Ciao.

Il nucleo del sistema di gioco è rimasto invariato rispetto alla versione che avevo portato ai Corti, quindi in caso puoi darci un'occhiata.

Fondamentalmente funziona che tu, nel corso della partita, hai due valori di gioco: uno è la Rabbia (tua E della tua famiglia, nel senso più esteso possibile del termine). L'altro è la Difficoltà delle prove che devi superare, che sono tre. Nel corso del gioco tirerai dei dadi, che terrai davanti a te; la somma del valore dei dadi rappresenta la Difficoltà della prova.

Durante la lettura tu devi compiere una serie di scelte, per effetto delle quali possono capitare quattro cose:
- Aumenti la Rabbia di 3;
- Aumenti la Rabbia di 2 e ritiri il dado più alto;
- Aumenti la Rabbia di 1 e ritiri il dado più basso;
- Tiri un nuovo dado.

La Rabbia deve essere più alta della Difficoltà per superare le prove, ma più è alta più è sgradevole il finale che ottieni; oltretutto per tenerla alta devi compiere scelte decisamente deplorevoli. Di conseguenza devi constantemente fare un calcolo strategico, volto a ritirare i dadi giusti e tenere la Rabbia più bassa che puoi, tappandoti talvolta il naso e agendo talvolta facendo ciò che senti essere giusto.

Si tratta di un meccanismo che ha bisogno di dadi, perchè voglio che ci siano considerazioni strategiche da fare che cambino di partita in partita, e che difficilmente può essere reso in altra maniera, perchè vive non solo della somma del valore dei dadi ma anche della diversità delle loro facce.

Per chi avesse già giocato Lechuza durante il concorso, e si stesse chiedendo se ci sono anche delle novità: sì, ci sono. Alla fine della storia si sbloccano meccaniche che precedentemente erano segrete e che permettono di sbloccare finali alternativi per i diversi atti, in presenza di specifici valori di gioco, che permettono di arrivare al vero finale della partita. Diventa quindi necessario impegnarsi a maggior ragione per ottenere quei determinati valori e leggere con attenzione per capire quando utilizzare quelle meccaniche; così facendo la storia non è un canalone apparentemente invariabile, ma ha modo di essere stravolta.