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Librogame in versione variant o deluxe: cosa ne pensate?

Una novità in campo interattivo

Re: Una novità in campo interattivo

Danilo Baldoni ha scritto:

Credo che la coscienza che si debba acquisire in editoria, sia proprio questa: che non esiste un vero confine (speravo a dimostrarlo fossero i soli Libro-game, ma è evidente che non basta) fra giocatore e lettore.

Si nota nei tuoi scritti lo sforzo costante di travalicare questa barriera imposta dalla consuetudine, e devo dire che ci riesci davvero bene, soprattutto quando operi al fine di cercare di trasmettere al lettore sensazioni e emotività. Soprattutto perché non ragioni in termini di descrizione, ma di trasmissione, dando per scontato che il lettore viva in quel momento quelle avventure, quegli accadimenti.
E' un approccio nuovo ed entusiasmante.
L'unico dubbio che ho, riguarda i limiti stessi del mezzo cartaceo: può arrivare realmente a coprire tutte le sfaccettature che il tuo approccio all'interattività richiede? Di certo ci vuole un fantastico narratore per riuscirci...

Prodo
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Re: Una novità in campo interattivo

Ciao Prodo,

Diciamo pure così, che la cosa sta prendendo inizio, e in merito a come si svilupperà negl'anni, su questo nessuno (nemmeno io) può dir nulla; si consideri che l'interattività su carta, escluso il tema bivi, conosce pochissime rappresentanze veramente valide -almeno, ad oggi, non ne ho trovate che poche.
Fra l'altro, il tema lo si può gustare in un sapore -credo io, conoscendo i nostri gusti- ancora acerbo: indicherei 'Lo Specchio Nello Specchio' di Ende fra tutti, unito forse a 'Se Una Notte d'Inverno Un Viaggiatore' di Calvino... Tuttavia, la critica è molto attenta alle novità (almeno, quella di dieci anni fa lo era), e riconosce Lo Specchio nello Specchio come il lavoro più maturo di Ende -in questo libro, sei libero di scegliere chi sia buono o cattivo, e tante altre cose. Le immagini sono così emblematiche che sempre ne esce qualcosa di diverso...
In merito alla trasmissione di una percezione (solo quello, perché poi desidero che sia la percezione, a dire quale fra le varie sensazioni possa essere trasmessa), mi trovi d'accordissimo, ed era il punto di forza che anche gradiva il Simo; direi che bisogna, compito dello scrittore sia, 'fecondare', la fantasia del lettore: in tal modo non avrai bisogno di descrizioni, perché la sensazione gliela paleserà di conseguenza fin nel minimo dettaglio... Fateci caso: emozioni e sensazioni forti, hanno costruito nei nostri ricordi dei fotogrammi vividissimi, tanto che ci ricordiamo gli odori, le minuzie, ecc... ma un cervello non lavora diversamente pensando a un libro...
In merito alle potenzialità del supporto cartaceo, io direi che siano infinite, e che la narrativa forse non ludica, ma giocosa, ha origini molto antiche; Tolkien con 'Lo Hobbit' inizia la cosa 'sul serio', ma ogni buon libro lo si può considerare come un gioco in scatola che stabilisce le sue proprie regole lungo il suo incipit, e queste regole, pur se fantastiche, non è detto che siano così dissimili da quelle di un vero e proprio gioco... La stessa fantasia si basa su una finzione, un gioco che noi dobbiamo assodare per principio, onde far sì che riesca: debbo credere in un mondo in cui cose stravaganti esistono...
Il problema credo che sia questo: la maggior parte degli scrittori e degli editori, pensa che il desiderio del pubblico sia 'smarrirsi', in un dato luogo fantastico... mentre a mio avviso avviene tutto il contrario, è un 'ritrovarsi', quello che deve essere messo in opera. Ciò mi successe leggendo 'La Storia Infinita', e direi che anche con i buoni Libro-game la questione si pose negli stessi termini...
Ma per far sì che un buon libro 'indichi la tua persona', a fine lettura (principio dantesco che ritroviamo in ogni buon libro), questo ritrovarsi deve passare per emozioni forti, si diceva una volta, ma oggi io direi per 'sensazioni forti', perché il R. non riesce più a garantire lo stupore del lettore, aldilà del principio che si vuole instaurare con la propria scrittura. Fateci caso: nessuna buona descrizione, vi avvolge veramente al suo interno, un principio di immedesimazione sembra quasi avvilirci e funzionare solo con le teen, di fronte ai più abili intrecci rimaniamo impassibili... perché tutto questo è stato catalogato magistralmente dai Romantici, e davvero non credo che potranno esistere personaggi migliori di Oliver Twist, o David Copperfield, o Frodo e per ultimo Bastiano, pensando agl'ultimi Romantici... Per rivivere le stesse emozioni, dobbiamo mettere in campo strategie più efficaci; la narrativa lo può fare con 'un ragionamento ludico' -più che con la pura ludica- così come i cinema lo fanno tramite 3d ed effetto surraund. Oggi l'idea di essere lì presenti, in ogni artifizio artistico, vivendo in pieno le sensazioni, più che le emozioni, la fa da padrone, ma per compiere questo in narrativa si ha bisogno di nuovi stili da mettere in campo, nuovi registri narrativi e nuove idee... Si potrebbe scendere sul tecnico, ma, come direbbe Ende, 'questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare un'altra volta...' :-).
Invito comunque alla consultazione dei miei racocnti su ewriters per sapere in quali forme il tema possa esprimersi.

