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Recensione

Infinity Book 6: Questavern Brandy a Tutta Birra!
Edizione Infinity Mundi 2020
autore/i Roberto Bucciarelli
Recensore firebead_elvenhair

QuesTavern – Brandy: a tutta birra! è una delle librogame-app della fortunata Infinity Mundi, casa di produzione specializzata in librogame digitali, che ha già portato sugli schermi dei nostri smartphone anche dei librogame che abbiamo incontrato su carta stampata, come Fortezza Europa: Londra e Eracle: Nascita di un Eroe.
QuesTavern: Brandy è opera di Roberto Bucciarelli, nome già noto alle cronache per essere uno dei recensori che si occupano di librigame su Nerdgame, con uno stile frizzante, irriverente e ironico, che è stato traslato anche nel suo primo librogame.

L’avventura ci trasporta nel mondo di -, no meglio non dirlo, scusate vorrei poter essere più preciso, ma l’autore del librogame non solo non ha dato alcun nome proprio all’ambientazione, per pigrizia, ma fa fare anche una brutta fine a chiunque ne parli, pertanto devo soprassedere (un esempio dell’ironia surreale che troverete nel librogame!) Quello che è certo è che ci troviamo in un’epoca dove il crimine e i soprusi sono sempre più diffusi. Per fortuna non c’è mancanza di eroi, personaggi di ogni razza, rango e classe sempre disposti a offrire al prossimo i proprio servigi, chi per gloria chi per denaro.

Tuttavia, se la volontà di portare a termine il compito non mancava mai, a volte non veniva scelto l’eroe giusto per una determinata missione, che non veniva così portata a compimento. Era quindi necessario razionalizzare il sistema di scelta e preparazione degli eroi, affinché ciascun committente potesse valutare con attenzione le capacità di ciascun e poter scegliere con più accortezza a chi affidare la propria missione.

Nacque così QuesTavern. Dall’apparenza simile ad una normale taverna, il menù che viene presentato ai clienti non presenta cibi e bevande ma una lista degli eroi che alloggiano al piano superiore della locanda, ciascuno con l’indicazione delle proprie esperienze e capacità. Una volta che il cliente ha scelto il proprio eroe, a quest’ultimo viene consegnato un riassunto della missione che gli spetta, in modo che lo stesso possa prepararsi al meglio.
Tra l’equipaggiamento standard che QuesTavern offre ai propri eroi, non possono mancare due oggetti fondamentali: un microchip sottopelle (ahia) che permette di tornare indietro nel tempo all’ultima nostra sconfitta e un marsupio magico senza fondo nel quale possiamo inserire tutti gli oggetti che raccogliamo senza limiti di spazio…

Come ammette lo stesso autore, tali oggetti non sono altro che escamotage che ci permettono di evitare sconfitte definitive e di non preoccuparci di sostituire eventuali oggetti raccolti, lasciando al giocatore solo la scelta su come proseguire nell’avventura.

Del resto, anche il regolamento di QuesTavern è tutto qui: niente punteggi o lanci di dado, al giocatore basta scegliere l’opzione tra quelle presentate alla fine del paragrafo e al resto pensa a tutto l’app, occupandosi di tenere di volta in volta aggiornato il nostro inventario.
A seconda degli oggetti che abbiamo raccolto, infatti, ci verranno presentate o meno determinate opzioni.
Da quanto visto sin qui, si può ben comprendere come QuesTavern: Brandy sia un librogame ricco di anacronismi, battute no-sense e a volte demenziali, a partire anche dal personaggio che andremo a interpretare, Brandy l’arciera.

Il nostro nome viene scelto niente meno che da Re Gink stesso, il quale si presenta personalmente a QuesTavern, con un aspetto ben diverso da quello che si ricordavano i sudditi. Il suo fisico tonico è ora grassoccio e flaccido, la chioma rossa è ormai vittima di calvizie incipiente. Ciononostante, il re mantiene ancora un’aria altezzosa mentre spiega il motivo della sua visita. La principessa Elisabel, sua figlia, è stata rapita un giorno prima delle nozze da un drago sputafuoco! Nessuno di coloro i quali hanno tentato di salvarla è tornato indietro vivo.

