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Re: L'ambientazione più bella e quella più brutta
Ursha ha scritto:Pelgrana ha scritto:Pregi: originalità al 100%, massimo coinvolgimento nel gioco. Difetti: estrema cupezza che può indurre alla paranoia.
Se mi parli di originalità delle regole ti do ragione per quanto a me il sistema dei tarocchi non piaccia e mi abbia reso avulso al gioco.
L'originalità della trama è un altro discorso, l'idea nazisti e zombie in varie salse è un aspetto molto sviscerato sia in letteratura, che nei boardgame, nei videogiochi e nei gdr da molto tempo.
Un'idea molto simile a quella di Sine Requie era stata proposta in passato per fare un esempio dal gioco 1999 che purtroppo affondò dopo solo una ventina di modelli prodotti.
In un certo senso sì, nazi+zombi è un'idea sfruttata.
Ma non nel senso politico: la guerra vinta dai tedeschi, il clima cupo e paranoico di "questi" anni '50 (contrapposti ai colorati e rocknroll Happy Days americani), lo stato pontificio, ecc...
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Re: L'ambientazione più bella e quella più brutta
Pelgrana ha scritto:
L'avventura definitiva nei miei 20 anni di masteraggio è stata Orrore sull'Orient Express, anche se rimpango di averla giocata relativamente poco, un anno scarso per esigenze di tempo.
La mia definitiva come giocatore...
Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.
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Re: L'ambientazione più bella e quella più brutta
Per me, se ci si riesce ad immedesimare e a gestire il ruolo a modo, non esistono ambientazioni da buttare, come non ne esistono di perfette.
Tutte hanno punti di forza e debolezze in se, ma quelle più facili da superare sembrano le migliori.
Io personalmente non ho una peggiore perché ho sempre vissuto il ruolo proprio come vita nell'ambientazione e mi comportavo di conseguenza.
Guardacaso i miei PG erano, in media, quelli che sopravvivevano di più.
Se vedo arrivare 4 orchi e troll e non sono almeno di livello 10, telo. E sfido chiunque a buttarsi nella mischia a cuor leggero.
Perfino un paladino, vedendo quel gruppo di creature malvagie, avrebbe qualche esitazione a buttarsi. Se si fa ammazzare oggi, domani e i giorni seguenti non potrà più fare del bene.
La quantità di magia influenza le scelte che vanno fatte oculatamente come se fosse davvero la propria vita ad essere in gioco. Troppo facile mettersi in situazioni pericolose e affrontarle se non hai almeno 2-3 chierici che ti curano. 
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Re: L'ambientazione più bella e quella più brutta
COFF COFF... ehm... ecco, per l'appunto, IO sono una di quelle che mette Dragonlance tra le ambientazioni preferite perchè mi piace incontrare i personaggi dei romanzi. Inspiegabilmente. =__=;
Non posso farci nulla, ho giocato una delle più belle campagne della mia vita... ok, dieci anni fa e quindi ero ingenua, ma Aloona è nata in quella campagna e tanto basta. Il nostro master, complice anche la comune passione per i romanzi della saga di TUTTI i giocatori, fu davvero bravo a miscelare i personaggi del gruppo in modo che vi fossero tutte le razze e le classi incontrate nei libri: c'era il mezzelfo paladino, c'era l'Irda chierica "mascherata" da umana (io!), c'era uno splendido Kender, una maga rossa, ecc ecc.
Magari aveva un po' TROPPO la fissa con i paradossi temporali, in cui ci infilava ogni due per tre, ma il risultato fu divertentissimo. Nota romantica per Seven_Legion, cui piacciono ste cose: a casa tengo ancora il diario di Aloona e Sir William (stucchevole resoconto dell'avventura vista dai nostri personaggi e condita di ballate d'amore, ma NON lo pubblico neanche sotto tortura o pagamento) ed un trenino fatto dalle iniziali in legno dei personaggi di tutto il gruppo. *__*
A parte ciò, sono un'amante di quel fantasy classico che fa schifo a molti, anche se con periodi di rigetto a mia volta, che mi fa spaziare alla ricerca di alternative. Amo la magia scenografica, per quanto sia d'accordo con le penalità che deve comportare e spesso le introduca nelle mie campagne.
Altra ambientazione fantasy che amo, proprio per la versatilità e l'abbondanza di luoghi differenti in cui far muovere i pg è Forgotten Realms. Mi rendo conto che qui si va sul filo dell'amore O odio, ma avere la possibilità di condurre una sola campagna in cui è possibile sfruttare avventure di tipo "orientale", marinare, campagnole, ecc ecc... che ci posso fare, mi da colore al tutto e mi permette di rendere a turno più "protagonista" un personaggio rispetto agli altri, facendo tutti felici, e viene incontro alla mia indole romanziera, più accorta alle storie personali che agli esiti dell'avventura in sé.
