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Recensione

Topolino a bivi 1: Topolino e il segreto del castello
Edizione Mondadori 1985
autore/i Bruno Concina
Recensore spadadelsole

Era il 24 novembre dell’anno 1985 e il numero 1565 di Topolino pubblicò qualcosa di inedito, anzi, impensato e impensabile. Ovvero una storia a fumetti in cui non vi è un percorso unico, ma varie scelte che porteranno a finali diversi, in questo caso sei. Il tutto grazie al genio di Bruno Concina. Era una notte buia e tempestosa… è il classico incipit del libro di Snoopy ma è anche il preambolo di questa storia, con Minnie e Clarabella che, di ritorno da una sfilata di moda, passano in auto vicino al lugubre vecchio castello e, spaventate da terribili rumori, corrono subito, nessuno ne rimarrà sorpreso, a chiedere aiuto a Topolino.

Casualmente Pippo è in casa con lui e i due amici devono decidere se iniziare subito l’esplorazione, scelta che porterà a quattro possibili finali, o rimandare qualsiasi azione al giorno dopo, opzione che permetterà di raggiungerne solo due.

Meglio non spoilerare troppo , ma posso dire che qualsiasi evoluzione selezionata si rivelerà molto simpatica e la storia coinvolgente, specie in uno dei percorsi che ci vedrà impegnati in azioni notturne. Anche l’interattività con il lettore è molto più forte di quanto non si pensi, dato lo scenario del vecchio, misterioso e sinistro castello, dei fantasmi, e di tutte le insidie e le sorprese in cui ci imbatteremo durante le nostre peregrinazioni.

Avremo a che fare anche con una scena di tortura, ovviamente edulcorata in salsa disneyana. E poi volete mettere il fascino di trovarsi a giorovagare in una notte buia e tempestosa con Topolino e Pippo? Chissà cosa ne penserebbe Snoopy...

Due parole finali sull'importanza di quest'opera, che è considerata il primo fumetto-game mai concepito, anche secondo la roboante scritta che campeggia in copertina nel numero di Topolino in cui fu pubblicata: “Una storia, sei finali, per la prima volta al mondo!”. Il papà di questa primizia è Bruno Concina, che diventa così di fatto il primo autore italiano a realizzare un’opera a bivi, su illustrazioni del grande Giorgio Cavazzano, anticipando di ben due anni i primi veri e propri librogame a opera di Andrea Angiolino e G&L. Un'opera quindi seminale che rappresenta uno dei capisaldi del genere e andrebbe dapprima reperita, e in seconda battuta letta, anche semplicemente per questa motivazione.

Longevità 8: 

Forse bassa perché non è certo una storia lunga o forse altissima perché , magari, questa storia può restare bene impressa nel cuore di un bambino e continuarea condizionarlo, e a essere riletta, anche quando diventa adulto e trasmette la passione per un genere ai suoi figli e ai suoi nipoti...

Difficoltà 0: 

Non ha senso un simile parametro, anche perché tutti i finali sono belli e non vi é, in questo tipo di storie, la necessità di scegliere tra quelli giusti e quelli sbagliati.

Giocabilità 8: 

Semplici, immediate, coinvolgenti, con un sistema a bivi ben oliato, le immagini a fare da filo conduttore, e una grande capacità di avvincere e divertire: questo valore non può che essere alto per qualsiasi opera a bivi con protagonista la banda Disney.

Chicca: 

La pagina finale in cui Topolino e Pippo parlavano del nuovo sistema di storia e Paperino si arrabbia per non aver capito nulla!

Totale 8: 

Al di là della qualità della storia siamo di fronte a una di quelle opere seminali che hanno pesantemente condizionato il genere: già solo per questo merita un voto alto, se poi ci mettete che è anche divertente da leggere e piacevole da giocare...