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Recensione

Altre Serie : Ride Infinity
Edizione Need Games 2022
autore/i Fabio Guaglione,Luca Mazzocco
Recensore Prodo

Una folle corsa tra passato e futuro


Anche Need Games, da anni punto di riferimento per i giochi di ruolo in Italia, approda alla narrativa interattiva e lo fa con un’operazione in grande stile e trasversale, che coinvolge vari media e ha l’obiettivo di offrire lo stesso prodotto declinato in molti modi diversi. Il risultato di questo ambizioso progetto è Ride Infinity, librogame realizzato Luca Mazzocco e Fabio Guaglione, quest’ultimo anche sceneggiatore del quasi omonimo film Ride realizzato da Jacopo Rondinelli e distribuito dalla Lucky Red nel 2018. Da questo lavoro si sono sviluppati diversi progetti paralleli: un romanzo thriller, una ipotesi di GDR e il gamebook che andiamo ad analizzare nella presente recensione.

Il presupposto è senza dubbio dei più stimolanti: a memoria di chi scrive mai in precedenze un libro-gioco aveva preso l’abbrivio da una pellicola cinematografica, oltretutto, a livello di trama, particolarmente adatta a essere convertita in un prodotto a bivi, fatti salvi alcuni accorgimenti che gli autori hanno avuto la sagacia di introdurre. La storia che fa da preambolo è quantomai asciutta e l’obiettivo del tomo è quello di lanciarci senza indugi nel cuore dell’avventura. Il nostro eroe infatti si risveglia in una stanza in preda a una feroce amnesia: si ricorda solo il suo nome, Adam, e dopo alcuni istanti rammenta di essere un rider e dei più forti. Non è del tutto sconnesso dal suo vissuto, che riemerge a tratti nel corso dell’avventura, ma non ha chiara memoria di cosa l’ha portato lì e perché senta l’impellente bisogno di lanciarsi in una gara ciclistica dai risvolti mortali: sa solo che non può farne a meno.

Così, costantemente sollecitato via radio dal feroce organizzatore di turno, un sedicente Henry Owl che non lo appella mai per nome, limitandosi a rivolgersi a lui come Numero Zero, il nostro si lancia in breve nel cimento, che non è certo dei più classici: la corsa che ci attende infatti è tutt'altro che lineare né su strada, ma una downhill, dicitura che identifica gare in cui gli atleti si gettano già lungo discese molto ripide, di solito contraddistinte da sconnessi percorsi montani, con l’obiettivo di raggiungere la vallata il più rapidamente possibile.

Adam, oltre a vincere la gara, dovrà cogliere indizi e rimandi che gli consentano di chiarire al meglio il proprio passato, capire di chi può fidarsi e chi invece è un pericolo, superare varie prove, sconfiggere alcuni letali nemici e sbloccare tutti i molteplici finali. Sono ben trenta e il volume non potrà dirsi completato a fondo finché non li avremo esplorati tutti: una delle trovate divertenti dell’avventura è che non esistono epiloghi completamente negativi, anche quelli più rovinosi potranno fornirci utili informazioni sul nostro passato; in linea di massima è necessario talvolta anche compiere scelte scriteriate o addirittura distruttive, perché, sebbene ci impediranno di raggiungere le migliori conclusioni, saranno imprescindibili per guadagnare una visione completa dell’insieme.
Il comparto regolamentare è piuttosto semplice: possiamo scegliere se affrontare il libro partendo da tre differenti livelli di difficoltà, che di fatto comporteranno la variazione del nostro punteggio di Resistenza. Saremo infatti muniti di 12 punti con la scelta Facile, 6 se opteremo per la Media e solo 4 in caso ci si senta forti e si preferisca quella Difficile. Il livello non è solo accessorio e ha un peso effettivo sulla riuscita del gioco: il differenziale non è tanto tra Medio e Difficile, che alla fine si somigliano molto nelle scelte e nelle evoluzioni (2 punti di differenza sono pochi e ve ne accorgerete giocando) quando nel preferire la possibilità Facile; avere il doppio (o il triplo) dei punti vita impatterà moltissimo sui risvolti dell’avventura, consentendoci di raggiungere con una certa agilità, fin da subito, anche i finali più impegnativi. Badate bene perciò alle scelte da compiere se non volete rovinarvi il gusto dell’esplorazione. Oltre a questo abbiamo due caratteristiche, Abilità e Volontà, che potremo testare con un dado a venti facce, stampato anche sulle pagine del volume nel caso in cui non ne siate muniti, secondo lo stile classico di molti librogame antichi e moderni.

