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[quote=gabrieleud]A - " [Travolto da una sconfinata tristezza], non riuscii a trattenere le lacrime" descrive un'azione che non è successa. B - "Piansi" descrive ciò che è successo. Essendo lapalissiano che la gente piange quando è triste, cosa deve immaginare il lettore nel caso A, che sia diverso dal caso B? Non è che scrivendo più parole ottieni una narrazione migliore. ( puoi leggere qualche spunto qui http://libroza.com/narrare-le-emozioni-dei-personaggi/ ) Vogliamo approfondire il sentimento, per renderlo più letterario? Allora bisogna descrivere ciò che succede, come se il lettore stesse osservando la scena da dentro il protagonista. Butto lì due frasi: C - [i] Lo stomaco mi si chiuse. Mi dolevano i muscoli della mandibola per quanto la stringevo. Trattenni il primo singhiozzo e anche il secondo. Al terzo singhiozzo gli occhi si riempirono di lacrime, che scesero gelide sulle guance. Mi asciugai col dorso della mano sinistra, ma altre lacrime caddero sulle tavole di legno del pavimento, formando macchiette scure. Il labbro inferiore tremava incontrollato.[/i] Ho detto "tristezza"? No. Ho detto "piangere"? No. Lo [b]vedi [/b]da te che il personaggio sta piangendo. Per scrivere la C ho impiegato circa 20 minuti. Ho consultato un sito di anatomia per sapere se fosse meglio dire mandibola o mascella. Ho consultato un sito di grammatica per trovare sinonimi per le parole dolere, trattenere, stringere, macchie. Ho riflettuto cinque minuti per decidere se le lacrime fossero calde, fredde, o se era meglio non dare questo particolare (le lacrime escono a temperatura corporea, in un primo tempo scaldano le guance, ma poi l'evaporazione le fa raffreddare. È un dettaglio importante? Solitamente no. Ma mi è parso meglio lasciare una sensazione di freddo nel lettore in questo caso, volendo comunicare tristezza. Ad ogni modo per questa frase chiederei il parere di un editor). Nella scelta dei sinonimi ho optato per le parole con abbondanza di o, u, t, b, r. Poi ho pianto due volte per davvero, recitando ciò che ho scritto, e sistemando lo scritto se mi sembrava irreale. Ho spostato non so quante volte il "mi", eliminandolo e facendolo riapparire in vari posti. È un capolavoro? No, uno scrittore professionista scriverebbe ancora meglio. Ma quello che ho scritto ti obbliga a prendere la telecamera, impiantarla dentro al cervello e farla spuntare dal foro in mezzo alla fronte. Ti obbliga a vivere da te stesso ciò che succede al protagonista. Se il fatto di piangere non è molto importante per la storia, posso risolvere con il "piansi", senza bisogno di perifrasi ("non riuscii a non piangere").[/quote]
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