La scelta dell’eroe al quale affidare la missione cade appunto su Brandy, l’arciera mezzelfa. Le note dello chef recitano: “Ottima scelta se sei in cerca di una tiratrice provetta, agile e precisa. Sarebbe davvero l’eroina perfetta… Se non fosse che quando alza il gomito, non lo fa solo per scoccare le sue frecce”. Comunque, una volta accettato l’incarico (e aver bevuto un bicchiere alla salute del re, se vogliamo), avrà inizio la nostra avventura.

Il viaggio di Brandy si svolge lungo sostanzialmente “forzate”, con quale significativa deviazione lasciata all’iniziativa del lettore. Dopo la foresta iniziale, nella quale possiamo scegliere di seguire tre diversi percorsi (ed eventualmente fare amicizia con un simpatico cinghiale), attraverseremo una città di scimmie fino a raggiungere l’immancabile castello del drago. Tuttavia, ogni situazione sarà decisamente diversa da quello che solitamente accade in una avventura fantasy, tra personaggi surreali, anacronismi di ogni sorta e colpi di scena.
Lo stile dell’autore è colloquiale, infrangendo spesso e volentieri la quarta parete per rivolgersi direttamente a noi, tra domande, insinuazioni e rimproveri. Ciò che subito si nota leggendo QuesTavern: Brandy, è la grande inventiva di Bucciarelli nello sciorinare battute, giochi di parole e citazioni alla cultura pop (si va dall’immancabile Signore degli Anelli, con Smiguel, la versione messicana di Smeagol, a Futurama e il suo fattorino sfigato, passando per Matrix e tanti altri), che dovrebbe essere già nota a chiunque abbia mai letto una sua recensione.
Questo humour particolare potrebbe non riscontare il gusto di tutti, ma bisogna ammettere che le battute e le invenzioni dell’autore – sebbene qualche volta prevedibili – riescono ad essere così originali da non farci mai avere la sensazione di essere di fronte a qualcosa di già visto o “riciclato”.

Attenzione, però: quanto sin qui detto non deve far credere che, vista la demenzialità generale del librogame e dei suoi personaggi, anche le scelte che ci vengono presentate lo siano. Ciò, infatti, vanificherebbe del tutto il piacere del gioco e causerebbe solamente frustrazione al lettore, che si troverebbe davanti a conseguenze del tutto imprevedibili per le proprie azioni.

Al contrario – sebbene l’autore si ritagli un certo spazio per “giocare” con le nostre scelte, prendendosi a volte delle libertà – per proseguire con successo sarà necessario valutare con attenzione quanto abbiamo appreso fin lì, vuoi su quale sia l’oggetto migliore da utilizzare o su quale opzione scegliere, in base anche agli indizi e ai suggerimenti che a un lettore distratto potrebbero essere sfuggiti.
L’esistenza del “microchip salvavita” e, quindi, l’impossibilità di raggiungere un game over definitivo non deve poi lasciar credere che QuesTavern: Brandy sia un librogame facile da completare. Ovviamente, si arriva sempre alla fine, ma quale fine? Sono infatti presenti almeno cinque finali diversi, ciascuno con un diverso “rating”. Si va dal worst ending, al bad, al neutral, al good e infine al perfect ending. Raggiungere tutti i finali, soprattutto quello migliore, non è affatto facile e richiederà di giocare più volte al librogame, spronandoci a scegliere opzioni non tentate.

Per incentivare la rigiocabilità, inoltre, è presente anche una “galleria” delle varie illustrazioni, realizzate da Alessandro Lalli, in cui potremo imbatterci durante la lettura. Non può mancare poi – come in ogni app o videogioco che si rispetti – una lista di achievement o, in questo caso, “distintivi”. Fedele alla sua dissacrante ironia, in QuesTavern: Brandy non si sbloccano distintivo compiendo imprese difficilissime, bensì scoprendo tutti gli sfortunati modi in cui Brandy può fare una brutta fine!
Curiosa, infine, anche l’eventualità di dover ricorrere a wikipedia per la risoluzione di un enigma (tale espediente viene del tutto giustificato dalla necessità di essere online per giocare, pertanto non viene richiesta nessuna risorsa ulteriore a quella che già stiamo utilizzando – la connessione internet).