Le prove hanno un taglio giocoruolistico, seppur semplice, e visti i trascorsi di Need Games non poteva essere altrimenti. Dobbiamo lanciare il dado e ottenere un punteggio uguale o superiore a quello del livello della prova proposta per superarla: in caso contrario la falliremo pagandone le conseguenze. Il nostro personaggio può crescere nel corso dell’avventura e questo ci aiuterà a superare le prove più agilmente. Potremo infatti reperire dei capi di abbigliamento extra che andranno a coprire le parti del nostro corpo offrendoci dei bonus per affrontare le prove di Abilità e Volontà e anche degli oggetti che avranno spesso funzioni utili e ci consentiranno anche di recuperare Resistenza. Oltre a questo la nostra discesa e le evoluzioni compiute ci consentiranno di accumulare punteggio: averne uno alto, oltre a certificare la bontà della prova, ci sarà utile anche in sede di duello finale (e non aggiungiamo altro per evitare spoiler). A completare il comparto regolamentare la pagina dei ricordi e quella dei finali: come detto in precedenza per poter affermare di aver terminato veramente il libro andranno completate nella loro interezza. Farlo sarà anche utile per avere a disposizione un Adam più performante: ogni 5 ricordi trascritti infatti avremo un punto bonus a ogni tiro e ogni 5 finali ben due.

Apprezzabile il regolamento: è semplice, di taglio chiaramente giocoruolistico, ma funziona bene ed è divertente da gestire senza essere eccessivamente impegnativo. Ha un paio di punti oscuri che potevano essere chiariti meglio: non è specificato per esempio se il parametro punteggio può andare anche in negativo (eventualità che si concretizza talvolta) o non scenda mai sotto lo zero. Non è inoltre chiarissimo, sebbene sia intuibile, se alla fine di ogni run, o più specificatamente quando veniamo rimandati al paragrafo 1, possiamo conservare tutto l’armamentario accumulato oppure dobbiamo ricominciare da zero. Diciamo che si può dedurre che sia questa la scelta effettiva, considerando che è specificato che i bonus accumulati con i Ricordi e i Finali sono permanenti, mentre non si ribadisce lo stesso quando si raccoglie l’equipaggiamento.

La storia è piuttosto interessante: i personaggi sono convincenti, gli intrecci incuriosiscono e spingono a leggere per approfondire e i ricordi che affiorano progressivamente nella mente di Adam sono effettivamente illuminanti, portando il lettore a cercare di scoprirne quanti più possibili per svelare i trascorsi dell’alter-ego cartaceo, che sono strettamente connessi con l’evoluzione della storia. Altro elemento assolutamente notevole è quello costituito dal comparto grafico: al di là dei disegni, che sono indubbiamente ben realizzati, ma non sono moltissimi, è piaciuta la cura che è stata messa nel realizzare la scheda e nell’abbellire il volume con varie trovate, come per esempio l’effetto “sporco” che accompagna le pagine e che richiama molto la polvere e il fango che si sollevano e accumulano durante una qualsiasi gara downhill.

La piacevolezza complessiva è quindi fuor di dubbio: al netto di questa però Ride Infinity ha alcuni difetti che ci sentiamo di segnalare e che prendono le fila anche dalla natura strettamente correlata al gioco di ruolo dell’opera, evidente fin dalle prime pagine. Come accade in molti RPG infatti si tira tantissimo il dado. Le prove di Abilità e Volontà fioccano come se non ci fosse un domani e sono fin da subito di elevato livello di difficoltà. Se non si superano raramente si incappa in un prematuro game over, ma sempre si subiscono dei malus in termini di punteggio o Resistenza. Se non si è particolarmente fortunati con l’alea riuscire a procedere nell’avventura diventa frustrante e fa sorgere abbastanza rapidamente la tentazione di barare, eventualità mai positiva. La situazione migliora se si ha un po’ di costanza (e fortuna), con l’evoluzione del personaggio: man mano che Adam diventa più potente infatti l’influsso del caso diminuisce.

