No, non scriverò un LG su Lost, tranquilli...
Rispolvero questo thread dopo sei anni per un altro motivo.
Ho appena ascoltato su Wikiradio (Radio 3) un servizio su Lost che mi ha colpito.
Mi scuso anticipatamente se la cosa è già stata detta da qualche parte o se è emersa in qualche puntata di Lost che ora non ricordo.
L'autore della prima stagione, Abrams, ha raccontato che da piccolo si recò con non ricordo chi (suo nonno credo) in un negozio di giocattoli a NY. Da grande appassionato di cinema (già da piccolo!) e magia scelse come regalo una scatola con un punto interrogativo sopra.
Ebbene, dopo 40 anni non l'ha ancora aperta e la tiene nel suo ufficio.
In un'intervista di qualche anno fa raccontò l'aneddoto e il perché della sua scelta: la ricerca del mistero, delle infinite possibilità, del "potenziale" di una storia. La bellezza nel creare aspettative migliori delle risposte. Della serie: il desiderio e l'attesa sono un piacere più forte del piacere stesso.
Voi penserete, "ha scoperto l'acqua calda".
È vero, è sufficiente la nostra semplice esperienza di vita per capire che l'idea di cosa c'è oltre è fonte di emozioni ma scrivo comunque questo post perchè ammiro di tutta questa storia soprattutto la tenacia di Abrams nel conservare la sua scatola chiusa per anni e il concretizzare quella sua scatola in qualcosa di molto bello.
La serie Lost è basata su questo principio ma nel mondo dei LG chi ha portato a compimento la stessa cosa? Per quanto mi riguarda, solo due serie: Misteri d'Oriente e Progetto Mortale.
Misteri d'Oriente fa della ricerca di Shangri-La qualcosa di più di una semplice tappa di viaggio. È la ricerca di qualcosa di talmente misterioso e grande che pochi uomini sanno cosa sia (da qui la ricerca del Prete Gianni di eruditi di varie parti del mondo negli 8 volumi). Fino all'ultimo non siamo nemmeno sicuri che sia una città vera e propria, ci viene detto che è una città fin dall'inizio ma in fondo noi immaginiamo l'inimmaginabile. Ci piace pensare che ci sia alla fine qualcosa di nuovo, che va oltre le nostre conoscenze. Oltre il concetto di città fisica.
Ma in Progetto Mortale si fa ancora meglio! Qui la meta non c'è nemmeno. Ci muoviamo alla ricerca di noi stessi, della via da percorrere, dell'uscita chiedendoci continuamente cosa c'è dietro quella porta, oltre quell'angolo buio, dove andremo a finire...insomma...cosa c'è dentro la scatola con il punto interrogativo?
Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio