo con Gabriele nelle sue critiche

Alla fine di sto concorso Gabrileud prende un sacco di mazzate  smile

Ortografia 4  angry

eh ma io non stavo parlando di te ma dell'utente Gabrileud

Piango perché una volta ero un fratello, ed ora non lo sono più (K.Von Erich)

djmayhem
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Re:

gabrieleud ha scritto:

Little Tony ha scritto:

un bimbo forse piange perché a fame,

4 anche per Tony

Ma come, un insigne enigmista come te non sa che nei rebus è previsto l'uso di "à" invece di "ha"?! yikes

Nei rebus, appunto (e nella poesia aulica) e dubito che chi ha trascritto la canzone volesse farne uno.

GGigassi
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Re:

gabrieleud ha scritto:

FinalFabbiX ha scritto:

Non sono d'accordo con Gabriele nelle sue critiche: è vero, qualche frase si può giudicare prolissa o imprecisa, ma è veramente un difetto o quanto meno un difetto rilevante?

Sì.

Trovami un manuale di scrittura che argomenti come l'essere prolissi renda migliore il testo. O che suggerisca di essere un po' più imprecisi, poiché ciò migliora la qualità del testo.

Intervista a Gianrico Carofiglio

Notoriamente i manuali di scrittura, così come tutti quelli che riguardano un'attività creativa non solo pratica, vanno bruciati o al massimo usati per avere uno spunto su cui basarsi per fare il contrario. A scuola ci insegnano che si scrive soggetto-verbo-complemento oggetto, quindi Gadda "sbaglia"? Ci sono anche manuali di regia, tanti per limitarmi a un altro solo esempio, che dicono che le inquadrature non devono durare più di 3 secondi per non stancare lo spettatore. smile2
Il libro di Carofiglio che hai indirettamente citato non riguarda la letteratura, è uno di quelli che ha scritto a margine della sua carriera di autore di fiction per rimpolpare giustamente un po' le royalties, è sulla falsariga di La Manomissione delle Parole, bellissima lettura ma ora che non fa più il magistrato né l'europarlamentare mi aspetto molto di più... L'ultimo appena uscito l'ho letto l'altro giorno, 16,50 euro per 170 paginette...
E guarda che anche Carofiglio divaga che è un piacere (ah, le "annotazioni mentali" dell'Avvocato Guerrieri quando incontra vecchi compagni si scuola! bigsmile2 ) e proprio La Manomissione delle Parole era di un prolisso ammalliante, l'ho adorato.

Non so se hai mai letto Gianluca Morozzi: in un romanzo (ma chissà qual era, forse L'Era del Porco) c'è la scena della presentazione di un libro e tra il pubblico un critico accalorato dice all'autore che quello che ha scritto va contro le regole. Al che l'autore gli risponde che andare contro le regole sarebbe stato bloccare il pallone con la mano in area di rigore (o una roba così, non capisco niente di calcio), perché esiste un regolamento del gioco del calcio, ma non ne esiste uno codificato per la letteratura: se avesse voluto, l'autore avrebbe potuto scrivere tutto il romanzo al condizionale. Non andrebbe venduto una copia, ma non sarebbe stato "sbagliato".

GGigassi
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Re:

Ma... quindi... non esiste nulla che possa far migliorare l'arte di raccontare una storia... uno ci nasce o non ci nasce...
Si può studiare disegno, teatro, regia, marketing, ma la letteratura no, non ha regole da imparare, si basa sul gusto personale, è quello che decreta la capacità o meno di un autore. La narrativa non è un'arte da raffinare ma un talento da sgrezzare. I grandi autori non hanno studiato nulla, non hanno migliorato lo stile col tempo e coi consigli, erano nati imparati... e chi non nasce imparato deve accontentarsi delle parole altrui...

Scusate, scusate tanto, non avevo capito.


https://www.massimopolidoro.com/mestier … ttore.html

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

A scuola ti dicono anche che più il tema è lungo, più alto è il voto che prendi. Ti premiano se il tema è lungo. Sei castigato se è corto. Ti dicono che devi usare parole difficili, e i periodi vanno concordati con un certo virtuosismo.
Scrivere difficile è scrivere meglio? Naturalmente no, ma ti danno un voto alto se lo fai. Solo che stai usando la parola come arma per distanziare quelli che ne capiscono meno di te. Ed ecco che la scrittura, da strumento di comun(icaz)ione, diventa strumento di potere.
Guardate come siamo bravi noi che sappiamo scrivere così complesso. Noi siamo la legge e il professore, noi parliamo in questo modo che è ricco e giusto. Voi del popolo usate espressioni facili, semplici, e perciò vi meritate la bocciatura e la derisione. L'importante è usare tante parole, trattenere a lungo la soglia d'attenzione del pubblico. Se non capirà ciò che dico, è colpa sua che non ha ben studiato. Non nostra! Non è nostra responsabilità far sì che ciò che diciamo sia ciò che avevamo in mente di dire. È di chi legge e non riesce a capirla, e se ne va dicendo al vicino "torniamo a casa, questi ne sanno molto più di noi e non abbiamo modo di dire la nostra".

Io ho annunciato con precisi particolari perché è meglio scrivere in un modo piuttosto che in un altro.
Se mi sono sbagliato, vorrei saperlo.

Da che fonti attingo per sapere come si scrive un buon testo?

