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GGigassi ha scritto:

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 Ci sono due paragrafi, il 12 e il 26, che non si possono raggiungere e che a loro volta rimandano a paragrafi con numeri non coerenti (75 e 102, ma i link di destinazione potrebbero essere giusti). Se fossero “scarti di lavorazione” rimasti da una precedente stesura non sarebbe un errore grave, tanto non si possono raggiungere. Se invece la loro presenza “nascosta” è una scelta deliberata sarebbe più grave, perché andrebbe a scontrarsi con il bando (se fossero raggiungibili in qualche modo l’autore avrebbe dovuto scriverlo nelle soluzioni).

Li ho interpretati come easter eggs

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

la Pasqua è vicina, in effetti.
Mah, non mi convince molto - non la tua interpretazione, ma l'inserimento dei due paragrafi tanto per intorbidire artatamente le acque.

GGigassi
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Re:

Ah, peraltro LordAxim nel primo post ha indicato dopodomani come ultimo giorno per votare questo Corto smile2
Lo avevo notato ma mi ero scordato di segnalarlo prima wink

GGigassi
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Re:

Ops! mi son sbagliato ma naturalmente tenete valida l'indicazione nel titolo, quindi naturalmente si può votare fino al 17 marzo

In questo libro il protagonista sei TU!

LordAxim
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Re:

Sono rimasto piuttosto deluso. Date le premesse, mi aspettavo un nuovo FERMATE MONNA LISA, invece mi sono trovato davanti a un racconto la cui unica (quasi) interazione possibile è la scelta del punto di vista da cui guardare gli avvenimenti che porteranno alla stessa identica conclusione, anche se in un paio di paragrafi (il 2 e il 7) i percorsi divergeranno per un istante. Lo stesso discorso vale anche per la “seconda parte” in cui non ci sono più i colori: tutte le strade portano a un unico finale.

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 La meccanica che l’autore mette in campo, fingere di dover raccogliere indizi per andare a un paragrafo segreto, dovrebbe stimolare il lettore a giocare più volte cercando questi fantomatici indizi, fino a scoprire che in realtà è tutto uno scherzo e che l’autore si è preso gioco di noi.
Sapendo che (correggetemi se sbaglio) non ci sono né finali nascosti né ID la rilettura è molto meno appassionante, oltre al fatto che sinceramente del passato dei tre uomini non è che mi importasse molto. E le mie scarsissime conoscenze di geologia e agraria non mi hanno permesso di apprezzare la competenza di cui invece l’autore ha dato prova.
Nulla da dire sullo stile di scrittura, pur con qualche fisiologico refuso (“scomparse” al posto di “scomparve”, “congiurare” invece di “scongiurare”, ecc.) ma anche per questo credo che la destinazione ideale del Corto avrebbe dovuto essere un concorso di letteratura canonica, non il concorso dei Corti.

Voto inviato a LordAxim

GGigassi
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Re:

Sembra incredibile ma sono riuscito a raggiungere una zona ancor più remota dell'India! Nel momento in cui scrivo non sono nemmeno sicuro di poter postare questo commento (lo sto salvando sul block notes del cellulare per sicurezza). Ancora una volta saró giocoforza, causa difficoltà logistiche e di connessione, più breve del solito.  Confesso che il corto di questa settimana mi ha lasciato perplesso. L'idea di fondo, impiegare i colori per differenziare i percorsi e la narrazione mi sembra di base geniale, una delle poche potenzialmente rivoluzionarie in cui mi sia capitato di imbattermi negli ultimi anni a livello di narrativa interattiva. Il modo in cui é stata impiegata però mi lascia molto perplesso. Non mi dilungo troppo sulle altre caratteristiche del lavoro perché il suo succo sta nella struttura fuori dalle righe e nel tentativo di innovare il genere che l'autore ha fatto con la sua proposta. Tutto il resto é corollario, per quanto ben fatto. Lo stile narrativo dell'opera é infatti buono, la premessa sicuramente intrigante (i trattori neri inviato dal futuro per depredare i campi sono una grande idea, che oltretutto lascia spazio a futuri approfondimenti sul tema, visto che molto viene lasciato all'immaginazione del lettore), l'introduzione desta curiosità a partire dall'idea di dettagliare i personaggi secondari identificandoli (l'incipit di nonno Gino e compagnia mi ha convinto) e anche l'individuazione delle nostre controparti (specialista di campo, tecnico di laboratorio e infiltrato) é fantasiosa e stimolante. Insomma sono partito gasatissimo e già ero pronto a gridare al capolavoro.
Poi mi sono imbattuto nella postilla regolamentare sulle scelte: i colori servono a differenziare le diverse parti dei paragrafi destinate a ognuno dei personaggi e in ognuno di essi é obbligatorio leggere una parte di colore diverso.
L'impostazione mi é sembrata subito confusionaria e inizialmente ho addirittura pensato di essere stato io a non aver capito bene il meccanismo. Poi rileggendo mi sono accorto che le cose stavano esattamente come avevo compreso: é necessario leggere la storia dall'inizio alla fine e le nostre scelte sono specificatamente legate alla possibilità di decidere, paragrafo per paragrafo, quali dei tre specialisti interpretare. Con l'obbligo di non seguire le vicende dello stesso per più di un paragrafo.
Un taglio simile porta il lettore a seguire la storia con estrema difficoltà, perché la consecutio va a farsi benedire, e a coglierne solo scampoli. Ho pensato che una scelta del genere da parte dell'autore potesse avere come obiettivo quello di farci rileggere più volte il racconto per aumentarne la longevità, obbligandoci a molteplici sessioni allo scopo di conoscere tutti i risvolti della vicenda. Non mi piace come soluzione ma concettualmente ci può anche stare: il problema più grave é un altro. Di fatto noi non abbiamo nessuna possibilità di influenzare la storia. Qualunque scelta facciamo, anche nella seconda parte, la narrazione non si scosterà minimamente dal binario prestabilito e la storia avrà una evoluzione e una conclusione secondo dinamiche uniche e preordinate dall'autore. In pratica così viene snaturata l'anima stessa del racconto a bivi. Il concetto di scelta é stato reso "laterale": non influiamo sull'evoluzione della vicenda ma scegliamo di volta in volta da quale punto di vista osservarla. Ho trovato questo approccio molto meno coinvolgente e divertente di quello canonico. Si tratta di una mia personalissima opinione e può darsi che dipenda completamente da me tale risposta non entusiastica. Sono un appassionato di vecchia data e probabilmente fatico più della media ad adattarmi a simili innovazioni. Però complessivamente il corto non é riuscito ad acchiapparmi e ho faticato molto sia a seguire le fila della trama che a immedesimarmi nei personaggi. In linea generale lo ritengo un tentativo coraggioso e l'idea di fondo merita di essere approfondita e riproposta in versione 2.0, smussandone gli angoli e cercando probabilmente anche di cambiarne in qualche modo il contesto di applicazione. L'autore oltretutto ha dimostrato di avere la fantasia e le capacità narrative per farlo. Il  giudizio finale del sottoscritto é quindi positivo, più che sufficiente: il mio vissuto non pienamente soddisfacente e la sensazione di confusione che ho provato leggendolo mi impediscono però di piazzarlo sul mio personalissimo podio finale.
Voto inviato ad Anima di Lupo.

Prodo
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Re:

Prodo ha scritto:


ho addirittura pensato di essere stato io a non aver capito bene il meccanismo.

yikes Dai, Prodo, non ci credo! Deve essere l'aria dell'India ad averti confuso smile2
Qui nessuno ha avuto alcun problema a capire le regole.