Altra preferita in assoluto è Cyberpunk e mi piace moltissimo anche Mage. Le due cose non sono slegate, per me: nel 2003 partecipai ad una campagna "sperimentale" ambientata in un futuro non eccessivamente lontano, diciamo in un "tempo di mezzo", dove le nanotecnologie e tutto il resto sono ancora ai loro esordi sperimentali, con trasposizione delle classi nella corrispondente "matrice": al posto del netrunner avevamo il programmatore d'alto livello (Io), sul cui corpo furono sperimentati i primi chip neurali, nel corso della storia; avevamo il cronista, il tecnico (che riparava il mio computer) munito di camioncino personale con laboratorio interno, ecc. L'anno successivo, tirammo su una splendida campagna di Mage dove interpretammo la squadra che segretamente proteggeva con la magia quella dei nostri vecchi personaggi! Ci furono coincidenze incredibili con gli avvenimento della precedente, non me lo scorderò mai, neanche avessimo programmato tutto. XD
Ricordi a parte, del Cyberpunk apprezzo quasi tutto. Non mi riferisco tanto al sistema di gioco, che per filare bene necessita un "alleggerimento concordato" molto notevole dei sistemi di calcolo danni e quant altro, sempre se non vuoi morire di stress prima che di mitra. Sono una fan del genere letterario da sempre, come molti sanno, sia dei suoi derivati: steampunk, dieselpunk e compagnia. Per trasposizione, non posso che sguazzarci, immancabilmente nel ruolo del netrunner, con un elemento comune: indipendentemente dalla corporazione per cui lavorano, i miei personaggi programmano SEMPRE videogiochi per hobby. Unica pecca: classi troppo stereotipate, forse, ma è pur vero che cercano di rispettare i canoni del cinema e dei fumetti di genere.
Sempre della Whitewolf, Vampiri resta una delle mie favorite, anche se gradisco molto di più il Requiem (da molti detestato esattamente per le ragioni che me lo fanno piacere) della Masquerade, davvero TROPPO tagliata con l'accetta per quanto riguarda i clan. Molto ben strutturato e dipinto è invece l'assetto del mondo vampirico e la sua organizzazione sociale, ancor più bella dal lato Sabbath e i suoi rituali.
Passiamo alle peggiori...
Mmmmm, rimarrò su quelle più note, tralasciando alcune ambientazioni indipendenti che non ho gradito.
Warhammer, direi, è quella che gradisco meno in assoluto. Non mi attira per niente, anzi, solo sentire il nome mi fa soffrire fisicamente. Non lo sopportavo ai tempi delle miniature, reggo ancor meno l'idea di un gioco di ruolo incentrato prettamente su strategie e tattiche di guerra e per di più di eserciti. Non trovo niente che vada più contro tutto quel che ho di sacro in un gioco di ruolo.
"Sine Requie", che ben conosco, ha una grossa nota per me dolente: tutto bello, tutto fico, tutto molto originale (il sistema dei tarocchi, poi, figuriamoci se non lo apprezzo, anche se non lo userei mai per sostituire interamente un classico sistema, ma come complemento)... ma si spreca miseramente con un master medio e crolla letteralmente con uno poco bravo. E' una cosa che nelle ambientazioni di gioco non mi va giù e toglie molti punti alle mie valutazioni. Il sistema D&D, ad esempio, si avvale di una struttura di base semplice, ma molto "solida", che permette di ricavare decenti avventure anche se non si dispone di un master eccellente; certo, più è bravo e migliore è la qualità, ma comunque si regge e ci si può divertire. Giochi come "Sine Requie" sono talmente incentrati sul fascino dell'ambientazione da avere sistemi piuttosto vaghi o con grossi buchi; oppure troppo "esasperati" per certi versi: fatto che ne aumenta, sì, il mood cupo e drammatico, ma allo stesso tempo li limita troppo. Mi riferisco, ad esempio, alla quasi totale incomunicabilità tra gli "imperi", che porta a dover giocare SOLO in uno dei tre a scelta, ogni volta. Mi riferisco al ruolo degli zombie, che negli intenti dei creatori dovrebbe restare più una presenza/paura "di sottofondo"; si evince dal fatto che la maggior parte delle avventure la svolgi ben chiuso nel tuo confine protetto e dalla presenza parallela di intrighi "politici". Risultato finale: in mano ad un narratore fenomeno, uscito dritto dall'accademia d'arte drammatica e che sappia quindi sottolineare tale "tensione" con una recitazione da manuale, può venir fuori un capolavoro. In mano ad una persona "normale", non c'è via di mezzo: quasi sempre il "mood" si trasforma in noia e lentezza e vai avanti a sbadigli, tentando di evocare qualche dio tentacolare extraterrestre per movimentare la cosa. Oppure il master medio/poco bravo deve ricorrere a fracche di zombie, rendendo a quel punto il gioco identico ad un qualsiasi Z-game/film/ecc., se lo stai giocando in un cupo impero distopico o dentro una casa assediata nell'Arizona di oggi, a quel punto cambiando i nomi non cambia nulla.
