Re: Una spia a Isengard
spadadelsole ha scritto:
già, a breve recensisco, aspettate e vedrete
e la recensione è arrivata
solo un appunto Spada:
Orthanc [CUT] come l’autore l’abbia ben immaginata.
non è stato l'autore a immaginarla così
questa (queste comprendendo i 3 inediti?) sono in pratica delle avventure a solo del MERP (o GiRSA per i non anglofoni) , o del suo regolamento più semplificato ("gioco di Avventura del SdA") e tutte le mappe, ambientazioni etc sono complementari a quel GdR..
quindi tanto di cappello all'autore, ma tanto di cappello anche a tutto il team della defunta ICE che aveva delineato tutto il visitabile sulla Terra di Mezzo (e anche oltre... profondi sud e est)
EDIT mi correggo.. dopo la bancarotta pare che sia tornata in vita...
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Re: Una spia a Isengard
Caso vuole che, dopo averlo letto da ragazzino, abbia riletto Una spia a Isengard pochi mesi fa. A me, nel complesso, piace molto. Tra i punti per me molto positivi: 1) come sottolineato da Mornon, è la quintessenza del librogame a mappa; 2) permette di crearsi un personaggio altamente personalizzato, pur mantenendo un buon bilanciamento (non c'è in altri termini una impostazione di personaggio che impedisca di fatto di finire il libro, o lo renda troppo banale); 3) permette di rigiocare lo stesso personaggio in altri volumi; 4) pur essendo agli antipodi rispetto a un true path, ci sono alcune scelte molto influenti rispetto alla storia; 5) anche se il recensore non è d'accordo, secondo me comunque mantiene quella discreta longevità che è intrinseca a tutti i librigame (o videogiochi) a mappa: c'è comunque sempre un angolino inesplorato che, in modo più o meno realistico, reclama la nostra attenzione...
Detto questo ha indubbiamente i suoi difetti: è vero, per esempio, che una struttura a mappa altamente esplorabile si combina in modo poco proficuo con una missione a tempo (lo faceva notare kingfede, se non erro)... Il fatto di dover raccogliere prove decisive (senza sapere di preciso quali esse siano) mitiga un poco il problema, rendendo sensato un minimo di vagabondaggio, però è vero che con una struttura del genere a volte si è indotti a ficcare il naso in certi posti senza che ce ne sia alcun motivo.
Un'altra cosa che mi ha colpito della serie (almeno per i 2 volumi che ho riletto in tempi recenti, cioè l'1 e il 4) è che secondo me in realtà ha ben poco di tolkieniano, se non quella patina superficiale conferitale dal fatto di sfruttare, in modo forse un poco impertinente, nomi, personaggi e situazioni in effetti tolkieniani. Cerco di spiegarmi meglio: l'1 è, con tutta evidenza, un'avventura spionistico-investigativa. Ora, spionaggio e investigazione sono penso due attività che centrano con l'opera tolkieniana più o meno come il sadomasochismo e la filatelia. In Tolkien ci sono tante cose, ma ben poco di le Carré o di Agatha Christie... Anche il 4 mi lascia perplesso, da questo punto di vista: vi è una forte componente etnografica (popolazione remota, culto dell'orso), tra l'altro sviluppata in modo interessante, ma anch'essa del tutto estranea alle tematiche tolkieniane, almeno per quanto le conosco io. Ciò non mi impedisce affatto di apprezzare i 2 volumi in questione, perché mi piacciono spionaggio, investigazioni e etnografia; rilevo soltanto che questa serie, in generale, mi sembra più che altro aver esplorato le possibilità commerciali del 'marchio Tolkien', piuttosto che aver studiato e ricreato genuine atmosfere tolkieniane. Per inciso, questo discorso secondo me vale anche per il MERP/GiRSA. Voi che ne dite?
('Mazza che sproloquio... )
Detto questo, ottima recensione!
