Ho cominciato a giocare a labirinth lord in versione Cthulhu-Post Apocalittica.
L'idea non è male e le regole di Mutant Future sono molto più adatte alla storia rispetto a quelle del D20 modern, usate anni addietro per esperienze simili, dove troppe abilità speciali impediscono di avvertire nei momenti cruciali il vero senso di impotenza di chi deve affrontare l'inimmaginabile con i soli mezzi umani.

L'avventura scelta sicuramente sta aiutando molto. Ho preso la Città Perduta di Tom Moldway edita dalla vecchia editrice gioci, che già da sola fa molto Cthulhu con i suoi albini persi in un incubo collettivo, le mummie e le città sotterrane.

Probabilmente il bello della città perduta è proprio che sono delineati alcuni incontri chiave (i tre culti, gli spiriti del re e della regina, la faida fra i fratelli Darius e Demetrius) ma non è delineata una trama o un ordine specifico in cui debbano essere fatte le cose.
Nel mio caso un sei personaggi si è imbattuto in uno dei cadaveri degli albini e si è subito inimicato tutto il suo culto. (cavoli sono albini, DEVONO avere nelle vene il sangue degli antichi)Il massacro di tale culto però gli ha aperto le braccia a quello di Usamiaras (il più adatto vista la subdola personalità del Mago Supremo) che ha un'altra luce quando si dice ai pg:"visto che  è sono maghi pensate con quali orrori potrebbero essere abituati a concludere commerci di anime o quanto in profondità potrebbero essere già caduti nella follia."
Adesso per provare la lealtà al culto i pg devono trovare il modo di fare schiava la sacerdotessa di Madamura.

Ma la scena migliore in due partite è stata quando il ladro è stato posseduto dallo spettro di uno dei due fratelli e tentava allibito di dissimulare che non sapeva più scassinare una serratura e non ha detto "non ci riesco" ma "non lo so fare!"

Comunque dopo aver giocato in passato con un altro master a D20 Cthulhu pare che i miei giocatori abbiano realizzato che è meglio non avere saggezza inferiore a 14, il che da loro un buon 70% contro la perdita di sanity. Pazienza non si può avere tutto dalla vita.

Il castello degli ember non l'ho mai giocata, però a parte gli emirati una piramide non saprei dove potrebbero averla messa. Serve un deserto e delle carovane.

Beato te, io va bene quando gioco una settimana si e una no... adesso sto persino meditando la chat vocale su skype per aumentare la frequenza delle partite.

Ursha ha scritto:

Il castello degli ember non l'ho mai giocata.

Quella devi fartela prestare.
In pratica il Castello degli Amber è una pietra miliare: senza quell'avventura non ci sarebbe stato Ravenolft e nemmeno l'atlante di Glantri che probabilmente è il meglio riuscito, anche più dello scatolone Alphatia Thyatis.

SPOILER
Le nebbie venefiche che circondano la magione sono le stesse del castello di Strahad e la magione stessa si trova in un sacca dimensionale che in pratica è l'esatto antenato del Semipiano dell'Orrore. Alcune idee, per l'epoca, erano assolutamente geniali (immagina di essere un niubbo di 12 anni che narra la sua seconda o terza avventura expert e che non ha mai visto niente del genere prima) e di fatti avranno ampia ripresa.
L'avventura si articola in tre parti e funziona col true phat c'è un solo e unico modo per passare ogni sezione e basta.
Nella prima parte i PG finiscono imprigionati nelle nebbie e di lì alla casa degli Amber, la casa degli Amber contiene uno sfracello di citazioni dalla weird fantasy e dai racconti gotici tra cui Edgar Allan Poe, ci sono incontri di tutti i tipi e per tutti i gusti, e possono anche non sfociare in combattimenti se i PG si comportano in un certo modo. Come modulo di GdR è molto più bello e giocattoloso di roba uscita 10 anni dopo per Ravenloft.

Nella seconda parte i PG finivano in una terra parallela ben nota a chi conosce C. Ashton Smith. I pg devono trovare una serie di oggetti per aprire un portale. Questa parte è bellissima, c'è una libertà di movimento davvero notevole e gli incontri sono molto ad effetto, qui il true phat si sente meno ma c'è.

Nella terza parte i PG devono districare un enigma celato in un mausoleo nascosto in un paradosso temporale. Detta così sembra una figata: sfortunatamente è la parte più debole perché i PG sono costretti a "scorrere" fino alla parte finale, in un crescendo di combattimenti sempre più letali che per essere superati richiedono una tattica pressoché perfetta.

Giudizio finale: la letalità di questa avventura è alta, può essere superata senza perdite solo se c'è un gruppo esperto ben equipaggiato e affiatato e giocatori che non si buttano subito nella mischia, e sanno quando è il momento di evitare un combattimento, è anche fondamentale gestirsi bene le cure e i tempi di recupero. Qui è la ci sono incontri e trappole davvero insidiose. Cosa strana per un'avventura dell'83 il tatto e la diplomazia possono rivelarsi più utili della forza bruta ai fini della sopravvivenza.  Davvero fondamentale però per passare le prime due sezioni è la capacità di esplorare l'ambiente in modo metodico.
La cosa che lo rende pregevole ai miei occhi è la sfilza di citazioni horror. Insomma è un'avventura che non dovrebbe mancare nella biblioteca di un'appassionato di D&D.