L&M si vede che purtroppo è solo la prima parte di un affresco molto più variegato che avrebbe assunto una ragione d'essere una volta completo...

Pensavo al titolo del topic... Secondo me, di serie "schifose" tout court non ve ne sono state: in più di un'occasione è stato rilevato come la EL avesse buona consapevolezza del materiale che aveva per le mani, e si sia data da fare per selezionarlo e proporlo solo a ragion veduta. Gli è che, nei momenti di massimo affollamento (1991-'93), pareva lecito fare uscire qualunque cosa scritta purché presentasse uno straccio di regolamento e dei bivi.

Secondo me il peggio del Librogame classico EL è legato al nome di Stephen Thraves, un mestierante del librogame: la serie di "Rupert" è non dico illeggibile, ma sicuramente inutile. Un compitino fatto a tema: prendi un personaggio, dotalo di alcuni punteggi, fagli fare qualcosa. Allora lui prende Rupert, ci dice che è grosso, peloso e con l'ascella importante, lo mette nell'isola o nelle caverne, e gli dice: entra, picchia come un fabbro ferraio, arraffa, esci. Lui entra, picchia, arraffa, esce. Insomma: c'è di meglio, ecco.

E pure la sopravvalutatissima serie "Compact" le fa buona compagnia. Per noi italiani alcuni suoi numeri suonano quasi come leggendari a causa del loro valore gonfiatissimo sul mercato dell'usato, dovuto esclusivamente alla tiratura in un ridotto numero di esemplari, ma sono assolutamente sicuro che, se fossero usciti nell'epoca d'oro, cioè tre o quattro anni prima, farebbero buona compagnia a "Realtà & Fantasia" a otto-dieci euro l'uno tra gli invenduti di eBay. Non è un caso, come è stato rilevato altrove, se gli stessi titoli sul mercato di lingua inglese valgono pochi centesimi: è il loro prezzo.

Chiaramente parlo dopo averli letti: come ripeto spesso esistono le biblioteche, e molte di loro hanno ancora numerosi di questi volumi, per cui ho potuto leggerli senza svenarmi e quindi rinsaldarmi nel mio convincimento personale che non mi interessa per niente spendere qualche centinaio di euro per il solo gusto di averli.

Però, senza contare le sparute apparizioni di serie incomplete, quali "L&M", tra le serie classiche, a mio avviso la peggiore è "AD&D": non mantiene praticamente niente di quello che promette, e sì che le potenzialità teoriche avrebbero anche potuto esserci: l'ambientazione di Dragonlance e il sistema di regole di AD&D.

Da un lato, probabilmente, gli autori si sono adagiati troppo sulla forza del marchio, pensando (spesso a ragione) che fosse di per sé un potente e bastevole veicolo di vendita; dall'altro forse si è rivelata troppo problematica la conversione di un regolamento molto articolato in quanto concepito per il gioco di ruolo. Sta di fatto che la maggior parte delle avventure risulta abbastanza scontata, puntando su dei plot decisamente standard (Il castello di Quarras, I prigionieri di Pax Tharkas).
I personaggi dei libri appaiono spesso monchi, privi di qualunque spessore, praticamente concepiti in funzione esclusivamente strumentale, per incastrarsi nel meccanismo di un'avventura precedentemente progettata.

L'esempio lampante - mi rendo conto che è come sparare sulla Croce Rossa - è la mai troppo vituperata trilogia del "Regno della stregoneria" - che personalmente ho sempre trovato particolarmente irritante per aver giocato per anni a D&D interpretando un mago, appunto. In questi volumi sembra che l'autore soffra di schizofrenia: inizialmente prospetta le potenzialità narrative e ludiche di uno scontro tra maghi di alto livello, costruendoci sopra tutto il castello narrativo; poi - non si capisce bene se pentito di questa scelta o incapace di gestirla - ci propone come protagonista un imbecille integrale che fa un pessimo uso dei quattro incantesimi che gli vien dato di utilizzare.
Giusto per fornire qualche caratteristica in più, nella scheda del personaggio viene inserito il "carisma", salvo poi non avere idea di che farsene, arrivando a proporre dei check in situazioni del tutto assurde, tanto per giustificarne la presenza.

Non mancano alcuni volumi piacevoli: il 5 ("Ninja"), però forse troppo facile, il 6 "Il signore di Ravenloft", secondo me il migliore della serie, e il 10 "Nel regno di Baba Yaga". Io mi sono fermato al 14, senza avere il 13: pur non avendo letto gli altri, sono abbastanza sicuro che non mi avventurerò nella ricerca collezionistica dei volumi mancanti, viste le quotazioni che toccano.

A conti fatti, però, mi sento di indicare la serie di AD&D come la meno appetibile tra quelle "storiche" del librogame.

spadadelsole ha scritto:

infatti è così, dovevano essere quattro volumi di cui il secondo con un ladro, il terzo come un mago e il quarto riepilogativo

infatti sapevo di questa cosa ed è proprio quello che mi ha fatto rivalutare successivamente l'opera..

inoltre è una delle poche che non può essere completata dai fan.. non abbiamo la visione d'insieme e lo scopo finale che avevano gli autori...

AD&D contiene orrori dei livelli del Castello di Quarras e dei Cancelli della Morte.

Ragazzi, se state cercando di rivalutare il 2 di Slealtà & Fetenzia, mi oppongo strenuamente.

È una porcheria che non si salva neppure per il comic value. E sì che mette in scena un pezzo da 90 del trash come Michael Mango, autentico tronista ante litteram...

Ripensandoci, se questa era la letteratura per ragazze anni '80, non c'è da stupirsi se 20 anni dopo stiamo messi così.