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Buonasera popolo dei Corti!
Pubblico i giudizi della Triade in leggero ritardo (come la tradizione  vuole che accada almeno una volta per edizione teach )

Recensione di LordAxim

Un corto dalle descrizioni evocative, un sapiente uso dei colori e una narrazione onirica caratterizzata da tratti in chiaroscuro molto efficaci. L’atmosfera è cupa, quasi disperata, un incubo dal quale pare non esserci uscita: decisamente ben realizzato dal punto di vista narrativo. L’aderenza al bando è accettabile.
Ci sono però delle piccole note dolenti che con un surplus di attenzione avrebbero innalzato ulteriormente l’opera: l’enigma numerico, invero di difficoltà medio alta, non ha un paragrafo di sfogo in caso di mancata soluzione. Si rimane “bloccati sotto terra”. Certe descrizioni sembrano monche, ma questo non ritengo sia un difetto penalizzante perché in una proiezione onirica possiamo ammettere anche questo “mezzo” per il fine ultimo della creazione di una descrizione narrativo-psicologica.
Che la via verso il paragrafo finale sia comunque un epilogo ineluttabile è, tuttavia, una nota dolente.
L’originalità non manca, certamente le atmosfere possono essere un po’ penalizzanti per chi si approccia con una aspettativa di lettura più leggera.
In definitiva il mio voto è……

Recensione di Zakimos

Sotto Terra parte col botto grazie alla sua impaginazione. Troppo spesso sottovalutiamo questo aspetto nella presentazione di un corto e invece è fondamentale: presentare un testo ben formattato, chiaro e strutturato in modo corretto non serve solo dal punto di vista estetico, aiuta anche nella comprensione del testo e in questo caso, trattandosi di un corto "criptico", è doppiamente importante.
Rispetto a "Alla fine della terra", altro corto sperimentale di quest'anno, in questo caso però l'atmosfera onirica deriva più dallo stile usato che dagli eventi narrati, anche se l'autore non lesina situazioni "da incubo" che sono probabilmente il piatto forte del tutto, o quanto meno ciò che io ho gradito di più (mi riferisco in particolare all'incontro con la creatura di fango). Le scelte stilistiche portano con loro anche qualche problema di ritmo - nulla che non si potesse risolvere con un po' più di limatura, comunque. L'esperienza insegna che è meglio scrivere poche parole quando il concetto da trasmettere è denso e capita in alcuni frangenti che le parole in "Sotto Terra" siano un po' troppe: è un peccato perché indebolisce un messaggio che colpisce invece come un maglio di ferro arrivati alle fasi finali.
Spendo due parole anche sull'uso dell'io passato: l'ho trovata una scelta rinfrescante per staccarsi dalla solita e abusata seconda persona presente e non ho avuto problemi con l'immedesimazione.
Il finale è ovviamente l'altro enorme punto di forza del corto: è il migliore letto finora e riesce alla perfezione a essere un cliffhanger efficace ma senza lasciarti la delusione di non sapere come la storia proseguirà dopo - anzi, il bello sta proprio in quell'istante in cui ti chiedi "e ora?". Inutile dire che è anche uno dei corti che meglio ha centrato il tema di quest'anno.
La parte gioco è ben strutturata se si esclude alcuni elementi negativi abbastanza marcati, che quindi risaltano con più forza. Li avete citati già tutti: l'enigma con i cerchi è avulso dal resto, quello delle bugie è strutturato male (le persone non "dicono bugie" per rispondere alla nostra domanda) e la sequenza di 8 paragrafi senza bivi alla fine è davvero inaccettabile.
È un peccato, ma per quanto si tratti di difetti evidenti il mio giudizio complessivo sull'opera resta assolutamente positivo.

Recensione di Anima di Lupo

Leggendo il primo paragrafo, la cosa che ho notato subito di questo Corto è stata la scrittura con il passato remoto, aspetto che forse hanno notato tutti, perché risalta abbastanza ed è insolito per un'avventura a bivi. Apparentemente uno potrebbe pensare "non cambia nulla" ma secondo me non è così.  Il "Tu" non si batte. L'uso della seconda persona nei LG mette in luce un'immedesimazione da Oscar. "Vuoi seguire quel sentiero nella foresta?" Oppure "Vuoi tornare indietro al villaggio e prendere la strada maestra?"
"Vuoi tu fare le cose?" ti porta dentro il libro, c'è poco da fare. E in un LG, l'immedesimazione si piazza al 1° posto nella classifica dell'importanza dei parametri.
Qua abbiamo un "mi svegliai" come se raccontassi a qualcuno una vecchia storia, una vicenda accaduta tempo fa. Tutto ciò è accaduto a me, non ci sono dubbi (non come in Fire*Wolf, dove nemmeno accadono a te le cose perché é appunto questo Fire*Wolf che fa questo e fa quello...per carità!) ma è un po' come essere davanti al camino a raccontare la storia alla nipotina. Siamo un po' distanti dall'azione, dalla scena.
Fortunatamente, l'autore scrive bene e tampona la falla spazio/temporale con un lessico più che all'altezza e con una costante suspense che mi ha tenuto incollato al Corto dall'inizio alla fine.
Ma c'è un'altro aspetto che mi ha colpito al p.1 (il primo paragrafo va sempre molto curato, sia in un Corto che in un LG. Qua non abbiamo a che fare con un romanzo lineare. Qui dobbiamo catturare l'attenzione del lettore subito! Sennò quello si fa una brutta impressione e sono guai): la statuetta deforme e grassa, descritta brevemente ma molto bene, che squarcia le nubi su un'orizzonte fantasy.
Leggendo il racconto cammineremo sempre su questo filo sottile chiedendoci: dove siamo realmente?
Sì, sembra fantasy, ma lo è? Non ne siamo mai realmente convinti. E perché? Mi sono chiesto.
"Perché tutto è troppo astratto e di noi non sappiamo nulla" ho pensato. Finché non scopro chi sono o cosa sono non posso collocarmi nello spazio e nel tempo.
La bravura dell'autore è stata anche quella di tenerlo nascosto fino all'ultimo. Riservandoci quindi qualcosa in più di un colpo di scena.
E, badate bene, non sto parlando del personaggio ma di noi lettori. Lui in certi passaggi sembra sapere benissimo chi è. Quello che non sa è dove è. Emblematico il paragrafo 27 nel quale si domanda qual è lo scopo ultimo di quel viaggio, di quella situazione che lui stesso giudica assurda e folle ma non si domanda chi è. Invece al p.12, davanti alla creatura che sembra uscita dalla fervida mente di uno dei saggi creatori dell'età d'oro dei librigame, si apre completamente ammettendo di non ricordare nulla, neanche il proprio nome. C'è sempre, vedete, un certo distacco tra Noi e Lui, che allontana l'immedesimazione totale come fosse un elastico che all'altro capo ha invece la stessa (ottima) penna che cerca in tutti i modi di abbagliarci con la curiosità in ogni angolo del percorso. E questo elastico si allontana da noi quando capiamo che a parlare è Lui, il personaggio, e si avvicina quando palesemente siamo noi a decidere le azioni, anche se le abbiamo fatte tanto tempo fa.
Siamo dunque persi in questo Gormenghast senza uscite e dalle mille stanze ma che viene descritto in maniera infinitamente più moderna di Peake (manca quella cadenza prolissa e ridondante, infatti). Anche qua si può gustare ogni parola come nella trilogia novecentesca, anzi si deve gustare ogni parola. Pena la perdita della bellezza della prosa e del viaggio. La trama diventa quasi secondaria e sono gli eventi particolari di ogni paragrafo che ci incuriosiscono e vorremmo davvero saperne di più.

