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Recensione

Sortilegio 2: La Città dei Misteri
Edizione EL 1987
autore/i Steve Jackson
Recensore spadadelsole

Una città fluviale, una tappa obbligata del tuo viaggio, ma qui è difficile entrare e uscire
Non c’è modo migliore del buon riassunto E. Elle per introdurre questo libro.
Dopo la prima avventura d’ingresso nel mondo e nel sistema di gioco di Sortilegio, ora la serie entra nel vivo con un'avventura molto lunga, difficile, impegnativa Dovremo attraversare una città costruita sull’unico punto in cui è possibile guadare un fiume. Potrebbe sembrare facile, ma non è così. In primo luogo bisogna entrare e, se avremo la chiave dataci dal capo degli Svinn alla fine del primo volume, la cosa sarà facile. Ma i nostri guai sono solo all’inizio: non solo saremo quasi sicuramente arrestati (e per fortuna molto presto rilasciati), ma scopriremo che l’unico modo per aprire la porta nord, attraverso cui dobbiamo necessariamente passare per proseguire il nostro viaggio, sarà recuperare i quattro versi di una poesia, ognuno dei quali è conosciuto da una persona diversa. Ma anche riuscire a farseli svelare non basta, perché bisogna rintracciarli nell’ordine giusto e recitarli in questo stesso ordine per riuscire a far schiudere il portone che ci consentirà di lasciare Kharè; di possibile ordine ve ne è più d’uno e barare, o sbagliare a comporre la quartina, significherà morire.
Come nel resto della serie varie persone saranno amichevoli o ostili a seconda di come saranno trattate: per esempio, quando saremo arrestati all’inizio, il nostro anziano compagno di cella si rivelerà amichevole se staremo a svegli tutta la notte per sorvegliare le sue mosse, ma ci deruberà di un oggetto dello zaino se invece decideremo di dormire. Un buon esempio di come l’avventura sarà infida e piena di pericoli.
Il viaggio in città sarà lungo e difficile perché le persone che custodiscono i versi che cerchiamo si nascondono nei luoghi più impensati. Come se non bastasse, individuarle è piuttosto complicato perché non hanno certo l’aspetto di notabili della città e, anche se incontrati, non sarà affatto scontato riuscire ad ottenere la loro collaborazione. Uno di loro ad esempio è un mendicante cieco e, come impareremo nel corso delle nostre peregrinazioni, in questa collana i non vedenti sono quasi sempre buoni e degni di aiuto. Però non basterà offrirgli delle monete come elemosina: il vecchio infatti sarà subito attaccato da due mostri che vogliono ucciderlo e dovremo decidere se aiutarlo o scappare. Sarà solo dopo averlo soccorso che ci rivelerà la verità e il versetto che custodisce, oltre a donarci l’anello del serpente che, nel terzo libro, ci permetterà di ottenere informazioni utili dai messaggeri dell'Arcimago, preziosissime per affrontare al meglio l'ultimo capitolo della saga.

Dopo aver ottenuto i primi tre versi ci accorgeremo che la poesia risulta incompleta e scopriremo che l’unico modo per scovare l'ultima parte del componimento sarà riuscire a completare il rituale del bacio di Courga; lo verremo tuttavia a sapere casualmente, al tempio di Courga appunto.
Ancor più difficile sarà recuperare un secondo versetto, il cui custode è nascosto in una tomba perché..è morto! E' tuttavia mantenuto in vita da un pericoloso demone e sarà solo sconfiggendo il demone che potremo liberarlo. L’unico problema che potremo vincere solo combattendo con delle armi d’argento (che è possibile acquistare al mercato) oppure invocando Libra, altrimenti andremo incontro a morte sicura.