Cioé... hmm

GGigassi
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Re:

Prodo: la connessione debole mi farà essere meno prolisso del solito
*scrive un pippone più lungo di quello di qualsiasi altro utente*

firebead_elvenhair
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Re:

Questo corto è anomalo per diversi motivi:
- trama: un racconto incentrato sull'invasione di trattori provenienti dal futuro a caccia di zucchine e cipolle... WTF?!?!?!?
- struttura: beh su 33 paragrafi ci sono solo una manciata di bivi, già questo basterebbe... La struttura a sottoparagrafi con l'alternanza dei personaggi è a dir poco strana.
- protagonisti: anche qui siamo oltre la normalità. Nella prima parte si muove una squadra di tre protagonistri, con narrazione in terza persona plurale, al passato. Nella seconda parte il protagonista è uno, con narrazione in prima persona singolare, al presente. Più strano di così...
- scelte: forse la cosa più strana di tutto il racconto. Se all’inizio sembrava ci fossero degli enigmi, l’happy ending fisso ha rivelato non solo che gli enigmi non ci sono, ma che alla conclusione della storia ci si arriva qualsiasi cosa faccia il lettore… Non ci sono veri bivi (tutti quelli che ho letto erano fasulli), nè scelte da fare: portano tutte alla stessa fine, cioè la storia prosegue in quel modo nonostante tutto.
Cioè, cavolo, quando verrà creato il grafo di questo racconto, sarà più o meno una linea retta.
Il corto, quindi, non ha scelte, non ha bivi, non ha enigmi, non ha parte ludica... L'unica cosa su cui si regge sono i personaggi e la loro storia, anche se c'è da dire che nonostante questa pochezza l'impianto si regge in maniera sufficiente.
Per dire due parole sui personaggi:
-  il tecnico di campo è il classico protagonista positivo, a tratti anche banale;
-  l'addetto al laboratorio è l'esatto opposto: una persona odiosa, cinica, quasi priva di valori;
-  l'infiltrato è persino peggio, un inquietante psicopatico che sghignazza alla lettura delle scene di morte, e rimane con quel ghigno stampato sul volto... e tra l'altro pare essere pure un assassino;
-  e poi c'è Ermanno, forse il vero protagonista (fosse anche per il fatto che è l'unico la cui narrazione è al presente), che sembra forse il personaggio più completo, buono ed equilibrato, per poi rivelarsi il più viscido e malato: non solo picchia la moglie ed è glaciale con il figlio/figlia, ma addirittura si gioca al lotto il numero dei morti rinvenuti nelle varie provincie... un personaggio che fa ribrezzo anche solo all'idea di doverlo guidare nelle scelte degli ultimi paragrafi.
Poi c'è il collega di Ermanno, forse il più "umano e normale" di tutta la storia (anche se mette profonda tristezza e malinconia) e, per chiudere, i trattori che secondo me sono lasciati in una giusta aura di mistero.
Sembra tutto perfetto, ma non lo è.
Per prima cosa, il fatto di non poter giocare è già penalizzante di suo. Ok, rispetto a “Sotto terra” c'è una storia ben precisa; il corto non si perde, però cavolo un minimo di gioco poteva esserci... qui siamo solo dei semplici spettatori di quello che succede...
Secondo, qui addirittura non ci sono scelte, come lettore mi sono sentito tagliato fuori dall'autore in tutto e per tutto. Davvero troppo.
Peccato davvero, anche perchè il corto si presenta bene, la scrittura non è da buttare, e dai vari paragrafi si percepisce un'attenzione a tanti dettagli: vengono descritte tante storie (alcune molto interessanti), flashback, flash-forward, e nei due paragrafi nascosti si vengono a scoprire dettagli che arricchiscono la conoscenza dei personaggi. Insomma c’è stato un discreto lavoro di ricerca ma l’occasione poteva essere sfruttata meglio… Privare il lettore delle scelte mi sembra davvero troppo...

Voto inviato a LordAxim.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Adriano ha scritto:


Per prima cosa, il fatto di non poter giocare è già penalizzante di suo. Ok, rispetto a “Sotto terra” c'è una storia ben precisa; il corto non si perde, però cavolo un minimo di gioco poteva esserci... qui siamo solo dei semplici spettatori di quello che succede...
Secondo, qui addirittura non ci sono scelte, come lettore mi sono sentito tagliato fuori dall'autore in tutto e per tutto. Davvero troppo. Privare il lettore delle scelte mi sembra davvero troppo...

Lo stesso motivo per cui non l'ho apprezzato molto nemmeno io (ma in Sotto Terra c'è una storia, no? hmm ) Per me l'interazione avrebbe potuto anche essere solo la necessità di risolvere degli enigmi per far procedere una storia già decisa, ma non ci sono nemmno quelli sad

GGigassi
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Re:

Ho scordato di dire: mi sono piaciute molto le storie nei paragrafi inaccessibili. È stato interessante vedere il personaggio diventare di volta in volta ubriacone, mignottaro, spacobotilia, insomma diventare una macchietta dai problemi psicosociali.
Succede anche in alcuni fumetti-game (dudley serious, deadpool p. es.) in cui leggendo pagine inaccessibili si sorprende il protagonista stravaccato mentre si gratta le chiappe.

EDIT: l'immancabile deriva complottista coi sostenitori dei trattori pacifici.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Recensione di "Macchine Mortali"



Trama

Dei trattori neri venuti dal futuro vengono nel presente per saccheggiare le piantagioni di zucchine e di cipolle. Un agricoltore ha un'idea per rendere il terreno duro come la pietra e fare così la prima mossa vincente durante questa guerra contro il futuro.

Narrazione


L'idea mi piace, ma trovo assurdo di dover cambiare punto di vista ad ogni volta: ci sono tre storie in una e non le si possono seguire tutte correttamente, tranne facendo varie partite. Si leggono dei frammenti di testo e basta.

Divertimento

All'inizio, i trattori neri sono divertenti. Ma la sorprendente scelta di "saltare" di un personaggio all'altro nuoce al divertimento di andare avanti nella storia.

Giocabilità

Grande assente di questo racconto: va bene cambiare personaggio ad ogni paragrafo, ma non ci sono bivi, né enigmi, né codici... è un racconto non-game.

Conclusione

No, non ci siamo. Mi dispiace tanto amico autore: hai scritto un racconto che avrei adorato leggere in un contest di racconti non-interattivi, ma il tuo lavoro non va affatto per i "Corti". Non ho niente contro il fatto di far vivere la stessa avventura a tre personaggi diversi (l'ho fatto durante l'edizione scorsa), ma si gioca solo un personaggio alla volta! Altrimenti ci sono tre puzzle incompleti che s'incontrano e questo rende la storia difficile da capire. Hai caratterizzato ognuno di queste tre figure nei minimi dettagli, e l'hai fatto bene (ma avresti potuto mettere dei nomi), però il fatto di mettere dei paragrafi lineari, senza nessuna scelta e nessun elemento ludico è un sbaglio secondo me. Le idee ci sono, ma hai sbagliato strada.

Voto inviato a Zakimos

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Ho letto il corto...

L'innovazione, signori!
Quella vera.
Quella bella.

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 ...ma tutta fatta sulle spalle del povero lettore!  tongue 

Seven_Legion
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Re:

Non mi é facile dare un giudizio equilibrato su questo Corto.
Mi sembra un po' come il bosone di Higgs: il suo valore dipende dall'interazione dello stesso con qualcos'altro o, nel nostro caso, con qualcun altro. É un Corto che potrebbe diventare qualcosa, ma che ancora non lo é.
Tante belle idee: tre storie in un paragrafo solo, tanti indizi da raccogliere, personaggi discretamente carattezzati, nonostante le poche pagine a disposizione, easter eggs, il finale ambiguo...
Ma...
Non capisco perché dovrei leggere un colore diverso ad ogni paragrafo. Perché questa regola? Ho provato a rispettarla, ma non ho letteralmente capito nulla di ciò che stava accadendo. Ho dovuto leggere le tre storie singolarmente per capirci qualcosa.
Dove sta l'interattività? Pochissime scelte e poco influenti (beh, quasi nulla).
Il tema del Corto é grottesco, mischiando elementi demenziali (i trattori del futuro che rubano zucchine e cipolle) con elementi drammatici. Un matrimonio non felice, dal mio punto di vista. Eppure sarebbe bastato poco a rendere tutto o demenziale oppure strappalacrime.

