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Librogame in versione variant o deluxe: cosa ne pensate?

L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Fly ha scritto:

non è una malattia grave

è grave invece, gravissima  teach

Yanez
Chiamami Iena
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Yanez ha scritto:

Fly ha scritto:

non è una malattia grave

è grave invece, gravissima  teach

Confermo. praticamente è inculabile!

firefox
Cacciatore di imprecisioni
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Fly ha scritto:

Non ti preoccupare Vitt, non è una malattia grave, ci siamo passati un pò tutti qua.. rolleyes

Eh! Eh! Meno male! A volte, parlando di queste "operazioni nostalgia", avverto la sensazione tangibile di essere uno dei pochissimi ad esserne affetto. Poi, una rapida googleata e devo (piacevolmente) ricredermi: NON SONO SOLO! wink
Parlando di librigame, poi, sono assolutamente di parte: dovrebbero tornare in auge domani mattina, in maniera massiccia. Sono stati (almeno per me) fonte di divertimento e stimolo per "aprire la mente" molto più di quanto non lo siano stati i videogiochi... specialmente in un'età come l'adolescenza in cui ognuno di noi "imposta" il proprio modo di vedere il mondo e le cose. A molti ragazzini di adesso servirebbe, una "palestra" del genere... e non sono neanche così sicuro che non l'apprezzerebbero, se solo la conoscessero.

Per Sommerlund e per i Ramas!

Vitt
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Vitt ha scritto:

A molti ragazzini di adesso servirebbe, una "palestra" del genere... e non sono neanche così sicuro che non l'apprezzerebbero, se solo la conoscessero.

E' una questione annosa. Probabilmente i ragazzi del 2012 sono abituati a ricevere stimoli e a essere intrattenuti in modo molto diverso rispetto a quello che caratterizzava l'intrattenimento della generazione degli attuali 30enni quando avevano 12 o 13 anni. Il punto è: gli stimoli che sapeva dare la narrativa interattiva sono ancora attuali, attualizzabili, rinnovabili? C'è chi addirittura crede che il genere sia ormai stato irrimediabilmente superato, soprattutto per la massiccia diffusione dei dispositivi di intrattenimento elettronico-infomatici.
Anche io comunque sono convinto, come te, che se il genere fosse adeguatamente rilanciato, rinnovato, anche graficamente, e pubblicizzato, troverebbe sostenitori anche tra i ragazzini più giovani, e non solo tra noi nati 30 o 40 anni fa smile.

Prodo
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Ne parlavo pure io nella Gazzetta dei Corti: i librigame possono avere un enorme potenziale didattico, sia come avviamento alla letteratura in generale, come "trampolino di lancio" alla passione per leggere in poche parole, che a una più generale attitudine al ragionamento e al coinvolgimento. Sono anche senza dubbio supporti utilissimi per lo studio, perché aiutano a creare tecniche mnemoniche personali, e non c'è da stupirsi se in altri paesi, come il Regno Unito, qualcuno più lungimirante delle teste coronate che guidano la nostra società (NB: parlo in senso proprio civile, non politico, perché trattasi di problema sociale e non semplicemente di guida legislativa) abbia compreso il loro valore e quanto meno provato a indagare sulle potenzialità di questo mezzo. Al di là dei risultati, di cui non sono granché a conoscenza, il tentativo è lodevole e il fatto che ancora oggi il gruppo dirigente di Fighting Fantasy insista moltissimo sui rapporti con le scuole e progetti didattici mi fa molto piacere, e mi fa sperare che ci sia sempre un qualche futuro per i librigame.

kingfede
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Vabbè, ma S. J. è uno dei più grandi paraculi certificati, bollati e patentati... Non credo sia solo amore per i bimbi... però la cosa ovviamente mette in luce, come dicevi, appunto, la lungimiranza: per chi sono più appetibili...? Per i ragazzi? Benissimo, andiamo dai ragazzi.
Se fosse vero che nel Rinascimento Italiano si solesse sollazzarsi con dei libri gioco, io questo non lo so (mi piacerebbe sapere di qualche esempio, allora -e vedere, al limite-), ma ciò che più scontenta coloro che padroneggiano il linguaggio dantesco è la totale assenza di iniziative personali tolte le traduzioni.
Quando poi è fuor di dubbio che Calvino abbia più che solo sfuggevolmente vaticinato il fenomeno, portandolo ad altre conseguenze che quelle già pronosticate da Borges... Forse il successo internazionale de 'Le Città Invisibili' possono aver incoraggiato il fenomeno, anche se di per sé, come dire, sembrava tutto pronto ad essere: se non sbaglio furono i Tunnel and Trolls, i primi, per sopperire al problema dell'avventura in solitario, mischiando gdr e lg (in realtà non mischiando: il lg viene molto dopo).
Eppure sento fortemente la nostalgia del lg italiano, magari proprio della penna nota, come Calvino...
Abbiamo le fiabe con i finali a scelta di Rodari :-) Ma della lingua del dolce stil novo s'ha praticamente un bel nulla o quasi... lì dove invece so bene l'italiano essere forse uno dei più grandi potenziali al mondo d'invenzioni (specie se letterarie, poi).