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Re: Una spia a Isengard
Dario III ha scritto:rilevo soltanto che questa serie, in generale, mi sembra più che altro aver esplorato le possibilità commerciali del 'marchio Tolkien', piuttosto che aver studiato e ricreato genuine atmosfere tolkieniane. Per inciso, questo discorso secondo me vale anche per il MERP/GiRSA.
ma assolutamente si...
un volume GiRSA su un reame elfico pareva un trattato di metallurgia, quello sul Cardolan era peggio di Real Beautiful per gli intrighi e intrecci politici tra i vari signorotti, altri avevano il purissimo spirito Hack n' slash di D&D...
ma sollevo due punti:
a) cosa intendi per tolkeniano?
b) che avventure potresti mai offrire se ti attieni completamente ai libri?
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Re: Una spia a Isengard
Dario III ha scritto:Detto questo ha indubbiamente i suoi difetti: è vero, per esempio, che una struttura a mappa altamente esplorabile si combina in modo poco proficuo con una missione a tempo (lo faceva notare kingfede, se non erro)... Il fatto di dover raccogliere prove decisive (senza sapere di preciso quali esse siano) mitiga un poco il problema, rendendo sensato un minimo di vagabondaggio, però è vero che con una struttura del genere a volte si è indotti a ficcare il naso in certi posti senza che ce ne sia alcun motivo.
Però se ci pensi bene, le tre cose:
Mappa
Tempo
Indizi
combinati assieme danno la svolta totale -tombale al libro. Tu potresti esplorare tutta la mappa, ma se perdi troppo tempo fallisci miseramente. Però non puoi andare neanche diritto alla meta perché devi trovare almeno 1 indizio chiave.
insomma tre componenti che si bilanciano perfettamente tra loro ed evitano:
- la situazione "esploro tutto alla prima partita, mi riposo con calma e quindi inutile rigiocare la seconda volta"
- la situazione "devo trovare un e un solo indizio e poi correre via nella maniera piu efficace possibile", trasformando di fatto la mappa in un truepath
- la situazione "ok, ora che l'ho trovato e ho vinto, che altro c'è in giro?" perché hai 3 possibili location per il meeting e 3 possibili indizi utili, due elementi che combinati assieme danno moltissimo senso a giocare e rigiocare per trovare nuove strade, esplorare nuovi paragrafi e trovare anche oggetti speciali per giocare i volumi successivi.
Dal mio punto di vista, una Spia a Isengard è uno dei migliori librogame di sempre, con 10 pieno
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM http://www.caponatameccanica.com
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Re: Una spia a Isengard
Mornon ha scritto:Dal mio punto di vista, una Spia a Isengard è uno dei migliori librogame di sempre, con 10 pieno
Guarda, seguo e in sostanza sottoscrivo il tuo ragionamento; solo che, RI-giocandolo, ho avvertito spesso la tentazione di andare a visitare qualche esagono in più pur immaginando che non vi avrei trovato nessun indizio decisivo, ma per pura "cupiditas explorandi"; questo almeno finché il fattore tempo era sotto controllo. Un leggero effetto Baldur's Gate, diciamo.
Niente di grave, in ogni caso! Infatti, confermo che mi è piaciuto molto; l'autore ha elaborato una meccanica molto, molto avanzata, secondo me.
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Dario III
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Re: Una spia a Isengard
Sabretooth ha scritto:ma sollevo due punti:
a) cosa intendi per tolkeniano?
b) che avventure potresti mai offrire se ti attieni completamente ai libri?
Due belle domande, cui in effetti è difficile rispondere!
Se fossi un editore e avessi un po' di budget per fare una serie di librigame (o di moduli di avventura) ambientati nella Terra di Mezzo, convocherei 3-4 autori fidati e appassionati di Tolkien, commissionerei loro un poco di ripasso e poi gli farei fare per prima cosa brainstorming per individuare tematiche adeguate da usare nella serie. Penso che a quelle condizioni si potrebbe rispondere per bene alle tue domande!