Mi dispiace quindi non avere apprezzato in pieno questo racconto che avrebbe potuto piacermi molto di più se il dannato bosone avesse interagito meglio con me.

Voto inviato a Zakimos

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
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Re:

GGigassi ha scritto:

Sono rimasto piuttosto deluso. Date le premesse, mi aspettavo un nuovo FERMATE MONNA LISA

Dai GGigassi, ammettilo che  ti manca Vixi e tutto il mio "Clownverse"!

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re:

Ogni volta che non capisco un testo (come in questo caso) mi vengono due sospetti: o sono io rimbambito o l'autore non ce l'ha fatta. Escludendo la prima ipotesi per amor proprio direi che ci troviamo di fronte a un prodotto insufficiente.
La premessa è buona (ma è anche vero che sulla carta ogni idea può essere stupenda): un "Maximum Overdrive" che incontra "Terminator". Il problema è che questi trattori assassini non compaiono quasi mai durante il racconto e sono solo un pretesto per mettere in scena tre storie parallele. Ma a questo punto qualsiasi altra scusa (e.g. una siccità) sarebbe andata bene per i tre protagonisti.
Parlando dei personaggi, sono tutti e tre ben caratterizzati ma, se i primi due hanno un senso nella trama, l'infiltrato sembra messo lì solo per dare un tocco "hard boiled" al racconto.

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 Se i trattori minacciano la Terra, che senso ha infiltrare un qualche stabilimento (presumo) governativo? E ancora, per chi lavora questo infiltrato? Dagli accenni al suo passato pare che sia stato nell'EI, quindi propendo per la DIGOS; ma quindi che senso ha spiare in Italia? Certo, potrebbe essersi messo "in proprio" come free-lance e lavorare su commissione per il laboratorio, se non fosse che anche il suddetto laboratorio pare statale (o comunque sovvenzionato). Onestamente non riesco a inquadrare questo personaggio.
La meccanica di gioco non mi è piaciuta: sfido chiunque a capire le tre trame a una prima lettura. Io stesso, dopo due partite mi sono letto tutti i paragrafi in sequenza e ho apprezzato meglio la storia. La suddetta storia, infatti, potrebbe facilmente diventare un racconto di fantascienza come quelli pubblicati da Urania ma l'interattività si riduce a pochi finti bivi e ad altrettanti finti enigmi. Inoltre il testo beneficerebbe di una revisione sommaria per refusi e sintassi.
Come accennato in precedenza, il mio giudizio è nettamente negativo.

Voto inviato ad Anima di Lupo.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re:

Pirata delle Alpi ha scritto:

GGigassi ha scritto:

Sono rimasto piuttosto deluso. Date le premesse, mi aspettavo un nuovo FERMATE MONNA LISA

Dai GGigassi, ammettilo che  ti manca Vixi e tutto il mio "Clownverse"!

VIXI (e non Vixi!!! angry ) l'ho pure citata in un Corto dell'anno scorso smile2

GGigassi
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Re:

Questo corto mi ha lasciato con sentimenti contrastanti.

L'idea di base è geniale, potenzialmente rivoluzionaria. In un settore, quello della narrativa interattiva, attivo da quarant'anni, introdurre qualcosa che innovi è ormai diventato difficilissimo. In undici anni di concorso dei Corti, di idee rivoluzionarie che hanno spianato una nuova strada e sono state poi usate negli anni a venire da altri scrittori di corti ce ne sono state pochissime (mi permetto di includere: il sistema di abbandono del paragrafo per recarsi in un nuovo paragrafo su iniziativa del lettore, introdotto da Apologeta nella 3a edizione; il sistema a obiettivi per rigiocare il libro con diverse finalità, introdotto da suaimondi nella 4a edizione; il sistema a rimandi non segnalati nel testo, su libera iniziativa del lettore, introdotto da abeas nella 7a edizione; e ora potenzialmente questo).
Il sistema di questo corto prevede di avere contemporaneamente più punti di vista, ma di leggerne solo uno per volta. L'idea è ottima, e sono sicuro che verrà sfruttata e perfezionata in futuro. E' una di quelle idee che mi pento di non avere avuto io.
Purtroppo l'idea, pur geniale, è sfruttata maluccio. L'obbligo di cambiare punto di vista ad ogni cambio di paragrafo rende la lettura difficoltosa. Io personalmente non sono davvero riuscito a seguire la trama.
Aggiungiamo poi quello che è un peccato gravissimo: di fatto nel corto non ci sono bivi. Sì, ce ne sono un paio nella prima parte, e la seconda parte sembra strutturata come un LG classico (ma solo in apparenza), ma di fatto questi bivi riconducono tutti nell'Unico Percorso che porta inevitabilmente, qualsiasi scelta si faccia, che si capisca o meno quello che sta succedendo, all'Unico Finale Inevitabile.
Quindi di fatto l'unica interattività del racconto è la scelta del punto di vista da leggere in ogni successivo paragrafo, ma qualsiasi combinazione di punti di vista si scelga, è del tutto ininfluente.
Questo è un peccato mortale, e si unisce all'altra grande potenzialità non sfruttata: quella di inserire eventuali enigmi e rimandi nascosti. Già al secondo paragrafo (il par. 5), viene ventilata la possibilità che ci sia un paragrafo nascosto in cui fare un'azione alternativa a quelle proposte. Quando l'ho letto ho pensato, "mannaggia, ho scelto il punto di vista sbagliato e ora non posso sfruttare questa possibilità. Vedremo alla prossima lettura!". Ma in realtà non esistono rimandi nascosti, come specifica la nota nell'ultima pagina. Peccato, davvero un peccato, perchè questa era l'unica possibilità di rivalsa di un corto senza bivi come questo, l'unico modo di rendere sensata la regola del cambio di punto di vista: sarebbe diventato un enigma in cui bisognava scegliere attentamente quali punti di vista adottare di volta in volta per non perdere indizi importanti. Invece niente di tutto ciò. Davvero un peccato.

ID count: 0!

Grafo:
Prima parte
1 -> 5 -> 14 -> 19 -> 7 -> 13 -> 21 -> 4/16 -> 8 -> 17 -> 6 -> 15
                          |--> 2 -> 10 ---^

(15) -> 3 -> 22 -> 9 -> 18 -> 20 -> 11 -> 23

Seconda parte
23 -> 28 -> 29 -----> 27 -> 32/24 --> 30/25 -> 33
                    |-> 31 --^

Giudizio finale: una storia grottesca, scritta bene e avviluppata in un sistema a punti di vista multipli. Un'ottima idea, sicuramente validissima per un racconto non interattivo. Purtroppo questo è un concorso di racconti interattivi, e da questo punto di vista il corto perde molti punti, soprattutto per le potenzialità non sfruttate.
Il mio giudizio finale è: peccato!

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
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Re:

Macchine infernali
Il corto dei “Se” e dei “Ma”

Anche se il vero sottotitolo doveva essere: “Hai fatto un fiore e ci hai cacato sopra” e bada bene autore è detto in senso goliardico e senza nessuna offesa.
In merito al sottotitolo goliardico è figlio del fatto che a mio modo di vedere hai avuto una idea geniale e decisamente nuova, ma da li partono i “se” ed i “ma” del sottotitolo ufficiale.
La scelta di far impersonare 3 personaggi differenti e caratterizzati bene in un LG (almeno che io ne sappia) è proprio una novità e capisco anche la difficoltà di far convergere tre punti di vista ed azioni a punti comuni, che è un bello sforzo; ma non avendo lo spazio giusto per ampliare la storia, dargli un più ampio respiro era impossibile senza violare il regolamento ed i limiti imposti.
Se non ci fosse stata la regola del dover leggere i paragrafi per forza sfalsati, forse la trama sarebbe stata più chiara da subito.
Magari divendoli per trama e dando l’opportunità al lettore (perchè qui siamo più lettori che libro giocatori), di impersonanrne uno per volta.
In fondo nella seconda parte impersoni solo Ermanno che riesce a realizzare e vendicare suo padre.
L’utilizzo della prima persona, va a supplire la terza persona della prima parte.
Fra le tante in merito alla storia, mi viene da chiedermi: Ma i paradossi temporali? Rubi le zucchine e le cipolle dal passato, ma così facendo non rischi che poi non ci arrivino nemmeno nel futuro perchè fatte scomparire proprio dai trattori che hai rimandato indietro.
Concludendo l’idea può essere una nuova via da percorrere nei libro game, a patto di seguire le critiche che sono emerse un po da tutte le parti. Magari anche dando più scelte al lettore che in questo caso sono molto poche.

