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Decameron dei Morti

Re: Decameron dei Morti

Complimenti! Molto bello!
Hai davvero fatto un gran lavoro...

artyom
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Re: Decameron dei Morti

eccole: ci sono ormai una decina di anticipazioni qui: http://maurolongo.wordpress.com/decamerone-dei-morti/

"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM
http://www.caponatameccanica.com

Mornon
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Re: Decameron dei Morti

Caro Mornon, acquistato or ora la tua ultima fatica :-)
Redigerò qualche commento in codesto spazio da te aperto per aggiornare il diario di bordo di questa piccola traversata narrativa :-)

Danilo Baldoni
Cavaliere del Sole
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Re: Decameron dei Morti

A me sembreria di fare cosa sciocca, s'i' dicessi ch'ora di complicati complimenti dovre' le tue orecchie imbriacare, e del perché dirò tosto in codesta mia epistola, senza il pretendere di farti capacito dello mio lesto dire: ebbene, s'io diria, come poi veggo in fondo ch'i' vorrei, per il vero, che codesto iscritto fosse da te redatto, riducerei la sua verità a verosimiglianza, 'sì che ne sarebbe scontento lo vero autore e lo vero iscritto. Invece, a me par' di non dire cosa di poco conto, se vo' dicendo ora che:
1) Credo assai fermamente nello vero che il vergato per ver' vuol dare.
2) Credo assai fermamente nella validità dell'istesso, e nella sua storicità.
3) Credo assai fermamente nel favellare di costoro che dallo fatal morbo mi paion scagionati, chissà se una volta e per sempre...

E mi piacerebbe continuare dicendo che, in tutta franchezza, mi pare di abbracciare una nuova stagione della narrativa, forte di molte lezioni del passato: leggere su kindle, scaricare questo lavoro, o Forlani... mi sembra di poter toccare con mano un tempo lieto per la parola come fu quello delle Weird Tales... or dunque augurar non altro potria che codesta stagion' si protragga quanto più gli riesce di fare, a modo e maniera di quelle precedenti, come fu per codesta rivista e i tramontati libri di cui in codesto sito è usito il favellar'.
Alla fin fine, credo codesto sia un complicato complimento, però... Ovviamente, semmai non fosse chiaro, largamente consigliato.

Danilo Baldoni
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Re: Decameron dei Morti

Danilo Baldoni ha scritto:

A me sembreria di fare cosa sciocca, s'i' dicessi ch'ora di complicati complimenti dovre' le tue orecchie imbriacare, e del perché dirò tosto in codesta mia epistola, senza il pretendere di farti capacito dello mio lesto dire: ebbene, s'io diria, come poi veggo in fondo ch'i' vorrei, per il vero, che codesto iscritto fosse da te redatto, riducerei la sua verità a verosimiglianza, 'sì che ne sarebbe scontento lo vero autore e lo vero iscritto. Invece, a me par' di non dire cosa di poco conto, se vo' dicendo ora che:
1) Credo assai fermamente nello vero che il vergato per ver' vuol dare.
2) Credo assai fermamente nella validità dell'istesso, e nella sua storicità.
3) Credo assai fermamente nel favellare di costoro che dallo fatal morbo mi paion scagionati, chissà se una volta e per sempre...

E mi piacerebbe continuare dicendo che, in tutta franchezza, mi pare di abbracciare una nuova stagione della narrativa, forte di molte lezioni del passato: leggere su kindle, scaricare questo lavoro, o Forlani... mi sembra di poter toccare con mano un tempo lieto per la parola come fu quello delle Weird Tales... or dunque augurar non altro potria che codesta stagion' si protragga quanto più gli riesce di fare, a modo e maniera di quelle precedenti, come fu per codesta rivista e i tramontati libri di cui in codesto sito è usito il favellar'.
Alla fin fine, credo codesto sia un complicato complimento, però... Ovviamente, semmai non fosse chiaro, largamente consigliato.

Grazie mille Danilo, ma se dovessi trovare un difetto? Colpisci pure duro! Dammi pure i tuoi feedback negativi... sono quelli che aiutano a migliorare!

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Mornon
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Re: Decameron dei Morti

Mornon, ma non è che pensi di mettere il tuo libro su uno dei tanti siti print-on-demand. No, perchè se ci fosse la possibilità di averlo a casa in formato cartaceo io sarei desideroso di leggerlo. Anche a costo di pagarlo di più.

gpet74
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Re: Decameron dei Morti

Ciao Mornon,
no, no: sono autentico...
Mi sembrava bello ed è bello; non so esattamente in che capitolo sono, la suddivisione è legata più a delle pause 'suggerite', mi sembra di capire. Comunque me lo sto gustando senza affogarmi, come è mio solito...
Feci così anche con Tristano di Forlani e sono solito in genere far così; rumino, mastico, digerisco... e chissà che anche te non mi ispiri, in qualità di contemporaneo... :-)

