Polyhedral Galaxy - La rece-Lettura
Polyhedral Galaxy
Ciao a tutti.
Spinto dal commento un po’ frustrato del buon Budellaro, che potete leggere qua: https://www.librogame.net/index.php/for … =9#p163012
Ho pensato di aprire questo topic per parlare a ruota libera del suo ultimi lavoro: Polyhedral Galaxy
Questo topic vorrebbe essere un esperimento a metà strada tra una lettura di gruppo, una recensione e semplici chiacchiere da bar su questo atipico LibroGame/Gdr. In pratica mi appunterò commenti, critiche o semplici osservazioni mano a mano che leggo il libro di Budellaro, condividendole con voi. Chiunque può replicare alle mie considerazioni o farne di proprie, magari procedendo con una propria lettura parallela.
Male che vada i successivi post saranno un mio lungo monologo su questo libro, diciamo una recensione molto lunga che rimarrà a memoria futura sul forum.
Iniziamo!
Il prologo e i primi paragrafi sono carini, mi sembrava di leggere la scritta: “In una galassia lontana lontana…” che si allontana sullo schermo. L’impressione però è troppo poco “aliena”, soprattutto alla luce del proseguo della storia. Insomma Lorenzo/Budellaro parla di civiltà diffuse in tutta la galassia, addirittura milioni di anni nel futuro. Eppure le tecnologie, l’ambientazione e persino i luoghi paiono appena poco più evoluti (tecnologicamente parlando) rispetto ai giorni nostri. Dopo “milioni di anni" mi sarei aspettato qualcosa di davvero “strano” e “alieno” rispetto a quanto oggi conosciamo.
Ma è un po’ presto per cominciare a sparare critiche…
Nei paragrafi successivi la mia impressione viene confermata: siamo in un bar, beviamo in un bicchiere e siamo ad un bancone. Dietro al bancone c’è un oste in carne ed ossa, siamo seduti su uno sgabello e osserviamo una sorta di telegiornale. Per finire paghiamo il conto sottraendo una valuta dal nostro conto. Ragazzi ma questa è praticamente una descrizione fantasy standard di una taverna, non ho per nulla la sensazione di essere milioni di anni nel futuro.
PS. Carino il fatto che il regolamento, molto corposo avendo ambizioni da regolamento di GdR, venga spiegato man mano che si procede nella storia.
Nel leggere le varie razze che si possono interpretare mi sono divertito. Sono ben descritte e riesco facilmente ad immaginarmele. Certo, anche in questo caso la fantasia mi pare che latiti. In sostanza sono razze fantasy standard con appena una spruzzatina di Sci-Fi. Ma sospetto che questo non sia un difetto bensì una precisa scelta dell’autore: creare un’ambientazione prettamente fantasy con un leggero velo futuristico.
Comunque vediamo se ho individuato la correlazione tra le razze e i loro corrispettivi fantasy:
rokkwarf: Mi pare evidente che siano i Nani
L'homo sideralis: è blu… ma a parte questo puzza di elfo silvano lontano un miglio. Sbaglio?
Il micronoide: mmmm… qui è meno immediato il paragone. Ma la pelle giallastra e il fisico gracile mi fanno pensare agli gnomi, o ai coboldi di Uno Sguardo nel Buio.
Il prymat: mi pare un orco peloso
L'hymorg infine è chiaramente l’umano standard. Tra l'altro vista la descrizione presumo che il nome sia derivato dall'unione delle due parole "Homo" e "Cyborg" = Homorg. Ci ho azzeccato?
Sono rimasto perplesso nel vedere le caratteristiche: Attacco, Difesa e Fortuna.
Mi paiono poche e dannatamente limitanti per gestire un LG/GdR futuristico, inoltre mi da l’impressione di un focus nettamente sbilanciato sul versante del combattimento. Ammetto che la cosa mi ha fatto storcere il naso.
Ma soprattutto mi ha fatto storcere il naso la caratteristica Fortuna. Come si fa a dire che una razza è fortunata, oppure è sfortunata? Il fato non è mica un tratto genetico o culturale, no? Ho trovato questo aspetto davvero buttato lì!
