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[quote=Prodo]Questo racconto è quasi un concentrato di tutto quello che non mi piace in un libro-gioco. L'autore ha un'ottima proprietà di linguaggio e sa scrivere, e i pregi potrebbero anche finire qui se non ci fosse un altro elemento di cui parlerò più avanti. Prima di tutto definirlo un racconto-game mi sembra al limite: non per l'assenza di regolamento che secondo me influisce poco sulla possibilità di stabilire se un corto sia munito di un'alta giocabilità o meno (e infatti da sempre adoro gli Scegli la tua Avventura che pure non hanno regole), ma per la struttura dello stesso, che è chiaramente pensata per esaltare esclusivamente o quasi la parte narrativa dell'opera. All'assenza di caratteristiche e di qualsiasi altro genere di idea di regola fa il paio una tendenza descrittiva e onirica che allunga spesso i paragrafi presenti in modo eccessivo. Secondo me se si rinuncia al regolamento per offrire un equilibrato connubio tra comparto narrativo e ludico è necessario optare per paragrafi non troppo lunghi, dinamici, e un gran numero di scelte che rendano variegata e serrata l'avventura. Qui di dinamico non c'è nulla, anche per volontà dell'autore che ha dato un taglio onirico alla sua storia, in linea con quella che è per certi versi la cultura indiana: i paragrafi inoltre sono troppo lunghi, spesso troppo descrittivi e a tratti anche poco chiari nel messaggio che vogliono trasmettere. Come se non bastasse i bivi sono pochi e modificano veramente di pochissimo lo sviluppo della storia. Mancano completamente finali alternativi, manca la possibilità di morire: francamente rileggere un corto più volte e vivere sempre la stessa storia con differenze minime, tipo incontrare un cavallo o un rospo, che non modificano minimamente la struttura della vicenda e dell'intreccio non è il mio ideale di racconto interattivo. Non mi ha convinto poi minimamente l'impiego dell'immagine, che mi è sembrata messa lì tanto per partecipare al concorso e poco in linea con quanto aveva raccontato l'intreccio fino a quel momento: d'accordo la predilizione per il detto-non detto e il vissuto interiore, a patto però che non diventi il lasciapassare per inserire nel racconto qualsiasi tipo di epilogo, giustificato dal fatto che gli elementi che portavano verso quella conclusione erano introspettivi. Avrei preferito qualche indizio più diretto, magari abilmente mascherato e pienamente comprensibile solo dopo il paragrafo finale, che ci conducesse verso quel tipo di soluzione: sarebbe stato una specie di tocco di classe che avrebbe aumentato la godibilità del lavoro. Devo confessare che per gran parte della lettura mi sono sentito annoiato dalla storia, e ho meditato anche di comminargli un voto davvero basso. Mi hanno fatto cambiare idea due elementi: quando l'autore abbandona per un attimo le esigenze introspettive, le descrizioni assumono mordente e questo elemento, unito alla buona qualità narrativa che ho già citato prima, aggiunge verve all'opera. Inoltre mi sono piaciute molto le battute finali tra i due interlocutori: [spoiler]l'allusione relativa al fatto che il racconto si modifica ogni volta che lo si narra, oltre a essere vera, è un'intelligentissima esaltazione di quella che è l'anima della narrativa interattiva; un rimando, quasi eracliteo, al fatto che la realtà scorre e muta continuamente, e che di tale possibilità di trasformazione i libri-gioco si fanno interpreti. Forse proprio perché diversi a ogni lettura diventano lo specchio, a livello letterario, più vero di quella che è la realtà del vivere umano. Un'idea poetica, intellettualmente potente, che mi ha esaltato e mi ha fatto rivalutare in parte il lavoro.[/spoiler] Nonostante queste considerazioni positive però non posso dimenticare che tra tutti i corti partecipanti al concorso fino a ora questo è quello che mi ha divertito di meno in assoluto, e che a tratti ho provato il desiderio che finisse al più presto, cosa che è molto raro che mi accada quando leggo un librogame. Il fatto che sia scritto meglio di altri lavori presentati e la trovata che ho descritto nello spoiler gli evitano la stroncatura, ma non mi sento di dargli la sufficienza. Lo metto sullo stesso piano de La Danza delle Ombre, che sebbene molto inferiore dal punto di vista della scrittura e meno profondo, mi ha divertito di più e ha un comparto ludico-interattivo più valido. [b]Alla luce di quanto esposto il mio voto è 5,5 [/b][/quote]
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