Giocabilità in qualsiasi luogo
Il problema risiede proprio nella giocabilità, che è veramente ridotta ai minimi termini. Però la lettura può essere effettuata in qualsiasi luogo.
Pro
- L’idea geniale di avere tre personaggi e tre punti di vista della solita storia
- Molto simpatici gli easter eggs
- L’idea del viaggio nel tempo dei trattori per prendere le risorse assenti nel futuro (anche se il tipo di ortaggio non mi ha convinto).
Contro
- Praticamente un racconto con pochissimi bivi
- Se non si bara leggendo di fila i paragrafi dello stesso colore, si ha difficoltà a capire in pieno la trama.
- L’idea delle zucchine e delle cipolle mi ha fatto storcere la bocca; questo perchè non è che se non hai zucchine e cipolle non sopravvivi. Insomma la storia ha il giusto pathos, ma quelle due verdure mi hanno fatto perdere appeal.

Ipotesi genere
”Steampunk”.
Cannato a piè pari...

Centratura tema contest
Direi centrato, perchè si parla di: Indurire la terra (elemento fisico) e della terra (pianeta) inaridita che manda indietro nel tempo i trattori a fare razzia.

Tempo di lettura
Circa 1 ora.
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Tomcat75
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Re:

Il corto non mi è piaciuto. Per me (e ribadisco, è una mia opinione, spero l'autore non se ne crucci), è il peggior corto finora.
L'incipit non mi ha preso. Non tanto perché non sia "interessante" (a suo modo lo è), ma perché fin da subito si intuisce che una storia di questo genere difficilmente ha avuto un comparto ludico/interattivo adeguato e non va a parare da nessuna parte.
Non c'è vera interazione, possibilità di scelta, gioco di alcun genere. La storia spesso non ha senso, spesso non si capisce. Non c'è neppure il grip che poteva dare il corto "True Path" di Adriano, che ti spingeva a cercare soluzioni inesistenti ad enigmi, perché qui ci sono così tanti dati e così tanta confusione da rendere arduo anche solo provarci.
Ma per me, queste non sono le critiche più rilevanti.
Il problema che più ho sentito è che mi ha dato fastidio fisico leggere la prima parte di questo corto. Cambiare punto di vista e mettere a fuoco testi di colore diverso sforzandosi di ignorare quelli degli altri colori è stato disorientante.
Ho fatto veramente fatica ad arrivare alla fine.
A differenza di altri utenti, non penso neppure che in questo caso ci sia da premiare l'inventiva.
A mio parere, il librogame multigiocatore/multipersonaggio è un campo quasi completamente inesplorato, a dispetto delle molte possibilità che offre. Dove uno spara, prende.
Ho riserve anche sulla scrittura, che non ho particolarmente gradito. Spesso non ho neppure capito qual era l'intento del testo. Doveva farmi ridere? Essere grottesco? Tragico? Era solo un easter egg?
Unico vero lato positivo, l'aderenza al bando.

Voto inviato ad Anima di Lupo

FinalFabbiX
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Re:

Questo corto mette in campo una nuova idea che potrà arricchire le future opere di questo genere: la scomposizione del paragrafo in più sotto-paragrafi differenziati dai colori del testo e che offrono diverse situazioni o punti di vista. Stratagemma utile per comprimere una storia lunga in un numero di paragrafi minore; utilissimo per un corto, forse meno per tutti gli altri formati di libro game che non hanno vincoli di lunghezza.
Il primo problema che emerge leggendo Macchine mortali e la sua struttura innovativa è che ogni colore è proprio di un personaggio diverso e cambiare personaggio e visuale della storia ad ogni paragrafo confonde il lettore o quantomeno disorienta. Andava diluito maggiormente nell'arco di tutta l'opera non ad ogni paragrafo per (forse) un miglior risultato.   
La prosa è buona, chiara e piacevole da leggere. Il tema e le motivazioni di fondo su cui si regge la vicenda un pò più deboli e meno emozionanti.
La quasi assenza di bivi è infine il difetto maggiore, dato che non c'è regolamento, non rimane quasi nulla con cui interagire al lettore.
Complimenti all'autore per aver voluto rischiare con un esperimento azzardato ma bisogna rivedere e lavorare su altri difetti per raggiungere la sufficienza.

Voto inviato a Zakimos

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re:

Eccomi, in extremis ma ci sono.
Come altri non ho capito il regolamento, ho dovuto leggere i vari post per capire come funzionava il sistema di gioco.
Bella l'idea dei punti di vista dei personaggi principali della storia, però avrei utilizzato caratteri diversi anziché colori, quando verrà stampato il volume dei corti di quest'anno non so come si distingueranno dal momento che Lulu stampa in bianco e nero, o anche se si stampasse in scala di grigi la vedrei dura. Si poteva utilizzare anche una lettera ad inizio testo per distinguere i personaggi o altri modi, non so; il differenziare con i colori non lo vedo un buon metodo.
La storia non mi è dispiaciuta, però l'interattività è ridotta all'osso, si poteva fare qualcosa di più sotto questo punto di vista.
Voto inviato a Zakimos

What I have shown you is reality. What you remember, that is the illusion

sephirot0
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Re:

sephirot0 ha scritto:

però avrei utilizzato caratteri diversi anziché colori, quando verrà stampato il volume dei corti di quest'anno non so come si distingueranno dal momento che Lulu stampa in bianco e nero, o anche se si stampasse in scala di grigi la vedrei dura.

Beh, ma non è che si può ascrivere all'autore il difetto di aver usato colori diversi in vista di una pubblicazione. Il punto 3 del bando dice come deve essere formattato, non si potevano usare font diversi dal New Roman corpo 12.

Per la pubblicazione nel libro dei Corti è un altro discorso, ma non all'interno del concorso.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

gabrieleud ha scritto:

Per la pubblicazione nel libro dei Corti è un altro discorso, ma non all'interno del concorso.

Non dovendo scrivere un corto il bando penso di non averlo nemmeno letto tutto. Si poteva optare per una lettera ad inizio testo, che so, l'iniziale del nome del personaggio. A parte la pubblicazione del libro ho letto che c'è chi l'ha stampato per leggerlo e valutarlo, questa è una cosa inerente al concorso. Io per primo di solito stampo le cose per leggerle, per il concorso ho fatto uno strappo, ma ti assicuro che leggere sul cellulare che ogni 3 per 2 si spegne lo schermo o va' in modalità risparmio energetico diminuendo la luminosità è molto frustrante

What I have shown you is reality. What you remember, that is the illusion

sephirot0
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Re:

Puoi sempre disattivare la modalità di risparmio energetico quando leggi. Le norme del regolamento imponevano di rendere il racconto "fruibile in pdf da qualunque dispositivo", non fanno accenno al fatto che uno possa stamparselo (per di più disattivando i colori e "pretendendo" di giocare lo stesso). Non diamo troppe colpe all'autore, quando tutto ciò che ha fatto è stato attenersi alle regole.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Gabriele forse mi stai fraintendendo, non sto dando colpe a nessuno. Ho semplicemente espresso un mio parere su di una cosa, che tra l'altro non ha modificato la mia valutazione al corto.
Il fatto che mi sia piaciuta la storia, ma che non abbia capito il regolamento o che ci sia poca interattività...questi fattori sì, hanno interagito con la mia valutazione

What I have shown you is reality. What you remember, that is the illusion

sephirot0
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Re:

Ecco le valutazioni della triade su Macchine Mortali!