AHIA! Ho dato una culata per terra. Maledetti generatori di gravità difettosi!
Intanto ho anche scoperto che la Fortuna è un enorme contenitore nel quale sono stipati ogni tipo di abilità: fisiche, mentali, sociali…
Mi sta bene, abbiamo un dado per attaccare, uno per difenderci e uno per… fare letteralmente qualunque altra cosa.
Come sistema, per adesso, non mi sta piacendo per nulla, ma sospendo il giudizio, visto che sono appena all’inizio. Però devo dire che, stante così le cose, cambierei la terminologia. Fortuna non riassume, spiega o indica minimamente quello che questa abilità comprende. Non saprei come chiamarla, così su due piedi. Ma “Fortuna” decisamente no!
Ok. Lascio spazio a voi altri. Intanto continuo ancora un po’ nella lettura e ad appuntare i miei commenti.
Ultima modifica di: gpet74 Mag-21-25 10:58:57
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Re: Polyhedral Galaxy - La rece-Lettura
Regole sul combattimento.
Mi paiono molto semplici e, spiace dirlo, non mi soddisfano particolarmente. Il sistema di combattimento mi pare evidentemente pensato per gestire un combattimento corpo a corpo, disarmati o all’arma bianca. Benissimo, ma la cosa mal si adatta all’ambientazione fantascientifica dove, presumo, avere armi a distanza sia la norma mentre il CaC dovrebbe rappresentare l’eccezione e non la regola.
Questo comporta alcune cose che mi lasciano perplesso. Ad esempio se io sparo a un bersaglio questi ha la possibilità di difendersi? Dal regolamento pare di sì, ma la cosa è davvero poco sensata a mio avviso. Immagina che qualcuno ti spari con una pistola. Davvero pensi che sia possibile schivare il proiettile? No, ovviamente no. Vi possono essere molti modificatori alla probabilità di colpire: dimensione del bersaglio, suo movimento, coscienza del bersaglio di essere sotto tiro (Corre a zig zag), copertura del bersaglio, tipo di arma usata, distanza, e millemila altri fattori. Ma la Difesa del bersaglio… quella non riesco a digerirla.
Poi, capiamoci, se si parla di un regolamento per un LG la cosa può soddisfarmi poco ma ci può stare. In fondo usare complessi sistemi di simulazione in un LG spesso è solo controproducente. Ma visto che questo Polyhedral Galaxy vuole essere anche il regolamento per un GdR, trovo che simili semplificazioni siano eccessive.
Inoltre (Mi spiace Budellaro) ma la regola del lancio aggiuntivo di un d6 per determinare se l’arma è scarica, davvero non ha senso. Tenere traccia dei colpi nel caricatore non è complicato, né in un LG né in un GdR (Pensa a I Guerrieri della Strada di Dever, era complicato tener traccia dei proiettili? Non mi pare). Questa regola che inserisci a mio avviso non ha senso. Ogni volta che sparo ho 1 possibilità su 6 che sia l’ultimo colpo del caricatore? Davvero? Quindi posso sparare una decina di colpi o più senza che esca mai un 1. Poi mi esce e devo ricaricare e, magari, poi tiro tre 1 di fila. Come diamine si giustifica narrativamente una simile incongruenza?
Inoltre anche qui rilevo la incongruenza del fatto che ci troviamo a milioni di anni nel futuro in una civiltà ipertecnologica… ma in ogni caso le armi fanno uso di caricatori con colpi limitatissimi. Bho, mi sembra poco credibile.
Sono arrivato al par. 94, dove finalmente compaiono le prime scelte e, immagini, la storia prenda il via e mi rendo conto di non aver detto nulla sullo stile della prosa.
Mi piace!
È scorrevole, leggera e con dialoghi credibili e ben costruiti riesce a dare tutte le informazioni necessarie senza odiosi infodump, spiegoni o wall of text.
