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Re: e se....
Adriano ha scritto:Bene o male sono d'accordo, ma io tutto sto discorso del digitale non riesco a farmelo andare giù...
Il librogame è (di fatto) un libro: averlo in formato digitale non è la stessa cosa.
Sarebbe un file-game...
Ok per la modernizzazione, ok per il futuro.
Ma il librogame secondo me deve essere cartaceo: altrimenti cambiamogli nome.
Per questa cosa mi chiedo: a livello di giocabilità, che vantaggio ha il digitale rispetto al libro?
Nessuno.
Come fai a giocare? Con un i-phone in mano?
Se stai a casa, il libro è l'ideale: devi aggiornare registri, calcolare punti energia, ecc..., quindi occorre stare tranquilli e il libro va più che bene.
Se stai fuori casa, mi domando: ma coma caspita fai a giocare?
Un LG non è un file mp3, che puoi ascoltarlo mentre vai a scuola o al lavoro, ti ci devi applicare...
Ce lo vedete un tipo che cammina per strada mentre gioca a Lupo Solitario e beve una pozione di Vigorilla o sconfigge un nemico?
Io no.
Per cui: se rinascita dovrà essere, deve essere cartacea secondo me (con qualsiasi modernizzazione possibile, ok, ma cartacea).
Sennò ci vedo poco spazio per un ritorno...
Ovviamente, è un mio parere.
Qui, digitale o cartaceo, si torna sempre al solito quesito: è qualcosa che puoi interessare ai giovani di oggi?
Eccoci qua.
L'intero discorso di Adriano è tipico di chi non hai mai nemmeno visto un gamebook digitale. E dimostra come l'intero affaire librogame sia ancora oggi tenacemente legato alle fascette-catalogo della EL e allo spirito collezionistico che ne derivò, quello che ha portato molta gente sui due siti di LG principali d'Italia, che ha spronato discussioni, generato litigi e in buona parte smosso anche il mercato inglese (poter avere Curse of the Mummy a prezzo di copertina invece che a prezzo collezionistico diede un momento d'oro alle ristampe di FF, sebbene il libro fosse mediocre).
Il digitale ha IMMENSI vantaggi sul cartaceo. Praticamente tutti i LG che ho giocato su iOS, li ho giocati sul pullman, sul treno, sul sedile posteriore di un'auto, nei bar, nelle sale d'attesa. Cosa che da bambino facevo anche col cartaceo, del resto. Ma qui basta un dito. Uno. E non devi cancellare, non sporchi, non pieghi copertine, insomma non rovini l'oggetto DA COLLEZIONE che oggi tutti consideriamo il librogame cartaceo, più o meno consapevolmente. I LibriNostri, per ammissione stessa dello staff, non erano nati per la stampa: mi sorprende dunque che Adriano, primo a pubblicare un LN inedito, veda nel cartaceo l'unico sbocco.
La rinascita non può essere cartacea. Se nemmeno Dave Morris, che due cose penso le capisca, vede molte speranze per i cartacei dei suoi libri, nonostante le richieste degli appassionati degli anni Novanta, il motivo è che il cartaceo non ha prospettive di vendite remunerative. E se non vende, rimane una sega mentale per collezionisti, non un prodotto con prospettive di successo.
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EGO
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Re: e se....
EGO ha scritto:il motivo è che il cartaceo non ha prospettive di vendite remunerative.
vorrei che mi spiegassi come mai allora anche le Comet o i MarcoPoloExpert traboccano di libri per ragazzi/fantasy leggero..
sarà che non ha prospettive perchè nessuno punta a farne conoscere la particolarità rispetto agli altri libri?
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Sabretooth
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Re: e se....
Sabretooth ha scritto:EGO ha scritto:il motivo è che il cartaceo non ha prospettive di vendite remunerative.
vorrei che mi spiegassi come mai allora anche le Comet o i MarcoPoloExpert traboccano di libri per ragazzi/fantasy leggero..
sarà che non ha prospettive perchè nessuno punta a farne conoscere la particolarità rispetto agli altri libri?
Perché quei libri vengono scritti poagando gli autori "tanto al chilo". E non hanno bisogno di essere testati, etc...