ANIMA DI LUPO
La prima impressione di questo Corto è stata senz'altro positiva. Forse ingannato dai bei colori ho pensato: "Da quale mente diabolica è scaturita questa struttura?"
Poi ho cercato di giocarci.
Se non ho capito male, l'autore misterioso ha messo al posto del link ipertestuale sul numero del rimando una frase colorata che ci indica ciò che dobbiamo leggere nel paragrafo successivo: la sola sezione dello stesso colore. Molto ingegnoso (non unico nel suo genere tra i Corti, ad esempio nel 2014 Apologeta e gpet74, pur mantenendo i numeri, misero i link a tutta la frase del rimando nei loro Corti Liberami disse l'uomo e Guerre Civili.)
Soltanto che così facendo non si capisce niente.
Questo perché l'autore ha spezzato la trama in tre parti e non vuole farci seguire sempre il solito colore. Nel Regolamento ci dice espressamente: "Al momento della scelta, l'unica regola da seguire è che non è possibile scegliere un'opzione dello stesso colore della sezione che hai appena letto."
La potenza è nulla senza controllo.
Non è la prima volta che scrivo questa "citazione" ai Corti ma d'altronde calza a pennello anche in questo caso. Un'intelligenza superlativa, un ottimo spunto davvero, non riesce a essere veicolato nei canali giusti e si disperde come vento tra i campi in primavera, risultando un puro meccanismo fine a se stesso.

Se ho appena letto cosa sta facendo il tecnico di campo (Colore NERO) devo scegliere, nel solito paragrafo, o il ROSSO o L'AZZURRO. Se scelgo per esempio il ROSSO,  nel paragrafo successivo andrò a leggere cosa sta facendo l'infiltrato (che è abbinato al ROSSO), di cui però non sapevo nulla perché prima non ho letto delle sue azioni, prima ho letto il NERO. Intuitivamente uno potrebbe pensare di limitare l'andamento a due colori, cioè per esempio scegliere sempre una volta il ROSSO e la volta dopo il NERO, poi ancora il ROSSO e poi il NERO e via dicendo ma anche così la trama risulta frammentata. Quindi tanto vale perdersi tra i paragrafi del Corto, come di fatto VUOLE l'autore. Lui ha costruito appositamente una trama spezzettata e divisa fra i tre componenti del gruppo di Ermanno donando al Corto una longevità eccezionale, questo bisogna dirlo subito.
Le vicende personali e del passato dei tre personaggi si intrecciano con il problema presente (la ricerca della formula giusta) in una matassa apparentemente inestricabile.
Dopo aver giocato un po' regolarmente, quello che ho (realmente) fatto, alla fine, è stato leggere alla rinfusa il Corto per captare qua e là le info.
Non dico che non mi sia piaciuto ma l'immedesimazione è un'altra cosa.
Quindi il vero punto cruciale sul quale mi sono arrovellato per giorni è: quanto premiare questo sistema di gioco certamente caratteristico e stimolante ma inefficace nella pratica (oltretutto da stampare per forza a colori, se qualcuno volesse giocarci su carta)?
Secondo me la storia andava semplificata, non nella trama, quella è già abbastanza semplice così ma nella giocabilità mettendo dei paletti più fissi qua e là per dare al lettore qualche punto di riferimento ogni tanto.
Magari inserendo dei bivi classici, sacrificando un po' lo stile scelto. Non mi addentro troppo nelle soluzioni perché comunque è molto chiara l'impostazione che si è voluta dare al Corto e non è che ora posso mettermi qui a stravolgerlo però resta il fatto che la difficoltà nell'affrontarlo rimane.
Molto bello invece l'inganno totale degli enigmi, completamente assenti, e lo stile di scrittura, avvolgente, da autore navigato.
Concludendo, faccio i complimenti all'autore per la sua opera perché è comunque un buonissimo Corto!

LORD AXIM
Il Corto è spiazzante per quanto riguarda il comparto regolamentare. Sperimentale e innovativo, secondo me siamo davanti a un sistema che, con le dovute modifiche, può essere utilizzato in altre opere in futuro. Con alcuni accorgimenti, però, perché così come si presenta il Corto desta in me una certa difficoltà di approccio. Probabilmente è un sistema, quello dei tre personaggi nello stesso paragrafo, che necessita di una stesura molto più lunga di un Corto per poter consentire anche dei bivi narrativi significativi. Immagino ad esempio paragrafi dove non tutti e 3 i punti di vista vengano sviscerati. In Macchine Mortali di fatto si ha la sensazione di leggere solo alcuni spezzoni senza davvero agire: mi sono sentito spaesato.
Lo sviluppo della storia è interessante e lo stile molto gradevole, seppur con qualche refuso. Il contesto è interessante e originale, essendo ambientato in campagna. Mi sfugge un po’ la logica del sottrarre talune verdure, ma non altre.
Di certo è un Corto che non passa inosservato.

ZAKIMOS
Trollata epocale o sperimentazione pura? Forse un pochino di entrambi. Il concorso dei corti è l’occasione perfetta per tentare strade particolari e mettere sotto stress meccaniche da riutilizzare in altri frangenti. Non ci è dato sapere per il momento se l’autore misterioso ha partorito le Macchine Mortali per quel motivo o se ha voluto solo divertirsi: quel che è certo è che l’idea dei “paragrafi idra” è veramente interessante e non mi stupirebbe trovarla presto in qualche opera che utilizzi protagonisti multipli. Neanche a farlo apposta, io stesso ho giocherellato in passato con idee simili per ridurre il numero di paragrafi, ma mai mi sarei sognato di creare un qualcosa di così intrecciato e complesso bigsmile. Tuttavia come dicevo è giusto così: questo è uno stress test, un esperimento estremo per vedere quanto la meccanica (e la pazienza del lettore) possono reggere. Oppure, ripeto, l’autore ha solo voluto farsi delle grandi risate, come dimostra il fatto che il corto sia in sostanza privo di gameplay e con addirittura degli elementi gioco fasulli.
L’idea alla base dell’intreccio è così folle da rendere la lettura magnetica e accattivante, oltre che in tema. Sotto il profilo della gara non c’è storia rispetto agli altri racconti visti finora, ma penso che l’autore ne fosse consapevole.  Da quel punto di vista un po’ mi spiace non aver visto questa struttura di gioco applicata a un corto “funzionante”, sarebbe potuto venir fuori qualcosa di molto interessante.

Zakimos
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Re:

L'idea è intrigante ma ci sono troppi 'però' che ne annullano la potenzialità. Il primo è che i diversi nuclei narrativi dipendono l'uno dall'altro, saltando ad un nuovo nucleo narrativo ci sono riferimenti ad azioni avvenute nel modulo precedente che - per regolamento - non posso aver letto. I singoli nuclei narrativi, a mio parere, avrebbero dovuto essere legati tra di loro, ma autosufficienti a livello di fabula e intreccio. Il secondo problema è che non c'è motivo per il salto: perché devo saltare da un personaggio all'altro? Manca una giustificazione narrativa per l'intero gioco. Il terzo è la povertà dei bivi disponibili, che non è sopperita, per i motivi che dicevo sopra, dai salti liberi tra capitolo e capitolo. Aggiungo anche che il regolamento non è particolarmente chiaro. Resta l'idea della multinarrazione che IMHO è ottima, ma da sviluppare ancora e diversamente.

fbrzvnrnd
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Re:

Ecco la mia valutazione di "Macchine mortali".

PLUS

+ Molto intrigante l'idea di avere 3 personaggi di cui si può leggere la relativa sezione in ogni paragrafo.

+ A dispetto dell'introduzione dove sembra che il tema sia goliardico, quasi una presa in giro, il tono del corto è invece molto serio e in certi momenti risulta davvero efficace.

