Prodo ha scritto:

Comunque hai fatto bene a bloccarla Fede, si rischiava in effetti di abusarne e renedere il personaggio, come si dice nei MMORPG più famosi, sgravato...

Era quello l'obiettivo. Come notato in fase di commento del volume dopo la pubblicazione, il Paladino era la Gilda nettamente più potente, e urgevano correttivi.

Dato che mi pareva un controsenso cambiare le carte in tavola bruscamente nel volume 2, e che già pensavo a una versione beta con lievi modifiche al bilanciamento di alcune sezioni, ne ho approfittato per correggere le due Caratteristiche Speciali che davano più dubbi, Tempra Muscolare (II) e questa. Il Paladino rimane comunque una Gilda potente, ma ora la situazione è più equilibrata penso.

Bene, anche io ho finito questo splendido libro (al secondo tentativo) e mi aggiungo alla folla di entusiasti che sostengono l'autore! Complimenti vivissimi!

Il punto di forza in questo sistema di gioco è senza dubbio la suddivisione in cinque classi con la possibilità di guadagnare livelli durante la partita. Io, come molti altri utenti del forum, vengo dal mondo dei GdR e poche cose sono appaganti come vedere il proprio personaggio crescere in esperienza, soprattutto se lo sviluppo può essere in un certo modo "pilotato", in modo che non esistano due evoluzioni identiche.
Sul fatto che alcune classi possano essere più "sgravate" (prendo in prestito il termine di Prodo) non ho obiezioni: semplicemente vedo questo come un fattore che spinge a cercare strategie differenti o magari come una livello di difficoltà: più la classe è debole, più sarà richiesta attenzione al giocatore.
L'unico dubbio che mi permetto di avere è nella facilità di accumulare Punti Esperienza: io con un Paladino mi sono trovato ad averne quarantaquattro (44!) a fine avventura e mi paiono un po' troppi. Soprattutto per via della regola che me ne assegna uno ogni volta che riesco in un tiro sull'Abilità. Via, non si può premiare qualcuno solo perché ha centrato la tazza del water senza schizzare sulle piastrelle...

La storia, come già avevo detto mesi fa, è molto ben curata, sia nell'antefatto che nei vari intermezzi narrativi sparsi qua e là per tutta l'avventura. Anche le motivazioni del "villain" finale non sono il semplice "perché sì", ma hanno solide fondamenta.
Per quanto riguarda l'ambientazione iniziale, per ora ho l'impressione di trovarmi davanti a un "generico mondo fantasy n° XX", visto che sono presenti foreste, montagne, villaggi isolati, Orchi, Troll, Uomini Lucertola e tutto il resto. L'unica caratteristica che lo rende degno di nota è appunto la storia delle cinque gilde, già ricordata nell'antefatto.

La scrittura (mi riferisco esclusivamente alla forma) ha ancora bisogno di essere migliorata. Diverse volte, ad esempio, c'è un uso sbagliato delle particelle pronominali: posa tranquillamente a terra il suo sacco, vi estrae una stupenda spada con l'elsa argentata (par. 142), armeggia con un cassetto del mobile in fondo alla stanza, e vi estrae un vasetto (par. 229) sono due frasi che richiederebbero "ne" al posto di "vi". Altre volte ci sono aggettivi superflui come potente calcio (par. 64): è un calcio, quindi è ovvio che sia sferrato con potenza e non mi pare sia necessario specificarlo.
I dialoghi scorrono bene, soprattutto i "botta e risposta" tra Loreena e il protagonista: si vede che la ragazza è un personaggio molto curato e questo è un bene per lo sviluppo della trama.

Sulle figure non mi pronuncio troppo, non essendo io esperto di arte. Dirò solo che mi piacciono di più le immagini di ambienti e cose e che il tratto del disegnatore mi sembra più adatto agli oggetti che alle persone. Il meglio infatti lo da nelle immaginette riempitive.

E adesso parliamo dell'avventura in sé, ovvero della sostanza, cercando di risparmiare odiosi spoiler a chi non abbia ancora avuto la fortuna di giocarla (e che spero si decida presto).
La prima parte, ovvero il viaggio verso Festerheim scorre piacevolmente e ricorda un po le avventure di Lupo Solitario, quando viene chiesto subito di scegliere tra due strade; la gradevole aggiunta è che in questo caso la scelta non è direttamente esplicitata nel testo.
Anche l'arrivo al villaggio con la conseguente mini-indagine (che può anche risolversi in un nulla di fatto) è ben gestito.
Il viaggio verso il covo dei banditi ha scarsa interattività ludica (dopo tutto c'è solo da percorrere un sentiero), ma ha l'innegabile vantaggio di rendere più "umana" la persona che ci accompagna, come già accennavo prima.
Il covo di Mano Nera è la parte più deludente di tutta l'avventura: un misero dungeon crawl à la Livingstone, con opzioni tipo "aprire porta / proseguire corridoio". I paragrafi non lasciano nessun ricordo e si procede sempre più rapidamente cercando di arrivare allo scontro finale.
Il tutto per fortuna si risolleva nell'incontro con Mano Nera, che ci regala qualche emozione, oltre a un bel pezzo di background che rende più chiari gli obiettivi e le motivazioni di questo figuro.
La città di Eblis, invece, assume una struttura "a mappa", che consente quasi sempre di tornare indietro. In questo ricorda più Brennan che Dever e il cambiamento non è disprezzabile.
Sul finale c'è poco da dire, se non che contiene un altro bel pezzo di storia, alcuni dialoghi davvero ben scritti e un (in)evitabile coup de théâtre riguardo all'identità del nostro avversario. Come molti prima di me, apprezzo molto che il duello finale preveda varie opzioni oltre al "vai avanti e ammazza", diversificate in base alla classe scelta.
Infine l'epilogo è allo stesso tempo soddisfacente per chi si sia sobbarcato tutta la fatica di arrivarvi e ricco di aspettative per i volumi successivi.
Concludo questa mia chilometrica disquisizione ringraziando ancora Federico Righi (assieme a chiunque altro abbia avuto la pazienza di leggermi): grazie infinite!

