Re: I Corti 2019 - La Grande Opera - 15 marzo/24 marzo
Non sarà facile valutare questo Corto. Per gli utenti di lungo corso sarà un gioiello, ma è anche vero che è pieno di refusi ed errori vari (dei cinque autori di fantascienza citati mi pare che di tre il nome sia riportato in maniera scorretta ). In almeno un'occasione, poi, l'autore misteriosissimo si lascia sfuggire uno spazio vuoto tra l'ultima parola di una frase e un punto interrogativo, manco fosse francese*.
Ho trovato poi difficile l'unico meccanismo di gioco, cioé ricordarsi i componenti e le reazioni, ma questo è un problema mio che non capisco niente di chimica. Non ha aiutato che alcuni elementi abbiano nomi simili (tartaro e tartrato, se non sono refusi anche quelli). Però le riflessioni, forse involontarie, sul destino del concorso dei Corti sono veramente emozionanti, così come la carrellata finale tra i Grandi Nomi.
Oltretutto, per me questo Corto è fuori tema, quindi fuori concorso. E allora gli do un voto alto spinto dall'entusiasmo e dall'emotività (tanto non peserà sulla classifica finale perché non concorre) oppure gli do un voto razionale e "giusto" perché magari invece è in concorso?
Prima di votare aspetto di leggere qualche altro commento (oltre che di sviscerare il Corto per bene, ovviamente). Ma tanto nel dubbio se votare col cuore o col cervello probabilmente finirò a votare come al solito col culo.
*Se a questo mio patetico tentativo di spiritosaggine facesse seguito una smentita clamorosa al TotoAutori non me ne stupirei, visti gli esiti degli anni scorsi
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Re: I Corti 2019 - La Grande Opera - 15 marzo/24 marzo
Pagellone: la grande opera
Prepararsi a partire! = 8
Molto bene: i tuoi personaggi fanno delle cose (be', più che altro parlano) anziché iniziare a farle. A parte quando il fuoco inizia a scaldare la mansarda, e la mansarda inizia a IMPEGNARSI (5, 9, 13, 17, 30, 45)
Tell, don't show = 5
Per questo aspetto ho pochi elementi su cui giudicarti. Però...
Sarò anche conosciuto col nickname di ProfessorK (senza spazietto?), ma Quasimodo chi chiama sempre Herr Professor. Pazienza, peccato veniale.
Il tuo corto si sviluppa quasi completamente attraverso il discorso diretto. Il problema è quando usi la narrazione: abbiamo a fianco uno stagista deforme... ma in cosa consiste la deformità? Non è gobbo o storpio (come suggerirebbe l'ovvio paragone con il Quasimodo letterario), poiché corre verso la biblioteca senza alcun fastidio, e maneggia le ampolle con abilità. Dici che è tardo di comprendonio. Eppure sa usare il computer, interpretare al volo un testo, correggerci quando sbagliamo, riconoscere un'ampolla da un'altra, ma anche riconoscere gli errori logici nei nostri discorsi, capire se stiamo andando fuori tema. Cita una quantità impressionante di autori. Fa domande pertinenti. Quasimodo non solo non è ritardato, ma è il fiore di assistente che un alchimista vorrebbe.
Un punto in più perché al paragrafo 9 anziché "passare in rassegna le ampolle" e basta, le elenchi nel dettaglio, costringendo il lettore a raffigurare sé stesso nell'atto di passare in rassegna ogni pozione dello scaffale.
Un altro punto perché anziché dire "siamo arrivati settimi" spieghi chi sono i primi sei e cosa si sono inventati. Grazie per il quarto posto.
Però certe immagini sono vaghe, tipo quando si dichiara "il nostro sale sta reagendo come dovrebbe" o "non sta reagendo come ci aspettavamo". Sì, ma cosa succede nell'ampolla? Da cosa si capisce? È un po' come quella barzelletta della bara gialla. Si ride a crepapelle ma hai sempre la sensazione che manchi un pezzo di storia.
E' = 4
Non tanto perché... abbondi di puntini di sospensione... ma le Maiuscole usate ad cazzum (Athanor va maiuscolo o minuscolo?), i refusi! Già nel primo paragrafo c'è da mettere mano.