Dal punto di vista della giocabilità, il Corto è un torrente. Semplice e impetuoso (due esempi: visto l'inganno del tema che potrebbe apparire fantasy, al p.9 è fortissima la tentazione di interagire con le entità esterne, credendo magari che sia importante... Così facendo finiamo invece nell'ID del 22. Nella staffetta p.23/p.48/p.36 invece, oltre all'angoscia che traspare dal testo per la presenza degli arti umani che fuoriescono dalla parete di ossidiana, non abbiamo una scelta semplice perché toccare quella mano tremante porta con sé un abbandono della propria sicurezza. La mano è il primo organo con il quale scopriamo il mondo, quando diamo la mano a un altro gli accordiamo la nostra fiducia e se non lo stimiamo gliela stringiamo di certo mal volentieri. Quindi saremmo più propensi a non toccare nulla questa volta. Invece come sappiamo la ricompensa sarà la Lacrima trasparente.) fino al suo delta dove si adagia fin troppo, allargandosi in una serie di paragrafi lineari che magari hanno un senso come pathos letterale ma in un contesto tecnico come il nostro risultano eccessivi. Comunque, sono forse l'unica nota stonata in un racconto davvero ben scritto e costruito. Si poteva fare qualcosa? Sì. Si doveva fare qualcosa. Lo spazio c'era.
Ottima invece la gestione degli oggetti.

Chiudo con un passaggio che mi ha colpito al paragrafo 13, mentre "camminiamo" lungo la scogliera: "avevo la sensazione di essere l'unico vivo in un mondo morto" si legge. Ed è così. Spesso la prima sensazione che abbiamo è quella più giusta. Poi veniamo fuorviati da mille tesi e altrettante congetture, nostre e di altri che bramiamo di seguire perché nella vita serve una guida. Ma spesso la primissima sensazione che abbiamo dentro è quella giusta.
Questo passaggio non mi ha comunque permesso di capire il "segreto" del Corto, davvero ben nascosto.

Complimenti all'autore! Per me, una delle opere migliori quest'anno.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re:

Grazie alla Triade per l'aggiornamento tempestivo

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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gabrieleud ha scritto:

Da che fonti attingo per sapere come si scrive un buon testo?

nessuno può dirti come si scrive un "buon testo" in generale, tutt'al più in contesti specifici e limitati. In libreria trovi Paolo Nori come Walter Siti come Alessandro Piperno. Due mi piacciono e uno mi fa cagare, ma non penso certo che quello dei tre che aborro scriva "sbagliato": il suo stile è quello.

Tanto per far fruttare i 16,50 euro che mi ha estorto Carofiglio (in realtà l'ultimo libro non è male, ma dannazione, solo 170 paginette dopo una anno e mezzo di magra...), ti cito la parte in cui dice che tutti ci costruiamo delle categorie in cui inserire le cose e le persone. Per te usare tanti avverbi in -mente è sbagliato, ma dipenderà anche dal contesto, no? Anche solo per dare una certa musicalità al testo. hmm

Beato te che avevi delle maestre alle elementari decisamente più stimolanti della mia, fautrice delle solite minchiate sul fatto che non bisogna ripetere uno stesso termine troppe volte o fare frasi troppo lunghe smile2  (vabbeh, alle elementari può starci)

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Per te usare tanti avverbi in -mente è sbagliato, ma dipenderà anche dal contesto, no?

Difatti il problema non è usarne pochi o tanti. È usarli quando non servono, quando non aggiungono niente alla storia, ma tolgono tempo e spazio. Per esempio quando il protagonista "osserva attentamente" o "corre velocemente".

Nel mio pagellone ho spiegato ("dettagliatamente") quando aveva senso usarli e quando no.