MINUS

- Quando leggo ho bisogno di massima immersione: leggere di Nonno Gino, Gennariello e trattori senzienti avidi di cipolle e zucchine mi ha fatto scendere la catena ancor prima di iniziare.

- La regola di non poter leggere al paragrafo successivo la sezione relativa al personaggio che ho scelto è senza senso: vanifica la bella idea dei 3 profili e rende il corto ingiocabile.

- L'impaginazione è approssimativa, numerosi refusi, ci sono 2 paragrafi irraggiungibili (12 e 26) con rimandi a paragrafi fantasma (75 e 102).

- Il conflitto tra la superficialità del tema portante e la serietà con cui poi invece viene narrata la vicenda è spiazzante. Aggiunge disagio e mi ha tolto ancor di più la voglia di leggere.

- Non c'è alcun vero elemento di scelta né di gameplay, è semplicemente un racconto diviso in 3 e spezzato in paragrafi.

CONCLUSIONE

"Macchine mortali" è un corto che non sono proprio riuscito a digerire. Un'idea originale e interessante è annichilita da una tematica apparentemente goliardica (ma poi narrata in modo serio) e da un regolamento senza senso.
Superato il fastidio iniziale per un incipit che sembra stato partorito senza alcuna dedizione, giusto per partecipare al concorso, e ignorato il regolamento che rende il corto ingiocabile, ho letto le vicende dei 3 protagonisti in 3 partite differenti, dove peraltro non devo effettuare alcuna scelta reale né ho elementi effettivi di gameplay.
Confesso di aver letto il corto più per inerzia che per reale interesse, la trama non è avvincente e non giustifica la complessità di avere 3 personaggi differenti con le vicende intrecciate.
Peccato perché l'idea di base era potente e ci sono momenti della narrazione in cui ho percepito vero pathos narrativo: categorizzo questo corto come il risultato molto svogliato di un autore che ha capacità e che, applicandosi con reale entusiasmo alla scrittura, potrebbe creare qualcosa di davvero ottimo!

Analisi e voto inviati a Zakimos

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DarkSeed
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Re:

Il grafo di "Macchine mortali" (33 paragrafi).

Interattività: 15,2% (5 bivi)
Mortalità: 0% (0 morti)

http://i64.tinypic.com/b51946.png

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DarkSeed
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Re:

fbrzvnrnd ha scritto:

perché devo saltare da un personaggio all'altro? Manca una giustificazione narrativa per l'intero gioco.

Per me non sarebbe nemmeno servita una giustificazione narrativa, a patto però che ci fosse un po' di vera interattività sad

GGigassi
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Re:

DarkSeed ha scritto:

ci sono 2 paragrafi irraggiungibili (12 e 26) con rimandi a paragrafi fantasma (75 e 102).

alcuni utenti li hanno considerati easter eggs e li hanno anche apprezzati hmm

Inquietantissimo il grafo tutto dritto smile2

GGigassi
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Re:

Innanzitutto ringrazio tutti coloro che hanno letto e votato Macchine mortali.
Vi rubo qualche minuto prezioso per cercare di spiegare cosa mi è venuto in mente nello scrivere un corto... così.
Volevo intanto dire che Macchine mortali è stato scritto per sperimentare un nuovo approccio nella struttura di un racconto a bivi: volevo uscire fuori da solito “scegli A o B”, creare qualcosa di diverso, di stravagante. E poi era un test utile anche alla luce di un probabile futuro librogame. Inutile dire che l’esperimento è andato male, ma non me ne rammarico. Sono soddisfatto e spero di riuscire a spiegarvi il perché.
Qui volevo condividere con voi i motivi delle mie scelte.

CAMBIO PUNTI DI VISTA

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 La domanda che vi siete fatti tutti: perché costringere il lettore a cambiare punto di vista?
Perché ci succede continuamente nella vita di tutti i giorni, semplice. È una meccanica così frequente che neanche ci facciamo caso.
Mai fatto zapping in vita vostra? Credo sia una cosa talmente frequente che tutti l’abbiano fatto. E cos’è lo zapping se non un saltare da una cosa all’altra, da un punto di vista ad un altro?
Altra scena: sono seduto davanti alla tv, mentre mia figlia sta giocando con una bambola. Guardo la tv e mi sono perso per sempre un sorriso di mia figlia. Guardo mia figlia: ora ho potuto vedere una sua smorfia nei confronti della bambola, ma mi sono perso per sempre alcune immagini di un servizio alla tv. Poi guardo di nuovo il servizio e mi perdo la faccia arrabbiata di mia figlia. Cosa sto facendo se non saltare da una cosa ad un’altra?
Altra scena: sto cucinando, quindi sono concentrato sui fornelli. In tv c’è la partita di calcio Italia-Brasile. Il telecronista alza la voce, l’Italia ha segnato. Mi allontano dai fornelli per guardare il gol, l’esultanza e i replay (dimenticandomi dei fornelli per qualche secondo). Poi sento qualcosa friggere: oh cavolo, si sta per bruciare, quindi ignoro la tv e nei successivi due minuti mi dedico a pentole e padelle. Poi squilla il telefono: è urgente, quindi lascio sia fornelli che tv per parlare al telefono. Non è saltare da una cosa all’altra? Quando faccio A (fornelli) non mi concentro in B (tv), se mi concentro in C (telefonata) mi perdo sia A che B.
Altra scena: l’addetto alla sicurezza, sul monitor, ha 4 immagini diverse sullo stesso schermo: può saltare con gli occhi dall’uno all’altro mentre controlla tutto lo stabile.
Ci sono migliaia di esempi del genere nella nostra vita. Saltiamo da una cosa all’altra senza farci caso, spesso è un meccanismo spontaneo.

Il corto voleva provare a dare una prospettiva diversa dalla solita “fai A o fai B?”. Voleva provare “vuoi vedere A o vuoi vedere B?”.
Chiamatelo drone, chiamatela mosca, chiamatelo uccello, chiamatelo Dio, chiamatelo addetto alla sicurezza che guarda una videocamera... Il corto voleva provare a farvi mettere nei panni di qualcosa di “esterno”, “impersonale”, facendovi giocare con cosa volevate vedere. È come se con un drone vi avvicinavate al tecnico di campo per vedere cosa faceva, poi decidevate di spiare l’addetto alla sicurezza (tramite una microcamera impiantata nella sua tuta), e poi decidevate di controllare il tecnico di laboratorio (tramite webcam). Spero che questo esempio possa far capire che il cambio di punti di vista non è poi così astruso. Nell’epoca digitale non ci vedrei niente di strano, e nella mia testa il ragionamento filava mentre scrivevo il corto...
Però sicuramente sono stato carente io nell’esporvi questo nuovo approccio. Un errore che ho commesso, se devo essere sincero, è stato l’inserimento dei pensieri in corsivo: se il punto di vista è esterno, come cavolo faccio a penetrare nei pensieri? Però era un artificio che ci poteva anche stare. Infelice si, ma non un errore da taglio delle mani.