Danilo Baldoni
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Danilo Baldoni ha scritto:

ciò che più scontenta coloro che padroneggiano il linguaggio dantesco è la totale assenza di iniziative personali tolte le traduzioni.

Danilo Baldoni ha scritto:

della lingua del dolce stil novo s'ha praticamente un bel nulla o quasi... lì dove invece so bene l'italiano essere forse uno dei più grandi potenziali al mondo d'invenzioni (specie se letterarie, poi).

Quoto in pieno, e aggiungo: non sono informato sulla situazione internazionale (in questi giorni sto cercando di "mettermi in pari" leggendo le discussioni del forum e le annate passate del magazine), ma mi sembra di capire che, fatte le dovute proporzioni, lo "zoccolo duro" italiano, riguardo la narrativa interattiva, sia piuttosto consistente. Ne è una prova, ad esempio, l'intervista in esclusiva mondiale (!!) rilasciata a LGL nella quale Joe Dever snocciola in maniera esaustiva gli eventi intercorsi tra "La vendetta di Sejanoz" e gli ultimi 4 libri della saga di Lupo Solitario. Un tale interesse, impegno (e considerazione da parte di autori ed editori) sono, a mio parere, indicativi del fatto che, nonostante molti la diano per morta, la narrativa interattiva in Italia continui ad avere un nutrito seguito; inappagato di nuovi titoli e nuova linfa, certo, ma abbastanza consistente da poter dare il la per una nuova incarnazione, più attuale, forse, ma con la stessa filosofia di fondo.
Persino il "Topolino" italiano, nell'epoca d'oro, tentò (anche in questo caso, primo episodio nel mondo) di affrontare la narrativa interattiva con le avventure a bivi: avventure che sono, nel loro ambito, dei piccoli gioielli.
In Italia, sempre a mio parere, avremmo i "numeri" per rilanciare in maniera decorosa il fenomeno librogame: abbiamo i talenti, abbiamo una storia letteraria di tutto rispetto alle spalle, e soprattutto abbiamo la passione. Forse, come mi sembra che suggerisca Danilo, la cosa potrebbe avvenire con l'ausilio di scrittori noti del nostro panorama, che darebbero all'esperimento una spinta notevole e una nota di qualità non indifferente. Sono dell'opinione, infatti, che il "nuovo librogame" dovrebbe avere un target leggermente più elevato rispetto a quello a cui sono rivolti "Huntik" e progetti analoghi.

Per Sommerlund e per i Ramas!

Vitt
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Eh sì, la pensiamo allo stesso modo, caro Vitt... :-) Sarei se non altro per uno stretto connubio tra interazione e narrativa, sarebbe un modo per stare al passo... ma davvero non credo che disconoscere il fenomeno lg possa giovare alla narrativa in sé. Continuo a pensare che l'interesse di rendere protagonisti i Lettori sia il compimento d'un lungo processo romantico entrato in orbita dall'invenzione di Cervantes, e che una volta che si dà del tu non si è più in tempo per dare del lei :-)
Comunque sento il rammarico del fatto che Calvino non abbia mai potuto gustarsi il fenomeno (mori un paio d'anni prima), né abbia potuto in qualche modo fomentarlo più che proponendo la combinatoria.
A tal proposito, penso che il lg non avrebbe mai potuto essere davvero un fenomeno adulto: il modo che l'adulto ha di 'giocare', è leggere il giallo fingendosi detective... ma non tollera le sgridate d'una moglie se lo sorprende a tirare un dado sulla scrivania appena lucidata :-)
Il lg (o più generalmente il libro interattivo) avrebbe dovuto proporre 'silenziosamente' le sue novità, invitando o alla riflessione o al gioco (o alla riflessione giocosa). Le Città Invisibili è un buon punto di partenza, per uno sperimentalismo in tal senso, ma come rimettere in auge il gruppo Einaudi dei '60, senza più Calvino come capo-scout...? A mio avviso una buona e consistente vetrina su internet può significare una possibilità maggiore che ogni iniziativa legata al mondo interattivo ha per essere davvero tenuta in stretta considerazione; ma nulla del vecchio, s'intende... Le iniziative dovrebbero davvero puntare su altro.

Danilo Baldoni
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Vitt ha scritto:

Sono dell'opinione, infatti, che il "nuovo librogame" dovrebbe avere un target leggermente più elevato rispetto a quello a cui sono rivolti "Huntik" e progetti analoghi.

Con tutto che poi Huntik non ha avuto cattive vendite (anche se non tali da giustificarne un secondo volume a quanto pare).