Se proprio devo cercare il pelo nell’uovo (adoro cercare il pelo nell’uovo, ammettiamolo!) noto un uso eccessivo del termine: “vedi”.
In un LG la telecamera generalmente è piantata saldamente nel cranio del protagonista. Tutto ciò che il lettore sa di quello che circonda il protagonista proviene direttamente dai sensi o dalle conoscenze di quest’ultimo.
Se il protagonista si trova in un bar e tu, scrittore, descrivi i vari avventori ai tavoli è banalmente ovvio che il protagonista li stia vedendo! Diversamente il lettore non potrebbe averne contezza.
“A destra c’è una grande porta di ferro, di fronte a te un leone alla catena ruggisce sommessamente mentre a sinistra strani rumori provengono da una nicchia avvolta nell’oscurità”
Come vedi non è assolutamente necessario (anzi io lo trovo proprio brutto) specificare che “vedi” la porta in ferro, "vedi" il leone oppure che “senti” strani rumori. La cosa è evidente dal fatto stesso che questi elementi ti vengono descritti.
Personalmente ritengo che l’abuso di termini come “vedi”, “senti”, ecc. provengano dall’esperienza giocoruolistica. Quando masterizzi un gruppo è naturale rivolgersi ad uno dei tuoi giocatori e dirgli: “Vedi una sottile striscia di fumo all’orizzonte”. Stai sottolineando come solo quel personaggio (magari perché ha la vista più acuta degli altri) veda quella particolare cosa, mentre gli altri personaggi/giocatori no.
Ma con il cambiare del media occorre anche cambiare modalità di espressione. Non si può scrivere un LG come se fosse la trasposizione di una sessione di GdR.
Come sempre, tutte queste considerazioni sono mie, personali, elucubrazioni. Adesso vi saluto che devo uscire a “pisciare il cane”
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gpet74
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Re: Polyhedral Galaxy - La rece-Lettura
gpet74 ha scritto:la storia prenda il via e mi rendo conto di non aver detto nulla sullo stile della prosa.
Mi piace!
È scorrevole, leggera e con dialoghi credibili e ben costruiti riesce a dare tutte le informazioni necessarie senza odiosi infodump, spiegoni o wall of text.
comincio dal ringraziarti per i complimenti ehehe.
Diciamo che, come viene percepita la mia scrittura, è l'aspetto che m'interessa di più. E quindi mi fa davvero piacere che, sinteticamente, "ti piace" :-)
Mi fa anche piacere che la definisci scorrevole e leggera, poichè questa è esattamente la sensazione che volevo trasmettere e, in linea generale, lo stile di fondo del libro, che non si prende mai davvero sul serio.
gpet74 ha scritto:In sostanza sono razze fantasy standard con appena una spruzzatina di Sci-Fi. Ma sospetto che questo non sia un difetto bensì una precisa scelta dell’autore: creare un’ambientazione prettamente fantasy con un leggero velo futuristico.
Assolutamente sì! :-)
Hai centrato in pieno la chiave di lettura corretta. D'altra parte la cosa è dichiarata (e persino scritta in quarta di copertina dove definisco l'operetta letteralmente "Un fantasy ambientato nello spazio").Tu l'hai capito. E hai anche capito i parallelismi delle razze aliene/fantasy (tranne quello dell'homo sideralis che, nelle intenzioni, voleva essere un misto tra un elfo e un Na'vi di James Cameron - per questo è blu :-) ). Dell'hymorg mi hai addirittura indovinato l'etimologia eheh
Insomma un fantasy nello spazio "con appena una spruzzatina di Sci-Fi."
Una cosa però che mi piacerebbe davvero si capisse -e che non sono certo sia passata- è che, per come la vedo io, ci sono almeno due generi di Sci-Fi:
1. c'è quello del tipo "Interstellar" che si preoccupa di essere quanto più plausibile possibile da un punto di vista scientifico
2. e poi c'è quello tipo "star wars" che, sostanzialmente, se ne frega.
Il mio è ovviamente del secondo tipo.