Nota dolente – anche se quello è il titolo del secondo volume di QuesTavern! – è il fatto che la forma di app fa sembrare QuesTavern: Brandy decisamente meno complesso di quanto sia in realtà, dato che l’app si preoccupa di tenere traccia dei nostri oggetti e ci fornisce solo le scelte disponibili in un dato momento, dando l’illusione che le nostre alternative siano minori di quante siano in realtà. La “mappa” che si cela dietro QuesTavern: Brandy, con oltre 400 paragrafi, invece, mostra un complesso intreccio di tutte le alternative possibili.

Longevità 8: 

Una singola partita non è particolarmente lunga, e si svolge lungo una trama ben precisa sulla quale le decisioni del giocatore hanno poco rilievo. Tuttavia, al giocatore è rimessa la scelta sul “come” proseguire in alcuni punti, scegliendo tra le diverse alternative proposte. Inoltre, è presente almeno una area opzionale talmente intricata e con oggetti interessanti per successivi sviluppi, che vale la pena visitarla assolutamente. La presenza di ben cinque finale (oltre a una galleria di immagini e distintivi) motiva sicuramente il lettore a rigiocare più volte il librogame.

Difficoltà 7: 

È difficile valutare un criterio simile in un librogame nel quale, in sostanza, è impossibile ottenere un “game over” vero e proprio. Giungere in fondo al libro, infatti, è sempre possibile: ciò che cambia è quanto successo avremo avuto. Se ottenere un finale neutrale non richiede sforzo alcuno, ottenere – specialmente al primo tentativo migliore – non è affatto scontato e presenta un discreto livello di sfida.

Giocabilità 8: 

Dato che l’app tiene conto di ogni cosa, non c’è da preoccuparsi di segnare alcunché. Ma anche se questo librogame venisse trasferito in formato cartaceo, il sistema di gioco è talmente semplice e immediato che basterebbe davvero poco per prendere nota di quanto serve. Tali caratteristiche lo rendono sicuramente consigliato a lettori che non vogliono regolamenti troppo complicati da tenere sotto controllo.

Chicca: 

Le chicche del librogame sono tantissime, in quanto le citazioni alla cultura pop si sprecano. Ho citato a solo titolo informativo il Signore degli Anelli, Futurama e Matrix, ma non dubito ve ne siano altre. Alcune scene poi, sono davvero esilaranti: vale la pena ricordare la possibilità di superare un fossato infestato da feroci coccodrilli balzando agilmente sulle schiene dei rettili fino a raggiungere il portone. A quel punto, i coccodrilli sono talmente impressionati dalla nostra performance degna di una giovane Nadia Comaneci da sollevare tanto di cartelloni con tutti 10! Beh, non proprio tutti i coccodrilli sono così larghi di manica e uno osa darci un 9.5, almeno finché non incocchiamo una freccia al nostro arco per fargli correggere il voto!

Totale 7.5: 

QuesTavern – Brandy: a tutta birra! è innegabilmente un librogame sui generis, visto come si prende in giro da solo e per lo stile quasi demenziale con cui è scritto (siamo oltre Brennan!). Superamento della quarta parete, battute, giochi di parole, episodi nosense sono all’ordine del giorno. Tuttavia, l’autore è stato giustamente attento a non far sì che a una trama sopra le righe potessero accompagnarsi scelte “alla cieca” o illogiche. Al contrario, mentre ci si barcamena tra una risata e l’altra, bisogna stare attenti a non lasciarsi sfuggire indizi importanti. Un librogame consigliato a chi si è stancato di volumi più seriosi e complicati e vuole trascorrere un paio di ore divertendosi in spensieratezza.