Re: The Hobbit
Dies Irae ha scritto:E' disponibile il trailer del secondo capitolo:
Grazie Dies per la segnalazione.
Vedermi Legolas è stata una vera sorpresa! Se alla prima inquadratura pensavo fosse solo un cameo (il che sarebbe stato gradito), guardando tutto il trailer mi pare di capire che invece avrà una sua parte, insieme a quell'elfa rossa, personaggio inventato direi di sana pianta... non so cosa pensare, cosa si sono inventati per poter spalmare lo hobbit su tre film? Se per strizzare il SdA in una trilogia hanno affettato la trama col machete qua rischiamo l'opposto. Tremo al pensiero di cosa Piter J, che già non mi era piaciuto in king kong, possa partorire.
PS, spero che quel capellone coi baffi anni '70 non sia Bard...
La vita è dura per i soldati di ventura.
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Re: The Hobbit
http://www.youtube.com/watch?v=jy-deJmR … PZoF1RKSS0
http://www.youtube.com/watch?v=pRRBkF7i … z_pxEmbMe0
http://www.youtube.com/watch?v=YjmPHMEM … 7X_Ix_sH4w
http://www.youtube.com/watch?v=zRJyRav5 … EUtDNFckq0
http://www.youtube.com/watch?v=KAVDlaf0 … uNlS8w98i8
http://www.youtube.com/watch?v=E5rhgSyl … g8MtRAqbB8
http://www.youtube.com/watch?v=olVsFS8A … eqo3SOVpEY
http://www.youtube.com/watch?v=PgW7PRN- … VbIfBkcbPk
Credo sia corretto fruirli dall'ultimo al primo... alcuni link di qualche utente sfegatato che credo incrementerò in questo stesso post via-via che li scovo...
Alcuni pensieri immediati al ricordo di quanto visto e quanto vedo:
La prima osservazione che viene quasi naturale sta, a mio avviso, nella saturizzazione dei colori.
Ora, il 3d, checché se ne dica, è una tecnologia piuttosto innovativa; Dario Argento, con il suo Dracula (film accolto molto bene dalla critica, meno dal pubblico, specie se affezionato), s'è trovato più o meno a lottare con gli stessi problemi, se non altro di resa: bisogna illuminare molto gli oggetti, altrimenti il gioco della volumetria non viene fuori... In più, bisogna schiarire molto i colori, perché l'occhiale 3d tende a scurire per via della sovrapposizione di due immagini speculari.
Il risultato è che in 3d il film acquista una valenza tutta diversa rispetto al 2d; o meglio: acquista quella vera, quella pensata. Il 2d, invece, risulta 'falsato' secondo questo ragionamento, e cioè vedendosi lasciati addosso quei difetti che altrimenti sarebbero pregi. In tal caso, i defetti sono quelli di un fantasy che sembra passato un secondino alla lavanderia sotto casa, per intenderci... Tutti sembrano belli, freschi e profumati. Tutti sembrano giocattoloni in movimento... il che non vuole assumere un aspetto denigratorio, ma insomma: è quantomeno inusuale pensando ai film di PJ, ai film Fantasy e ai film in generale...
Molti generi, ed il Fantasy non è l'ultimo della lista, godono proprio dell'effetto 'sporco' che vestiti e ambienti propongono, effetto del tutto assente, in questo film...
Mi ricordo che un mio amico mi disse che era andato a vedere Botte di Natale, e che era diverso dai precedenti perché nei 70 la pellicola era 'più sporca'... cioè: esaltava quel senso di polveroso ch'è giusto certe realtà abbiano...
Penso un po' lo stesso per la resa in 2d: sembra un film immaginato dalla fantasia di un bambino, e quel senso profondamente epico e storico che anche la prima trilogia evoca molto bene, va smarrendosi...
Lì dove Argento, almeno dal punto di vista dei colori, mi piace molto, in questo Dracula: è molto visionario, molto onirico... non c'è questo effetto giocattolone.
Il secondo punto riguarda il numero dei personaggi: non dico sono troppi o sono pochi, dico solo che PJ li vuole caratterizzare tutti e tutti assieme, specie nelle scene corali... e questo è faticoso, per chi fruisce.
