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un "dietro le quinte" molto interessante, che rivela come questo Corto sia il True Path dell'edizione 2019. Al di là delle altre considerazioni, ci vedo anche una riflessione sul genere: alla fin fine, la libertà che ti dà l'autore di un librogame è solo apparente, può mettere tutti i bivi e le scelte che vuole ma ti farà finire sempre dove vuole lui. Magari solo per questioni di spazio o di impostazioni editoriali o di altri motivi che esulano dalla sua creatività ma sono imposti anche a lui. Anche il fumettista Moreno Burattini aveva criticato questo aspetto in una sua storia a bivi di Cattivik, e d'altra parte anch'io da ragazzino me ne accorsi preferendo di gran lunga i giochi di ruolo (dove se non hai la chiave giusta o l'incantesimo previsto puoi sempre cavartela in qualche altro modo).
Il discorso della telecamera però trasmette una sensazione di freddezza incredibile, il lettore capisce effettivamente di non avere alcun impatto sullo svolgimento della storia, a cui può solo assistere da punti di vista diversi. Il che è proprio quello che volevi trasmettere e forse alla fine hai ragione tu: se devo portare il lettore da A a B tanto vale togliere tutti gli orpelli tipici dei librogame e rendere manifesta l'illusione di poter influire sulla trama. Ma mi rendo conto che il discorso è molto complesso.

GGigassi
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Re:

Adriano ha scritto:

 Alcuni di voi li hanno chiamati così. Non so come vadano chiamati: a me piace chiamarli “scene extra”.
Sono paragrafi che non influiscono sulla storia, ma mostrano comunque qualcosa. Nel dettaglio:
-  par. 12: flash-forward dei tre protagonisti della prima parte del racconto (per il tecnico di campo è il flash-forward della sua morte);
-  par. 26: una serata di Ermanno, successiva o contemporanea agli eventi narrati.
A cosa servono? Semplicemente a svelare alcuni dettagli della loro vita, per approfondire la loro conoscenza. Se non vengono letti non cambia nulla ai fini della storia.
Nei miei racconti inserisco da sempre paragrafi di questo tipo, e solitamente lo faccio per coloro che amano questi extra, coloro che mappano i libri alla ricerca di paragrafi nascosti. La cosa che non sapevo è che potessero essere considerati degli errori di progettazione, e anche gravi...

A me sono piaciute quelle scene extra. (Sì, gli Easter Eggs sono una cosa diversa, è meglio la tua definizione.)
Non ho pensato che fossero errori di progettazione, sapevi benissimo che non si poteva arrivarci e lo hai fatto apposta. Un errore di progettazione è quando inserisci un paragrafo irraggiungibile, ma lo hai scritto pensando che il lettore potesse arrivarci. O quando una certa concatenazione di paragrafi porta ad un caso imprevisto dalle regole, o ad un discontinuum degli eventi.

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re:

Io ho scritto un racconto tempo fa in cui c'è un doppio punto di vista di due personaggi sviluppato contemporaneamente, rappresentato dal foglio diviso in due colonne (nel mio caso la storia comincia col solo primo personaggio, poi nella parte centrale del racconto c'è l'incontro col secondo personaggio e da quel momento i pensieri di entrambi vengono presentati contemporaneamente col sistema della doppia colonna, e infine l'ultima parte del racconto si chiude col solo secondo personaggio). Questo corto me l'ha ricordato molto.

Ribadisco quello che ho scritto nella mia recensione. L'idea del corto è geniale e potenzialmente rivoluzionaria! Può benissimo essere affinata e sfruttata per futuri corti/librigame.
Ribadisco anche il "peccato" per la mancata opportunità di inserire enigmi legati al cambio di punto di vista, ma capisco che non era questo il tuo intento.

Questo corto non poteva che essere tuo: in "True path" hai creato la struttura più complessa di sempre per un librogame (in cui è impossibile vincere), e qui la struttura più semplice di sempre (in cui è impossibile perdere)! bigsmile

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
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Re:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Io ho scritto un racconto tempo fa in cui c'è un doppio punto di vista di due personaggi sviluppato contemporaneamente, rappresentato dal foglio diviso in due colonne

in un romanzo che si intitola (mi pare) Hell of a Woman alla fine c'è un meccanismo simile quando al protagonista si sdoppia la personalità e a ogni riga cambia la visuale.

GGigassi
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