Gli stilemi del paragrafo uno? Non sono mica parte di una pianta, ma parte del discorso.
Gli E' con l'apostrofo (9, 10, 15, 16, 33, 40, 50) gridano vendetta.
Sembra = 6
Lo usi 4 volte, di cui 3 correttamente nel discorso diretto. L'unica apparizione, al p.40 è ingiustificata.
Stesso discorso per il fratello gemello 'pare': giustificato nel discorso diretto, non lo è altrettanto nell'introduzione. Dove, però, lo capisco per necessità di introduzione.
Quasi = 10
appare una volta in un wall of text del protagonista. Indolore.
As you know, Quasimodo = 1
Ti meriti anche la palma (anzi, il palmo, ecco che ariva: ciaffff) per i dialoghi più infodumpici mai visti prima nella galassia. Ma oltre alla palma, ti meriti anche che io rinomini questa categoria in onore del "tuo" assistente.
Il potere della mente = 10
Bravo!
Camera mobile = 10
La scelta del discorso diretto tiene il lettore sempre dentro la testa dell'alchimista.
Narratore epilettico = 7
Purtroppo l'essere qui dentro non ci conferisce molte sensazioni. L'alchimista dichiara apertamente i suoi pensieri a Quasimodo, se fossimo stati nel cervello di una mosca appesa al lampadario avremmo ottenuto le stesse informazioni. Però sei stato bravo, per lo meno, a non inquinare i paragrafi con i pensieri di Quasi.
Nel leggere "assieme a lui dovrete trovare una buona idea" (in luogo di "dovrai trovare") mi stavano venendo i sudori freddi, presagendo un racconto colmo di discordanze. Invece è stata solo una svista: un punto in meno.
Vedi che = 10
Mai. Record.
Pdor, figlio di Kmer = 10
Maledetto di un autore, l'hai fatto apposta a chiamare l'assistente "Quasi", tanto per mandarmi fuori dai gangheri.
Poter saper volere = 8
Bravo, niente verbi servili. Eccetto nel discorso diretto, dove "la storia deve essere poter letta ovunque" (6, 14, 19, 21, 26, 28, 29)
Ecodoppler = 1
Ti piace ripetere...
p.vari "l'aria della mansarda inizia ad impRegnarsi di fumi e vapori"
p.51 "l'eroe della gente, osannato e adorato"
p.30 "colpire il governo brasiliano, che aveva già iniziato a colpire le tribù"
p.36 "Prendi appunti e inizia a scrivere mentre io inizio a mischiare gli elementi e a lavorarvi."
COMBO! Non solo Quasimodo deve prendere appunti & iniziare a scrivere, ma il protagonista mischia gli elementi & ci lavora!
Inoltre, nasce un problema dovuto al fatto che anziché "morire" e ripartire dall'1, il protagonista spegne il fuoco e si dedica ad un'altra pozione. Dov'è il problema? Che Quasimodo obietterà con le stesse parole anche quando compiremo scelte diverse.
Non ho niente contro il copia-incolla per situazioni simili, ma leggere le stesse cose più volte all'interno della stessa giocata è surreale. Avresti potuto fare più sforzo e scrivere dei paragrafi differenti, oppure fare MENO sforzo e non concedere al lettore un ulteriore tentativo. Rifletti: la tua storia ne avrebbe guadagnato se l'alchimista si fosse ridotto alle ultime ore a dover completare il suo lavoro. Invece il leit motiv è "abbiamo tutto il tempo che vogliamo, prendiamocela comoda." Diamo al lettore un senso di urgenza e di soddisfazione nel completare la Grande Opera.
More is less = ?
la buona partecipazione all'edizione del concorso di quest'anno potrebbe avere un peso importante per il futuro del vostro portale.
Se ci sarà scarsa partecipazione potresti essere costretto ad aprire un profilo social, esponendoti al pubblico ludibrio, oppure ritirarti per sempre nella tua magione in Val Seriana.