La cosa, tra l'altro, si riflette anche nel regolamento:
gpet74 ha scritto:Ad esempio se io sparo a un bersaglio questi ha la possibilità di difendersi? Dal regolamento pare di sì, ma la cosa è davvero poco sensata a mio avviso. Immagina che qualcuno ti spari con una pistola. Davvero pensi che sia possibile schivare il proiettile? No, ovviamente no.
Sì, ovviamente sì ahahah
Pensa al primo Star Wars: ricordo varie scene in cui Luke e Han scappano dai soldati che gli sparano addosso col blaster nei corridoi della Morte Nera. Inspiegabilmente, nonostante gli spazi angusti, i soldati non riescono a prenderli neanche per sbaglio. Quando invece è il turno degli eroi di sparare, ad ogni colpo ne buttano giù uno. Com'è possibile? Beh, gli stormtroopers fanno sempre 1 sul dado da difesa eheh
Proprio l'altro giorno ho visto il primo Predator (quello con Schwartzenegger - mi dispiace non lo so scrivere)... ogni tanto amo riguardare i vecchi film... e ho fatto caso a una scena a cui, altre volte, non avevo dato così peso: il Predator spara con il plasma-caster che ha montato sulla spalla ai vari soldati uno dopo l'altro, e ogni volta gli fa un buco nella pancia grande quanto una pizza. Poi spara a Swartzennegar (mi dispiace non lo scrivere) con la stessa arma, lo prende a una spalla, e lui fa un volo all'indietro, cade per terra senza un graffio e poi si rialza. Questa cosa non ha uno stra-cazzo di senso (a meno che lui non abbia fatto il massimo sul dado da difesa e a meno che non operiamo una sospensione dell'incredulità tale da accettare il fatto che stiamo guardando della fantascienza caciarona e che quindi va bene così).
Polyhedral Galaxy è un misto tra quella fantascienza lì e, come detto, un fantasy nello spazio. Con un regolamento volutamente semplicissimo.
gpet74 ha scritto:Inoltre (Mi spiace Budellaro) ma la regola del lancio aggiuntivo di un d6 per determinare se l’arma è scarica, davvero non ha senso. Tenere traccia dei colpi nel caricatore non è complicato,
hai assolutamente ragione. è una regola che ho "rubato" da un altro gioco di ruolo indie (che sinceramente non ricordo neanche qual era) e che a me era piaciuta tantissimo. Ma capisco possa non piacere.
gpet74 ha scritto: Eppure le tecnologie, l’ambientazione e persino i luoghi paiono appena poco più evoluti (tecnologicamente parlando) rispetto ai giorni nostri. Dopo “milioni di anni" mi sarei aspettato qualcosa di davvero “strano” e “alieno” rispetto a quanto oggi conosciamo.
Cavoli, quanto hai ragione! Hai messo in luce una delle più importanti fragilità del mio worldbuilding. Così importante che, in effetti, anch'io mi ero posto il problema.
All'inizio mi ero risposto
"chiessenefrega, il fatto che l'ambientazione sia spostata avanti nel futuro di milioni di anni, è solo un escamotage narrativo per giustificare il fatto che abbiamo queste razze così biologicamente diverse e così vagamente fantasy. E sarà ovvio per chiunque"
...ma, pensandoci, questa risposta non soddisfaceva nemmeno me. Quindi ho giustificato la cosa: ogni tot secoli avviene un cataclisma per un motivo ben preciso che ri-azzera la civiltà tecnologica. Questa cosa avrebbe dovuto essere spiegata nei sequel ed essere un meraviglioso colpo di scena (almeno nella mia testa)...
ma ci sono due grossi MA:
- il primo è che non so se mai riuscirò a scriverli questi sequel
- il secondo è che, comunque, nel primo libro, questa cosa non la lascio nemmeno vagamente intendere. Rimane nella mia testa e il lettore non ha alcun modo di intuirla neanche lontanamente. E quindi, alla fin dei conti, appare come un buco di trama enorme !!! :-(
Cazzarola, sarebbe bastato anche solo mettere qualche indizio qua e là...