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Re: L'ambientazione più bella e quella più brutta
Aloona ha scritto:COFF COFF... ehm... ecco, per l'appunto, IO sono una di quelle che mette Dragonlance tra le ambientazioni preferite perchè mi piace incontrare i personaggi dei romanzi. Inspiegabilmente. =__=;
Non posso farci nulla, ho giocato una delle più belle campagne della mia vita... ok, dieci anni fa e quindi ero ingenua, ma Aloona è nata in quella campagna e tanto basta. Il nostro mater, complice anche la comune passione per i romanzi della saga di TUTTI i giocatori, fu davvero bravo a miscelare i personaggi del gruppo in modo che vi fossero tutte le razze e le classi incontrate nei libri: c'era il mezzelfo paladino, c'era l'Irda chierica "mascherata" da umana (io!), c'era uno splendido Kender, una maga rossa, ecc ecc.
Magari aveva un po' TROPPO la fissa con i paradossi temporali, in cui ci infilava ogni due per tre, ma il risultato fu divertentissimo. Nota romantica per Seven_Legion, cui piacciono ste cose: a casa tengo ancora il diario di Aloona e Sir William (stucchevole resoconto dell'avventura vista dai nostri personaggi e condita di ballate d'amore, ma NON lo pubblico neanche sotto tortura o pagamento) ed un trenino fatto dalle iniziali in legno dei personaggi di tutto il gruppo. *__*
A parte ciò, sono un'amante di quel fantasy classico che fa schifo a molti, anche se con periodi di rigetto a mia volta, che mi fa spaziare alla ricerca di alternative. Amo la magia scenografica, per quanto sia d'accordo con le penalità che deve comportare e spesso le introduca nelle mie campagne.
Altra ambientazione fantasy che amo, proprio per la versatilità e l'abbondanza di luoghi differenti in cui far muovere i pg è Forgotten Realms. Mi rendo conto che qui si va sul filo dell'amore O odio, ma avere la possibilità di condurre una sola campagna in cui è possibile sfruttare avventure di tipo "orientale", marinare, campagnole, ecc ecc... che ci posso fare, mi da colore al tutto e mi permette di rendere a turno più "protagonista" un personaggio rispetto agli altri, facendo tutti felici, e viene incontro alla mia indole romanziera, più accorta alle storie personali che agli esiti dell'avventura in sé.
Altra preferita in assoluto è Cyberpunk e mi piace moltissimo anche Mage. Le due cose non sono slegate, per me: nel 2003 partecipai ad una campagna "sperimentale" ambientata in un futuro non eccessivamente lontano, diciamo in un "tempo di mezzo", dove le nanotecnologie e tutto il resto sono ancora ai loro esordi sperimentali, con trasposizione delle classi nella corrispondente "matrice": al posto del netrunner avevamo il programmatore d'alto livello (Io), sul cui corpo furono sperimentati i primi chip neurali, nel corso della storia; avevamo il cronista, il tecnico (che riparava il mio computer) munito di camioncino personale con laboratorio interno, ecc. L'anno successivo, tirammo su una splendida campagna di Mage dove interpretammo la squadra che segretamente proteggeva con la magia quella dei nostri vecchi personaggi! Ci furono coincidenze incredibili con gli avvenimento della precedente, non me lo scorderò mai, neanche avessimo programmato tutto. XD
Ricordi a parte, del Cyberpunk apprezzo quasi tutto. Non mi riferisco tanto al sistema di gioco, che per filare bene necessita un "alleggerimento concordato" molto notevole dei sistemi di calcolo danni e quant altro, sempre se non vuoi morire di stress prima che di mitra. Sono una fan del genere letterario da sempre, come molti sanno, sia dei suoi derivati: steampunk, dieselpunk e compagnia. Per trasposizione, non posso che sguazzarci, immancabilmente nel ruolo del netrunner, con un elemento comune: indipendentemente dalla corporazione per cui lavorano, i miei personaggi programmano SEMPRE videogiochi per hobby. Unica pecca: classi troppo stereotipate, forse, ma è pur vero che cercano di rispettare i canoni del cinema e dei fumetti di genere.
Sempre della Whitewolf, Vampiri resta una delle mie favorite, anche se gradisco molto di più il Requiem (da molti detestato esattamente per le ragioni che me lo fanno piacere) della Masquerade, davvero TROPPO tagliata con l'accetta per quanto riguarda i clan. Molto ben strutturato e dipinto è invece l'assetto del mondo vampirico e la sua organizzazione sociale, ancor più bella dal lato Sabbath e i suoi rituali.
