Ghast & Gremlins è uno dei tre librigame della collana “Press Start” di Acheron che nasce con la volontà di omaggiare i classici dei videogiochi arcade. Questo volume, dalla penna di Francesco di Lazzaro (impossibile non conoscerlo tanto per le sue opere, da Autolico fino a Caronte, tanto per il suo ruolo nel tenere viva la community prima del Rinascimento), è ispirato, come si evince già dal titolo, al mitico Ghosts 'N Goblins. Il videogioco originale vede il prode Sir Arthur addentrarsi in 7 pericolosissimi livelli per tentare di liberare la sua dama dal demone Astaroth: il gioco ha una visuale da platform e il personaggio è in grado di saltare e lanciare l’arma in uso. Il gioco è famoso per la sua difficoltà, mitigata solo dalla presenza dell’armatura: quando infatti si viene colpiti la prima volta, la si perde restando in mutande, mentre alla seconda si perde una vita. Il librogame ripropone gran parte di questi elementi in modo molto fresco, da un lato con ironia, dall’altro riproponendo le stesse dinamiche con un twist di esplorazione e risoluzione di enigmi tipico dei lbrogame, ma sempre fedele al feeling originale: indossiamo quindi i panni di Priscilla, lontana dall’essere una composta dama di corte, che veste le armi del promesso sposo, il cavaliere Lancinante, per liberarlo dalla demonessa Astareth che l’ha rapito. Il gioco è diviso in livelli che presentano vari check-point: la perdita di una vita vi riporterà a uno di questi e, nel caso le perdiate tutte, avrete un certo numero di gettoni da giocarvi per continuare. Anche qui l’armatura vi proteggerà da alcuni attacchi, e la sua presenza o assenza potrebbe anche alterare le vostre capacità di movimento: in alcuni momenti infatti il gioco vi chiederà di tirare un dado per valutare la riuscita di una vostra impresa atletica. Più spesso però è possibile aggirare del tutto questi tiri di dado effettuando la scelta giusta: questo è evidente soprattutto in alcuni combattimenti dove, proprio come in un videogioco, la conoscenza dei pattern di attacco nemico vi permetterà di scegliere di volta in volta la strategia efficace. Il titolo ripropone anche le armi tipiche del videogioco, salvo qualche modifica (ad esempio la lancia è stata sostituita dal martello), associa a ciascuna un danno base e da loro un nuovo connotato “librogiocoso” (a che servirà mai una torcia?...). Gli ambienti di gioco poi sono variegati, spesso ispirati al titolo originale (come il cimitero), e mostrano tutti varie strade che si differenziano per essere più focalizzate sullo scontro, sulle prodezze atletiche o sulla risoluzione di enigmi.
Longevità 9:
Il volume, per quanto compatto, propone una storia piuttosto lunga e letale: i tanti possibili percorsi e i segreti nascosti aumentano notevolmente la longevità.
Difficoltà 8.5:
Il gioco è sfidante, costringendo il giocatore a tornare al checkpoint dopo aver sbagliato un massimo di due volte, anche se non sono così rare le situazioni in cui nemmeno l’armatura può salvarti. Le scelte più oculate sono ragionevoli ed è spesso possibile intuirle con un po’ di esplorazione, ma non sono quasi mai scontate. Questa difficoltà è però mitigata dai poteri dell’armatura che, a determinati traguardi di punti accumulati, permettono di sconfiggere in un colpo alcuni dei nemici più tosti senza dover ridurre i loro punti ferita via via.
Giocabilità 9:
Il libro mantiene pochi elementi essenziali di regolamento (note, equipaggiamento, l’arma impugnata, la presenza o meno dell’armatura, punteggio, vite e gettoni) e lascia all’intreccio di scelte la sua complessità ludica, senza andare a caricare il giocatore di eccessivo bookkeeping ma senza nemmeno appiattire la strategia.
Chicca:
I combattimenti contro alcuni boss ricalcano perfettamente quell’approccio “soulslike” dove aver memorizzato la routine di azioni del nemico ti porterà alla vittoria certa, ma spesso al prezzo di tante morti spese ad imparare i suoi pattern.
Totale 9:
Un libro che ho trovato davvero fresco e divertente, che riesce a mettere assieme la sua volontà celebrativa di un caposaldo del videogioco anni ‘80 con tutta la maestria della scuola italiana di librogame. Stuzzicante per chi ha giocato l’originale, molto accessibile anche per le nuove leve!
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