Re: ALLA LUCE DEL BUIO - CONCORSO
Premetto che il parere che sto per esprimere è legato a dinamiche di giudizio assolutamente personali che limitano un po' l'apprezzamento che ho per questo racconto.
Stilisticamente infatti il lavoro è davvero buono: ben scritto, con una proprietà narrativa invidiabile, raccontato molto bene, con una struttura pensata con cura e solida.
Tuttavia non riesco a definirlo eccellente, livello qualitativo che potenzialmente può raggiungere per come è pensato e proposto, per la "pesantezza" che ne permea un po' tutti i paragrafi.
E' molto introspettivo, e trasmette l'idea che l'autore abbia passato, o stia passando ora, un momento non felicissimo. Questo distacco da una visione ottimistica del reale, che non è assoluto intendiamoci (non voglio dire che l'autore non abbia un'idea positiva della vita), ma che nei paragrafi si percepisce a più riprese, se da un lato è molto adatto al contesto narrato, come scopriremo quando verremo a capo del mistero che ci riguarda, dall'altro rende molto faticosa una lettura coinvolta e partecipe del racconto, almeno per chi, come me, ha un rapporto con la realtà generalmente tranquillo.
Ad amplificare questa sensazione, che a volte sfocia in punte di noia, contribuiscono anche la complessità dei paragrafi, che sono sovente molto (forse troppo) lunghi e contorti, una leggera pomposità che ogni tanto traspare e la struttura relativa alla risoluzione degli enigmi, che in qualche caso raggiunge punte quasi sadiche di labirinticità, amplificate dal sistema di decodifica degli stessi che aggiunge altri momenti di ragionamento a quelli non proprio leggeri già spesi per sciogliere l'indovinello.
Mi riferisco a un paio di questi in particolare, mentre per gli altri per fortuna le cose sono un po' più semplici. Insomma per concludere il racconto non può non essere apprezzato per come è scritto, presentato e preparato, e va premiata la cura e la verve narrativa che l'autore ha saputo mettere in mostra; personalmente però non posso dimenticare che un librogame, almeno per il sottoscritto, deve essere una lettura che fa, oltre che pensare e interrogare, magari a livello introspettivo (e in questo Alla Luce del Buio riesce splendidamente), anche rilassare e divertire. Leggendolo mi sono stupito, a tratti sono rimasto affascinato da certe descrizioni e certe trovate, ma non ho provato alcun rilassamento, e, mi duole dirlo, poco divertimento.
E' comunque saldamente sopra la sufficienza, ma non mi sento di dargli di più.
Il mio voto pertanto è 6,5.
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Re: ALLA LUCE DEL BUIO - CONCORSO
Mumble mumble. Allora.
Leggendo il regolamento, così ben articolato e originale, piace subito. Poi giocando ti rendi conto che le regole sono troppo articolate e complesse. Anche perché aumentano ogni volta. Ciò che stupisce è come tutto s'incastri perfettamente. Gli enigmi sono alquanto antipatici (tutti quei calcoli annoiano) e, tra l'altro, facilmente barabili (grazie alla parola di controllo). Sembra che il "tenta la realtà" sia obbligatorio per leggersi tutti quei paragrafi altrimenti irraggiungibili (e sono tanti). La storia è la cosa che più mi perplette. Non ho mai sopportato le storie onirico-deliranti come questa. Se poi ci si mischia malamente della scienza per rendere razionale ciò che si è voluto presentare come surreale è ancora peggio, per i miei gusti. Chi scrive sa scrivere e lo vuol far vedere, purtroppo: la lettura risulta troppo faticosa dagli eccessivi aggettivi. Si scade nel ridondante. Ma non sempre per fortuna, ci sono diversi paragrafi ben scorrevoli. Purtroppo sono quasi tutti quelli irraggiungibili senza un "tenta la realtà". Si cerca di usare una certa simbologia, mi sembra.
