Ho notato un netto, nettissimo miglioramento nei volumi della serie AD&D, a partire dal numero 10 in su.
I primi numeri (1-4) sono piuttosto anonimi. Dopo le parentesi del 5-6, decisamente gradevoli, si è scavato nell'abisso dell'infimità con la trilogia 7-9. Il 10 risolleva la testa, e poi è un continuo miglioramento: mi sono riletto tutta la serie, e dall'11 in poi mi sono divertito veramente parecchio.

Qualcuno sa spiegare come la E.L. sia giunta a questa piacevole inversione di rotta?

PS: una cosa che gli autori non hanno cambiato sono le risicatissime possibilità di personalizzazione del personaggio: solitamente viene data una quantità misera di punti da aggiungere ai punti base, ma con l'avviso di darne almeno uno a ogni caratteristica (ma non bastava alzare di 1 il punteggio base e poi dare meno punti?) e rispettare ulteriori vincoli.
L'esempio peggiore credo che si trovi al numero 14: il sentiero della paura. Ai punteggi base di Combattività 10, Presenza 8, Intuito 6, bisogna aggiungere 9 punti, ma almeno 2 devono essere dati ad ogni caratteristica. Quindi è obbligatorio avere C12, P10, I8, e aggiungere 3 punti. Però il punteggio di Combattività deve essere il più alto (o pari al più alto) e Intuito sia il più basso (o pari al più basso). Questo riduce le possibilità a soli 8 "diversi" personaggi che in realtà si assomigliano tutti.
Peccato, ma è una condizione che si ripete anche negli altri libri. Addirittura il 17 dichiara apertamente che "non c'è un modo vantaggioso o svantaggioso di distribuire i punteggi"...