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Re: Intervista a Marco Corradini di Vincent Books
EGO ha scritto:Scusatemi se faccio lo stronzo, ma...
... se era così importante mantenere Kai e i nomi originali, e se sulla copertina troneggia il grande LONE WOLF sopra il piccolo Lupo Solitario, perché mantenere i titoli dei volumi EL?
Come vedete, non è così semplice conciliare originale e adattamento, tradizione e filologia.
Dicevo a questo proposito che a mio modestissimo avviso è un argomento molto vasto e complesso... e in esso ovviamente non è escluso il marketing. Ma anche un buon marketing può fare di un lavoro un buon lavoro..
A volte ci si chiede 'come mai cambiano i titoli dei film?', senza considerare che certi titoli non si possono proprio rendere in italiano, e che certi altri hanno bisogno di una traduzione che non sia letterale, ma empatica.
Pigliamo l'esempio 'When Harry met Sally', che ha senso, o pieno senso, in una metropoli come New York, dove un incontro col destino è un 'vero' incontro col destino, un magico caso di fortuna... In Italia non lo capiremmo mai un film del genere se avesse per titolo 'Quando Harry incontrò Sally', perché ci soffermeremmo sull'evento dell'incontro... In inglese, quest'accostamento di parole apre le porte del magico e ti fa tuffare direttamente nella storia.
Altri s'avvalgono solo di sottotitoli -come mi sembra in questo caso- ad es. Die Hard - duri a morire... ed effettivamente ci suonerebbe male se il primo fosse estromesso e se il secondo non fosse inteso come traduzione letterale del primo.
Prima si parlava de ISdA: lì la Contea non può essere intesa con the Shere, né i toponimi originali possono essere mantenuti, dacché a livello letterario quella parte vuole favorire al lettore un'empatia legata al famigliare, un luogo caro che in qualche modo dobbiamo fare nostro, sentirlo come parte di noi o dei nostri ricordi...
E' probabile che Ramas sia stato messo proprio per avvalere questo principio di 'familiarità' con l'opera... ma si consideri anche allora che:
1) questi libri all'epoca favorivano la lettura di ragazzi e giovani adulti; mentre è chiaro che questa offerta sia destinata ormai a gente piuttosto vaccinata come noi, o un po' più giovane e più adulta, ma insomma... non si raffigura come un prodotto destinato a chi sta con un ipod in mano vedendoci il mondo dentro.
2) è certo sintomatico di un andamento italiano degl'ultimi 15 anni legato ad una maggiore fedeltà alle opere originali... e grazie: però ci sono stati anni e anni e anni durante i quali gl'italiani hanno dovuto familiarizzare con questi prodotti e concetti... e non poteva avvenire guardando il cartone di Orange Road al posto di E' Quasi Magia Johnny; a ognuno il suo tempo... Ora che il mondo nipponico non c'è estraneo, l'andazzo legato alla fedeltà è di larghissimo utilizzo; e questa è ovviamente operazione analoga.
Chissà se l'avessimo poi così tanto amato, se eravamo il Kay Lonewolf... è chiaro che dietro questi nomi possiamo vederci quelli 'italiani', ma ora è come andare direttamente all'origine del mito... cosa che il mito può fare perché mito ormai è.
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Danilo Baldoni
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Re: Intervista a Marco Corradini di Vincent Books
SkarnTasKai ha scritto:Yaztromo ha scritto:Sarebbe stata una "grande" mossa di marketing traudrre i titoli diversamente
così avremmo avuto:
- n° 1 vecchia versione "i signori delle tenebre"
- n° 12 nuova versione "i signori delle tenebre"
Eh, ma questi sono ben gli inciampi in cui si cade quando si inizia a pasticciare con le invenzioni arbitrarie. Ad ogni buon conto, è chiaro che sarebbe stato opportuno editare i libri restituendo loro anche i titoli originali, e sollevandoci da quelle ripetitive trovate un po' da nerd costituite dal costante binomio sostantivo + aggettivo in qualche modo "terrificante" che hanno caratterizzato i titoli inventati dalla EL.
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hdibifrost
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Re: Intervista a Marco Corradini di Vincent Books
Sì, come dicevo qualche post più in là, alcune traduzioni debbono essere necessariamente di tipo empatico -rendere lo stesso 'effetto', potremmo dire...
Molti 'effetti' non si possono proprio rendere ricercando attentamente nelle parole originali...
L'inglese è proprio un'altra lingua, a volte molto simile alla forma di alcune locuzioni italiane, altre per le quali il nostro orecchio deve fare l'opposto: entrare in quel modo di dire o pensare... Tanti sono poi i giochi di parole, i modi di dire...
Gli stessi problemi l'incontriamo nella traduzione del testo d'una canzone, o nei titoli dei racconti di Conan, tanto per fare un esempio...
Comunque Flight From The Dark starebbe per Fuga dalle Tenebre, nel senso più letterale... Fuga nelle Tenebre già lo sento più 'mio' -rende comunque l'idea di uscirne, o peggio di esserne invischiati col dubbio di rimanervi.
Il Signore delle Tenebre è evidentemente un modo per catturare maggiormente l'attenzione di un acquirente, volendo come dare 'un volto' alle tenebre stesse... il che non è proprio malaccio.
In fondo questi libri catturavano l'attenzione per i mostri sbattuti in copertina e per la figurazione d'un probabile scontro... mortale :-)
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