Riguardo al resto della tua dissertazione: sono d'accordo su molte delle cose che dici, ma parti da un presupposto secondo me ottimistico, ovvero che ci siano molti appassionati del genere ancora in giro.
La realtà è che tutti i bei lavori che puoi scoprire scartabellado, per il sito (I Librinostri, le esclusive sul Magazine, le varie recensioni e guide e via dicendo) sono frutto di un lavoro costante e infaticabile di un gruppo ristretto di appassionati, che nel tempo un pochino si rinnova (ma subisce anche defezioni, con elementi che scompaiono per non ricomparire più o quasi), ma che sostanzialmente si basa sempre su quelle stesse 40 o 50 persone.
Insomma basarsi sul bacino di utenza esistente considerandolo accettabile e sufficiente, come ha fatto la EL quando ha ristampato Oberon e Ninja senza cambiarli di una virgola, non solo è poco sensato, ma finirebbe per frustrare sul nascere qualsiasi pretesa di rilancio. Secondo me l'utenza esistente può essere una base di partenza, ma qualsiasi progetto commerciale che voglia avere un ritorno deve cercare di rivalutare il genere percorrendo altre vie, che possono anche comprendere, come giustamente hai fatto notare, il progetto di rivolgersi a un pubblico più adulto di quello a cui ci si affidava 20-25 anni fa.

Prodo
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Re: L'ultima volta che avete letto un libro-gioco?

Prodo ha scritto:

La realtà è che tutti i bei lavori che puoi scoprire scartabellado, per il sito (I Librinostri, le esclusive sul Magazine, le varie recensioni e guide e via dicendo) sono frutto di un lavoro costante e infaticabile di un gruppo ristretto di appassionati, che nel tempo un pochino si rinnova (ma subisce anche defezioni, con elementi che scompaiono per non ricomparire più o quasi), ma che sostanzialmente si basa sempre su quelle stesse 40 o 50 persone.

Ti dirò, io sono un appassionato sfegatato dei librigame, eppure sono finito su questo sito per caso. Sono convinto che moltissimi, come me, tornerebbero a comprare librigame domani mattina, se solo il loro ritorno fosse opportunamente pubblicizzato. Insomma, ho scoperto dell'edizione EXP di Lupo Solitario tre anni dopo la pubblicazione, e questo non è normale. In fondo, i numeri di vendita della cosiddetta "epoca d'oro" si basano su aquirenti ancora esistenti e, probabilmente, ancora "abbordabili" (il bacino d'utenza dei 30enni di adesso, più o meno, che col tempo hanno optato in toto per i GDR). Ma qui si cade sul discorso editoriale, gestito malissimo, almeno qui in Italia. Il librogame non dovrebbe essere relegato a "oggetto vintage" reperibile nei mercatini e alle fiere, ma rilanciato in pompa magna.

Prodo ha scritto:

qualsiasi progetto commerciale che voglia avere un ritorno deve cercare di rivalutare il genere percorrendo altre vie

In questo senso, penso che il problema sia da ricercare alla fonte. Con gli e-book e gli "esperimenti" condotti per il Nintendo DS, le meccaniche narrative del librogame potrebbero essere facilmente ripercorse e ampliate, avvicinandosi al mondo dei videogiochi (ma non troppo) e, in misura più larga, a quello dei giochi di ruolo.
D'altra parte, si avrebbe bisogno di una casa editrice che rilanciasse come si deve il "modus" di raccontare proprio dei librigame, usufruendo di tutti i nuovi media che abbiamo a disposizione. Questo vorrebbe dire mettere insieme una scuderia di scrittori nostrani (ristretta, all'inizio, per poi rimpolparla man mano che si va avanti) che realizzino opere di qualità, rinnovando il genere (magari anche rivoluzionandolo alla base), rivolgendosi a un target sì giovane/adolescenziale, ma non infantile. Dopodiché, una volta avviate un tot di collane e riportata l'attenzione su un modo di leggere/giocare "alternativo", le vecchie serie di librigame potrebbero essere ristampate, per effetto traino.
Trovo assurdo e deprimente che la EL, pur trovandosi nella posizione di poter condurre un'operazione del genere, non tenti seriamente di rilanciare il materiale di cui dispone e ampliarlo con prodotti nuovi e innovativi, preferendo avviare un paio di ristampe così com'erano vent'anni fa, senza che nessuno, oltretutto, ne sappia niente!
Non dico che una cosa del genere riscuoterebbe sicuramente successo, ma un tentativo SERIO, a tal riguardo, non è mai stato fatto. Se dopo aver tentato seriamente, con tutti i mezzi a propria disposizione, non si approdasse al risultato sperato, allora sarei il primo a dire che non ne vale la pena. Ma nemmeno provarci come si deve...! Questo è ciò che mi dispiace di più della posizione assunta in questi anni dalle edizioni EL.
Però, forse, avete ragione voi. Sono troppo ottimista, mannaggia a me! smile

Per Sommerlund e per i Ramas!

Vitt
Novizio
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