Cerca nel sito

Il Sondaggione!!

A Lucca abbiamo ricordato il grande Bruno Concina: quali, tra i suoi Topolino a bivi dei primi anni, è il tuo preferito?

Recensione

Advanced Dungeons & Dragons 12: La Maledizione del Lupo Mannaro
Edizione EL 1992
autore/i Chris Martindale
Recensore Simone756

Ritornare a casa dopo una lunga guerra dovrebbe significare pace, ma per Feral è l’inizio di un incubo che pulsa sotto la pelle. Il giovane guerriero, erede del soprannome “Il Lupo”, scopre che non basta impugnare una spada per liberare la propria terra dal giogo di un tiranno: stavolta il nemico più pericoloso è dentro di lui.

Il librogame ci lancia immediatamente in un’atmosfera tesa, quasi febbrile: l’ombra della maledizione lanciata dal mago Vlachos incombe su ogni scelta, e il rischio che l’istinto animale prenda il sopravvento è costante. La forza del libro risiede proprio nella sensazione di instabilità, nel continuo equilibrio tra lucidità e ferocia, un dualismo che accompagna il lettore sino agli epiloghi più drammatici o più liberatori.

Narrativamente, l’opera sorprende per densità e ritmo: ogni evento sembra incastrarsi con naturalezza in un mondo coerente, cupo ma vibrante. La progressione è spesso rapida, ma non frettolosa, e offre la percezione di un viaggio che evolve con noi e per noi. I personaggi incontrati lungo il percorso – stregoni enigmatici, alleati fedeli, creature abiette – sono tratteggiati con economia ma con efficacia, lasciando un’impressione duratura senza perdersi in descrizioni prolisse.

Sul piano ludico, l’idea delle tre forme di Feral (uomo, uomo-lupo, lupo) garantisce una bella varietà strategica: ogni trasformazione offre vantaggi immediati, bilanciati da un prezzo che non è soltanto numerico ma anche narrativo. Gestire l’esperienza diventa una sfida nella sfida, e se a volte i dadi si intromettono più del dovuto, la struttura nel complesso riesce a mantenere la tensione senza frustrare eccessivamente.

La mappa delle scelte è ramificata, quasi esuberante, e anche se alcuni percorsi sono più brevi del desiderabile, la quantità di finali e la possibilità di raggiungerli con approcci diversi rendono il libro sorprendentemente rigiocabile. È una di quelle avventure che non si leggono “una volta sola”: ogni run svela un dettaglio inatteso, o un destino alternativo che vale la pena esplorare.

Pur con qualche rigidità del sistema AD&D che talvolta ingabbia la libertà potenziale dell’opera, “La Maledizione del Lupo Mannaro” rimane un titolo che colpisce, coinvolge e invita a tornare sui propri passi. Un viaggio tra identità spezzate, scelte morali e zanne pronte a mordere.

Longevità 8: 

Offre molti percorsi alternativi e vari finali, con una genuina voglia di rigiocarlo per scoprire cosa sarebbe potuto accadere “se…”.

Difficoltà 6.5: 

La sfida è presente ma non punitiva: i dadi possono influire, ma raramente distruggono la run. Qualche tiro risulta imprevedibile, nel bene e nel male.

Giocabilità 8: 

Il sistema delle trasformazioni aggiunge profondità senza appesantire. L’avventura scorre fluida, nonostante alcune meccaniche tipiche della serie.

Chicca: 

In un finale poco noto, Feral può decidere consapevolmente di restare creatura di confine, né uomo né lupo: non come punizione o fallimento, ma come scelta identitaria, quasi una dichiarazione di libertà dalla stessa maledizione.

Totale 7.5: 

Un librogame energico, atmosferico e sorprendentemente ricco, che riesce a rimanere impresso nonostante qualche vincolo del regolamento.