Innanzitutto, un grazie a Rygar per questa così accurata disamina: è un onore veder sviscerata così a fondo la propria opera, allo stesso modo di un qualsiasi volume "storico". Manca solo il voto in enciclopedia e siamo alla professionalità pura!

Veniamo ad alcuni punti specifici:

Rygar ha scritto:

L'unico dubbio che mi permetto di avere è nella facilità di accumulare Punti Esperienza: io con un Paladino mi sono trovato ad averne quarantaquattro (44!) a fine avventura e mi paiono un po' troppi. Soprattutto per via della regola che me ne assegna uno ogni volta che riesco in un tiro sull'Abilità. Via, non si può premiare qualcuno solo perché ha centrato la tazza del water senza schizzare sulle piastrelle...

Sul discorso del punto di Esperienza per la prova di Abilità invece sono abbastanza convinto, dato che le prove di Abilità sono meccanismi che vengono calcolati per provare proprio le capacità di riflessi del protagonista. Forse avrei però dovuto più spesso avvalermi di meccanismi di ripiego che evitino l'accumulo eccessivo, specie in caso di stupidaggini pregresse. Già pensavo fosse il caso di limitare il punteggio di Esperienza massimo accumulabile intorno ai 35-40 punti, questa osservazione mi convince ancora di più; vedrò se è il caso di fare una piccola modifica al libro...

Rygar ha scritto:

La scrittura (mi riferisco esclusivamente alla forma) ha ancora bisogno di essere migliorata.

Su questo sono d'accordo, purtroppo. Spesso sono un po' prolisso, il che implica vari tagliuzzamenti e revisioni successive senza un dovuto check di alcuni dettagli che finiscono per risultare pesanti, arcaici o troppo formali, come quel "vi" là, che più che sbagliato è un petrarchismo.

 Spoiler  

 Io avrei messo anche l'opzione di scegliere Pirian come compagno, facendo morire tutti e due in modo idiota dopo tre (3!) paragrafi! Questa sì che sarebbe selezione naturale.
Scusate lo sfogo.

Che ci si creda o no, pure io ci avevo pensato, ma ho preferito usare la manciata di paragrafi avanzati a fine stesura per altro, vedi l'incontro con lo Styrax.

Il covo di Mano Nera è la parte più deludente di tutta l'avventura: un misero dungeon crawl à la Livingstone, con opzioni tipo "aprire porta / proseguire corridoio". I paragrafi non lasciano nessun ricordo e si procede sempre più rapidamente cercando di arrivare allo scontro finale.

Ecco, su questo c'è una ragione precisa, anzi più di una. Primo: per aumentare la "sorpresa" nella libertà di movimento della sezione successiva e nell'evolversi delle vicende. Secondo: dare uno spaccato della distorsione del mondo di Mano Nera. Vedendo retrospettivamente i due libri, questa è l'unica sezione in cui la fanno da padrone gli elementi fantasy più abusati, che riflettono una certa funzione della magia per come è concepita in quel mondo. La struttura a dungeon serve proprio a "racchiudere" questi squarci di fantasy anormale, deviato. Comunque nemmeno io sono soddisfattissimo di questa (tutto sommato breve, per fortuna) parte, al di là di ogni scopo metanarrativo, se non appunto per i due rami distinti che mi pare siano ben bilanciati... e per una scena che penso di aver ben descritto (e che monpracem ha perfettamente illustrato)

 Spoiler  

 L'unico neo della faccenda è che, cazzeggiando per calli e campielli, si possono passare ore spensierate a fare il turista quando, invece, il tempo dovrebbe essere un fattore cruciale: il nostro protagonista, contrariamente a quanto afferma il testo, sembra tutto fuorché ansioso di ritrovare Loreena e Mano Nera!

Ma dà anche l'idea di non sapere che pesci pigliare per raggiungere l'obiettivo. Pensavo di escogitare un meccanismo a tempo, ma mi è parso un po' ridondante.

Rygar ha scritto:

Comunque è un progetto interessante e un giorno non lontano potrei anche venire colto dall'ispirazione.

Sarebbe una gran cosa: un post ricco e ampio sul forum è utile, ma che una disamina come questa, che sicuramente ti ha chiesto tempo, rimanga confinata alla board e quindi col tempo seppellita da altri thread è un peccato. Tra le recensioni invece rimarrebbe sempre visibile e disponibile.

Mi riallaccio alle considerazioni di tyorl sull'altro thread:

tyorl ha scritto:

effettivamente sto leggendone l' "introduzione" e devo dire che mi sta piacendo un sacco!! complimenti, fede!!!
non so ancora se anche la parte game merita (e già solo il regolamento mi è piaciuto moltissimo) ma il libro sicuramente sì!!!

Effettivamente, come i lettori della prima ora di questo volume hanno potuto verificare, la componente narrativa qui si prende il suo bello spazio, nell'introduzione (e fin qua niente di strano ) così come nella prosa del volume vero e proprio. Oltre a far giocare, ci tenevo a raccontare una storia con una sua logica di fondo, e per questo ho cercato di curare vari dettagli narrativi e descrittivi, ed è forse questo uno dei principali pregi che secondo me ha il volume, o almeno di cui io mi ritengo soddisfatto. Ci sono alcuni paragrafi molto lunghi, ma giocando spero non spezzino il ritmo.