Scusa, ma non capisco il nesso causa effetto. Se ci saranno tanti Corti (=buona partecipazione), essi avranno un peso importante nel futuro di LGL. Se saranno pochi, sarò costretto ad aprire un profilo social oppure dedicarmi al romitaggio. Sfugge qualcosa a me, o le motivazioni del protagonista sono blande?
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gabrieleud
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Re: I Corti 2019 - La Grande Opera - 15 marzo/24 marzo
gabrieleud ha scritto:Scusa, ma non capisco il nesso causa effetto. Se ci saranno tanti Corti (=buona partecipazione), essi avranno un peso importante nel futuro di LGL. Se saranno pochi, sarò costretto ad aprire un profilo social oppure dedicarmi al romitaggio. Sfugge qualcosa a me, o le motivazioni del protagonista sono blande?
Mi meraviglia che un vecchio ravanatore nonché volpe del forum come te non colga tutta la poetica che si cela dietro questa frase apparentemente innocua. Poche righe che riassumono il cambiamento di un mondo, e l'evoluzione totale di LGL dal 2003 a oggi, sotto molti punti di vista.
Lo dico subito, per me questo corto è il vincitore dell'edizione 2019 del concorso.
Non perché non sia esente da difetti. Le pecche ci sono e le elenco subito così mi tolgo il pensiero:
1) I refusi abbondano, ed è probabile che la fase di revisione del lavoro sia stata frettolosa o assente (e chi di voi ha riconosciuto l'autore dietro allo scritto non si meraviglierà più di tanto per questo fatto ).
2) La struttura pensata per arrangiare le prove e pilotare in qualche modo le scelte è carina, ma molto confusionaria. Gli elementi alchemici citati nella composizione della ricetta sono svariati, e le frasi che ne dipingono la preparazione lunghe e spesso un po' barocche. Ne scaturisce una narrazione a tratti pesante, ma soprattutto non facilissima da seguire, e non sempre è chiaro quale sia l'elemento chiave che stiamo usando anche perché spesso gli elementi stessi si sovrappongono. Devo ammettere che, soprattutto durante le prime partite, alla domanda fatidica "qual'è l'elemento che stai usando" ho avuto qualche difficoltà a ricordarlo/individuarlo. Probabilmente l'autore avrebbe dovuto ricorrere a qualche escamotage per rendere tutto più cristallino e individuabile: per esempio grassettare gli elementi principali usati di volta in volta.
3)L'escamotage di ripetere e riprendere interi pezzi di paragrafi per farne di nuovi e alternativi lo usano tutti gli autori in tutti i librogame. Quando però viene impiegato con questa frequenza in un corto di 50 paragafi alla lunga diventa noioso. Data la struttura particolare del racconto, e l'intento dell'autore, tale ripetitività è anche comprensibile, ma non cambia il fatto che alla terza o quarta rilettura interi paragrafi si saltano in blocco perché diventa pesante esaminare per l'ennesima volta l'arzigogolo della mescolanza. Sarebbe stato carina un po' più di varietà in questo senso.
4) Non so quanto il racconto sia in tema. La terra c'entra solo in maniera accessoria e funzionale all'intento del lavoro, ma non si può certo definire un elemento capitale de La Grande Opera. Probabile però che l'autore sia pienamente consapevole di questo, e altrettanto probabile che questo lavoro possa finire fuori concorso.
Detto questo il corto mi è piaciuto moltissimo. Mi è piaciuta l'idea di aggirare il limite legato all'assenza di elementi esterni quali dadi, registri, matite ecc. ricorrendo a delle domande di cultura generale in grado di determinare la riuscita delle azioni (anche se alcune sono troppo complesse e la risposta giusta è sempre la prima tra le due proposte). Mi è piaciuto il tema di fondo del racconto, che riesce, in modo garbato e senza parlarsi addosso inutilmente, a sottolineare quanto l'amore per la scrittura e il desiderio di raccontare storie possa portare una persona diventare, a tutti gli effetti, un autore, indipendentemente dai riconoscimenti più o meno ufficiali o dalla fortuna che l'autore stesso ha avuto negli anni, partecipando alle varie edizioni dei Corti o ad altri contest "agonistici".
