Serie di librogame attualmente (da quanto mi risulta) composta di 2 volumi. Da quanto dice il libro stesso, è una serie parallela a Sangue Inchiostro, che non ho letto.

Ho acquistato di recente il primo volume, La necromante di ferro.
Racconta le avventure di Noir, giovanissima (si capisce che abbia soltanto dieci anni) allieva di un convento di magia dove è stata rinchiusa fin da piccolissima, dopo la morte dei genitori. Un giorno un gatto misterioso la attira a uscire dal convento, e da qui prende il via l'avventura.

Il regolamento è semplicissimo. Si tiene conto dei punti di resistenza, degli oggetti e di alcune "reputazioni" che potremmo ricevere nel corso della storia. Per gli eventi casuali si tira un dado a 12 facce.
Non capisco come mai il registro abbia caselle per 8 punti di resistenza se ne vengono concessi solo 6. Forse nel volume successivo se ne potranno avere 8, e il registro è stato uniformato per comodità dello stampatore.

L'avventura è piuttosto canonica: una volta ricevuta la missione (prima della quale è già possibile compiere un discreto numero di scelte), si può selezionare una tra 4 destinazioni possibili per trovare i quattro oggetti richiesti.

Il libro mi è piaciuto, però ci sono una montagna di elementi migliorabili.
Innanzitutto lo stile. Non so voi, ma io trovo davvero molto faticosa la scrittura moderna che ricorre a periodi lunghi con la sola virgola a separare anche tre o quattro micro-frasi. Non c'è ritmo, non c'è respiro, non c'è pathos, non c'è peso nello scritto (e, in qualche caso, la virgola è piazzata a sproposito). Ed è un vero peccato, perché ci sono alcuni momenti che riescono comunque a dare emozione, e che sarebbero stati ancor più efficaci usando frasi più brevi, dei punti e virgola, insomma un po' di ritmo. Quest'opera aveva bisogno di editing, e visto che la prima edizione è del 2020 e il libro ha avuto 3 ristampe, il tempo per rivederla c'è sicuramente stato. Non sono nemmeno stati mai corretti (né, forse, segnalati?) alcuni evidenti refusi, tra cui un paio di paragrafi dove la giustificazione del testo è orrenda.

Quello che però indispettisce di più, oltre a qualche frase proprio brutta se non sconclusionata, è l'atteggiamento dell'autrice nei confronti del lettore.
È utile menzionare che l'autrice stessa, nel regolamento, spiega che in alcune occasioni si potrà "guardare tra le pagine", cioè andare a un altro paragrafo per avere consigli sulla decisione da prendere. Lei stessa lo definisce "legalizzare la furberia", ben sapendo che "non esiste nessun essere vivente che abbia mai letto un libro game senza barare un po'". Però poi, quando vai a "guardare tra le pagine", ti sfotte senza pietà, e spesso non ti dà nemmeno l'aiutino. Avete presente il paragrafo della chiave di rame in Misteri d'Oriente 1? Ecco, qui c'è una collezione intera di paragrafi del genere. Non era uguale, a questo punto, riconoscere tacitamente che il lettore può barare e risparmiarsi una quindicina di paragrafi? Particolarmente di cattivo gusto il commento dopo la scelta finale del libro: prima ti nega l'aiutino, poi se scegli bene ti dice "magari sei solo molto fortunato".

Oltre a ciò, l'autrice prova gran gusto a sfondare la quarta parete. Che va benissimo: J.H. Brennan l'ha fatto praticamente in tutti i suoi LG. Ma Brennan non ha mai scritto un paragrafo dove ringrazia gli amici, uno dove dice "sei morto, ma se hai il mio autografo vai al paragrafo X", o ancora uno dove ti intima di scrivergli sui suoi social come punizione per aver "barato" (giuro; e in questo caso non hai nemmeno barato!).

Non so; questo stile sarà anche congeniale al pubblico moderno. A me non garba granché, soprattutto perché diluisce inutilmente il prodotto con elementi "meta" che non lo arricchiscono.

Infine, dal testo si ricava, come detto, che la protagonista abbia dieci anni (paragrafo 175), ma tutto il resto della storia fa a pugni con questo dato.



Tirando le somme: un librogame senza dubbio competente, da 7 pieno, ben realizzato come svolgimento e "gameplay" (anche se non c'era bisogno del D12, e non ci sono dadi o tabelle che suppliscano se il lettore non ha il dado). Buona la longevità, grazie a bivi autentici che nascondono scene davvero alternative invece di rimandare comunque alla stessa conclusione (ma un paio di errorini di continuity ci sono). Andrebbe rivisto e corretto sotto alcuni aspetti, e non ho gradito l'atteggiamento dell'autrice verso il suo pubblico.