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gabrieleud
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gabrieleud ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Per te usare tanti avverbi in -mente è sbagliato, ma dipenderà anche dal contesto, no?

Difatti il problema non è usarne pochi o tanti. È usarli quando non servono, quando non aggiungono niente alla storia, ma tolgono tempo e spazio. Per esempio quando il protagonista "osserva attentamente" o "corre velocemente".

Nel mio pagellone ho spiegato ("dettagliatamente") quando aveva senso usarli e quando no.

per te non aggiungono niente alla storia e tolgono spazio. Se uno osserva "attentamente" me lo vedo tutto concentrato con gli occhi mezzi chiusi, se uno corre "velocemente" penso che abbia veramente il diavolo alle calcagna e non stia facendo jogging.
E poi perché non allungare un po' il brodo? Sì, parlo con te, Gianrico!

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Se uno osserva "attentamente" me lo vedo tutto concentrato con gli occhi mezzi chiusi,

Io lo vedo invece con gli occhi molto spalancati.

Ma che differenza c'è fra osservare e osservare attentamente? Se l'autore vuole spiegarmi meglio che il personaggio sta osservando "attentamente", torniamo alla vecchia questione: descrivimi cosa succede. Dì che il protagonista prese la bottiglia, la avvicino fino a un palmo dal naso, e con un monocolo ficcato nell'occhio destro studiò i caratteri corsivi minuscoli dell'etichetta.

Allora sì che ha osservato attentamente.

Oggi ho letto sul giornale che i datori di lavoro non vogliono "provare a mettere alla prova" i ragazzi disabili. E per fortuna che a scuola mi dicevano che leggendo i giornali si impara a scrivere. Mah.

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gabrieleud
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Re:

GGigassi ha scritto:

E poi perché non allungare un po' il brodo?

Perché la soglia di attenzione del lettore non è infinita. Se puoi raccontare la stessa storia con 1000 parole non ne devi usare 2000.

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gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

GGigassi ha scritto:

E poi perché non allungare un po' il brodo?

Perché la soglia di attenzione del lettore non è infinita. Se puoi raccontare la stessa storia con 1000 parole non ne devi usare 2000.

dipende dal lettore bigsmile2
I voli pindarici sono così belli se si sanno scrivere rolleyes

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Notoriamente i manuali di scrittura, così come tutti quelli che riguardano un'attività creativa non solo pratica, vanno bruciati o al massimo usati per avere uno spunto su cui basarsi per fare il contrario

Quindi i manuali di chitarra, di canto, di scultura, di falegnameria sono del tutto inutili?

GGigassi ha scritto:

Ci sono anche manuali di regia, tanti per limitarmi a un altro solo esempio, che dicono che le inquadrature non devono durare più di 3 secondi per non stancare lo spettatore.

Irrilevante in narrativa, che è ciò di cui stiamo parlando.


GGigassi ha scritto:

Al che l'autore gli risponde che andare contro le regole sarebbe stato bloccare il pallone con la mano in area di rigore (o una roba così, non capisco niente di calcio), perché esiste un regolamento del gioco del calcio,

Non è affatto contro le regole. La regola 12 del calcio dice che toccare volontariamente il pallone con le mani comporta un calcio di punizione diretto (o di rigore). Quindi, se tu tocchi il pallone con le mani, ti viene assegnato un calcio di punizione contro. Non è una situazione che vada contro le regole, è anzi ben definita dalle regole. Una situazione in cui si va contro le regole è quando l'arbitro ammonisce due volte un calciatore senza espellerlo.
In italiano la costruzione normale è soggetto-verbo-oggetto, se cambi questa costruzione ottieni altro. Se usi il verbo prima del soggetto, di solito ottieni una domanda. Se sposti l'oggetto ottieni enfasi. Se parli con oggetto-soggetto-verbo non stai parlando italiano, ma giapponese. Se usi due soggetti, due verbi, non concordi fra i numeri e i generi, vai contro le regole della grammatica.

Se vuoi fare narrativa devi però applicare anche le regole della narrativa. Non cambiare il punto di vista, attenersi al tempo verbale della narrazione, svolgere la vicenda tenendo conto del tempo reale della storia. Se il protagonista è inseguito, le descrizioni devono essere rapide, essenziali. Se ha tempo di esplorare si potranno scoprire i dettagli dello scenario.
Sono regole fisse, ferree? Certo che no. Sono in continuo miglioramento, ci sono autori che sperimentano in continuazione per trovare metodi migliori. Queste regole cambiano se stai scrivendo di avventura o di romanticismo.

Non so cosa tu voglia dire con "allora Gadda sbaglia". Diciamo che tu vai a un corso di chitarra e ti insegnano a suonare da seduto, con le dita. Certo, se sei Jimi Hendrix puoi suonare coi denti, ma capisci da te che suonare coi denti non è uno dei talenti richiesti per essere additati come bravi musicisti. Così come studi musica puoi studiare narrativa. È una cosa che si impara, come tutte le altre abilità. Una volta che hai imparato le basi per scrivere bene, quando ne sai come Proust o Calvino puoi fare come ti pare.

Se pensi che le regole che vado ripetendo siano sbagliate, c'è un modo molto semplice per farmi cambiare idea. Dimostralo.