Un autore di narrativa in gamba riesce a scrivre 5000-7000 parole al giorno. Quindi, diciamo che un libro di 120,000 parole per 400 parole per pagina (un formato LG EL) richiede 20 giorni. Uno scrittore di librogame ai tempi d'oro, aveva bisogno almeno di tre mesi per scrivere così tanto.
Son soldi.
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Jegriva
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Re: e se....
@EGO: in parte hai ragione. Un conto è dire che riesci a giocarci anche su un pullman o in treno.
Un altro è dire che è la stessa cosa.
Secondo me non sono affatto la stessa cosa: il digitale non potrà mai rendere la tensione di un lancio di dado, ad esempio.
Poi un conto è dire che il digitale può essere utile per un rilancio, e allora ci sto: ma il libro era un'altra cosa, decisamente, meno freddo senza dubbio.
E' come dire che mi compro la wii e gioco a tennis: si, carino, entusiasmante, impensabile... Ma poi quando voglio fare una partita di tennis prenoto un campo e vado a giocarci di persona.
Il mio, ovviamente, è un parere personale: se i librigame ripartiranno col digitale ben venga.
Poi, il discorso del digitale/cartaceo non lo facevo per criticare il digitale. La mia domanda è: come fai a giocare in un bar? Io, personalmente, non riesco (se è una partita scherzosa ci riesco anche mentre mi lavo i denti, ovvio, ma io parlo di partite serie). Ti ci vedi a giocare a Sotilegio in un bar, e a scervellarti su quale incantesimo utilizzare in un paragrafo? O a memorizzare le magie? O a combattere contro Icon l'Empio? O a lanciare un incantesimo nei labirinti di Krarth e calcolare se ti riesce al terzo tentativo? Io no, sinceramente.
Certi giochi (un nintendo portatile per giocare a Super Mario bros) sono anche adatti per essere giocati all'aperto. Altri giochi (sopratutto quelli per i quali occorre fare calcoli, valutare quando ritirarsi da un combattimento, ricordarsi il codice di una magia, scegliere quale oggetto scartare, ecc) secondo me non lo sono, e il librogame rientra in questa seconda casistica secondo me.
Personalmente, se sarà digitale, non credo che una partita seria riuscirò a farla all'aperto, e dentro casa digitale/cartaceo non mi fa differenza dal punto di vista della giocabilità.
De gustibus.
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Adriano
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Re: e se....
Jegriva ha scritto:Sabretooth ha scritto:EGO ha scritto:il motivo è che il cartaceo non ha prospettive di vendite remunerative.
vorrei che mi spiegassi come mai allora anche le Comet o i MarcoPoloExpert traboccano di libri per ragazzi/fantasy leggero..
sarà che non ha prospettive perchè nessuno punta a farne conoscere la particolarità rispetto agli altri libri?
Perché quei libri vengono scritti poagando gli autori "tanto al chilo". E non hanno bisogno di essere testati, etc...
Esatto.
Adriano ha scritto:@EGO: in parte hai ragione. Un conto è dire che riesci a giocarci anche su un pullman o in treno.
Un altro è dire che è la stessa cosa.
Secondo me non sono affatto la stessa cosa: il digitale non potrà mai rendere la tensione di un lancio di dado, ad esempio.
Poi un conto è dire che il digitale può essere utile per un rilancio, e allora ci sto: ma il libro era un'altra cosa, decisamente, meno freddo senza dubbio.
E io insisto che per me non è così. La tensione del lancio di dado è uguale, anzi superiore, perché poi non puoi far finta che "ho tirato male" e fare il tiro salvezza E comunque non puoi dirlo se non li hai provati.
Adriano ha scritto:E' come dire che mi compro la wii e gioco a tennis: si, carino, entusiasmante, impensabile... Ma poi quando voglio fare una partita di tennis prenoto un campo e vado a giocarci di persona.
Non c'entra nulla, ma nulla di nulla. Il paragone non c'azzecca, siamo in terreni troppo diversi.
Adriano ha scritto:
La mia domanda è: come fai a giocare in un bar? Io, personalmente, non riesco. Ti ci vedi a giocare a Sotilegio in un bar, e a scervellarti su quale incantesimo utilizzare in un paragrafo? O a memorizzare le magie? O a combattere contro Icon l'Empio? O a lanciare un incantesimo nei labirinti di Krarth e calcolare se ti riesce al terzo tentativo? Io no, sinceramente.
