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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

Recensione

Fighting Fantasy 42: Black Vein Prophecy
Edizione Penguin Books Puffin Imprints 1990
autore/i Paul Mason,Steve Williams
Recensore Yaztromo

L'inizio di questo librogame (purtroppo mai tradotto in Italiano) e' particolarmente originale, spesso stravagante, e mi ha molto colpito: ti risvegli dentro un sarcofago senza nessun oggetto e senza ricordarti nulla del tuo passato! All'inizio non hai nemmeno i punteggi delle tue caratteristiche, che ti verranno forniti nel corso della prima parte dell'avventura!

La storia poi si dipana in modo particolarmente complicato: devi cercare di capire piu' in fretta possibile chi sei e cosa ci fai al mondo (cercando nel frattempo di sopravvivere). In pratica, qua e la', hai reminiscenze di una tua vita precedente (tra l'altro a volte ritorni in possesso di alcune tue abilita' magiche...) e qualcuno dice di conoscerti, ma poi sta' a te fidarti o meno... le sorprese sono dietro ad ogni angolo!

La costruzione del libro e' molto particolare: non e' ne' veramente lineare, ne' a mappa: e' una struttura che si potrebbe definire "a puzzle", dove e' importante risolvere una serie di trappole ed enigmi (e nel giusto ordine!) per arrivare preparati a combattere la battaglia finale (non aggiungo troppe informazioni per non rovinare il piacere della sorpresa).

L'impressione che ho avuto e' stata in qualche modo simile a Creature of Havoc (Creatura del Male): ti sembra sempre di passare dalle stesse parti, ma piccoli dettagli possono fare la differenza e "sbloccare" linee di gioco che si rivelano fondamentali per "andare avanti". Penso che, come per Creature of Havoc, gran parte dei giocatori esperti troveranno la sfida affascinante, mentre probabilmente un giocatore alle prime armi potrebbe sentirsi scoraggiato. Pero' il climax e il mistero che si svela pian piano, una tesserina del puzzle alla volta, e' veramente molto gradevole e richiama gli aspetti piu' entusiasmanti di Creature of Havoc. Proprio per questo il finale e' un'enorme liberazione di tutte le tensioni e frustrazioni accumulate durante le molte letture necessarie a completare con successo l'avventura.

Ci sono alcuni passaggi della storia che esagerano certi aspetti stravaganti presenti in molte pieghe della narrazione e che diventano perciò poco convincenti: per esempio il fatto che ti trovi a trasportare una statua pesantissima con delle libellule giganti attirate con uno sciroppo dolce... si poteva pensare a qualcosina di meglio!

Ci sono poi delle soluzioni tecniche che non possono non innervosire, come per esempio il fatto che talvolta ci si riferisce agli stessi oggetti usando circonlocuzioni diverse. Per esempio la bottiglietta con lo sciroppo dolce arancione che viene di volta in volta chiamata semplicemente "bottiglietta", oppure pasta arancione o altro.... in questo modo magari avevi l'oggetto giusto con te, ma non lo riconosci perche' si usano vari modi diversi per riferirsi alla stessa cosa (dopo un po' ti trovi a scrivere una riga di precisazioni quando recuperi un oggetto, per essere sicuro di riconoscerlo quando viene proposta una descrizione diversa...).

L'aspetto piu' controverso di questo librogame e' pero' il seguente: per vincere, e' necessario che all'inizio della storia, quando hai il punteggio al massimo, tu fallisca un test di fortuna - poi ovviamente nel resto dell'avventura potresti avere una decina di altri test di fortuna da superare (con poche possibilita' di recuperare punti di fortuna) e alcuni di questi altri test è imperativo superarli per non morire.  In questo modo, se hai un punteggio alto per superare i test successivi, difficilmente sbaglierai il primissimo e viceversa, se hai una fortuna bassa all'inizio, poi verso la fine dovrai tirare dei doppi 1 per salvarti...

Oppure, ovviamente, potrai sempre barare...
L'aspetto piu' "filosofico" della faccenda rigarda il senso dei test di fortuna: se essendo "fortunato" poi muori, che fortuna e'? (e viceversa).

Concludendo, il parallelo con Creature of Havoc e' particolarmente azzeccato: ti risvegli in un corpo del tutto inaspettato e senza memoria. Per recuperare la tua memoria e risolvere la difficile avventura dovrai impazzire, ma poi la soddisfazione di aver ricomposto il puzzle tessera dopo tessera ti fara' saltare dalla gioia!

Longevità 9: 

Difficile dare un voto in questo caso: ci vorra' molto tempo e molti tentativi per concludere con succeso questo librogame, ma, una volta concluso, difficilmente ci saranno ancora paragrafi mai letti, per cui ulteriori riletture avranno senso solo a distanza di anni.

Difficoltà 5: 

E' tra i piu' difficili, inadatto a solutori che siano men che esperti (e pazienti)

Giocabilità 6: 

Un altro parametro difficile da valutare: in generale la costruzione del puzzle e' sommamente accattivante e ti ripaga degli sforzi necessari per fare ogni piccolo passo avanti, ma certi difetti, come il tiro di fortuna che BISOGNA sbagliare all'inizio e gli oggetti che ogni volta vengono nominati in modo diverso abbassano di parecchio il voto.

Chicca: 

Il duello finale, durante il quale hai un flashback della tua infanzia, dove devi auto-aiutarti contro l'attacco magico che cerca di riconquistarti alle forze del male e' veramente colossale e entra di diritto tra i migliori finali di librigame di tutti i tempi!

Totale 8: 

La gioia per essere finalmente giunto alla soluzione (e a una soluzione particolarmente entusiasmante) ripaga ampiamente la rabbia e la frustrazione accumulata durante il gioco. Ogni veterano dei librigame dovrebbe passarci! I meno esperti e pazienti invece possono tranquillamente abbassare il voto di un paio di punti, perché con tutta probabilità abbandoneranno il volume ben prima di concluderlo.