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Noi siamo Ugger, Cavaliere della Porta, in un basso medioevo italiano fantastico che ricorda le fiabe nostrane. E come cavaliere della porta, saltiamo spesso da questo mondo al nostro. Veniamo richiamati a Laitia (questa Italia fantastica) perché il ducato di Torviero (Orvieto), dove regna la nostra amata Fiordalisia e dove abita il nostro amico mago pasticcione Maugrigio, è sconvolto da una terribile siccità. L’unico modo per contrastarla è recuperare la magica secchia contesa tra Gnalobo (Bologna) e Demona (Modena), che la Regina Bella di Ammilaia (Emilia Romagna) ha deciso di mettere in palio in un torneo cavalleresco per porre fine una volta per tutte alla disputa. Noi non dovremo fare altro che presentarci e, con abilità cavalleresche e meno cavalleresche, battere il fior dei cavalieri della penisola. Ma niente è come sembra… proprio niente! E dall’inizio alla fine vivremo avventure che neanche avremo immaginato. Qui tutto ha avuto inizio. Beh, non proprio tutto, ma tante cose belle. Dalla trilogia di Kata Kumbas sono nati i titoli del Rinascimento italiano del librogioco più maturo. Dalla trilogia di Kata Kumbas è nato il Regno di Talia nella sua declinazione più picaresca di Brancalonia. È un vero peccato dunque che a tutt’oggi questo libro sia fuori edizione e quasi introvabile. Ho deciso di recensire il secondo volume della saga, il Torneo della Regina Bella, perché a mio parere è quello -di poco!- più bello dei tre e gode del miglior ritmo. Non che gli altri due non ne abbiano, anzi! Bisogna iniziare parlando di come la storia di tutti e tre i Kata Kumbas, ma in particolare di questo, sia davvero buona. Passeremo da tante situazioni diverse, con il giusto ritmo che ci permetterà di gustare ognuna e prima che possa annoiare passare alla successiva, in un’avventura davvero avvincente e ricca di colpi di scena. L’ambientazione è un altro punto di forza: questa italia fiabesca e scanzonata, non ancora così picaresca e male in arnese come in Brancalonia, né grimdark very dark come il Regno di Talia omonimo di Sensolini e Mazza, ma, appunto, sembra piuttosto di stare in una fiaba di quelle raccolte da Italo Calvino in uno dei suoi due volumi di Fiabe Italiane. Ci sentiremo parte di un mondo più grande di noi e ci sentiremo anche di essere un vero cavaliere: non proprio in armatura scintillante, ma nobile e che inoltre se la sa cavare in un modo o nell’altro. E parlando di un modo o dell’altro, per tessere le lodi di Kata Kumbas non si può non tessere le lodi del sistema di gioco che lo sostiene: il Venture System, inventato da Umberto Pignatelli stesso e da Mauro Longo. Un sistema che per certi versi ricorda il Critical IF di Dave Morris, ma con il vantaggio che, attraverso la spesa o meno di punti Energia, possiamo decidere di fallire tatticamente una prova, aggiungendo un’ulteriore possibilità di scelta, e aprendoci spesso un percorso alternativo. Un sistema che si presta molto dunque a un brillante uso del fail forward.
Longevità 8:
La singola giocata è lunga e presenta alcune vie alternative tra loro che potrebbero giustificare giocate successive, ma il finale è uno solo e la storia lineare. Il prezzo da pagare per un intreccio così avvincente.
Difficoltà 8:
Il Venture System è notoriamente difficile da bilanciare con successo, come anche il suo cugino Critical IF, rischiando presto di diventare o troppo facile o troppo difficile. Qui il gioco è ben bilanciato e vira sul facile: sarà un’impresa ardua finire i punti Energia… ma tutto questo è controbilanciato da una presenza non da poco di instant death che attendono il giocatore più incauto!
Giocabilità 8.5:
Il gioco è un grande tuffo in un’avventura di altri tempi, che scorre avvincente e divertente dall’inizio alla fine. Un’esperienza davvero memorabile che elimina ogni fronzolo e arriva dritta al cuore del piacere in un librogioco: la scelta. Fossero tutti così i librogiochi!
Chicca:
Da dove iniziare? Il libro è pieno di chicche, a partire dai nomi delle città, di tradizioni italiane tirate in ballo, e di leggende italiane da cui prende spunto. In particolare, però, vi consiglio di fare attenzione a una certa lavandaia…
Totale 8.5:
Il Torneo della Regina Bella è, se non altro per il suo valore seminale, un titolo da recuperare a quasi qualsiasi costo, e da apprezzare, consigliato a ogni amante del librogioco.
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