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Qualcuno pensa di partire???

Qualcuno pensa di partire???

A prescindere dal pensiero politico, l' Italia si sta avviando a fare lo stesso cammino della Grecia, e spero vivamente che non succeda...

Mi domando se pero' qualcuno di voi sta pensando di lasciare il bel paese...

lonewolf79
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Re: Qualcuno pensa di partire???

lonewolf79 ha scritto:

Mi domando se pero' qualcuno di voi sta pensando di lasciare il bel paese...

Io no.
Prima di tutto perché non saprei dove andare? America? Germania? Svezia? A ventisette anni sono certo abbastanza vecchio per fare una simile scelta e abbastanza giovane per rifarmi una vita, ma di certo non sarebbe facile e, per ora, a un futuro ignoto preferisco un presente noto (e poco entusiasmante).
Ciò premesso, mi ritengo fondamentalmente ottimista, quindi credo che lotterò fino all'ultimo perché il mio paese non segua l'esempio ellenico.

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
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Re: Qualcuno pensa di partire???

Ho appena finito di discutere con il mio ex probabile socio perchè alla fine lui ha deciso di andarsene. Non posso biasimarlo, dice che la gente, vuoi la situazione e la crisi, vuoi che qui a Roma in particolare si vive sempre peggio, è diventata tutta da napalmizzare; che non si muove niente che non decidano preti e politici e quanto a questo non posso dir nulla, perchè per molti settori è esattamente così. eravamo indietro anni luce e sembra che invece di migliorare peggiori. Però, come in tutti i momenti di crisi profonda, l'iniziativa dei singoli con buone idee può avere spazio più che in altri momenti di benessere in cui non si ha davvero bisogno di ingegnarsi, senza contare che la gente coi soldi non va mai in crisi: penso che resterò a tentare i miei progetti, cercando di puntare lavorativamente ad un target alto, era nei miei progetti emigrare soltanto per un posto alla Pixar... ma mi ci vorrà ancora parecchio. Purtroppo amo questo paese di merda, è sempre la mia casa.

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Aloona
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Re: Qualcuno pensa di partire???

putroppo casa o non casa, se qui finiamo come la Grecia, da quel che ho visto come sono messi, è meglio darsi al brigantaggio...
Il problema è che non bastano i singoli stavolta, serve una coesione sociale e soprattutto un agire diverso ( chi ha i soldi in grandi patrimoni deve dare stavolta, poco da dire).

lonewolf79
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Re: Qualcuno pensa di partire???

La situazione della Grecia è un tantinello diversa dalla nostra non che noi si stia bene eh, ma è un pò diverso, in grecia per molti versi il mercato del lavoro è basato questi completamente sull'impiego pubblico, il resto è agricoltura e turismo e il pubblico è morto.
L'Italia non vive un momento facile, scappare? Per andare dove? Credete realmente che gli altri paesi stiano meglio di noi?
Il sistema finaziario è in crisi, e su cosa si regge il mondo? Proprio su quello, la crisi è globale il posto di lavoro l'hanno perso in parecchi e in diverse zone del mondo.
Andare via ora comunque non è una soluzione, certo non per andare nell'Eurozona o in America, se avete conoscenze in Cina  o in Russia li potreste veramente svoltare.
Io per ora confido nel mio lavoro, che sta vivendo momenti critici, ma per ora regge (e sto toccando ferro,portafortuna e assimilati), provo una profonda tristezza per il futuro che si prospetta ad i miei figli.

Se avete la possibilità, guardate davvero alla Cina e alla Russia, non fate la cazzata di andare in America o in altri paesi del'Eurogruppo, che a quel punto tanto vale stare qui e lottare in casa propria.

Che tristezza infinita m'avete fatto venire, vado a mettere a letto i bimbi va che magari leggendogli qualcosa mi passa....

Prodigo pompiere con estintore a benzina :*

purpe
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Re: Qualcuno pensa di partire???

dove lavori purpe?


Comunque non è che la situazione italiana sia uguale a quella greca, il punto è che stiamo andando nella stessa scia con una rapidità impressionante.
Se si dovessero verificare le stesse misure di austerity come in Grecia, qui crolla veramente tutto.

Capisco che ti venga tristezza, ma secondo me è meglio parlarne per capire come se ne puo' uscire.

