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[quote=Pirata delle Alpi][center][b]Recensione Falkenstein[/b][/center] [b]Protagonista/Tema[/b] Abbiamo la combo Nerd/Robot, una bella idea! Questa Stéphanie mi ha fatto pensare dall'inizio a Fio in "Porco Rosso" di Hayao Miyazaki: una ragazza intelligente, coraggiosa e che sa cavarsela nelle situazione più disperate. Questo è un grande punto in favore dell'autore misterioso. No alle oche come Sailor Moon e sì a Giuni Peperino! Non ho ben capito se il Tema scelto è l'invasione (con gli austriaci che aiutano i rivoluzionari) o una potenziale scoperta dell'Europa (quando Falkenstein dice di andare fuori dalla Francia). [b]Stile[/b] In anzitutto, vorrei esprimere il mio punto di vista sul periodo storico scelto dall'autore: durante anni, ho odiato il periodo rivoluzionario a causa del revisionismo storico che mi ha causato una gravissima frantumazione testicolare alle elementari, medie e superiori. Ma non è questo che ha influenzato il mio voto per questo Corto. È stato molto coraggioso di rivisitare la Rivoluzione in chiave clockpunk/steampunk: mi sono divertito molto leggendo questo Corto di cui l'autore ha saputo equilibrarne tutti gli ingredienti. Mi è piaciuta la prosa dell'autore: ci sono dei momenti belli in cui sentiamo veramente la tensione (non parlo di quella di Herle) ed il senso del pericolo, ci sentiamo veramente all'interno del [i]méca[/i] e possiamo anche condividere le preoccupazioni di Stéphanie (come quelle di Actarus, Shinji e tutti i piloti dei robotoni che hanno rallegrato la nostra infanzia). Tutti i personaggi hanno le loro caratteristiche psicologiche e questo è un bene: i PNG non sono qui “solo” per aiutarci o opporsi a noi, ognuno ha le sue motivazioni, il che rende il Corto più reale. Inoltre, ho apprezzato la critica dell'autore verso la Francia ed i francesi: quando Stéphanie scopre che il Ragno (a proposito, visto che si tratta di un [i]méca[/i] francese, perché non è stato chiamato “[i]L'Araignée[/i]”?) vede che funziona “ancora” con il carbonio e non sfruttando l'energia cinetica delle molle, molto più moderne e così care al nostro Falkenstein. Questo mi ha rammentato come la Francia è sempre un po' indietro con la tecnologia, soprattutto in campo bellico: dopo la Prima Guerra Mondiale, il Ministero della Guerra francese ha pensato che i carri armati non avranno nessun avvenire e che non valeva la pena svilupparli. Poi, quando la Seconda Guerra Mondiale scoppiò nel 1939, l'esercito francese ha inviato dei soldati con le stesse armi ed equipaggiamento che nel 1914, mentre le truppe tedesche arrivarono a tutta birra con i Panzer... vi fa capire come lo spirito francese è a volte poco inclino a voler andare avanti. Bene, in ogni caso, l'autore ha dimostrato di avere una buona cultura e una certa conoscenza della Francia. [b]Giocabilità[/b] Purtroppo, è il punto dolente di questo Corto. Già, non ho capito perché le regole sono nell'Appendice, una scelta secondo me illogica. Poi, abbiamo una struttura ad enigmi come “Sistema Enigma : Londra”, però in “Falkenstein” gli enigmi hanno un peso molto più importante e questo ne rende la lettura più difficile. A causa del sistema dei “paragrafi bloccati/nascosti”, capita spesso di rileggere spesso le stesse cose, rendendo il gioco frustrante. Inoltre, il sistema dei codici è molto più presente che in alcuni altri Corti e dobbiamo spesso sommare, sottrarre dei valori numerici agli stessi codici per andare avanti nella storia. Come l'ho già scritto per “Il Senza Pietà”, non si tratta più di una storia interattiva, ma di una serie di calcoli che viene ad appesantire un racconto interattivo ed anche lì è un vero peccato. La gestione di Stéphanie e di Herle non è male in sé, ma ci sono delle cose che non mi sono piaciute. Ho trovato la regola delle Tensione del [i]méca[/i] troppo difficile: la si capisce in teoria ma quando ho dovuto fare i test, non sapevo quando fermarmi con i dadi e poi non capivo se dovevo conservare lo stesso punteggio di Tensione per i futuri test o se il suddetto punteggio dovesse essere azzerato ad ogni volta. Poi, il sistema a puzzle per i pezzi non è male in sé, ma limita la giocabilità di questo Corto: se uno gioca con il telefonino o il tablet in treno (o al lavoro...) non si può mettere le sagome dei Pezzi nel layout di Herle. In definitiva, tutte queste regole hanno reso pesante e frustrante l'esperienza ludica di “Falkenstein”. [b]Conclusione[/b] Un'ambientazione interessante, complessa e ricca di potenziali sviluppi (come reagiranno Danton e Robespierre? Ci sono altri méca francesi? Visto che era un appassionato di meccanica di precisione, Luigi XVI ha un asso robotico nella manica? Lafayette avrà portato dei piani disegnati dagli Stati Uniti per contrastare gli Austriaci? Cosa farà quel bastardo di Hans Axel di Fersen?), una buona prosa con momenti particolarmente intensi. Ma anche una struttura ludica a volte pesante, ma arricchita da buone idee (i poteri dei pezzi, per esempio). Quindi, un buon Corto che non sarà al fotofinish, ma che non avrà neanche la maglia nera (almeno per me). Faccio i miei complimenti all'autore per averci fatto fare questo viaggio nella Parigi ucronica e robotizzata. Quindi, il mio voto è [spoiler] Buona Pasqua a tutti![/spoiler] [b][center]Voto inviato a Hieronymus nonostante il blocco degli austriaci[/center][/b][/quote]
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