Mi è piaciuto tantissimo il citazionismo, che probabilmente solo i vecchi frequentatori di LGL coglieranno in pieno, e che permea tutta la narrazione di un'aura familiare e allo stesso tempo commovente; non so se sia capitato anche ad altri, ma personalmente, leggendo La Grande Opera, mi sono trovato a ripercorrere 15 anni e passa i Librogame's Land.
Un accenno in particolare mi ha quasi commosso: in uno degli epiloghi l'autore si riferisce a un quarto posto per pochi millesimi di punto che è un rimando diretto a una situazione relamente verificatasi in uno dei concorsi passati e che evidentemente è rimasta ben impressa nella sua mente (per ovvi motivi se avete capito di chi si tratta).
Mi è piaciuto incredibilmente l'epilogo: in poche frasi è racchiuso quello che è lo spirito stesso di LGL, e che nobilita non solo quest'opera, ma tutta la militanza dello scrittore su questo portale e la sua partecipazione negli anni.
Mi ha colpito e divertito l'ironia di fondo che a più riprese trapela, e il dualismo tra Professor K e Quasimodo, che, oltre a essere divertente, è l'emblema della parte colta-intellettuale e quella "fracassona" che si scontrano dentro di noi, ogni volta che scriviamo, e il cui adeguato connubio ed equilibrio ci consente di raggiungere i risultati migliori. Non è un caso che sia il Professore a consolare l'aiutante per la mancata vittoria in alcuni epiloghi, e accada il contrario in altri.
Mi ha commosso e mi ha regalato un momento di piacere intenso e di appagamento, perché rispecchiandomi nelle sue parole ho capito, una volta di più, che tanti anni di lavoro fatto per pura passione hanno comunque lasciato un seme nel cuore di qualcuno. Questo è il premio più bello che si possa desiderare, e ritrovarlo in un racconto del concorso lo rende ancora più bello.
La Grande Opera è la zampata di un vecchio leone, il lavoro di classe che potrebbe rappresentare il coronamento di una onorata "carriera".
Mi rendo conto che il mio giudizio è molto personale e legato a dinamiche che probabilmente in molti non condivideranno, ma, onestamente, nessun altro lavoro in gara mi ha emozionato così tanto in questo 2019.
Per questo motivo mi sento di assegnare al racconto il mio giudizo maggiormente positivo per quest'anno.
Voto inviato ad Anima di Lupo.
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Re: I Corti 2019 - La Grande Opera - 15 marzo/24 marzo
Prodo ha scritto:
Un accenno in particolare mi ha quasi commosso: in uno degli epiloghi l'autore si riferisce a un quarto posto per pochi millesimi di punto che è un rimando diretto a una situazione relamente verificatasi in uno dei concorsi passati e che evidentemente è rimasta ben impressa nella sua mente (per ovvi motivi se avete capito di chi si tratta).
[...]
Mi ha colpito e divertito l'ironia di fondo che a più riprese trapela, e il dualismo tra Professor K e Quasimodo, che, oltre a essere divertente, è l'emblema della parte colta-intellettuale e quella "fracassona" che si scontrano dentro di noi, ogni volta che scriviamo, e il cui adeguato connubio ed equilibrio ci consente di raggiungere i risultati migliori. Non è un caso che sia il Professore a consolare l'aiutante per la mancata vittoria in alcuni epiloghi, e accada il contrario in altri.
Purtroppo io non ho colto il riferimento alla mancata vittoria per un millesimo ma d'altra parte il mio pronostico l'ho già mandato!
Molto interessante e probabilmente azzeccato il commento sulla dualità tra i due personaggi, non ci avevo fatto caso.
Ciò detto, non basta a risollevare un Corto che, dopo averci rigiocato, mostra le sue pecche anche nella struttura, che in pratica è invariata per qualsiasi sentiero si decida di percorrere (anche se alcuni si sviluppano in più paragrafi). La rigiocabilità è assoluta, ma francamente anche un po' noiosa
Inoltre, ma probabilmente è solo un problema mio, trovo che la domanda posta al termine del paragrafo 40 sia un po' ingannevole, sembra che inviti a ritentare con un altro tipo di storia.
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