Ecco perché, finchè quel verso non sarà trovato, sarà preferibile non invocare la dea, situazione che rendel’avventura ancora più difficile. Simpatica sarà la parentesi al mercato ove, oltre a trovare le armi d’argento, scoveremo anche un utilissimo spadone pesante che abbassa di un punto la combattività, ma causa un danno di tre punti invece di due. Il secondo spadone della serie, dato che anche nel primo volume se ne trovava uno, in un differente mercato, ben affilato, che aggiungeva un punto alla combattività.
E che dire del complesso fognario? Se vi saremo gettati finiremo col vagare in un vero labirinto abitato da vari mostri, tra cui quello raffigurato in copertina. Uscirne non sarà affatto facile anche se alla fine rivedere la luce ci consentirà di conquistare un prezioso premi, due punti aggiuntivi di fortuna, che ci ripagherà in parte della nostra disavventura.
Come avrete intuito, la lunghezza del viaggio renderà la gestione dei soldi un fattore chiave: sarà necessario procurarsene il più possibile, anche perché, per uscire dalla città, il modo più veloce sarà corrompere le guardie Infatti recitata la quartina, arriveranno tre guardie per fermarci e la cosa più semplice per liberarsene sarà offrire loro 3 pezzi d’oro a testa; se saremo sprovvisti di tale somma sarà necessario affrontare un duro combattimento, che potrebbe esserci letale, soprattutto considerando che a fine avventura non saremo affatto ben messi a livello di punti vita...
Come si può facilmente capire il realismo è un elemento fondamentale dell’avventura e l'intera città intorno a noi finirà per sembrarci un complesso rompicapo in cui ogni tessera alla fine potrebbe trovare il suo posto, ma non è affatto scontato che questo accada davvero.
Dato questo non ci vuole molto a considerare Sortilegio come fosse un unico grande librogame suddiviso in quattro capitoli e La Città dei Misteri come prova generale del quarto, difficilissimo, volume, un po’ come il primo si può considerare una sorta di precursore del terzo. La verità è la fuori, ma non è detto che riusciremo a trovarla, anche perché, spesso, è sepolta e, anche stare nel posto giusto potrebbe risultare inutile, perchè potrebbero intervenire altri fattori ad ostacolarci.
Comunque, a differenza de La Corona dei Re, il true path risulta ammorbidito dato che, arrivati alla porta, si potrà ricominciare da capo quante volte si vuole nel caso in cui non si abbia in mano la quartina completa. Nel frattempo vivremo un gran numero di avventure incontrando personaggi indimenticabili, tra gravi rischi e grandi soddisfazioni Una storia unica nel mondo dei librogame, dato che non si è mai visto un simile mosaico di storie autoconclusive ma che, unite, formano una specie di arabesco. La complessità del libro è alta, soprattutto per la necessità di esplorare ogni luogo, più che per la difficoltà vera e propria, perché i nemici sono ostici, ma nessuna delle situazioni in cui ci verremo a trovare è insormontabile. Tante sono le trappole create dai cittadini per difendersi dai mostri, e perfetta la descrizione della un tempo ricca, ma ormai decadente, Kharè.

L ’idea base di Jackson secondo cui la città è costruita nell’unico punto in cui è guadabile un insuperabile fiume può apparire un po’ forzata e quindi il libro evitabile, ma basterebbe immaginare cosa ne sarebbe di Sortilegio senza questo capitolo per capire l’importanza dell’opera.
Anche il titolo italiano mi sembra azzeccato perché sottolinea l'elemento misterioso della città e dei suoi abitanti, le infinite sorprese che si possono incontrare, caratteristica tipica dell’universo di questa serie ove non si finisce mai di conoscere gli strani abitanti che popolano queste contrade e di scoprire cose nuove. Un titolo migliore a mio parere di quello originale Kharè - Citiport of Traps, che pone troppo l’attenzione sulle trappole escogitate dai cittadini per difendersi dai mostri (e dagli stranieri).
Personalmente ho uno splendido ricordo di questo libro,uno dei primi che abbia mai letto.Mi diede infatti la sensazione di vivere una storia magica e la perfetta identificazione col protagonista, tipica della serie, qui raggiunge il suo massimo livello, tanto che posso dire di non essermi immedesimato così tanto in nessun altro librogame. Indimenticabili alcuni punti del libro: l’impressionante rituale del bacio di Courga, in cui bisogna baciare una statua in quattro punti secondo una precisa sequenza, pena la morte, il risveglio mattutino nella locanda quando, scena degna del miglior volume di Oltre l’incubo, ci si sorprende legati ad una ghigliottina, con solo una mano libera; se si compie la scelta giusta tra tirare o allentare la corda si sopravvive, altrimenti ci attende la morte, il mostro umanoide che si divide in sei parti e dovremo combatterle tutte insieme per proteggere dei bambini (e noi stessi)...
Tantissime sono le storie di questo volume e ciascuno troverà le preferite. Mi sembra, ma è un giudizio personale, che questo sia il più riuscito della serie, perché rispetto agli altri vi è meno ricorso al true path e si può sempre ricominciare da zero. E’ uno dei librogame più belli in assoluto, a parere del sottoscritto.

Longevità 9:  C’è molto da vedere ed è sempre piacevole rileggerlo da capo.

Difficoltà 8:  Alta ma non eccessiva e fortunatamente si dipende meno dal true path rispetto a La Corona dei Re

Giocabilità 10:  Si è sempre al centro degli eventi che ci circondano, e l'atmosfera è delle migliori, al punto da invogliarci a esplorare più volte la città.

Chicca:  /

Totale 9:  Sarò ripetitivo, ma è uno dei librogame più belli che abbia mai letto...