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[quote=Zakimos]Come Oniryca prima di lui, anche Sistema Enigma: Londra (che brutto titolo, per inciso!) è un racconto che promette più di quanto riesca effettivamente a mantenere. L'idea alla base è buona e l'impianto di gioco funziona; tuttavia la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un'opera più complessa poi ridotta per ragioni di spazio/tempo a una versione più semplice - e le risposte dell'autore nel topic confermano la sensazione. STILE: Buono ma non ottimo. Come già evidenziato da altri prima di me, il problema numero 1 del corto sta nei paragrafi di raccordo, non sempre resi al meglio. Certi stacchi sono davvero troppo brutali e tradiscono la necessità di unire piste molto diverse tra loro in una medesima destinazione sprecando meno spazio possibile. A parte questo, la narrazione scorre fluida e senza intoppi (anche se certi paragrafi sono davvero ridotti all'osso: di solito apprezzo lo stile minimale, ma qui a volte è portato all'eccesso). Per quanto riguarda i link "al 8" o "al Epilogo", spezzo una lancia a favore dell'autore: è l'unico modo per far sì che LGC riconosca i rimandi e anche io ho avuto lo stesso problema. STORIA: Per come sono fatto io vorrei premiare l'autore anche solo per non aver usato i classici stilemi del fantasy e della fantascienza, la vera piaga della letteratura interattiva, a mio avviso. Siamo nel futuro, lo si capisce da alcune cose, ma potremmo anche essere nel presente che poco cambierebbe. Anzi, per certi versi questa storia mi sembra più ambientata in un presente "alternativo" [spoiler] In cui si può liberamente sparare agli immigrati [/spoiler] che in un futuro distopico. Ecco, magari aggiungo una provocazione: visto che l'autore ha rinunciato al fantasy, perché non rinunciare all'altro problema tipico di questo tipo di narrativa, ossia l'"inglesismo" ad ogni costo? I riferimenti geografici a Londra ci sono, ma non sono così fondamentali nell'economia della storia. Perché non fare un passo in più e ambientare il tutto in Italia? Un'ipotesi per la scelta è che [spoiler] l'autore avesse bisogno di un società multietnica in cui il Primo Ministro viene eletto direttamente dai cittadini (che poi nel UK non è proprio così, ma quasi) per la storia di Damian, [/spoiler] ma con qualche accorgimento poteva funzionare lo stesso anche da noi e l'avrei apprezzato di più, specie visti i riferimenti all'attualità. GIOCO: Uno di quei casi in cui il regolamento è più complesso del corto stesso, anche se immagino che far funzionare tutto il sistema di Codici e parole chiave non sia stato proprio semplicissimo (nelle ultime partite ho provato a inserire le parole a casaccio e non ho mai beccato paragrafi risolutivi "per caso"). Funziona, e apprezzo che sia stato dato più spazio ai "ragionamenti" del lettore piuttosto che ai bivi; il fatto che ci siano più finali limita il difetto tipico degli investigativi, ossia la bassa rigiocabilità, ma va detto che a mio avviso ci sono troppi finali rispetto alle strade che conducono a loro. Mi spiego meglio: è inutile che l'autore inserisca 5/6 finali diversi nel momento in cui le strade per raggiungerli sono sempre sostanzialmente identiche a parte poche deviazioni, ad esempio [spoiler] Andare a bere con Rain o fare le indagini sul campo, cercare questo o quell'altro argomento, affrontare i tizi al bar o scappare, etc. [/spoiler] E' inevitabile a quel punto che quando si cercano gli ultimi 2/3 finali si skippi brutalmente il testo già letto, e questo va a discapito dell'immedesimazione. D'altra parte non inserire un finale per ogni personaggio esistente avrebbe reso troppo facile individuare i "colpevoli", per cui capisco il perché sia stato fatto. La critica maggiore che mi sento di fare alla parte "gioco" comunque riguarda il terzo epilogo, per raggiungere il quale bisogna seguire un true path a mio avviso troppo stretto (non so come abbia fatto il Pirata a raggiungerlo alla prima partita!) Visto che tra una partita e l'altra bisogna cancellare i codici e le parole chiave, [spoiler] Per ottenere sia la parola "Mark" che "Damian" nella stessa partita bisogna: prima telefonare a Rain, poi quando Larry ti chiede aiuto dirgli di no e tornare a lavorare, a quel punto cercare "Primo Ministro" e ottenere Downing Street, da lì raggiungere Damian e ottenere il Codice D, poi uscire con Rain e da lì hai finalmente si hanno tre modi per ottenere "Mark", e infine devi pure telefonare a Damian per l'ultimo codice! (questo per fortuna è facile visto che è l'unico che ti risponde al telefono). [/spoiler] Ci sta, visto che il terzo epilogo è l'unico che dia un minimo senso di conclusione alla vicenda (ma minimo minimo, visto che non c'è un vero finale positivo); ma a quel punto doveva essere reso più intuibile il secondo passaggio, senza quel riferimento velato al "non dargliela vinta" (a chi? Perché?). Altrimenti la caccia al terzo epilogo rischia di trasformarsi in una ricerca di true path alla Creatura del Male invece che in un investigativo vero e proprio. Ecco, a proposito: solo io ho notato una certa ispirazione all'opera finale di Jackson nel dover rileggere più volte il libro per trovare la soluzione? USO DELLE TEMATICHE: L'invasione è resa in modo originale anche se non sempre percepibile. In alcune partite se non si fanno determinate scelte quasi non ce ne si accorge. Apprezzo l'assenza di pistolotti morali nonostante l'argomento trattato; oltre che fastidiosi, sarebbero stati fuori luogo. Il tema del nerd l'ho percepito nel fatto che Jay sia odiato ed escluso da tutti più che nei suoi gusti retrò. In definitiva: un racconto valido che avrebbe potuto essere migliore, se l'autore avesse ideato una storia più semplice e in grado di concentrarsi meglio in poche pagine. L'assenza di refusi (o almeno io non ne ho notati) fa pensare più a un problema di inesperienza che di fretta. Un punto in più per non aver usato fantasy e fantascienza, sperando che molti altri nei prossimi corti facciano altrettanto. [b] Voto inoltrato a babacampione. [/b][/quote]
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