Ci ha lasciati un po’ perplessi anche la verbosità della narrazione. Il volume ha 222 paragrafi ed è composto da più di 500 pagine, fate voi i conti… Un argomento adrenalinico e serrato come quello relativo a una corsa folle in discesa avrebbe reso al meglio, secondo noi, se accompagnato da una narrazione snella e altrettanto incalzante. In Ride Infinity accade esattamente il contrario: si indulge moltissimo nelle descrizioni e ancor di più nell’analisi delle sensazioni, dei pensieri e dei sentimenti del protagonista. Se questo approccio da un lato contribuisce e rendere più approfondita la vicenda e ne esalta la parte romanzesca, dall’altro spezza tantissimo il continuum narrativo e talvolta sembra di troppo, soprattutto quando tali soluzioni vengono adottate in momenti concitati o in situazioni che si stanno evolvendo sul filo del rasoio.

Si tratta, è bene specificarlo, di osservazioni senza dubbio legate anche al gusto personale di chi scrive e non di difetti assoluti: elementi quindi che potrebbero benissimo essere considerati pregevoli da un lettore con una diversa prospettiva.
In conclusione Ride Infinity si presenta come un buon esordio nel campo interattivo da parte di Need Games: un volume innovativo, originale (come accennato non credo esistano altri librogame basati su gare ciclistiche nella storia del genere) con un’ottima trama di fondo, un sistema di gioco ben pensato, in grado di offrire profondità senza sfociare nell’eccessiva complessità, e un’ottima rigiocabilità, soprattutto se vi lascerete intrigare dalla trama e dalla curiosità suscitata dai vari personaggi. Non è la scelta ottimale per tutti gli amanti delle soluzioni diceless e per chi predilige altri elementi costitutivi, in un gamebook, rispetto alla preponderante parte narrativa: ma se la trama e la tematica di fondo vi intrigano, e avete un trascorso da giocatori di ruolo alle spalle, o anche solo una simpatia per il lancio di dadi, Ride Infinity potrebbe essere la scelta perfetta per voi.

Longevità 7.5: 

Dipende molto da quanto vi acchiapperà l’opera. Se siete sfortunati con i dadi, o la narrazione molto approfondita in un librogame non vi esalta, potreste mollare prima della fine. Se però vi lasciate prendere dall’avventura ci vorrà parecchio tempo, e molte riletture, per sviscerarla a fondo e scoprire tutti i segreti del passato di Adam.

Difficoltà 7.5: 

Molto scalabile e quindi complessivamente ben tarata. A cercare il pelo nell’uovo potremmo dire che il livello Facile è troppo facile, così come quello Difficile è troppo difficile. Facendo crescere il personaggio e non arrendendosi alle prime run, comunque, tutto diventa più bilanciato e quindi anche più godibile.

Giocabilità 6.5: 

Il sistema di gioco è ben congegnato, caratterizzato da un regolamento snello ma in grado di garantire una certa profondità. Rimane qualche dubbio sull’ingente ingerenza dell’alea e sul continuo lancio di dadi. C’è a chi piace, ma, soprattutto nel nuovo corso del Rinascimento interattivo, gli “eccessi” in questo senso non godono più dello stessa approvazione che li accompagnava qualche anno fa e questo potrebbe scoraggiare più di un appassionato.

Chicca: 

Sto per spoilerare, quindi se non avete letto il libro passate serenamente oltre. Ho apprezzato tantissimo la figura del Black Rider, nostra nemesi in vari momenti del libro e irriducibile nemico finale. In linea con la tradizione tipica di tanti Horror, relativa al cattivo che non muore mai, dovremo picchiare questo bestione a più riprese prima di averne definitivamente ragione, vedendolo risorgere dalle polveri svariate volte. Una fantastica trovata, che mi ha riportato alla menti i nemici immortali di tanta letteratura e cinematografia con cui mi sono sollazzato nel corso degli anni.

Totale 7: 

Dipende molto dai vostri gusti personali. Se amate rullare i dadi e la parte narrativa approfondita non vi spaventa potrebbe anche essere il libro che cercate da una vita. In caso contrario non è da escludere qualche defezione prematura. Quello che è certo però, è che il prodotto non manca affatto di cura, professionalità e originalità.