Perché un conto è cogliere il coraggio, lo stupore o lo smarrimento di uno, due o tre personaggi, o anche di una compagnia mal assortita, un altro è non perdersi nessun passaggio, proporre fisionomia per fisionomia i mutamenti espressivi, aver paura che la cinepresa possa 'perdersi' qualcuno e rimanere incollato sul soggetto -che per forza di cose non è lento, ma lentissimo- per troppo tempo.
Non sembra a volte un occhio che racconta, ma un occhio che non vuole smarrirsi la cronaca... solo che la cronaca non è storia: un buon narratore, che usi la cine o la penna, sa che il non detto a volte funziona più del detto, e che, specialmente, il punto nodale d'un film sta nel ritmo. E il ritmo d'un Fantasy non può essere lento nelle azioni veloci, è un forte controsenso... a meno che lo spettatore non si sia già mentalmente incollata la sorte di ogni singolo bamboccio, ma nonostante il lungo preludio, è cosa piuttosto ardua.
Non vorreri aver 'seccato' in toto i piani sequenza... perché poi arriva il punto dolente dei piani americani: è sempre il 3d, il problema, perché i soggetti debbono essere ben distinti, ravvicinati, immediatamente ragguagliabili come se il pubblico fosse una tribù di miopi fatalmente recapitata all'angolo d'una metropoli.
Il che significa, in 2d, avere un film girato da un miope... qualcuno che gioca ai pupazzoni mettendoteli in mostra uno ad uno, dicendoti 'e poi ho comprato pure questo, e questo!'.
Insomma: in conclusione abbiamo un prodotto che si spende molto per il 3d, ma che allo stesso tempo ci sarebbe da chiedersi se appagherà il pubblico di vecchia data come gli home video hanno fatto dieci anni fa...
Non a caso la versione in 3d home è già disponibile.
Insomma: forse il problema non è il film: è un pubblico che per fruire tutto questo (e lo so che è molto) avrà bisogno del suo tempo... di piccoli o grandi investimenti tecnologici, che vattelo a pesca se s'ha poi così in animo di affrontare considerando che magari andrà bene per questo e pochi altri titoli.
Pur vero che i film si vedono al cinema...
A me sembra che in questo titolo -e forse trilogia- di PJ si possa godere ciò che più gli riesce: fantasticare col mozzafiato, col catastrofico e con lo 'huge' tanto caro agli americani... la filosofia secondo la quale ogni cosa che è 'huge' è anche bella, o quantomeno attraente...
Passerò lunghe meditazioni, prima di tirare le fila d'una seria riflessione; perché da una parte tutto questo salvaguarda l'immedesimazione che anche nel libro si respira, dall'altra ci mette a contatto con un'avventura 'all'ultimo fiato' che proprio non vedo cosa possa spartire con la mini-quest dell'originale.
Forse, ciò che si doveva fare, era dipingere quei 13 ficcanaso per poi dimenticarsene; e questo allora paleserebbe i difetti di un'operazione che s'è voluta consumare troppo in fretta, per il tempo che invece avrebbe richiesto nella sua vera attuazione.
In quel caso, le personalità si imprimono e non le scordi, ma nella giusta misura, come sfondo... Invece a me sembra che Bilbo incarni lo spettatore confuso, e che la storia sia di Thorin. Ma chi è, 'sto Thorin...?!
http://www.youtube.com/watch?v=0imGl_GqSoQ
Stavo vedendo questa scena, e pensavo tra me: ma quando mai i Nani giungono in aiuto di Bilbo...?
Non è forse il sole, che lo aiuta...?
M'è sembrata una scena deliberatamente tratta, e non c'è bisogno di verifiche perché basta cogliere il Troll di destra per convincersene: fa un gesto con l'indice di mettere giù Bilbo, gesto che nel libro (e nella precedente trilogia) è da intendersi come un 'Mettilo giù, ho detto!', perché in realtà a difendere Bilbo è l'idiozia stessa dei Troll, che iniziano a litigarsi il bocconcino finché l'alba non li sorprende e li trasforma in pietra...
