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[quote=Rygar][quote=Rygar]Adesso voglio giocarci un altro di paio di volte per valutarne l'eventuale flessibilità, ma sono già pronto a esprimere un giudizio.[/quote] Odio quando la vita reale si intromette nel mondo di fantasia (tanto per restare in tema). Allora, come accennavo un racconto "classico" dopo tante sperimentazioni è un vero toccasana. Qui nel forum siamo tutti più o meno nerd anni '70/'80 e abbiamo passato ore col vecchio D&D, quindi le citazioni e strizzatine d'occhio non vengono mai sprecate. L'autore ha deciso di giocare "in casa", scelta rispettabile. L'atmosfera è classica che più classica non si può, ma non la vedo come una debolezza, perché si percepisce in tutto il racconto un'ironia di fondo: il nostro scrittore misterioso (che forse tanto misterioso non è) sta di proposito riproponendo tutti gli stereotipi del fantasy classico, non certo per mancanza di fantasia. La meccanica di gioco senza dadi funziona bene e, eccezion fatta per i tre "checkpoint" (usare un determinato incantesimo), viene concessa al lettore una discreta libertà di azione. Le scelte non vengono effettuate mai a caso, ma richiedono sempre un ragionamento logico, obbligando a leggere quindi il manuale all'inizio. Il problema con questo approccio, però, è che molti paragrafi devono essere utilizzati per descrivere l'esito di varie scelte "sbagliate": ciò va benissimi in libri lunghi ("La Corona dei Re" non a caso ha 800 paragrafi), stona un po' in un corto. Il tema dell'invasione è senz'altro ben gestito, un po' meno quello della "cattiveria", visto che si tratta di un attributo raccontato e non mostrato. Ok, la nostra eroina sa di essere malvagia e ricorda volentieri cose brutte che ha fatto, ma poi nella narrazione questo non ha alcun peso e il racconto avrebbe senso anche con la maga bianca che sconfigge gli invasori barbari. Per finire, l'easter egg finale (scoperto grazie a Prodo) mi ha fatto piacere, oltre a spiegare il nome della protagonista: un mezzo punto in più se lo è meritato per questo.[/quote]
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