Non ho difetti da rimarcare nel senso che l'idea madre è rispettata in toto: è un libro che parte con una finzione dichiarata, piuttosto riuscita nella sua verosimiglianza -è un tardo volgare, più che un volgare (il tardo volgare non è uno stupido che dice parolacce N.d.R.).
Il linguaggio è mantenuto alto, in quest'italiano forbito per noi e volgare per loro, e anche questo gioco di lontananze e vicinanze, alti e bassi è molto bello, ed è anche stato fatto rimarcare -vera finezza.
Come un vero vademecum, percorriamo la storia (mi piace tantissimo questo) quasi -senza il quasi- ripercorrendo i sintomi che il morbo, questa fatale pestilenza, fa provare a chi se ne infetta, in un sugellarsi di 'ipotesi' che creano una cronaca dettagliata del come senza mai arrivare al 'perché' (ed è giusto che sia così: questo mistero, il mistero che vivono loro, è molto bello, ed è solo ipotizzabile che derivi dalle loro malsane condotte).
In questa triste, straziante carrellata di orrore in orrore, oltre a scoprire del morbo scopriamo tutto quel che riguarda il contesto, le varie vittime e ogni costumanza legata al macabro processo...
Il tutto crea un fascino di realismo (la credibilità della fantasia) che è molto 'italiano', per intenderci, ed è molto bello sentire come questa lingua volgare, per noi poesia, si applichi alla tragedia umana; ne sentiamo quasi il vivo sconforto, l'amarezza di dirsi 'umani' nell'atrocità dell'inumano...

Non credo che vi possano essere dei modus operandi migliori del prendere un'idea e visitarla sotto tutti gli aspetti, girandoci intorno e scoprendone tutte le angolazioni; da questo punto di vista, mi sembra che il libro proceda verso 'un lento esaurirsi' dell'idea e di tutto quel che le compete, in modo da immortalare una volta e per sempre contesto e situazione.
C'è molta padronanza del linguaggio e ricerca dei termini storici, anche 'salvati' dalla decadenza totale (un po' come fa Forlani stesso); e ovviamente il libro 'respira' di molte letture che hanno creato una base solida sul quale poggiarlo e consolidarlo... Si sente molto Alighieri, Boccaccio e Ariosto.

Ci sono molte chicche legate al visitare l'idea 'zombi' in vari modi, dalla contrazione del contagio, allo sviluppo fino alla decadenza e alla 'liberazione' dei cadaveri; cose che evito di dire per non fare spam e che comunque non saprei cogliere se non in fase di lettura...

E' una bella idea, ad oggi posso dire molto ben realizzata, se sentirò stonature le dirò... ad esempio, a volte il linguaggio si solleva verso il nostro italiano corrente, ma mai smentisce la sua vera appartenenza; è un moderato 'ubriacarsi' d'una lingua morta... ed ora rediviva...! :-)

PS: comunque non lo vivo come difetto, quest'ultima cosa, perché nei passaggi più delicati sento che c'è 'premura' di far arrivare appieno il messaggio; poi s'è già detto che questo deve entrare non nel vero ma nella verosimiglianza.

PPS: giorni fa si parlava di Kata Kumbas... ed ecco uno scenario e una storia che hanno tutte le carte in regola per poter sviluppare una bella campagna!

PPPS: un'altra cosa che mi piace molto, è la modernità che questo linguaggio antico (bellissimo ossimoro :-) ispira, non vorrei passasse il concetto che sia un libro 'anacronistico'... tutt'all'opposto, semmai: le immagini che lo scritto evoca, sono immagini d'un videogioco moderno, o d'un film realizzato, oltre che con attori, con la computer grafica... Il gioco del 'documento storico' riesce, molto meglio che descrivendo pedantemente come uno scemo ottocentista (da qui l'importanza di chi rifugge certe 'regolette', io trovo), a dare questo tipo di veridicità alla fantasia suscitata. Ove si suffraga, insomma, l'importanza evocativa della parola... Ciò che riesce, è la finzione: quando una voce narrante, verosimilmente colpita da quel che ha visto, riempie fiumi di parole sui 'vari modi' in cui il morbo si manifesta, fiumi e fiumi d'immagini scaturiscono nel dire, dettagliate come avendole sotto gl'occhi... e questi redivivi ti sembra di notarli in tutti gl'angoli, in varie tenute, in vari contesti e luoghi. E, per citare il già citato Eco, se vogliamo questo è anche il fascino della 'lista' (quella sì, ottocentesca, ma non solo: il Professore ne enumera in gran numero già partendo da Omero -la lista delle sue navi, ad esempio).

Danilo Baldoni
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Re: Decameron dei Morti

gpet74 ha scritto:

Mornon, ma non è che pensi di mettere il tuo libro su uno dei tanti siti print-on-demand.

Ciao Giuseppe, ti confesso che anche io spingo per questa opzione con la Casa Editrice. Tuttavia si tratta di una CE espressamente digitale e (per ora) vogliono diffondere solo la versione digitale del libro. Se dovessero esserci delle novità sarete i primi a saperlo!

Danilo Baldoni ha scritto:

PPS: giorni fa si parlava di Kata Kumbas... ed ecco uno scenario e una storia che hanno tutte le carte in regola per poter sviluppare una bella campagna!