Questo racconto, è fra l'altro citato ne La Compagnia dell'Anello, dove Bilbo fa menzione dell'evento ai bambini messi in circolo intorno a lui, tutti intenti a intrattenersi con le sue storie, chissà se vere... Chi ha letto Lo Hobbit, sa che sono vere, ma né qui, né in questo preludio, si fa menzione de 'la battaglia dei Troll', perché non esiste...
Ora: questo la dice lunga sullo spirito che muove l'iniziativa, perché se persino le cose da te poste come 'certe' mutano forma (e se persino cose particolarmente efficaci del libro non ti sono gradite), è chiaro che la storia e le sue verità passino in secondo piano rispetto alla spettacolarizzazione dell'evento film.
Mi piacerebbe che sia una cosa da poco ma purtroppo non la è... Non è una questione di 'commerciale' o meno: è che, in questo caso, non si può nemmeno parlare di 'riscrivere' Tolkien, ma proprio dargli un altro connotato...
E un'altra cosa sulla quale riflettevo: l'intervento di Gandalf... e allora ho pensato: ma dov'è che Gandalf interviene, sul libro...? A mia memoria, mai; anzi: c'è un ricco epilogo finale lungo il quale Bilbo si cimenta in una veridica ricostruzione degli eventi; lo stregone gradisce e solleva nuvolette di fumo variopinte con la sua pipa... fine.
In pratica: tutta la trilogia, è liberamente tratta... e in questa libera interpretazione, il punto nodale della questione è la riconquista del tesoro, non la voglia di dar fiducia e coraggio ad un Hobbit sfaccendato -che sembra essere l'unico pretesto per l'avventura: indirizzarlo ad una crescita interiore tramite rischi e pericoli.
Fra l'altro, spogliando il titolo dalla fiaba e gettandolo nel 'realistico'... quale sarebbe il ruolo 'indispensabile' dello Hobbit? Il fatto di dar coraggio a Gandalf...? Dai...
Insomma: di fatto mi sembra si racconti un'altra storia, e, a differenza dell'altra trilogia, Tolkien è solo sottotraccia, potremmo dire, a dar rilievo e concretezza a mondo e personaggi...
Il punto è: sotto questa nuova luce, la storia, e non solo questa, ma tutti e sei i film nella loro interezza, acquisteranno degno spessore? Mettiamo pure che com'era suo solito Tolkien abbia congetturato cose diverse alla fine della stesura de ISdA: d'accordo, ma stai pur sempre riscrivendo, senza sue dirette opinioni in merito, una lunga fatica...
In più, le congetture ultime di Tolkien sul libro, poste in appendice, sono legate alla diversità di linguaggio fra l'uno e l'altro, perché solo col secondo libro la storia tutta acquista un connotato più romanzesco che fiabesco: ora, se ad oggi, nel 2000, volessimo essere forti di questa visione distaccata, specie pensando che s'è dato corpo prima ad una trilogia realistica, lo sforzo dovrebbe essere nel rendere i due mondi più omogenei, non più distanti... mentre tra la slitta di Radagast e La Compagnia esiste un abisso di linguaggi e di espressione.
E' un PJ che si vuol divertire col giocattolone, insomma, e che come tanti prima di lui, non ultimo Spielberg, s'è fatto prendere un po' la mano, svuotando la sostanza e lasciando l'apparenza.
Questo la dice lunga su una serie di fattori emotivi e caratteriali, io credo: lì dove PJ è costretto, ha tracce molto precise, ecco che la sua fantasia è frenata, controllata, indirizzata, obbligata... Lì dove, come per Lo Hobbit, questo non avviene -perché fra l'altro le ultime congetture di Tolkien lasciano in effetti adito a supposizioni per un libro tutto da riscrivere- la sua fantasia, sbrigliata, ne combina di tutti i colori...
Questa scena è davvero emblematica: nel libro ti salva il sole; nel film ti salva un Nano, un arrembaggio di Nani e in ultimo Gandalf (tramite il sole; e poi: da un punto di vista narrativo, più che cinematografico, spiegatemi che senso ha a questo punto l'intervento del sole se in scena ci sono ben 14 -dico 14- personaggi che vanno in ausilio del povero Bilbo. Queste raffazzonature, farcite di pretesti e improvvisazioni fini a se stesse, le si vede solo nelle sitcom americane). Insomma: le verità di Tolkien sono poste in ultima istanza...