Non credo che in Germania o Francia  siano messi come noi.

lonewolf79
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Re: Qualcuno pensa di partire???

La piscina li sfianca, si son addormentati di botto.

lonewolf79 ha scritto:


Non credo che in Germania o Francia  siano messi come noi.

Tasso di disoccupazione
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/images/9/9d/Unemployment_rates%2C_seasonally_adjusted%2C_September_2011.png

Crescita tasso di disoccupazione

http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/images/f/f4/Unemployment_rates_EU-27%2C_EA-17%2C_US_and_Japan%2C_seasonally_adjusted%2C_January_2000_-_September_2011.PNG

Siamo tutti sulla stessa barca, io in Giappone non andrei nonostante il livello occupazionale, non ho i dati per la Cina e la Russia che sono una cosa a se.

Nessuno vieta di discuterne, ma nessuno mi vieta di intristirmi bigsmile

P.s. i dati sono eurostat non di un farloffo istituto di statistica italiano.

Prodigo pompiere con estintore a benzina :*

purpe
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Re: Qualcuno pensa di partire???

Quelli che se ne vanno e non tornano sono individui specializzati: medici, informatici, musicisti, biologi, ecc.

All'estero, nell'Europa ricca o in USA, trovano:
- riconoscimento dei titoli di studio e della propria specializzazione
- meritocrazia
- ambiente di lavoro collaborativo, dove si lavora per produrre e non per mettere il culo su un posto fisso per poi non fare più una mazza
- condizioni di lavoro se non ideali, che ti permettono effettivamente di svolgere il tuo lavoro come si deve (niente ambienti riciclati per far spazio a nuovi utilizzi incompatibili)
- possibilità di avanzamento di carriera per merito e non per leccaculismo
- possibilità di mettere in pratica ciò che sanno fare, subito
- nazioni che, per le tasse che chiedono, offrono servizi veramente all'altezza
- lavoro che viene considerato un normale dovere e diritto del cittadino, non un regalo fatto da un'azienda o da un ente ad un disperato che ha bisogno di mangiare
- ovviamente, stipendi all'altezza della qualifica, quasi sempre nettamente superiori a quelli che si prendono in Italia

Il biologo (per dire) non scappa dall'Italia per guadagnare di più, o non soltanto: lo fa perché altrove viene impiegato come biologo e non come centralinista al call center o come addetto alle fotocopie, lo fa perché gli viene dato un laboratorio attrezzato di tutto punto e non uno scantinato con il riscaldamento rotto, lo fa perché nel posto dove lavora tutte le mansioni vengono svolte da chi le sa svolgere e non dal raccomandato parcheggiato dall'amico potente, lo fa perché il suo lavoro è un lavoro socialmente riconosciuto e non una stranezza non catalogata e non tutelata dalla legge, lo fa perché gli chiedono di lavorare per loro, non è lui che implora un lavoro e viene ricattato con contratti criminali perché "altrimenti chi cazzo vuoi che ti prenda? Ti facciamo un favore", lo fa perché viene chiesta competenza prima ancora che un prezzo competitivo (a differenza di molti nostri immigrati, che ben volentieri vengono assunti e si fanno assumere in nero o comunque pagare meno di un italiano, a scapito delle condizioni di lavoro). Uno che è stato in Australia a lavorare dice che gli stipendi, anche per mansioni semplicissime che da noi non fai 1000 euro al mese, sono altissimi rispetto a quelli italiani, e guarda caso la gente è molto più soddisfatta e rilassata, mentre qui ci abbrutiamo tutti e ci ammazziamo per il parcheggio.

Forse trovare lavoro all'estero è più difficile di qualche anno fa, ma resta il fatto che se sei uno con una specializzazione e voglia di lavorare, ti fanno ponti d'oro, non contratti cocococcodé e cocoprofagia e stage che lavori gratis perché "è tutta esperienza che poi ti torna utile" e poi dopo sei mesi "assumerti? Ah, no, no, non possiamo".

L'Italia può cambiare e cambierà, ma prima bisogna che muoiano quel paio di generazioni che l'hanno portata dove è adesso. Poi oh, capiamoci, il mondo non finisce e gli Stati non finiscono: se si arriva al "default" non è che ci prendono Nizza e la Savoia e l'Italia diventa una colonia di schiavi. Per ricostruire e migliorare c'è sempre margine. Comunque la diatriba tra "rimango perché andarmene sarebbe come fuggire" e "perché dovrei rimanere, non sono mica coglione" non si rivolverà e non ha una risposta univoca. All'estero probabilmente si vive meglio per gli standard occidentali attuali, ma l'Italia non è l'inferno dantesco.