Danilo Baldoni
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Re: Una novità in campo interattivo

Grazie della risposta, esauriente e chiara smile.

Prodo
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Re: Una novità in campo interattivo

Ho letto sul mio eReader l'esercito degli gnomi ribelli. Il mio giudizio è che ci siano alcune buone idee, che meriterebbero uno sviluppo forse differente da quello imbastito nel romanzo. Mi spiego: tutta la prima parte è accattivante, imbastisce un ambiguo parallelo tra lettore e personaggio, con un continuo passaggio dall'uno all'altro, senza che sia mai chiaro il luogo di scambio tra i due elementi. È "interattivo" perché spinge chi legge ad immaginarsi la realtà che si nasconde dietro la narrazione primaria. Il procedimento continua con la descrizione della città e le sue metamorfosi uomo/gnomo, che potrebbero far pensare ad una "letterarizzazione" di un gdr on-line, dove libri sostituiscono i terminali.
Poi parte la missione e, purtroppo, subentra a tutto il meccanismo descritto fino ad ora la cronaca del viaggio e della battaglia. Ora, la cronaca è uno degli elementi narrativi meno interattivi tra gli elementi di un intreccio: niente flashback, niente anticipazioni, niente elissi, nessun monologo, nessun dialogo, e il romanzo procede come un romanzo collettivo, senza personaggi e senza protagonisti. Il lettore non può fare altro che leggere, in maniera passiva, e l'unico elemento d'intreccio che incontra sono le descrizioni dei luoghi e degli avvenimenti.
Mi aspettavo un qualche cambiamento in corso d'opera che riportasse in vita lo scambio lettore/personaggio, che ribaltasse il punto di vista del lettore, ma la cronaca procede invece implacabile fino alla fine della avventura, e poi il libro finisce.
È un peccato: sia perché l'idea di un libro interattivo, in cui gli elementi con cui uno scrittore costruisce l'interattività del suo testo siano esplicitati e manipolabili da chi legge, è affascinante e accattivante. Sia perché l'idea di un romanzo il cui protagonista è una collettività anonima e indistinta è molto buona: penso però ad una narrazione che si frantumi, come si frantuma la collettività nel corso della sua avventura, dove il lettore sia uno degli elementi di questo collettivo che segua questo rispetto a quel gruppo.

Insomma, data tutta la primissima parte del testo, ci sono le premesse e molti ingredienti per uno sviluppo più "interattivo" della cronaca del viaggio e della battaglia. Magari nel prossimo romanzo?