Ci sono i colori dell'arcobaleno, che sono i colori dei 7 chakra nella tradizione hindu. Certi colori si ripetono (come il rosso, il verde e il blu) e ci sarebbe da chiedere se hanno un collegamento con ciò che si incontra nella stanza. Nelle due rosse ci sono 2 combattimenti (quindi sangue, guerra, 1° chakra che rappresenta l'energia sessuale). Nelle due 2 blu c'è qualcuno che deve cantare (il blu è il chakra della gola, quindi della vibrazione sonora). Il verde: è nella prima stanza e in quella con la donna: il verde è il chakra del cuore (la donna piangente è la nostra amata, suppongo. Si inizia dal verde perché? Perché tutto parte dal cuore e lì ritorna?) Sembra che chi ha scritto queste cose sappia il fatto suo. Ci sarebbe da chiederci se questa simbologia c'è o me la sto inventando. E se c'è, cosa ci vuol dire? Non è chiaro dalla storia. Anzi, sembra buttata quasi lì a caso. Ma forse sono io che non riesco a fare collegamenti. Gli animali potrebbero rappresentare i vari aspetti della nostra psiche. Non sarà un caso che il meccanico sia in una stanza viola: sembra il babbo che ci dà la chiave per uscire. Il viola (violetto) è il colore del 7° chakra, che ci collega con l'Infinito (il Padre). Il bianco, infine, somma di tutti colori, paradossalmente rappresenta la fine, il fallimento, ma se si è incontrato il meccanico diventa la risoluzione di tutto. Interessante la citazione del regalo per la fidanzata: The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, scelto per la copertina: un fascio di luce che attraversa un prisma e si divide nei 7 colori dell'arcobaleno, appunto. Sembra quasi che il cammino per raggiungere la conoscenza di sé passi attraverso questa ricerca interiore spirituale, ma non è affatto chiara (sempre che ci sia). Per il resto trovo un po' banale la storia del ragazzo sbandatello supersfigato che diventa un uomo di fronte a una missione che sente sua: difendere la sua terra, la sua amata. Non tanto la storia in sé, ma come viene presentata. Certe cose che vorrebbero essere toccanti mi hanno sfiorato appena. Interessante che in questo viaggio delirante dentro noi stessi emergono tutti i traumi vissuti nella nostra vita (che sono un sacco: possibile che questo sia così sfigato? Sarebbe simpatico analizzare il karma di questo personaggio). Oserei aggiungere che nei viaggi interiori non si incontrano solo i traumi, ma anche le cose belle.
In definitiva il mio voto è un 6. Apprezzo la solidità e l'intreccio, ma non gradisco molto lo svolgimento del gioco e la storia.
Il numero di pecorelle scannate dai pastori è di gran lunga superiore al numero di pecorelle mangiate dai lupi. Per cui, se qualcuno si proponesse di essere il vostro pastore per salvarvi dai lupi, pensateci bene
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Re: ALLA LUCE DEL BUIO - CONCORSO
Pazzesco. Davvero, tanto di cappello all'autore. non vedo l'ora di complimentarmi di persona. Già mentre leggevo il regolamento pensavo: ecco! Qui per me abbiamo già il vincitore!
Poi leggendo la storia qualche magagna l'ho trovata ma il mio giudizio rimane comunque elevato.
La meccanica che gestisce il vagare tra le stanze interiori del protagonista è eccezionale. Riuscire a incastrare tutto alla perfezione deve essere stato un lavoro pazzesco. Se valutassi solo l'aspetto tecnico di un racconto game questo meriterebbe un 10 pieno, magari anche con lode.
Passando all'aspetto stilistico devo ammettere che l'autore sa scrivere bene ma usa troppi aggettivi, in alcuni casi usa delle parole o dei giri di parole che, secondo me, avrebbe potuto risparmiarsi oppure avrebbe potuto rendere meglio. L'impressione peròè quella di un lavoro in cui la revisione stilistica è stata meno curata di quella delle meccaniche. Comunque il pare è sempre più che sufficiente.
Gli enigmi. Io gli enigmi logico matematici li odio. Soprattutto li odio all'interno di un opera narrativa in cui, come questa, si vuole rendere un atmosfera onirica e surreale. Non posso interrompere la lettura (e quindi il fluire degli eventi) per scervellarmi venti minuti su un undovinello! Questo però è un parere personale. Altri lettori/giocatori potrebbero reputare gli indovinelli un tocco da maesto. Per questo evito di considerare la mera presenza degli enigmi al fine del mio voto.
Per finire rimane da esprimere un parere sulla storia in se, su quanto essa "prende". E qui purtroppo il voto cala di diversi punti. All'inizio l'ambientazione onirica è esaltante. Ma dopo un po' mi sono reso conto di aggirarmi meccanicamente tra le stanze senza sapere chi ero, cosa facevo, perché lo facevo. Mancava uno scopo e mancava un senso per tutto quello che facevo o vivevo. Infatti, arrivato ad un finale negativo non ho avuto il benché minimo desiderio di ricominciare da capo per visitare anche quello positivo.
Il mio voto finale reta comunque un 7,75 (cioè un 8- ; se questo tipo di voto non andasse bene allora arrotondo a 7 e 1/2)
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gpet74
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Barone del Sole
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