Ancora 24 ore per votare questo fuori concorso che purtroppo sembra aver sollevato meno attenzione dei racconti in concorso...

A rischio di attirare l'ira di alcuni, devo ammettere di non riuscire quasi a leggelo questo racconto. Che sia scritto bene non vi è dubbio, anche se questo ambiente cupo, questo stile (apparentemente) inconcludente, fatto di frasi e personaggi ad effetto, questa rarefazione della parte ludica, non mi attira e non mi diverte in un presunto librogame. Avendo inoltre poco tempo a disposizione ho deciso di declinarne la lettura. Chiedo scusa all'autore... magari un giorno in cui sono in vena provo a rimettermici...

Causa problemi di forza maggiore stanotte non riuscirò a rivelare il nome del misterioso autore, ma domani mattina saprete tutto

Causa crash del mio pc scrivo da una postazione in prestito a un orario anomalo.

Viatico non è un racconto in gara e non sarei obbligato a commentare, ma butto lì i miei 2 cent prima che venga svelato l’autore. Ho letto i vostri post, anche se credevo che sarebbero stati di più: per non fare nomi, sarei curioso di leggere anche l’opinione dei miei colleghi Dirk & Icedlake, di gpet e – non si sa mai che valuti almeno il fuori concorso – di EGO. Poi, si sa, ogni feedback è importantissimo per l’autore, specialmente se pieno di critiche (come questo). Penso che nei commenti già inviati abbiate centrato tutti i punti fondamentali... tranne uno.

Questo racconto, fosse anche arrivato in tempo, sarebbe stato da squalificare comunque.

Non per il tema (il regolamento dice Con il termine “gara” si intende qualsiasi sfida, sportiva o non, reale o immaginaria, fra avversari o contro il tempo per arrivare primi o per sopravvivere, quindi poteva rientrare, anche se una penalizzazione magari ci sta) ma per... beh, non me ne vogliate, è un fatto personale.

Ci sono scene che mi hanno fatto ribrezzo, e trovo tutti i riferimenti religiosi offensivi. C’era bisogno di essere così crudi? Forse l’autore ha detto: bene, prendiamo questi personaggi eccessivi, mettiamoli in un mondo eccessivo e guardiamo cosa succede. E l’idea che trasuda secondo me è questa: la vicenda e lo stesso stile nevrotico con cui è scritta derivano dai personaggi. L’autore poteva dirci al paragrafo 1 “kuntul è cattiva, tu sei cattivo, il mondo è cattivo”, e risparmiava un sacco d’inchiostro; ammetto che il messaggio sarebbe certo stato meno efficace, anche se più in linea con la sensibilità comune.

Un lavoro strano, che si stacca con violenza (sic) da impostazioni più standard. Non lo ritengo un “presunto librogame”: personalmente riconosco la qualifica librogamistica agli SLTA e a tutte le serie senza dadi e senza regolamento – sì, persino all’opera d’arte che ha chiuso il concorso ufficiale. Le scelte sono casuali, e mi sono chiesto perché se entro da una porta invece che dall’altra (senza uno straccio d’indizio) mi capita di fare la talassoterapia: boh, ce lo dirà l'autore. La cosa positiva è che ci sono tanti finali (10 paragrafi su 40 sono conclusivi: credo sia un record, ce lo dirà monpracem) e ogni sezione aggiunge un tassello al quadro complessivo. Almeno questo lo devo riconoscere, insieme a un certo sforzo di documentazione.

Mi fermo qui, in attesa di ulteriori vostre considerazioni e ripeto quello che dicevo sopra:

Questo racconto, fosse anche arrivato in tempo, sarebbe stato da squalificare comunque.

E spiego meglio perché

è un fatto personale

Perché è un fatto personale? Semplice, l’autore sono io!

Apologeta, ti devo fare i miei complimenti. il corto è scritto in maniera talmente professionale che farebbe l'invidia di molti scrittori nostrani o stranieri di cose come segretissimo, SAS e cosi via...

ho trovato alcune robe TROPPO cattive, ma questo è una questione di stile e il fatto che mi abbiano colpito è comunque segno di un buon impatto.

in ogni caso, bravò, bravò...