Mi hai fatto capire una cosa importantissima: il lettore SA solo quello che noi gli diciamo e non può immaginare quello che noi vorremmo immaginasse, se non gli diamo modo di farlo. Questo è un insegnamento davvero prezioso che mi hai dato!
gpet74 ha scritto:noto un uso eccessivo del termine: “vedi”.
In un LG la telecamera generalmente è piantata saldamente nel cranio del protagonista. Tutto ciò che il lettore sa di quello che circonda il protagonista proviene direttamente dai sensi o dalle conoscenze di quest’ultimo.
Se il protagonista si trova in un bar e tu, scrittore, descrivi i vari avventori ai tavoli è banalmente ovvio che il protagonista li stia vedendo! Diversamente il lettore non potrebbe averne contezza. [...] non è assolutamente necessario (anzi io lo trovo proprio brutto) specificare che “vedi” la porta in ferro, "vedi" il leone oppure che “senti” strani rumori. La cosa è evidente dal fatto stesso che questi elementi ti vengono descritti.
Personalmente ritengo che l’abuso di termini come “vedi”, “senti”, ecc. provengano dall’esperienza giocoruolistica. [...]
Ma con il cambiare del media occorre anche cambiare modalità di espressione. Non si può scrivere un LG come se fosse la trasposizione di una sessione di GdR.
Porc......! quanto hai ragione anche qui!! Mi mangio le mani, cazz......!!!!Questo è davvero un ottimo consiglio! E pensare che già il buon Gabriele Simionato mi aveva fatto notare che facevo quest'errore, spiegandomelo esattamente nel modo in cui hai fatto tu. A dire il vero, mi aveva dato, a suo tempo, VARI ottimi consigli di cui pensavo di aver fatto tesoro. Ma, evidentemente, sono stato sordo ad alcuni. Che peccato!
vabè, non mi dilungo oltre. Ti dico solo di nuovo "GRAZIE !" perchè, da una parte, le tue critiche costruttive mi sono davvero utili, dall'altra, le piccole cose che hai invece apprezzato gratificano il mio ego di scrittore narcisistico che non sapevo di avere ahaha
E chiudo dicendo che ieri sera ho cominciato a leggere MIZAR - LA SFIDA con due dei miei figli.
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Budellaro
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Re: Polyhedral Galaxy - La rece-Lettura
Pensa al primo Star Wars: ricordo varie scene in cui Luke e Han scappano dai soldati che gli sparano addosso col blaster nei corridoi della Morte Nera. Inspiegabilmente, nonostante gli spazi angusti, i soldati non riescono a prenderli neanche per sbaglio. Quando invece è il turno degli eroi di sparare, ad ogni colpo ne buttano giù uno. Com'è possibile? Beh, gli stormtroopers fanno sempre 1 sul dado da difesa eheh
Io avevo sempre pensato che fosse a causa di quegli inutili caschi che non gli facevano vedere una mazza. Inutili come le armature. Averle o non averle è del tutto uguale, visto che anche una bastonata (letteralmente, vedi Rogue One) basta a stendere quei poveri cloni.
E pensare che già il buon Gabriele Simionato mi aveva fatto notare che facevo quest'errore, spiegandomelo esattamente nel modo in cui hai fatto tu. A dire il vero, mi aveva dato, a suo tempo, VARI ottimi consigli di cui pensavo di aver fatto tesoro.
Eh, sì, Gabriele è stato una risorsa importantissima per LGL e, per tantissimidi noi. Personalmente gli devo tantissimo e non potrò mai sdebitarmi con lui. Cosa posso dire? facciamo tesoro di quello che ci ha insegnato e diffondiamolo. Io almeno cerco di fare così e di non dare troppo peso al suo "nuovo atteggiamento".
Tornando al tuo lavoro, ieri sono andato avanti e ho diversi altri commenti da fare, ma non credo di riuscirci oggi, essendo molto impegnato. Intanto spero che qualcun altro, magari incuriosito da questa discussione, se lo legga (o spulci, o anche solo sfogli) e dica la sua.