Passiamo alle peggiori...
Mmmmm, rimarrò su quelle più note, tralasciando alcune ambientazioni indipendenti che non ho gradito.
Warhammer, direi, è quella che gradisco meno in assoluto. Non mi attira per niente, anzi, solo sentire il nome mi fa soffrire fisicamente. Non lo sopportavo ai tempi delle miniature, reggo ancor meno l'idea di un gioco di ruolo incentrato prettamente su strategie e tattiche di guerra e per di più di eserciti. Non trovo niente che vada più contro tutto quel che ho di sacro in un gioco di ruolo.
"Sine Requie", che ben conosco, ha una grossa nota per me dolente: tutto bello, tutto fico, tutto molto originale (il sistema dei tarocchi, poi, figuriamoci se non lo apprezzo, anche se non lo userei mai per sostituire interamente un classico sistema, ma come complemento)... ma si spreca miseramente con un master medio e crolla letteralmente con uno poco bravo. E' una cosa che nelle ambientazioni di gioco non mi va giù e toglie molti punti alle mie valutazioni. Il sistema D&D, ad esempio, si avvale di una struttura di base semplice, ma molto "solida", che permette di ricavare decenti avventure anche se non si dispone di un master eccellente; certo, più è bravo e migliore è la qualità, ma comunque si regge e ci si può divertire. Giochi come "Sine Requie" sono talmente incentrati sul fascino dell'ambientazione da avere sistemi piuttosto vaghi o con grossi buchi; oppure troppo "esasperati" per certi versi: fatto che ne aumenta, sì, il mood cupo e drammatico, ma allo stesso tempo li limita troppo. Mi riferisco, ad esempio, alla quasi totale incomunicabilità tra gli "imperi", che porta a dover giocare SOLO in uno dei tre a scelta, ogni volta. Mi riferisco al ruolo degli zombie, che negli intenti dei creatori dovrebbe restare più una presenza/paura "di sottofondo"; si evince dal fatto che la maggior parte delle avventure la svolgi ben chiuso nel tuo confine protetto e dalla presenza parallela di intrighi "politici". Risultato finale: in mano ad un narratore fenomeno, uscito dritto dall'accademia d'arte drammatica e che sappia quindi sottolineare tale "tensione" con una recitazione da manuale, può venir fuori un capolavoro. In mano ad una persona "normale", non c'è via di mezzo: quasi sempre il "mood" si trasforma in noia e lentezza e vai avanti a sbadigli, tentando di evocare qualche dio tentacolare extraterrestre per movimentare la cosa. Oppure il master medio/poco bravo deve ricorrere a fracche di zombie, rendendo a quel punto il gioco identico ad un qualsiasi Z-game/film/ecc., se lo stai giocando in un cupo impero distopico o dentro una casa assediata nell'Arizona di oggi, a quel punto cambiando i nomi non cambia nulla.
Aloona ti quoto totalmente per il cyberpunk, anch'io amo moltissimo questo genere ed anci la mia penultima masterizzazione è stata proprio un'avventura di Vampiri ambientata nel cyberpunk di Neuromante, Ghost in the Shell, Akira. Ho preso a grandi mani da queste storie, ne è risultato qualcosa di originale ma forse un po' troppo spiazzante per i giocatori.
Quoto anche la preferenza per il Requiem: mi piacciono vampiri meno potenti e strutture gerarchiche meno pesanti, ed anzi io semplifico con 4 soli clan: Ventrue, Lasombra, Gangrel e Nosferatu.
Sine Requie hai ragione: si bassa ESSENZIALMENTE nell'atmsofera e perciò c'è bisogno di un master davvero bravo. Io ho masterizzato solo 2 avventure molto brevi nel Soviet con ottimi risultati, ma temo di non essere efficiente nelle avventure più lunghe.
Ti consiglio di rivedere il tuo giudizio su Warhammer Roleplay: è esattamente il contrario di ciò che pensi! E' un gioco basato soprattutto sull'interpretazione e sulla caratterizzazione dei PG e sull'interazione in un mondo dominato da religione, guerra e corruzione.
Il sistema del combattimento è quanto di più semplice possibile, lontano anni luce da D&D e simili.
Certo, se non piace un'ambientazione cupa, molto realistica tutto il contrario di high fantasy, non va bene.
Io da 10 anni gioco quasi esclusivamente a Warhammer, intervallato ogni tanto con Cthulhu (Vampiri è stata un'eccezione).
Non ho mai trovato niente di meglio.
Nel peggio? Assolutamente D&D, power player, PG orchi, maghi strafighi… Le ambientazioni sono totalmente anacronistiche e favolesche.
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