Finalmente mi e' arrivato (in ritardo) il libro (versione originale in inglese che costa meno...) e subito ho avuto una sorpresina: Mark Phoenix nella versione originale si chiama Cal Phoenix.

Io non avevo mai letto questo librogame, per cui non avevo interferenze dall'effetto nostalgia e devo dire che mi e' decisamente piaciuto, ma non mi ha fatto impazzire.
I riferimenti a Mad Max sono ovviamente molto forti (a proposito, devo anche leggermi la versione FF che e' anche stata tradotta nei LibriNostri, tanto per fare un confronto, visto che si rifanno entrambi allo stesso "canone"), ma le difficolta' sono tutte nell'ottenere buoni punteggi con la Tabella del Destino, perche' non ho trovato particolari arzigogoli o enigmi (ce n'era uno numerico, veramente, che mi ha fatto pensare per un bel po'... all'Universita', se ben ricordo). Se decidi di giocare la partita tenendo gli occhi aperti quando scegli i numeri sulla tabella del destino hai ottime possibilita' di concluderla senza troppi problemi.
La trama e' piuttosto lineare e non ti lascia grandissime scelte (devi andare da A a B e non hai grandissime alternative: non ti senti granche' libero di fare quello che vuoi e di andare dove vuoi), ma l'atmosfera e l'ambientazione sono decisamente buoni (anche se non il massimo dell'originalita'). Non ho ben capito perche' ci siano centinaia e centinaia di cattivacci e poche decine di buoni in un mondo semidisabitato, ma forse anche questo fa parte del "canone" scelto.
A me i regolamenti dove i punteggi base li devi scegliere esclusivamente con un lancio di dadi che poi avra' un impatto enorme sul prosieguo non piacciono molto, ma all'epoca era la norma (per chi aveva i punteggi, ovvero non per i SLTA) e quindi chiudo un occhio. Quella che mi sembra una sfida vinta da parte dell'Autore e' il riuscire ad adattare di fatto il regolamento di Lupo Solitario (ambientazione classica fantasy - lasciamo stare per un attimo la deriva steampunk) ad un'ambientazione post-olocausto, con pochissime modifiche. Questo aspetto secondo me e' davvero notevole.
Quello che invece ho trovato un po' deludente e' che gran parte dei cattivoni ()per lo meno quelli "normali") hanno uno spessore veramente nullo, con un approfondimento psicologico pari a zero (manco fossero Goblin...). Forse si sarebbe potuto fare qualcosina di meglio sotto questo punto di vista.

Io ho concluso l'avventura al primo colpo (barando qualche volta con la Tabella del Destino, specialmente al momento di creare il personaggio) e non mi sono mai veramente sentito in dubbio su che strada prendere e che scelte fare. Le difficolta' erano in gran parte nell'avere dei numeri buoni dalla Tabella del Destino e forse e' questo che non mi ha particolarmente entusiasmato.

Anima di Lupo ha scritto:

Comunque la TdD è il punto cruciale della giocabilitá,  hai visto bene.

All'epoca forse era normale anche per me, ma oggi (probabilmente grazie ai Realta' Virtuale e a qualche altro...) vedo la cosa piu' come un "difetto".

Yaztromo ha scritto:

Anima di Lupo ha scritto:

Comunque la TdD è il punto cruciale della giocabilitá,  hai visto bene.

All'epoca forse era normale anche per me, ma oggi (probabilmente grazie ai Realta' Virtuale e a qualche altro...) vedo la cosa piu' come un "difetto".

Ma infatti è un difetto. O meglio, lo diventa per l'abuso perpetrato durante l'avventura.
A me piace la TdD e la considero una buona soluzione,  anche emozionante,  ma in questo Lg il suo peso è eccessivo.
Io non ho detto che è normale che sia così, ho detto che la giocabilitá gira intorno alla fortuna/sfortuna che esce dalla TdD.
Non ho mai letto Realtà Virtuale. Qual è la variabile che usano per il caso?

Come i Corti di quest'anno? 
Che copioni questi qua di Realtà Virtuale!