EGO
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Re: Qualcuno pensa di partire???

Io son sempre dell'idea che non è tutto oro quel che luccica, e che viene un pò troppo osannato il lavoro all'estero, ogni medaglia ha un suo rovescio, la meritocrazia è una buona cosa, nel nostro paese non credo diverrà mai uno standard purtroppo, il clientelismo è troppo radicato nella nostra cultura e nei secoli, nonostante si sia dimostrato più volte fallace, ha resistio a varie forme di governo e religione; ma tornando a quello che dicevo prima riguardo alle medaglie, quanto pensi possa essere produttiva una persona nell'arco della sua vita? Apparte lavori puramente accademici, l'età porta insorabilmente ad un declino della produttività personale, quanto pensi ci mettano le persone che prima hanno steso un tappeto rosso a darti un calcio nelle chiappe per predere chi a quel punto sarà più produttivo di te?

La qualità di un paese è anche determinata dalla qualità di vita che ti permette di mantenere nell'arco della tua esistenza, non lode e gloria nella prima parte e poi terra eri e terra tornerai.

Poi piccola parentesi:
Io vorrei capire quando la gente si metterà in testa che non tutti i laureati devono necessariamente trovare un posto di lavoro di rilievo, o meglio, credete davvero che ci sia un numero sufficente di posti di lavoro per sistemare tutti i laurati?
Quando mi dicono, ma sai ha studiato duramente per tanti anni ora "deve" trovare un posto adeguato, ah ma davvero e dove sta scritto?
Onestamente mi faccio sempre delle grasse risate quando passo davanti alle facoltà di lettere,giurisprudenza o storia  qui a Firenze, un marasma di gente, io non dico che studiare sia un male, ma davvero pretendono tutti di trovare un posto di rilievo (inerente a tali lauree poi...)?
Il diritto alla studio è una cosa, e deve essere garantito a tutti, vuoi studiare nessuno te lo vieta, ma non uscirtene con pretese che non stanno in cielo ed in terra.
Ad esempio uno che si laurea in 10 anni (che non stia già lavorando nel mentre) fuori corso, equivale a mani rubate all'agricoltura, con pretese da manager, a mio parere eh.
Chi invece si laurea in tempo, con voti eccelsi, e realmente vale nel suo campo, ma non a parole sue, con fatti che lo dimostrano, state certi che difficoltà a trovare lavoro non ne ha (certo dipende dal tipo di laurea eh, se vi laureate in lettere antiche, potreste essere anche di musi, ma quanti posti ci saranno disponibili nel mondo...)
Chiusa la parentesi.

P.s.
Prima che si parta con una diatriba infuocata:
-Sei laureato? Ti senti offeso da quello che ho detto? Ti ho fatto incazzare? Chiedo scusa per queste spiacevoli sensazioni che ti ho causato, non certo per quello che ho detto wink

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Re: Qualcuno pensa di partire???

mah purpe, ti dico io sono laureato in critica d' arte ( dams) e attualmente lavoro per i musei e come disegnatore.
Ma sono d' accordo con te.
Il punto è che bisogna mettersi in testa che una laurea soprattutto in certi ambiti non serve quasi piu' a nulla.
Secondo me il punto giusto sarebbe laurearsi, se vuoi farlo, ma intanto trovare altro.
Se poi ti capita l' occasione di utilizzare il titolo di studio tanto meglio.
Quello che invece fa girare, e lo dico da laureato, è pensare che la laurea ti dia un livello sociale in piu' rispetto agli altri ( e ho delle amicizie che lo pensano davvero) quando queste stesse persone non sanno nenche dove è morto Dante Alighieri o la data di scoperta dell' america.

Per la cronaca io mi sono laureato tardi ma per mia libera scelta. Ho preferito fare altro e trovarmi anche un lavoro nel frattempo che studiavo.

Alla fine è anche comprensibile chi non vuole studiare, sapendo che una laurea oggigiorno difficilmente darà i suoi frutti qui.

lonewolf79
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