Nel calcio, il modo migliore per far capire a un allenatore che il suo metodo è sbagliato è fare quello che dice lui.
Quindi prendi una qualsiasi delle regole che ho detto, ribaltala e scrivi due paragrafi osservando la regola e poi facendo l'esatto opposto.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

mi sa che si sta divagando dal topic...
Gabri perché non apri invece un thread apposta? mi pare che sia un tema interessante per tutti

Piango perché una volta ero un fratello, ed ora non lo sono più (K.Von Erich)

djmayhem
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Re:

gabrieleud ha scritto:



Se pensi che le regole che vado ripetendo siano sbagliate, c'è un modo molto semplice per farmi cambiare idea. Dimostralo.

Vai in una libreria e acquista 10 libri diversi per nazionalità ed epoca: avrai la dimostrazione. wink  Se poi non ti piace la Nothomb (punti di vista variabili) né Bacchelli (termini istentatamente desueti e costruzioni delle frasi che volevano ricalcare il latino) né Robbe-Grillet (decostruzione ossessiva) né Paolo Nori (...), beh: non piacciono a te, non mandarmeli dietro la lavagna smile2
(Robbe-Grillet e Paolo Nori sì, anche con qualche sonora bacchettata)

Non è che le tue regole sono sbagliate: sono solo regole. Non tutti sono obbligati a seguirle.

In effetti stiamo andando OT, ma almeno abbiamo rimpolpato un po' questo thread hmm
Spero che il concorso dei Corti di quest'anno non venga ricordato solo per questo hmm

PS: non sono così sicuro che Jimi Hendrix suonasse la chitarra coi denti, mi sa di bufala come il pipistrello "mangiato" da Ozzy Osbourne.

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

Vai in una libreria e acquista 10 libri diversi per nazionalità ed epoca: avrai la dimostrazione.

Perché andare in una libreria quando posso allungare la mano e trovarli in casa? Ad ogni modo non vedo come prendere il Genji Monogatari e Fondazione & Terra, più altri 8 libri possa smentirmi.

La tesi che stiamo discutendo è che mostrare è meglio che raccontare. È indifferente il fatto che in un altro tempo, in un'altra epoca, in un'altra lingua, sia stato pubblicato qualcosa di diverso. Non aggiunge nulla alla discussione.
E poi perché dovrei fare io lo sforzo? Io ho documentato con abbondante dettaglio perché va mostrato e non raccontato. Tu non hai fatto nulla per dimostrarmi il contrario, hai solo detto "non è vero" e "non tutti fanno così". Che non è un argomento a sfavore, è solo un'asserzione vuota.

GGigassi ha scritto:

Se poi non ti piace la Nothomb (punti di vista variabili) [...]né Paolo Nori (...), beh: non piacciono a te, non mandarmeli dietro la lavagna

Quando mai ho inserito i miei gusti personali fra le regole che ho esposto? Avrai notato che per ogni Corto ho postato la mia valutazione suddivisa in due post: in uno eseguivo un'analisi della tecnica narrativa, suddivisa per punti e cercando di essere più preciso possibile per distinguere gli aspetti di valutazione; nell'altro dicevo le mie impressioni sul Corto. Mai ho mischiato le mie personali opinioni col giudizio sulla tecnica (quando l'ho fatto, l'ho reso esplicito).

GGigassi ha scritto:

Non è che le tue regole sono sbagliate: sono solo regole.

Purtroppo non sono nemmeno mie. Non le ho inventate io.


Non descrivere una emozione, falla accadere
Ernest Hemingway, USA 1899-1961

Sii conciso. Non è un caso che il Discorso di Gettysburg sia così breve. Le leggi della scrittura in prosa sono immutabili come quelle del combattimento, della matematica, della fisica.
Ernest Hemingway, USA 1899-1961

“Ricordati che la prosa è architettura, non decorazione di interni”.
Ernest Hemingway, USA 1899-1961

Un racconto deve avere una sola atmosfera e ogni frase deve essere costruita tenendo conto di quest’atmosfera.
Edgar Allan Poe, USA 1809-1849

La strada per l’inferno è lastricata di avverbi
Stephen King, USA 1947-(dichiara di essere ancora vivo)

Il passaggio da tenere sempre a portata di mano: ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio
Italo Calvino, Cuba/Italia 1923-1985

Cerca di eliminare le parti che i lettori tendono a saltare. Pensa a cosa salteresti tu leggendo un romanzo: fitti paragrafi che trovi abbiano troppe parole, per esempio.
Elmore John Leonard Jr. USA 1925-2013

Se è possibile eliminare una parola, eliminatela sempre.
George Orwell Gran Bretagna 1903-1950

[L'autore] dirà ciò che intende chiaramente, senza confondere le acque.
George Orwell Gran Bretagna 1903-1950

utilizzerà la parola giusta e non una sua cugina di secondo grado
George Orwell Gran Bretagna 1903-1950

rinuncerà a ciò che non serve
George Orwell Gran Bretagna 1903-1950

Non credere però che la grammatica sia tutto. Frasi scritte con un eccessivo rispetto delle norme grammaticali possono diventare rigide e poco “vere”. Ricordati infatti che lo scopo della fiction non è la correttezza grammaticale ma far accomodare il lettore e poi raccontargli una storia.
Stephen King. USA 1947

è sempre meglio preferire la forma attiva dei verbi rispetto alla forma passiva.
Stephen King, USA 1947

Anche gli avverbi, come la forma passiva, sono elementi caratteristici dello scrittore timido e come tali vanno evitati.
Stephen King, USA 1947

Durante la riscrittura devi essere molto severo con te stesso. Devi soprattutto snellire. Togli le divagazioni, elimina le spiegazioni inutili, pulisci lo stile.
«Se non riesci a sacrificare il 10% conservando gli elementi fondamentali della narrazione, vuol dire che non ci hai provato fino in fondo.»