Un saluto.

f.

fbrzvnrnd
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Re: Una novità in campo interattivo

Ciao f.;

Io non direi vi sia uno scambio personaggio/lettore: se così fosse stato, sarei ancora ne 'La Storia Infinita', che proprio gestisce un parallelismo speculare lettore/personaggio.
Io ho ambito ad un risultato diverso, e per quanto riguarda il protagonismo, di certo più azzardoso: è un ulteriore taglio alla tela, poiché non v'è personaggio di sorta...
Forse il 'difetto' che hai avvertito nel corso della stesura deriva proprio da questo: non ci sono personaggi da immedesimare, ma sei direttamente tu, Lettore, a prendere in mano le redini della storia.
La stessa storia è in 'comunione' fra te e scrittore: lo scrittore non ha idea di come tu possa attualizzare le frasi via-via mostrate nel corso degli eventi... ed è proprio in questo mistero di fondo che il libro restituisce la sua invenzione più riuscita: la possibilità di essere riletto e reinventato.
In merito a flashback, intrecci, ecc., direi che siamo su un piano diverso e non più recuperabile: quelle sono invenzioni romantiche, ma il R. si fonda sul personaggio, e non sull'interazione -l'interpretabilità esiste, ma non è elastica fino a tal punto.
Questo genere di avventure, o le si porta avanti come un gdr o LG, oppure è inutile e fallimentare. Nessun LG, fra l'altro, ha ambito all'intreccio: come avrebbe potuto, se il personaggio è il Lettore...? E il L. non puoi mica perderlo di vista... Io direi che la gioia dell'avventura in quanto tale stia nel vedersi concretizzati i presupposti ad essa: sapere che stai gestendo una magia e non un'altra -e dunque figurarmi in un gruppo anziché in un altro; capire quali scelte debbono essere ponderate, ecc.
Non è semplice sforzarsi di attualizzare ogni frase, ma da questo punto di vista possono nascere due letture: una estemporanea, dove affiora ciò che psiche o coscienza vuole; un'altra ponderata e più 'meditativa', dove ti sforzi di fare ciò che più ti piace... Entrambe credo che vadano bene.
Si guardi poi al sottotitolo: scrivere leggendo e leggere scrivendo... E' probabile tu abbia voglia di libri un po' più 'concreti', ora, e non c'è nulla di male: tornerai da LEdGR quando avrai voglia di 'recitare' in un libro.
Si conti poi (suggerimento per tutti) quanti puntini di sospensione, proprio a dirci che quei punti vanno 'colorati' di più con la nostra fantasia, attualizzati bene: quanti dialoghi non si spenderanno, in tal caso (magari con amici che saranno affiorati in maniera naturale nella Città, e di cui lo Scrittore non può sapere)?
Il tempo di lettura non è quello che ci si dà in qualsiasi altro libro, 'affogando' fra verbi e aggettivi come in un tomo classico: si può stare anni solo ad attualizzare una frase; questo è il vero tempo di lettura de LEdGR: un tempo deciso dalla nostra psiche, fantasia, coscienza.
Per far questo ovviamente dobbiamo predisporci all'ascolto del libro in maniera autentica: dedicandogli tempo, isolandolo dai rumori e astraendoci veramente da tutto e tutti.

Danilo Baldoni
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Re: Una novità in campo interattivo

M'avete fatto venire la curiosità, lo sto ancora leggendo (anche perchè lo devo stampare bianco su sfondo blu su un lcd mi si fiammano gli occhi) quindi non mi pronuncio, sarebbe carino metterlo su una pagina web costriuta ad arte tipo con una carta pergamena e le frasi che si si scrivono via via e via via si cancellano durante la lettura (naturalmente a velocità regolabile se no alcuni si perdono le frasi bigsmile), magari con le immagini descritte che emergono in alto nelle pagina dalla nebbia e vi ritornano prima che il lettore possa alzare lo sguardo, l'influenza della storia infinita per ora si sente wink
Appena stampato me lo leggerò per bene, prima devo finire la recesione a Prodo per un'altro libro o domenica mi spenna.