Si ripensa tutto compreso il girato del primo film, e si giustificano in maniera improbabile le posizioni delle statue (che vanno salvaguardate perché sono comparse nel primo film).
Il rischio di chi scrive direttamente per film è quello di andare a favore dell'immagine e non della parola; cosa peraltro buona, ma non in questi casi, dove la parola vergata su carta dà concretezza al mondo epico e mitologico di cui l'opera respira.
Ciò che poi non va in aiuto di PJ è il cuore tenero: con i produttori, con il cast (che certamente avrà voluto riessere presente), con i vecchi fan preda di euforiche nostalgie; tutto questo lo obbligava alla reunion...
Dunque ha preparato una torta che non scontentasse nessuno: produttori, pubblico affezionato, se stesso, cast...
Però stavolta non so se Tolkien sarebbe in sala. In fondo PJ sta rendendo omaggio a se stesso...
http://www.youtube.com/watch?feature=en … WvNjVp3C-c
Galadriel (a sproposito: che ci fa Galadriel a Gran Burrone??? Inciucio con Elrond, sicuro...): "Mithrandir... perché lo Hobbit...?".
Voci in backstage: "Giusto, se lo chiederanno in molti, in sala...". "Shhh!!!".
Gandalf: "Perché Bilbo Balggins... -dannati script, te li farei leggere! Poi sarei io a farti la stessa domanda...- ... e beh... forse perché io ho paura... e lui mi dà coraggio...!".
Galadriel: "No, dài, a parte 'i scherzi: perché lo Hobbit?".
Voci in sala: "Milioni! Milioni! Questione di milioni...".
Di questa scena non saprei che dire, battute a parte; è ben resa, la delicatezza con la quale Galadriel tocca le mani a Gandalf (solo sui guanti) è epica sul serio... ma basterà a reggere la vera motivazione...?
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Re: The Hobbit
Sì, appunto... è l'unico che ha mantenuto la trebisonda in quest'orgia di 'fantasy in senso lato'...
Purtroppo ne scopro i retroscena ora, a bocce ferme, riguardando gli spezzoni su you tube; da un punto di vista grafico e tecnico, sono film molto superiori ai primi tre, ma non da un punto di vista narrativo, e, soprattutto -proprio per questo- di attinenza al mondo tolkieniano.
Il figlio vuole intentare causa e frenare l'uscita dei prossimi due... come dargli torto...?
Il punto è che si è sceso in un gioco di compromessi: quando era in vita Tolkien, egli cedette i diritti per una cifra considerevole ma oggi irrisoria, e gli eredi non potevano farci nulla... Sono risaliti ad un accordo che i produttori alla fine non avevano nemmeno la voglia di onorare (tanto i diritti son ceduti), ma che alla fine hanno onorato con questa clausola: permettere per i prossimi script delle inesattezze rispetto al vergato... dunque non è che si può lamentare più di tanto, insomma.
Io non sarei così intransigente come lui: l'opera di Tolkien è epica, ma anche fresca e giovanile. Va molto bene che fomenti l'interesse al Fantasy ai più giovani... ciò che non va assolutamente bene è omaggiare UNICAMENTE o quasi quel mondo che, col proprio operare -ma non solo- s'è fomentato, e cioè il mondo del gdr o del gdrv: i costumi e l'atmosfera a me sembra ammicchino molto più a queste ultime due realtà citate... e non va bene, perché non stai facendo una campagna fra amici a Lucca, ma ti stai spendendo per qualcosa di molto valido.
Da fan avrei potuto sopportare molte pillole amare per far sì che fosse prodotto per famiglia... ma ciò che non mi sento di sopportare ancora è il modo col quale si sono resi dei passaggi tanto belli e puliti, sempre per omaggiare quei 13 nani che ora finalmente vediamo; una curiosità in fondo anche di poco interesse, dacché altro non sono nel libro se non la 'scorta' di Bilbo, la sicurezza che ha Gandalf di averlo lasciato in buone mani.
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Danilo Baldoni
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