Io nel mio piccolo ci posso solo provare:
a) Alcuni temi e situazioni tolkieniani sono, secondo me: contrapposizione netta tra bene/male come dimensioni assiomatiche (Tolkien non si prende la briga di spiegare perché Tizio è cattivo o Caio è buono; lo sono per definizione); coraggio ed eroismo fino al sacrificio di sé (nel senso di lotta in condizione di assoluta inferiorità vinta poi di fatto per valore morale o per provvidenziale capovolgimento della situazione); amicizie incrollabili che sfidano ogni difficoltà (di esempi ce n'è tantissimi!); amore per la natura; diffidenza verso i saperi e soprattutto le tecnologie umane, come pure verso il potere, che è fonte di corruzione; la nostalgia di casa e la dimensione del ritorno; passatismo e idea della decadenza ('nell'antichità la gente era più saggia, valorosa, sapiente, insomma migliore di oggi'); l'assunzione di responsabilità, la crescita morale e l'"eroismo riluttante", se possiamo chiamarlo così; i viaggi in lande selvagge e disabitate (ci sono sempre, in Tolkien!) e il concetto di "ultima casa accogliente", cioè di un rifugio sicuro e benevolo in mezzo all'oscurità e i pericoli (non solo Rivendell, ma pure la casa di Beorn, quella di Tom Bombadil, ma anche il villaggio di Brea etc); le creature antiche e striscianti che si annidano negli angoli remoti del mondo (Shelob, il Balrog etc). Ovviamente è soltanto un elenco parziale e soggettivo: la sensibilità individuale conta molto!
b) Detto questo, be', io proporrei trame che propongano alcuni di questi temi, eventualmente anche senza scomodare grandi nomi come Gandalf, Galadriel, Aragorn e Saruman. E se proprio dovessi scomodarne, sceglierei personaggi un po' meno noti. Sai che librogame potrebbe venir fuori sulla fuga dei Noldor da Arda?
Insomma, non so con certezza che cosa si potrebbe fare (anche perché secondo me la Terra di Mezzo, parlando in generale, non è un'ambientazione giocabilissima); però ci sono cose, come quelle che citavi tu, che secondo me non andrebbero fatte.
Un esempio di operazione meglio riuscita, in questo senso, penso sia il Richiamo di Cthulhu; moduli come Sulle orme di Tsathogghua o Le ombre di Yog-Sothoth, almeno per come li ricordo, riuscivano a essere più coerenti con le atmosfere di Lovecraft (e infatti si moriva più o meno ogni venti minuti di gioco!).
A proposito, che sappiate sono mai usciti LG ufficialmente ambientati nel mondo di Lovecraft (e non che ne ricordino soltanto le atmosfere)?
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Re: Una spia a Isengard
Dario III ha scritto:Un esempio di operazione meglio riuscita, in questo senso, penso sia il Richiamo di Cthulhu; moduli come Sulle orme di Tsathogghua o Le ombre di Yog-Sothoth, almeno per come li ricordo, riuscivano a essere più coerenti con le atmosfere di Lovecraft (e infatti si moriva più o meno ogni venti minuti di gioco!).
A proposito, che sappiate sono mai usciti LG ufficialmente ambientati nel mondo di Lovecraft (e non che ne ricordino soltanto le atmosfere)?
Sul resto non posso dire nulla non conoscendo il libro, ma su questo ti posso rispondere che non esiste nulla di veramente lovecraftiano, credo principalmente per un fatto di diritti d'autore (scaduti qualche anno fa, troppo tardi perché venga scritto un LG lovecraftiano, sigh).
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Re: Una spia a Isengard
Shaman ha scritto:non esiste nulla di veramente lovecraftiano, credo principalmente per un fatto di diritti d'autore (scaduti qualche anno fa, troppo tardi perché venga scritto un LG lovecraftiano, sigh)
Davvero un peccato! Qualcuno dovrebbe metterci mano, prima o poi!
Sabretooth ha scritto:come LG con un testo che ti tiene per mano e ti evoca tutte queste atmosfere con il testo narrativi si riesce.. ma un GdR diventa ben più difficoltoso.
Totalmente d'accordo. Come dicevo, secondo me la Terra di Mezzo non è un'ambientazione giocabilissima; però ci si possono scrivere dei bei librogame!
Sabretooth ha scritto:comunque la cosa che gli si avvicina di più è Oltre L'Incubo ovviamente
Concordo, ma aggiungo un'altra serie: L'Altrove! Peccato si sia fermata al volume 1...
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