Stephen King, USA 1947

Non siete Proust. Non fate periodi lunghi.
Umberto Eco, Italia 1932-2016

Questa gente non ha pronunciato queste frasi aprendo il balcone ed irrompendo sui passanti, per poi ritirarsi nei propri appartamenti come i cucù. Si tratta di osservazioni estrapolate da saggi o addirittura da lezioni accademiche sull'argomento. Ad esempio, Calvino aveva preparato un ciclo di sei lezioni da tenere ad Harvard nelle quali intendeva insegnare a scrivere.

Ma non vorrei passare per uno che si appella alla fallacia logica dell'autorità. Può essere che questi signori abbiano scritto buoni romanzi senza sapere il perché, che fossero semplicemente convinti di aver trovato delle buone regole, ma che il successo dei loro scritti risiedesse in tutt'altro motivo.

Capita.
Anche Michelangelo ha fatto le sue cappelle.

Così, da due anni a oggi, oltre a studiarmi il significato di "Show, don't tell" (da usarsi sempre se si è capaci di non annoiare) mi sono anche preoccupato di studiare il pensiero degli antagonisti, ovvero di coloro che sostengono che Tell è meglio di Show. Lo faccio con una certa frequenza, nel timore di affossarmi in un bias cognitivo: se ho torto, preferirei scoprirlo.

Il più grande sostenitore del Tell, o per meglio dire, il primo risultato sul motore di ricerca, è James Lofquist. Opere di James Lofquist:
1) Tell, don't show.

Nel quale si dice "sì, c'è un nocciolo di verità nello Show don't tell."
E in cui l'esempio principe è: "l'autore deve decidere se dire che la protagonista è nervosa, oppure se dimostrarlo visivamente. L'autore potrebbe dire che la protagonista si sta mangiando le unghie. Fra le due opzioni quale è meglio? Io preferisco la prima: la seconda opzione è una generica espressione di ansia e denota pigrizia da parte dello scrittore."

Quella di Lofquist è un'idiozia bella e buona.
Immagina di essere a teatro e sul palco c'è una donna seduta, immobile. Il regista potrebbe averle detto di tremare, di muoversi a scatti, di guardare fuori dalla finestra. Invece il regista solleva un cartello, rivolto alla platea, con scritto "lei è nervosa".
Che arte!

Commedia d'amore, al termine del primo atto il comprimario e la protagonista si dichiarano amore eterno, promettono di sposarsi. Sipario.
Prima che si apra il sipario sul secondo atto, interviene il regista sul palco e dichiara ad alta voce: "fra il primo atto e il secondo, il rivale cattivo uccide il promesso sposo. Lei ancora non sa chi è stato. Via al secondo atto."
Ma Cristo, faglielo recitare a loro!

E magari non ti dà fastidio quando nei film il regista non trova di meglio che fermare l'immagine, puntare il personaggio con una freccia gialla e far dichiarare alla voce fuori campo "questo è Tim, il riparatore. Sembra molto socievole, ma... tenetelo d'occhio! La sua cassetta degli attrezzi è molto particolare."
*puke*

Naturalmente, lo show don't tell potrebbe non essere la cosa migliore che abbiamo a disposizione. Se c'è di meglio, aspetto esempi.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

GGigassi ha scritto:


La tesi che stiamo discutendo è che mostrare è meglio che raccontare.

Ma no, nessuna tesi da discutere e dimostrare: ci sono solo stili diversi, che possono piacere o meno a seconda del vissuto, delle aspettative e della cultura del lettore. Nessuno è meglio di un altro, e anche se lo fosse non mi interessa comunque scoprire qual è. Se Chabon mi dice che negli '30 i ragazzini avevano un decino in più in tasca per comprarsi i fumetti non è che mi interessa sapere come erano fatti i soldi e come erano fatti i chioschi.

Tra i citati, oltre a paraculi alcolizzati che scrivevano della Guerra di Spagna belli comodi in alberghi di lusso, hai messo pure Elmore Leonard: tu hai letto Tishomingo Blues? Beh, io l'ho appena finito, ed è esattamente il contrario di quello che l'autore dice di fare smile2

E si potrebbero trovare miliardi di altre citazioni a suffragare una tesi piuttosto che un'altra (spesso disattesa dallo stesso che l'ha enunciata, come è inevitabile che sia), non ricordo chi diceva che se uno esprime un concetto con 200 parole invece che con 100, allora è il padrone del mondo.
Ma, come dicevo, non ho nessuna tesi da portare avanti. La letteratura è un mondo talmente vasto che è assurdo per me valutare le singole opere con il medesimo criterio.

E comunque siamo abbondantemente OT hmm  (tanto più che siamo intervenuti solo io e te, quindi della cosa agli altri non importa molto sad )

GGigassi
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Re:

Non so gli altri autori, ma sicuramente Proust, Joyce, Kafka e Dostoevskij, universalmente riconosciuti tra i più grandi romanzieri di tutta la storia della letteratura mondiale, non hanno seguito nessuna scuola di scrittura.

L'equivoco di fondo è che quelle che state chiamando "regole", non sono regole, al più "consigli di buona scrittura".
Non esistono "regole di scrittura". Esistono "regole grammaticali", quelle sì.

La maggior parte dei consigli di gabrieleud nei suoi bellissimi pagelloni, sono appunto solo consigli di miglioramento del testo. Non enumerazioni di regole violate.