Sì, l'idea di trarne un gdr è fortissima in me... in realtà avevo pensato piu che altro al regolamento di Sine Requie... Si basa anche sui tarocchi! Sarebbe perfetto!

"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM
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Mornon
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Re: Decameron dei Morti

Finita la prima storia -e giornata- del Decameron dei Morti...
Un libro che, debbo ammettere, ha il privilegio di tratteggiare con vivo realismo una certa realtà moderna, se m'è concesso il cinismo... In pratica: è un lavoro apocalittico... e dietro l'aggettivo è possibile ravvisare tutto quello che può concernere fatiche inerenti e atmosfere descrittevi...
Il lettore ha come la strana curiosità (forse è questo il morbo trasfusogli a furia di parlare d'un secondo più pestifero) di mettere il naso nella 'carne bastarda' nella quale si abita, suscitando in lui la voglia dell'umano a furia di cogliere l'inumano.
Per certi versi, non è un mondo popolato da redivivi e salvati, ma tutto interamente da redivivi e potenziali redivivi: tutti ugualmente 'meritevoli' di una fine che, in fin dei conti, sembra come smascherarli nel profondo.
Non è un mondo tratteggiato da eroi, ma da gente che tenta e prova a non rimanere contagiata. Il morbo, mi sembra, ha l'onore di 'smascherare' tutti i difetti di chi ne rimane infetto o ne subisce lo spettacolo, e, in ultima analisi, proprio il morbo potrebbe essere 'l'occhio dell'autore' che si diverte a far cadere, in un modo o nell'altro, i suoi 'pupazzi di carta'... peggio ancora: i suoi uomini, perché questi personaggi sono solo qualcheduno di noi, d'un tempo qualsiasi...
Il protagonista, a me sembra, è il morbo calato in un'umanità inumana, e dunque impreparata, un po' come il protagonista di 'Non ci Resta che Piangere' è il tempo che li trascina via dalle proprie comodità e dai propri 'piccoli problemi di medioborghesi'.

Fra i vanti di questo fantasy, o horror -e meglio ancora la seconda cosa nella prima, o la prima nella seconda- vi è quello di inserirsi pienamente in un contesto italiano che, per dirla con un eufemismo, boccheggiava come un pesce fuor d'acqua per l'arsura: noi non abbiamo un nostro fantasy, siamo un paese molto realista e se Calvino non avesse mai trascritto le fiabe italiane la cosa non c'avrebbe toccato più di tanto: sarebbero morte nell'indifferenza dei più...
Dacché la fantasia, quando ha prodotto risultati molto grandi, ha toccato il sacro, e dacché siamo soliti rifuggirlo troppo spesso aldilà o meno dei dogmatismi in merito (la Divina Commedia), semplicemente per l'italiano non esiste una fantasia, una cultura comune o un'epica tutta propria.
E davvero si fatica, arduamente, pure, a trovare qualcosa di nostro che sia almeno affino all'argomento e che non scavalchi secoli interi da Dante in poi...
Bisogna arrivare a Buzzati, che pure un suo realismo lo conosce, e una sua metafisica, per 'assaggiare' qualcosa di fantasy o fiabesco. O il già citato Calvino, specie col suo 'Il Cavaliere Inesistente'...
Forse perché il nostro medioevo non è bellico: è troppo colorito, è troppo generoso, è troppo rassicurante, per essere scenario di disfatte militari da festeggiare con la spada al sole e la gola che sfoga l'ira fugace della vittoria.
Ed è vero: troppo Rinascimento, troppo Manierismo, troppo cammino dei santi... troppa speranza e redenzione, per tratteggiarlo a modo e maniera dei compari anglosassoni...
Eppure, quando ne traiamo qualcosa, io ne vado fiero; in Italia non si possono scrivere romanzi come 'Il Signore degli Anelli', scordiamocelo... I nostri paesaggi suggeriscono tutt'altro, in Italia non ci si può che divertire e innamorare... Quando ci mettiamo a fare i bellici, rischiamo il ridicolo.
Per questo 'Il Cavaliere Inesistente' è un libro piccolo, ma carico d'un fantasy tutto nostro, di cui bisogna solo andare orgogliosi; per questo quando portiamo il medioevo al cinema ne vien fuori 'L'Armata Brancaleone', o il già citato 'Non ci Resta che Piangere'.
Sempre per questo, nell'ahinoi piccola lista andrebbe aggiunto, con molta fierezza, 'Il Decameron dei Morti', che è opera storica, fantasy e horror. E mi sembra che anche il solo titolo ci rassicuri molto: questa cosa non poteva nascere che in Italia.
Non so perché è venuto fuori questo discorso patriottico e accorato (come forse ogni discorso patriottico italiano dovrebbe essere), ma oggi, forse, ha un senso... viva la nostra Repubblica; viva la NOSTRA narrativa.

Danilo Baldoni
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Re: Decameron dei Morti

Danilo Baldoni ha scritto:

'Il Cavaliere Inesistente' ... 'L'Armata Brancaleone' ... 'Non ci Resta che Piangere'..

Hai detto poco...

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
re fuso
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