Riguardo a Mizar, come avrai letto nel PDF, quello presente su LGL è una versione obsoleta e sbilanciatissima, oltre che eccessivamente prolissa, del mio lavoro.
La versione definitiva e autoconclusiva (Quello che c'è su LGL non lo è) me lo sono autoprodotto e lo vendo di e-bay / vinted.
Non ti sto dicendo di comprartelo, ovviamente (non cadiamo nel discorso del "debito morale"di cui si parlava con Zakimos), ti sto solo informando che, se il libro, l'ambientazione e la scrittura ti piacciono, esiste una versione completa e con regolamento bilanciato e funzionale... solo che non si trova su LGL.
Trovo comunque molto bello che tu lo legga ai tuoi figli, è un'immagine davvero carina.
Ok. a risentirci per altri commenti sulla Galassia Poliedrica.
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Re: Polyhedral Galaxy - La rece-Lettura
gpet74 ha scritto:Io avevo sempre pensato che fosse a causa di quegli inutili caschi che non gli facevano vedere una mazza. Inutili come le armature. Averle o non averle è del tutto uguale, visto che anche una bastonata (letteralmente, vedi Rogue One) basta a stendere quei poveri cloni.
ahahah possibile anche questo ahah poveracci.
Io preferisco pensare che è per il dado comunque
Quanto al tuo Mizar autoprodotto, ricordo che l'avevi presentato sul forum pochi mesi fa. Avevo persino partecipato al topic, salvo poi ieri chiederti chi eri, convinto di non sapere con chi stessi parlando (ma questa è la vecchiaia!).
Però pensavo che quello fosse il terzo volume.
Invece no: mi confermi che è TUTTO lì?
cioè qui:
https://www.ebay.it/itm/236113718547?_s … R7r78PPeZQ
?
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Re: Polyhedral Galaxy - La rece-Lettura
Budellaro ha scritto:1. c'è quello del tipo "Interstellar" che si preoccupa di essere quanto più plausibile possibile da un punto di vista scientifico
2. e poi c'è quello tipo "star wars" che, sostanzialmente, se ne frega.
Qui si apre un vaso di Pandora: Star Wars non è fantascienza. È un fantasy puro, che del fantasy ha tutto: i temi (il giovane contadino che salva la principessa facendosi aiutare da un vecchio mago), la tecnologia (le moto non hanno le ruote ma si muovono come moto, le pistole sparano luce e non proiettili ma colpiscono come proiettili, le porte chiuse a chiave vengono aperte LETTERALMENTE con R2D2 che inserisce una chiave nella toppa e la gira, le spade laser che vengono usate come spade di ferro e non come si userebbe una spada di luce calda che puoi accendere e spegnere a volontà...) e anche i comportamenti umani/l'intera ambientazione (la magia-forza, i cacciatori di taglie, i folletti-ewoks, le taverne, il dualismo bene/male ed eroe/malvagio, resistenza/impero).
Per un purista del genere fantascientifico, Star Wars non è fantascienza. Star Trek è fantascienza, Philip Dick è fantascienza, Gibson è fantascienza. La differenza non è nel "quanto più plausibile dal punto di vista scientifico" ma nei temi e nel modo in cui vengono trattati. :-)
Quindi hai fatto benissimo a mettere in quarta di copertina "un fantasy nello spazio"!
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HarlockHrk
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Illuminato
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Re: Polyhedral Galaxy - La rece-Lettura
HarlockHrk ha scritto:Star Wars non è fantascienza. È un fantasy puro, che del fantasy ha tutto
Ma certo! Assolutamente d'accordo con te!
Persino l'iconica frase iniziale "tanto tempo fa in una galassia lontana lontana" è la fedele trasposizione (in chiave sci-fi) del tipico incipit di ogni favola fantasy: "c'era una volta, in un regno lontano..."
HarlockHrk ha scritto:Quindi hai fatto benissimo a mettere in quarta di copertina "un fantasy nello spazio"!
Grazie :-)
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Budellaro
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