Le regole consigli di scrittura sono suggerimenti che, a meno di non essere scrittori professionisti, è spesso consigliabile seguire.
Ma, ribadisco, non sono regole.
La cosa di seguire un solo punto di vista, di mostrare e non raccontare, di evitare gli avverbi, di evitare i doppi aggettivi e altre fisse che spesso si leggono, sono tutte "regole" ampiamente violabili, se uno lo fa intenzionalmente e sa quello che sta facendo.

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
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Re:

Come dicono molto saggiamente alla Audemars Piguet: "to break the rules, you must first master them."

Dubito si possa sintetizzare meglio una così grande verità.

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DarkSeed
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Re:

GGigassi ha scritto:

gabrieleud ha scritto:

GGigassi ha scritto:


La tesi che stiamo discutendo è che mostrare è meglio che raccontare.

E comunque siamo abbondantemente OT hmm  (tanto più che siamo intervenuti solo io e te, quindi della cosa agli altri non importa molto sad )

A me interessa moltissimo invece, ma sarebbe meglio continuare a leggervi in un topic dedicato :-D

È bellissimo vedersi sfoggiare una cultura del genere e sto leggendo consigli utilissimi.

Zakimos
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Re:

Zakimos ha scritto:



È bellissimo vedersi sfoggiare una cultura del genere e sto leggendo consigli utilissimi.

solo io ho l'impressione che Zakimos ci stia prendendo per il culo? smile2

GGigassi
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Re:

Allora. Purtroppo nelle ultime settimane non ho avuto tempo di scaricare e giocare le ultime avventure, ho ripreso oggi. Non voterò quindi l'ultima avventura in modo che siano annullati i miei primi tre voti e non ci sia una mia votazione parziale che esclude le due avventure che non ho potuto votare.
Su questo un piccolo appunto: la votazione è un deterrente alla partecipazione: l'iscrizione, lo scarico in formato fixed come il PDF, l'arrivo scaglionato dei testi, il tempo massimo per la votazione settimanale, il log al forum, i link delle avventure persi nei thread di un sotto-thread: non sono problemi insormontabili, ma ci vuole proprio tanta voglia.
Come questo commento: l'ho già scritto tutto una volta, ho fatto "invio" ma era scaduto il timing ed è scomparso nel nulla. Ma ora l'avventura.
L'avventura merita tanto, mi è piaciuta sotto molti aspetti: la scrittura, l'uso delle allegorie, il simbolismo. C'è una compattezza e una omogeneità delle immagini funzionale. Solo qua e là avrei limato alcune espressioni che utilizzano un linguaggio un po' forzato, ma si tratta di cose marginali.
Il difetto (perché c'è un difetto) è l'enigma matematico: in tutte le strade in cui mi ci sono imbattuto ho pensato "ok" e ho chiuso (non ho finito quindi tutta la storia). Perché lo trovo un elemento distraente, poco omogeneo con il resto della narrazione e infilato forzatamente per dare maggiore longevità alla storia. Ma non funziona e IMHO ammazza il lettore occasionale.
Mi scuso per la brevità, ma riscrivendo tutto per la seconda volta ho finito l'energia.

fbrzvnrnd
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Re:

Puoi usare la votazione jolly che al termine del concorso ti permette di votare un corto che non hai fatto in tempo a votare

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re:

fbrzvnrnd ha scritto:

il log al forum, i link delle avventure persi nei thread di un sotto-thread: non sono problemi insormontabili, ma ci vuole proprio tanta voglia.

ahinoi, hai ragione. Anche io che sono un utente relativamente vecchio rimango malissimo quando cliccando il link ai Corti vado nella sezione di TUTTI i Corti anno per anno e non direttamente a quello in corso. Ma è una cosa che era già stata evidenziata l'anno scorso o quello prima da un utente che diceva che appunto non aveva partecipato alle votazioni perché il concorso era un po' "nascosto".

GGigassi
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Re:

fbrzvnrnd ha scritto:

Allora. Purtroppo nelle ultime settimane non ho avuto tempo di scaricare e giocare le ultime avventure, ho ripreso oggi. Non voterò quindi l'ultima avventura in modo che siano annullati i miei primi tre voti e non ci sia una mia votazione parziale che esclude le due avventure che non ho potuto votare.

Il sesto corto è ancora in votazione, e con la settimana di votazione jolly puoi recuperare un corto non votato.
Considerato che uno l'hai scritto tu, in questo modo li puoi votare tutti.

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re:

SOTTO TERRA - Un rapido post mortem

Quando uscì il bando del concorso, a ottobre, io e la mia ragazza (che è grafica e illustratrice) decidemmo di creare un corto visuale, fatto di sole immagini; avevamo già un bel canovaccio, supportato da diverse idee interessanti. Come troppo spesso accade però - e il buon Murphy ama sempre ricordarci - un imprevisto intensificarsi dei suoi impegni lavorativi ne vanificò sul nascere la realizzazione.

Un po' scocciato e un po' scorato, interpretai la cosa come l'ennesimo segno del destino che non fosse aria; così non pensai più ai corti fino a metà febbraio quando, durante una serie di riflessioni più ampie, mi dissi che avevo proprio bisogno di concludere qualcosa, di vedere la fine di una mia creazione. Ed ecco che mi tornò in mente il concorso e decisi, proprio all'ultimo, di partecipare, con l'obiettivo di concludere un racconto e di vederlo "in pasto" al pubblico.

Nasce così "Sotto terra", in quattro intense sessioni notturne dell'ultima settimana utile, quella della consegna. Da dove? Da un'idea che mi era già frullata in testa varie volte, quella di creare uno spin-off di "Soli nelle Tenebre" dove il lettore potesse vivere una parte della storia non raccontata nel libro, dove potesse vedere una parte che, altrimenti, sarebbe rimasta nascosta.