Prodigo pompiere con estintore a benzina :*

purpe
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Re: Una novità in campo interattivo

:-)
Interessanti le idee; prima o poi conoscerà altri spazi...

Grazie e buona lettura!

Danilo Baldoni
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Re: Una novità in campo interattivo

Faccio previo che ovviamente non ho intenzione di convincerti, ma che stiamo discutendo per amore del sapere, diciamo. Lo scambio lettore/personaggio, alla Ende, c'è all'inzio del romanzo, ma viene abbandonato e non più ripreso nel corso della storia (resta un elemento "appeso" e non comprensibile peraltro).
Anche il fatto che manchino personaggi, "funziona" nella misura in cui io lettore posso immedesimarmi in un collettivo, o come facente parte di un ambiente. Così non è stato per me perché non ho trovato gli strumenti narrativi per "fare interazione" con quello che avevo intorno. Quando parlo di intreccio, non intendo un generico intreccio, ma quello definito come tale dai formalisti russi e genericamente utilizzato nel definire la narratologia moderna. Ovvero, banalizzo, la modalità con cui si opera su una fabula di partenza per ottenere una formula narrata, con tutti gli espedienti retorici del caso. Così flashback, dialoghi, monologhi, descrizioni e tutti gli artifici narrativi di uno scrittore, non sono modelli romantici, come li definisci, ma sono modelli narrativi preesistenti al romanzo, che fanno parte della narrazione dalla notte dei tempo e che sono alla base di quella contemporanea.
Una narrazione del genere può essere portata avanti anche come storytelling interattivo, non necessariamente librogame ma anche. Quello che ad esempio stiamo facendo con le polistorie è una narrazione che ha interattive le forme, i contenuti; ma anche le modalità di approccio al testo.
Ecco, io questa interattività e questa rileggibilità non ce l'ho trovata nel tuo romanzo. Nel momento in cui ho letto la cronaca del viaggio, ho letto la cronaca del viaggio e non troverei una diversa lettura riprendendolo in mano.
Ripeto, una narrazione che parta dalla città e lavori sul concetto, realmente interattivo di collettivo che agisce in diverse parti del mondo, permettendo al lettore di azionare interagire e navigare da un gruppo all'altro, muovendosi tra i diversi elementi di questo non-personaggio, sarebbe un'idea narrativamente forte. Ma bisognerebbe seguire tutti i personaggi nelle loro storie e imbastire una poli-storia che tenga conto di quello che succede, dei suoi ambienti, senza limitarsi ad una cronica lineare.

fbrzvnrnd
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Re: Una novità in campo interattivo

Molte cose di cui hai parlato le ho presenti, altre un po' meno...
Hai di certo in mente delle 'invenzioni' diverse rispetto a quella de LEdGR, e il mio (credo nostro) incentivo è nel vedersele realizzate, perché potrebbero ipotizzare un suo effettivo superamento -il che sarebbe interessantissimo.
Intuisco la forza del tuo contenuto, ma mi sfugge il metodo: se considerando dei paragrafi, direi che sia all'opposto di ciò che volevo: io volevo far sì che tramite un solo tessuto narrativo s'avesse accesso se non altro alla propria storia.
Per quanto rileggendola la troverai identica all'ultima, dovrai comunque accettare che possa essere anche diametralmente opposta alla mia e a quella di qualcun altro: questo, di fatto, costituisce una polistoria.
Ho capito che intenti, in merito agli intrecci, ecc., ma tutto ciò è in gioco fin quando il personaggio non è morto; l'unico lavoro in cui non trovi intrecci, a parte LEdGR, forse è La Divina Commedia, che rappresenta un'avventura continuata dall'inizio alla fine.
Non ci capisco molto di letteratura medievale, ma a detta dei critici, quest'esperienza univoca e semplice era molto in voga, all'epoca, così come il tema del viaggio e dell'incontro.

Danilo Baldoni
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Re: Una novità in campo interattivo

Una curiosità mia: ma quale sarebbe il personaggio...?

Danilo Baldoni
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