Secondo me la rigiocabilità è sopravvalutata e ogni percorso parallelo va a inficiare sulla prima partita (rendendola più breve), che è un fattore chiave per poter rigiocare il libro.

Giorno 3

Ieri sono riuscito a scrivere qualcosa.
Prima di andare avanti con i tre percorsi della seconda parte del librogame ho deciso di rivedere e attualizzare tutta la parte centrale della storia. Ovvero chiamiamole Parte Terza e Parte Quarta del librogame.

Il compito principale è quello di trasformare ogni pezzo di testo/gioco pensato per usare le Mosse in un gioco diverso basato su scelte. C'è ad esempio una scena in cui si incontra un enorme orso arrabbiato. Nel vecchio Corto questo si poteva affrontare in un paragrafo, scegliendo le Mosse giuste. Adesso invece si decide quanto e come colpirlo per evitare i suoi colpi ed evitare di perdere Vite.
Per rendere le cose più interessanti ho aggiunto poi parti finora inesplorate, ma soprattutto cercato di rendere il mondo in cui si svolge la storia ancora più vivo e interessante.

Ed ecco il dubbio che mi è venuto: usare le scelte e i bivi solo come elemento tattico è forse un po' riduttivo. Forse sarebbe meglio usarle per aggiungere grosse parti di narrazione, personaggi diversi, scelte che contraddicono quelle fatte in precedenza.
Insomma provare a fare più uno "scegli la tua avventura" pieno di storie interessanti, piuttosto che un gioco di avventura dove le scelte sono tattiche e finalizzate a vedere se il protagonista va avanti nel suo obiettivo e perde o meno delle Vite.

Che ne dite?

Ubik ha scritto:

Per quanto riguarda le vite, se presupponi che uno si legga il libro dilungando i tempi e non segnando nulla, 7 oppure 9 non sono forse un po' troppe? Non si potrebbe far accadere subito qualcosa di brutto al gatto in modo che cominci con 3-4 vite? Che mi sembrano più gestibili a memoria.

Sarebbe un po' come barare... Allora tanto vale darne subito 3 o cambiare counter.

Secondo me fino a 5 vite si possono tenere a mente, no?
Anche io preferisco i combattimenti in cui le mosse e le reazioni sono delle opzioni testuali come le altre. Nei libri in genere le scene di azione sono molto interessanti da leggere, ed è un peccato che nei Librogame quell'aspetto si perda un po' in favore di un combattimento non narrativo tutto lanci di dadi e aggiornamenti di statistiche che un po' ti fa uscire dall'immersiobe narrativa.

Credo che una persona che non riesce a tenere a mente 7 vite, quando è L'UNICA cosa che deve ricordare, forse non sarebbe neppure in grado di leggere un libro del genere.

Detto questo, secondo me ti stai infilando in un tunnel cercando di rendere "profondo il semplice". E' encomiabile, ma se lo scopo della pubblicazione è puntare alla semplicità forse dovresti porre l'accento su quella e basta.

Più che i tre path distinti starebbe bene un'unica storia con tre sezioni cardine, ognuna delle quali con ramificazioni simpatiche che diano a ogni lettura quel piccolo evento che le differenzi, e che sommate rendano l'esperienza diversa a ogni lettura. Sto pensando a cose come Traversata Infernale, ad esempio.