Quindi leggendo "Sotto terra" e "Soli nelle Tenebre" si avrà la visione completa di quello che successe a quel poveretto, rimasto imprigionato sotto una frana. Infatti tutto quello che accade nell'incubo di "Sotto terra" non è casuale, ma il parto onirico di ciò che il nostro sepolto vivo ha visto, incontrato, percepito nel corso della sua storia in "Soli nelle Tenebre".

Ora veniamo alle note dolenti: l'essermi ridotto all'ultimo ha comportato una serie di nodi che, come mi aspettavo, sono venuti al pettine. La scarsità di tempo e la relativa complessità del racconto hanno chiesto un pegno sul fronte della cura e della revisione. Ecco quindi spiegati i refusi, il testo non sempre ottimale e snello come avrebbe dovuto essere, i due rami narrativi non perfettamente bilanciati e la parte finale senza bivi.

Nessuno di questi difetti mi rende felice, anzi, ma l'ultimo è quello che mi è dispiaciuto di più, sia perché ha di fatto ridotto l'efficacia del corto - e sapevo che mi sarebbe costato parecchio wink - sia perché su carta avevo tutto il grafo degli eventi finali, ma non ho avuto il tempo di svilupparlo.

La cosa positiva è che nulla andrà perduto e convoglierà nella versione finale - riveduta, corretta e comprensiva di tutti i feedback ricevuti durante il concorso - in appendice a "Soli nelle Tenebre". Grazie, ancora una volta, a tutti! smile

E ora, l'enigma grafico: altra pezza dell'ultimo momento! In origine doveva esserci un altro enigma, illustrato dalla mia ragazza, che purtroppo non ha fatto in tempo a realizzare nemmeno lui. Quindi ho dovuto improvvisare all'ultimo, inserendone uno che poco si legava con il racconto (complimenti a quelli che si sono accorti della "discrepanza" nell'uso del foglio e della penna e no, non c'era alcun intento polemico con il regolamento, anzi!)

Easter egg: la locazione della scogliera e quella delle braccia omaggiano due opere di Zdzislaw Beksinski, artista polacco che amo moltissimo e di cui, prima o poi, realizzerò l'idea antica di un racconto/romanzo dove ogni luogo ed evento narrati sono la trasposizione di una delle sue splendide opere.

Qui potete vedere le due omaggiate da "Sotto terra":

https://www.facebook.com/zdzislawbeksin … 541551556/
https://www.facebook.com/zdzislawbeksin … 758291556/

Partecipare al concorso è stato davvero divertente, utile e istruttivo. Grazie a tutti, organizzatori, autori e votanti: è stata una gran bella cavalcata! wink

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DarkSeed
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Re:

DarkSeed ha scritto:

Quindi leggendo "Sotto terra" e "Soli, nelle tenebre" si avrà la visione completa di quello che successe a quel poveretto, rimasto imprigionato sotto una frana. Infatti tutto quello che accade nell'incubo di "Sotto terra" non è casuale, ma il parto onirico di ciò che il nostro sepolto vivo ha visto, incontrato, percepito nel corso della sua storia in "Soli, nelle tenebre".

Ottimo! Quindi il Corto è uno spin-off di un testo che ancora deve essere pubblicato?

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

Ottimo! Quindi il Corto è uno spin-off di un testo che ancora deve essere pubblicato?

Esattamente! XD

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DarkSeed
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Re:

mai avrei immaginato un simile retroscena! yikes

Pensavo che fosse un lavoro indipendente, se non altro il concorso ti sarà stato utile come laboratorio sperimentale "in vitro", come d'altra parte dici anche tu.

GGigassi
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Re:

GGigassi ha scritto:

mai avrei immaginato un simile retroscena! yikes

Pensavo che fosse un lavoro indipendente, se non altro il concorso ti sarà stato utile come laboratorio sperimentale "in vitro", come d'altra parte dici anche tu.

Partecipare al concorso è stato molto utile, sotto molteplici aspetti: un’esperienza parecchio divertente e istruttiva.

Inoltre il confronto con il “mondo esterno” è sempre un grande arricchimento ed è indispensabile per prendere piena coscienza dei confini della realtà. smile

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DarkSeed
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Re:

Congratulazioni per il secondo posto! applauso
Confermi o smentisci che uno degli incontri del corto (che ti fa impazzire e conduce a ID) è con un Grande Antico? bigsmile

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

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Re:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Congratulazioni per il secondo posto! applauso
Confermi o smentisci che uno degli incontri del corto (che ti fa impazzire e conduce a ID) è con un Grande Antico? bigsmile

Grazie Abeas! smile

Per quanto riguarda l'incontro di cui parli è certamente con un'entità esterna, al di là della concezione umana della realtà. L'omaggio è chiaro anche se - più che ai Grandi Antichi - è rivolto agli ancor più potenti (e inconcepibili) Dei Esterni. wink

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DarkSeed
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Re:

Complimenti per il secondo posto.
E ancora complimenti per lo splendido paragrafo 52, che cade sulla testa del lettore come un fulmine a ciel sereno!

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Adriano ha scritto:

Complimenti per il secondo posto.
E ancora complimenti per lo splendido paragrafo 52, che cade sulla testa del lettore come un fulmine a ciel sereno!

Grazie mille Adriano! Sono contento che il colpo di scena finale ti sia piaciuto molto. smile

Sto facendo tesoro di tutti i consigli e le critiche ricevute in sede di giudizio per revisionare il racconto nella sua versione definitiva.

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DarkSeed
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