Certo, direte voi: come lo giustifichi il cambio forzato di punto di vista? Chi mi obbligherebbe a cambiare punto di vista nella realtà? Lo so, il regolamento vi ha obbligato a farlo, ma era un artificio che ritenevo qualcosa di “superiore”, un dato di fatto da prendere per buono.
Quando guardate una partita di calcio, spesso appaiono i replay. “Cavolo, chi mi obbliga a distogliere l’attenzione dal campo per guardare un replay di cui non mi frega nulla?”. Qualcosa di superiore: la regia.
Siete al cinema, la scena è trascinante, la tensione è alle stelle. Poi l’intervallo. “Cavolo, chi mi obbliga a prendermi 10 minuti di pausa, che non volevo?”. Qualcosa di superiore: la direzione.
Siete su Youtube a guardare un video, quando appare una pubblicità di 30 secondi. Saltiamo a piedi pari la pubblicità, ma chi ci ha obbligato a distogliere l’attenzione dal video? Qualcosa di superiore: scelte di Youtube.
Così avviene in migliaia di attività che facciamo nella vita. E così ho provato a far avvenire nel corto, basandomi sul concetto (reale) che in troppe occasioni siamo obbligati a fare qualcosa che non pensavamo di fare (o che non volevamo fare). Nel nostro caso, il cambio di punti di vista.
ASSENZA DI SCELTE
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 Lo so, guardando il grafo tutto dritto la realtà sembra preoccupante (= nessuna scelta), ma in realtà io ci vedo tantissime scelte in questo corto. Certo, se per “scelta” intendete un’azione, allora avete ragione. Ma se per scelta intendiamo anche altro, il corto ne è pieno zeppo. Forse non ci facciamo caso, ma siamo sicuri che nella vita di tutti i giorni ogni cosa che facciamo sia realmente una scelta?
Esempio (tratto dalla mia vita reale): oggi è martedì. Io so già da adesso cosa dovrò fare domani. Sveglia almeno alle 6:45, preparare la pappa ai gatti (sennò quando torno la sera trovo tutto distrutto), pulire le sabbie (sennò casa puzza), preparare il pranzo (sennò non si mangia), farsi la doccia (che faccio, esco sporco?) e vestirsi (non posso certo uscire in pigiama…). Fare il tragitto a piedi fino a stazione, prendere l’unico treno utile delle 7:51 (sennò non arrivo in tempo a lavoro), arrivare a Roma alle 8:35, entrare a stazione, prendere il sottopassaggio (la strada più veloce) per prendere la coincidenza delle 8:46 ed essere a lavoro alle 9:00.
Guardate quante cose, tutte avvenute in 2 ore e un quarto di vita. Ho compiuto qualche scelta secondo voi? La risposta è no.
Altro esempio: mentre sono sul treno per Roma, qualsiasi cosa io faccia sto andando sempre a Roma. Che io dorma, legga, scriva, guardi il panorama dal finestrino o ripensi ad un film visto, non posso cambiare la realtà: il mio treno sempre a Roma arriva! Quello che posso scegliere è cosa fare nel frattempo. Le mie scelte non influiscono sul viaggio.
Allo stesso modo, il corto ha una storia ben definita, che non cambia. Noi non influiamo sulla storia (così come io non influisco sul percorso del treno che prendo), ma possiamo decidere cosa vogliamo guardare (così come io decido cosa guardare/fare mentre viaggio).
Quindi, anche in questo caso, mentre scrivevo mi sembrava di descrivere qualcosa di estremamente reale, perché anche stavolta è così che è fatta la nostra vita: sono poche le scelte che facciamo veramente, se ci pensiamo con attenzione, il resto è routine o doveri che così sono e così devono essere, a meno di non voler fare delle stupidaggini apposta. Certo, se nostra figlia esce da scuola alle 16:00, possiamo anche decidere di non andare a prenderla per andare a fare una gita al lago, ma la chiameremmo scelta? Non credo. La questione è che in tantissime cose della nostra vita noi non abbiamo scelta. Ed è questo che ho voluto provare a narrare nel mio corto. E quando non devi fare scelte che influenzano l’azione, cosa puoi fare? Semplice: arricchire il tuo tempo facendo qualcosa. Nel caso del viaggiatore, leggere, ascoltare musica, pensare, ecc. Nel caso del corto, approfondire la personalità dei personaggi.
Nel corto, quindi, ho provato a farvi conoscere i personaggi coinvolti nella storia, mostrandovi un pezzo per volta frammenti della loro personalità.
Quindi, sia la scelta di cambiare i punti di vista che quella di ribaltare il concetto di “scelta” le ho prese basandomi su esperienze della vita reale, su cose che avvengono regolarmente nella nostra vita di tutti i giorni.
Ammetto che è stato un azzardo, e sapevo che non potevo puntare al primo posto, ma come ci insegna “La grande opera” non sempre si gareggia per vincere: spesso si gareggia per sperimentare, per mettersi alla prova, per tentare strade inesplorate.
Personalmente, poi, ho gareggiato per dimostrare a me stesso di non essere finito, di avere ancora qualche idea nel cilindro sebbene abbia fatto di tutto per bruciare metà della mia vita.

Veniamo ad altri due aspetti del corto.

Trama
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 Potrà sembrare che il tono inizialmente scanzonato sia stato buttato lì a casaccio, che un po’ tutto il corto sembri un tentativo svogliato di partecipare a questa edizione dei corti, ma vi giuro che non è così.
Il corto è stato scritto in una manciata di giorni, ma a livello concettuale ha richiesto settimane e settimane di pianificazione a più livelli.
Si, lo ammetto, trattori che vengono dal futuro per raccogliere zucchine e cipolle non sono il massimo del pathos, ma ho voluto creare qualcosa di immediato, anche considerando i pochissimi giorni a disposizione. Non c’era il tempo materiale per creare storie più profonde, e per certi versi ho puntato sul non-sense.
Scelta infelice? Sicuramente. Ma alcune scene sono tratte dalla vita vera:
-  la storia dell’addetto al laboratorio è ispirata ad una mia vecchia conoscenza;
-  la morte di John “The bull” Malder è dedicata ad un mio caro amico (un ragazzo che sembrava indistruttibile, ma che è stato piegato da una malattia che gli ha bloccato la schiena, così come l’indistruttibile John Malder è stato ammazzato da uno dei trattori);
-  il passato di Stefano è autobiografico;
-  il modo in cui Ermanno vede Stefano è lo specchio di come io vedo un mio collega istruttore.
Insomma, ho cercato di mettere in questo corto tanti piccoli dettagli tratti dalla vita vera, ma probabilmente non sono stato bravo abbastanza da far appassionare voi lettori.

Tra l’altro, il corto è pieno di tanti passaggi veri, autentici, per i quali ho impiegato ore per documentarmi (sebbene io abbia fatto Agraria alle superiori, sono passati davvero troppi anni per ricordarmi alcuni argomenti...):
-  tanti dettagli agronomici (tipo la struttura del terreno);
-  la procedura di analisi della terra (mi sono ri-studiato la materia tramite i video su Youtube);
-  le coordinate al par. 8 sono reali: rappresentano tre capannoni in territorio americano. Ci ho messo un sacco di tempo per trovarli, e per farlo è come se avessi viaggiato realmente in quei territori;
e tanti altri sparsi qua e là
Easter egg (?)
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Alcuni di voi li hanno chiamati così. Non so come vadano chiamati: a me piace chiamarli “scene extra”.
Sono paragrafi che non influiscono sulla storia, ma mostrano comunque qualcosa. Nel dettaglio:
-  par. 12: flash-forward dei tre protagonisti della prima parte del racconto (per il tecnico di campo è il flash-forward della sua morte);
-  par. 26: una serata di Ermanno, successiva o contemporanea agli eventi narrati.
A cosa servono? Semplicemente a svelare alcuni dettagli della loro vita, per approfondire la loro conoscenza. Se non vengono letti non cambia nulla ai fini della storia.
Nei miei racconti inserisco da sempre paragrafi di questo tipo, e solitamente lo faccio per coloro che amano questi extra, coloro che mappano i libri alla ricerca di paragrafi nascosti. La cosa che non sapevo è che potessero essere considerati degli errori di progettazione, e anche gravi...
Credo comunque di averli camuffati a dovere, inserendo dei numeri di uscita (non potevo certo lasciarli senza numeri di uscita, altrimenti sarebbero stati subito riconoscibili...), e ovviamente non potevo mettere numeri di uscita congrui (altrimenti chi li avrebbe cliccati avrebbe pensato davvero ad un errore di progettazione... e forse lo sarebbe stato), per cui gli ho dato numeri fittizi come 75 e 102, che avrebbero subito svelato la loro natura.
Credo che l’industria cinematografica ci campa alla grande con i contenuti speciali. Per dire, l’anno scorso sono andato al cinema a vedermi Venom: circa 2 ore di film se non ricordo male. Tra un paio d’anni uscirà il dvd con 3 ore di film (versione integrale), di cui 1 ora di scene tagliate. Quando uscirà non potrò che esserne felice, perché ci saranno bonus preziosissimi (scene tagliate, interviste, making of, ecc.). Non riuscirei a chiamarli “errori”, sono semplici bonus che arricchiscono la storia che ho visto al cinema.
Mi piace citare quello che è uno degli esempi più belli in tal senso. Nella versione integrale de “L’ombra dello scorpione” (Stephen King) il capitolo 38 è un gigantesco insieme di easter egg, alcuni lunghi quasi quattro pagine, alti appena due righe. Eccone uno:

Milton Craslow, allevatore di Harding County, nel New Mexico, fu morsicato da un serpente a sonagli e morì mezz’ora dopo.