Certi giochi (un nintendo portatile per giocare a Super Mario bros) sono anche adatti per essere giocati all'aperto.
In un bar, o all'aperto, mi è più difficile concentrarmi su un gioco per Nintendo DS che su un librogame per iPod. Non riesci a immaginartelo perché sei abituato a pensare che hai bisogno di matita, gomma e dadi (quindi di spazio), che devi tenere il segno col dito, che devi fare calcoli, scrivere, cancellare. Quando sei libero da tutto quell'ingombro, un librogame si rivela per quello che è, come hanno già detto alcuni in questa discussione: un libro. E quando ti rimane solo da leggere, prendere decisioni è meno complesso di quanto lo fai suonare. Pazienza per imparare le magie di Sortilegio, lì è una situazione particolare (ma niente ti impedisce di andare un po' a casaccio, come sono certo che tutti abbiamo fatto all'epoca). Ma una gestione completamente automatica dei combattimenti di Blood Sword sarebbe una liberazione.
Ho letto libri interi su iPod Touch; sul Kindle non ne parliamo. Anch'io facevo lo snob della carta. Poi ho iniziato, e non ne farei più a meno, anche se ci sono cose che possono essere apprezzate al 100% solo su carta.
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EGO
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Re: e se....
Pur essendo un fan pro-carta ammetto di non aver dimestichezza con gli e-book e affini. Quindi ogni mio parere o paragone in merito sarebbe superficiale e inutile.
Leggendo i vari commenti, però mi sono fatto un idea sulla quale forse varrebbe la pena di discutere:
I Librogame possono, strutturalmente, seguire due linee concettuali contrapposte (o comunque non sovrapponibili). Da una parte si può privilegiare la lettura e l'aspetto narrativo limitando fino a annullarlo quasi del tutto l'aspetto ludico. Penso come estrema sintesi di questo approccio ai SLTA che, lasciati da parte gli stili infantili e demodè, offrono una lettura diretta, coinvolgente, dove l'aspetto game è esclusivamente limitato ai bivi. Insomma si tratta di letterattura a bivi per eccellenza senza dadi, schede, punteggi, calcoli o qualunque infrastruttura.
Dall'altra parte abbiamo numerosi esempi dove si pribvilegia il sistema, tra i quali, forse, blood sword è il più calzante. Libri dove si richiede al giocatore un considerevole sforzo mentale che esula quello della semplice lettura e che, quindi, allontana il volume dal "semplice" libro.
Rispetto a 20 o 30 anni fa più o meno ho notato che tutti i media dedicati all'intrattenimento hanno seguito un trend simile: Un trend verso la semplificazione e la fruizione più immediata del prodotto da parte dell'utente medio.
Un tempo prima di giocare a un gioco per PC bisognava leggersi manuali da 200 pagine. I film erano, tendenzialmente, di una lentezza mortale (per i canoni di oggi) ecc. ecc.
Quindi, prendendo per buone le mie considerazioni di qui sopra, credo che il discorso cartaceo vs elettronico vada rivisto in funzione del tipo di libro si intende produrre.
Un libro interattivo basato principalmente su bivi, scelte e poca o nessuna aleatorietà potrebbe non sfigurare in una libreria. Anzi, come dimostra la salute della letteratura fantastica in generale e per ragazzi (o per young teen) in particolare, non credo che farebbe fatica a ritagliarsi uno spazio negli scaffali (fermo restando tutti i discorsi fatti su innovazione dello stile, visibilità nelle librerie ecc.)
Invece cercare di vendere ai figli della Play station (noi compresi, visto che, passione a parte, anche noi ci siamo adeguati con gli anni) un libro in cui prima di cominciare a leggere la storia bisogna sciropparsi 50 pagine di regolamento da memorizzare... be' sarebbe un volersi dare la zappa sui piedi. A meno di fare in modo che il regolamento venga gestito dal sistema elettronico permettendo così all'utente di godere subito o quasi subito il prodotto.
prodotto che comunque, come ha ricordato EGO, rimane un libro e come un libro va fruito: leggendolo.
Che ne pensate delle mie elucubrazioni?
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gpet74
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