:-) Grazie Prodo, e un abbraccio!

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Ende diceva (mi trovo molto d'accordo): la difficoltà nella scrittura sta nel trovare il registro narrativo idoneo per una data storia: a volte mi capita di voler pigliare un registro narrativo decisamente non idoneo per ciò che sto raccontando, magari tentando di ripizzicare quello che usai in qualche altra storia, per poi solo molto dopo (a festa finita, o verso la metà) rendermi conto che non è assolutamente calzante...
La cosa m'è capitata tante volte, ma ormai lascio che i libri conservino le loro diversità: Il Mondo di LaStòrya (sorta di Simmarillon per questo seguito più ilare e scansonato) ha un taglio narrativo decisamente più realistico e serioso, pur non mancando la battuta. Come dico spesso, anche lo stesso Hobbit è estremamente diverso da ISdA...
Questo linguaggio, se ci fai caso, ha da subito il suo sprint: lo vivo con la stessa curiosità di un lettore, per intenderci... Per quanto siano solo le situazioni, a sfoderarne l'essenza, suppongo vi sarà sempre un adeguato spazio per esso: lo favorisce il contesto (iniziale di Rionello), la creatura (lo Snorri, ch'è velato d'un'ingenuità ancor più pregnante che in un Hobbit), la voce narrante (quella dello stesso Druido Bòrboro).
C'è -suppongo, ma non si può dire fino a che punto le storie piglino da te, ecc.- molta italianità: a tratti sembra un volgare alla Brancaleone, poi la situazione di Rionello ricorda molto la Toscana e l'Umbria, specie la città di Siena... Credo sia giusto rievocare il nostro medioevo, glorioso e a tratti presente, invece che fare il finto inglese con una Brea che non m'appartiene e un Puledro Impennato di cui non saprei narrare.
Trovo il nostro medioevo non meno glorioso ed epico di quello dei cari vicini, e semmai anche più glorioso, colorato, florido: si presta, insomma (proprio come il Brancaleone), ad una situazione del genere...
Annuncerò in questo post avviato ogni nuovo capitolo...
Complimenti Prodo per la professionalità, mi sto godendo il tuo video col caro Brennan!

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Ci giocai, da ragazzo, era molto bello...!!!
Sì, il modo di colorarlo (nonché le illustrazioni) favorivano storie molto campanilistiche e rurali, è una delle meraviglie (insieme al caro Sortilegio!) che veramente mi sono rimaste dentro.
Si consideri fra l'altro che in questo gdr il protagonista eri proprio te (venivi trasportato in sogno, bellissimo! Ancor più di ACRA, dove viene teletrasportata solo la mente, nel corpo di Pip -io mi sentivo un intruso che s'intrufolava nella sua vita privata: anche questo era piuttosto divertente e imbarazante :-): questo (forse indirettamente, perché l'ho ricordato nel dettaglio molto dopo) di certo m'ha ispirato ne LEdGR, dove il protagonista è il lettore nel senso più letterale del termine.
Non così negl'altri gdr, dove si recita la parte d'un personaggio -e io molte volte li detesto proprio per questo: un leggero sfogo iniziale finisce per essere una sorta di sovrastruttura per la persona, difficile poi da scollarsi, e allora ti vedi 'st'esaltati trentenni ai quali, più che una spadata, vorresti solo tirare un pugno...
Vorrei cimentarmi nella lettura della vostra rivisitazione; e poi mi piacerebbe tanto rivedermelo in libreria... :-)

Ehhh...! :-)
C'è poco da fare: gli '80 erano i tempi loro... e d'oro!
Oggi i vecchi appassionati li puoi ritirar fuori allettandoli con degli sconti o degli accorpamenti; tuttavia, considero (e consideravo) KK come un bel manuale enciclopedico, di quelli da mostrare a figli e nipoti con la clausola: 'fa' attenzione, a papà, che ci tengo parecchio!'...
C'erano ragazzi ai superiori che se ne infischiavano del gioco e dei mondi da esso provenienti, ma avevano KK per le mirabili illustrazioni... Storiche, direi.
Quel sapore di grottesco, genuino, rurale e surreale, solo KK e Sortilegio!, sono riusciti a darmelo; e per quanto distanti, erano esattamente le nostre passioni preferite (di noi ragazzi sui 12/16).