Due righe micidiali, che descrivono la morte di uno sconosciuto in un luogo mai toccato dalla storia del libro. Tra l’altro è una morte completamente slegata con la trama del libro. Verrebbe da commentarla con “E chissenefrega!”. Eppure sono un piccolo tocco che rendono la storia un po’ più completa. Cambiava qualcosa se queste due righe non ci fossero state? No. Eppure la morte di Milton Craslow rimarrà per sempre scolpita nella mia mente.
Insomma, quando qualcosa non va per il verso giusto la colpa è sempre dello scrittore, che non è stato bravo a sufficienza a trasmettere quello che voleva.
Ma vi giuro che in Macchine mortali ho messo tanta passione, e tanto coraggio nel voler sperimentare qualcosa di così inusuale.
Da parte mia, posso affermare che l’esperimento è riuscito.
Spero solo che queste mie righe possano gettare una luce diversa sul racconto, che sicuramente non sarà tale da potergli dare un 8, ma magari sarà sufficiente per farlo rivalutare alla luce delle considerazioni che mi frullavano in testa mentre lo immaginavo e lo scrivevo.
Grazie ancora a tutti per averlo letto, e per la pazienza con cui avete letto questi miei ultimi vaneggiamenti.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re:

Bravo adri, la passione che hai messo è assolutamente evidente

Remember, remember, the fifth of November...

djmayhem
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Re:

Complimenti Adriano, per il coraggio di sperimentare e per l'impegno che ci hai messo. La più bella sorpresa per me è stata sicuramente vederti ancora tra gli autori dopo la lunga assenza sul forum.

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re:

Caro Adriano... che dire... Sono francamente molto colpito.

Mai mi sarei aspettato che dietro a un corto che mi aveva fatto solo intravedere le sue potenzialità, ma che mi aveva purtroppo deluso nella lettura, ci fosse tutto questo.

Al di là di tutto, e non conoscendoti, quello che mi ha toccato profondamente è la percezione che nella scrittura del racconto e nella partecipazione al concorso ci sia una sorta di rivalsa nei confronti d'una realtà che non è quella che avresti voluto.

Ecco, non voglio spendere troppe parole per non diluire il senso del mio messaggio: sappi che in questo post mortem mi hai veicolato tutta l'emozione che non avevo ricevuto dal corto.

Detto questo, concludo augurandomi che tu scelga di sviluppare con calma tutti i concetti e le idee che hai espresso qui, in un racconto o libro più ampi.

Sarà un'opera che leggerò con enorme interesse e piacere.

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DarkSeed
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Re:

Bentornato, Adriano. C'è un grande bisogno di gente come te nel settore :-). Non dimenticherò mai che a farmi ri-appassionare al genere dopo tanti anni è stato proprio il tuo Progetto Mortale, dopotutto.

Zakimos
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Re:

un "dietro le quinte" molto interessante, che rivela come questo Corto sia il True Path dell'edizione 2019. Al di là delle altre considerazioni, ci vedo anche una riflessione sul genere: alla fin fine, la libertà che ti dà l'autore di un librogame è solo apparente, può mettere tutti i bivi e le scelte che vuole ma ti farà finire sempre dove vuole lui. Magari solo per questioni di spazio o di impostazioni editoriali o di altri motivi che esulano dalla sua creatività ma sono imposti anche a lui. Anche il fumettista Moreno Burattini aveva criticato questo aspetto in una sua storia a bivi di Cattivik, e d'altra parte anch'io da ragazzino me ne accorsi preferendo di gran lunga i giochi di ruolo (dove se non hai la chiave giusta o l'incantesimo previsto puoi sempre cavartela in qualche altro modo).
Il discorso della telecamera però trasmette una sensazione di freddezza incredibile, il lettore capisce effettivamente di non avere alcun impatto sullo svolgimento della storia, a cui può solo assistere da punti di vista diversi. Il che è proprio quello che volevi trasmettere e forse alla fine hai ragione tu: se devo portare il lettore da A a B tanto vale togliere tutti gli orpelli tipici dei librogame e rendere manifesta l'illusione di poter influire sulla trama. Ma mi rendo conto che il discorso è molto complesso.

GGigassi
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Re:

Adriano ha scritto:

 Alcuni di voi li hanno chiamati così. Non so come vadano chiamati: a me piace chiamarli “scene extra”.
Sono paragrafi che non influiscono sulla storia, ma mostrano comunque qualcosa. Nel dettaglio:
-  par. 12: flash-forward dei tre protagonisti della prima parte del racconto (per il tecnico di campo è il flash-forward della sua morte);
-  par. 26: una serata di Ermanno, successiva o contemporanea agli eventi narrati.
A cosa servono? Semplicemente a svelare alcuni dettagli della loro vita, per approfondire la loro conoscenza. Se non vengono letti non cambia nulla ai fini della storia.
Nei miei racconti inserisco da sempre paragrafi di questo tipo, e solitamente lo faccio per coloro che amano questi extra, coloro che mappano i libri alla ricerca di paragrafi nascosti. La cosa che non sapevo è che potessero essere considerati degli errori di progettazione, e anche gravi...

A me sono piaciute quelle scene extra. (Sì, gli Easter Eggs sono una cosa diversa, è meglio la tua definizione.)
Non ho pensato che fossero errori di progettazione, sapevi benissimo che non si poteva arrivarci e lo hai fatto apposta. Un errore di progettazione è quando inserisci un paragrafo irraggiungibile, ma lo hai scritto pensando che il lettore potesse arrivarci. O quando una certa concatenazione di paragrafi porta ad un caso imprevisto dalle regole, o ad un discontinuum degli eventi.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Io ho scritto un racconto tempo fa in cui c'è un doppio punto di vista di due personaggi sviluppato contemporaneamente, rappresentato dal foglio diviso in due colonne (nel mio caso la storia comincia col solo primo personaggio, poi nella parte centrale del racconto c'è l'incontro col secondo personaggio e da quel momento i pensieri di entrambi vengono presentati contemporaneamente col sistema della doppia colonna, e infine l'ultima parte del racconto si chiude col solo secondo personaggio). Questo corto me l'ha ricordato molto.

Ribadisco quello che ho scritto nella mia recensione. L'idea del corto è geniale e potenzialmente rivoluzionaria! Può benissimo essere affinata e sfruttata per futuri corti/librigame.
Ribadisco anche il "peccato" per la mancata opportunità di inserire enigmi legati al cambio di punto di vista, ma capisco che non era questo il tuo intento.

Questo corto non poteva che essere tuo: in "True path" hai creato la struttura più complessa di sempre per un librogame (in cui è impossibile vincere), e qui la struttura più semplice di sempre (in cui è impossibile perdere)! bigsmile

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
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Re:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Io ho scritto un racconto tempo fa in cui c'è un doppio punto di vista di due personaggi sviluppato contemporaneamente, rappresentato dal foglio diviso in due colonne

in un romanzo che si intitola (mi pare) Hell of a Woman alla fine c'è un meccanismo simile quando al protagonista si sdoppia la personalità e a ogni riga cambia la visuale.

GGigassi
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