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Librogame in versione variant o deluxe: cosa ne pensate?

Che ne pensate dei True Path

Re: Che ne pensate dei True Path

Dobbiamo però anche contestualizzare il tutto. Come Brennan ha dichiarato nelle interviste che gli abbiamo fatto, le pubblicazioni procedevano a ritmo serrato per cavalcare l'onda del successo, consci che sarebbe presto calata, ed era inevitabile che ci fossero dei problemi di quel tipo. Poi Brennan si capisce bene che lo faceva anche apposta a inserire sfide impossibili, quindi la cosa non mi ha mai troppo infastidito. L'unico caso brennaniano che mi viene in mente è il check di Fire*Wolf 4 sui PV verso la fine, che mi ha fatto cadere le braccia già da piccolo, figuriamoci ora col senno da adulto...

Semmai, a me dà fastidio l'aria di saccenza che a volte traspare dalle meccaniche di gioco sovrabbondanti, vedi libri come Night Dragon in cui si deve continuamente segnare qualcosa su un foglio, robe da matti. Preferisco di gran lunga un true path alla City of Thieves!

kingfede
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Re: Che ne pensate dei True Path

Il check di Fire*Wolf, ricordo, è ridondante se hai giocato il volume 3 e hai gli uber-punteggi che FW acquisisce quando si trasforma in He-Man smile
L'idea che le saghe di librogame si potessero giocare partendo da un volume a caso è una nostra fantasia, e commercialmente parlando non potevano scrivere diversamente, visto che il dominatore del marcato era FF di cui potevi giocare qualsiasi volume volessi senza problemi di continuità.
Ma alla fine, pensare di non avere la SdS in Lupo Solitario, o di giocare FW4 senza aver giocato i primi 3, nella testa degli autori non aveva senso.

I librogame non sono adatti ad una struttura troppo aperta. La struttura "affronta la parte che vuoi quando vuoi tu", è possibile solo nei videogiochi, come in Demon's Souls e Dark Souls. Ma in quel caso, la difficoltà del gioco si adatta grandemente all'abilità del giocatore, ad alcuni eventi casuali che possono facilitare gli scontri, in alcuni casi anche ad uno "scaling" della potenza nemica che viene effettuato dal gioco stesso in base alle stat del tuo personaggio.

Un librogame è troppo rigido per questo. E infatti, quando la struttura è troppo aperta, alla fine il gioco si riduce comunque ad una serie di check che configurano un true path. Puoi arrivare ad una certa stanza, ma se non hai trovato una particolare arma, non potrai mai battere il mostro senza barare ai dadi (cioè facendo il tuo "scaling" personale).

EGO
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Re: Che ne pensate dei True Path

la prima regola del master nei gdr (e in questo caso nell'autore del LG) è quella di rendere la storia avvincente, con difficoltà ed enigmi, certo, ma senza esagerare perché i giocatori si devono divertire, se si annoiano o si stancano il si perdere tutto.
A me i true path non dispiacciono ma, come ha già detto qualcuno, se sono ben fatti, come quelli di Steve Jackson. Potremmo anche considerarli un livello di difficoltà maggiore per chi è già avezzo.

Io odio di più quei LG che se sbagli un lancio di dadi ad un punto perdi un indizio (o un oggetto o altro) che non ti permette di concludere positivamente la storia, come mi è capitato con Sherlock n°1, dove ho sbagliato un tiro per ascoltare una conversazione che era fondamentale.

Piango perché una volta ero un fratello, ed ora non lo sono più (K.Von Erich)

djmayhem
Re dei refusi
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Re: Che ne pensate dei True Path

djmayhem ha scritto:

Io odio di più quei LG che se sbagli un lancio di dadi ad un punto perdi un indizio (o un oggetto o altro) che non ti permette di concludere positivamente la storia, come mi è capitato con Sherlock n°1, dove ho sbagliato un tiro per ascoltare una conversazione che era fondamentale.

in effetti questo è addirittura peggio, perchè il true path, ragionando e rigiocando ti permette di trovare la strada e vincere, mentre con un lancio di dadi ti può dir male anche cento volte di seguito (ovvio che devi barare).

Ma come la mettiamo quando addirittura si combinano le due cose in un mix da bestemmia come ha fatto Green nel "Distruttore di Incantesimi"?
(di cui ho da poco pubblicato la recensione...)

ilsaggio79
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Re: Che ne pensate dei True Path

Oh, a forza di parlare di true path ho buttato giù una traccia per un Dimensione Avventura/Fighting Fantasy... Potere della suggestione! mad

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

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Apologeta
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Re: Che ne pensate dei True Path

Quando ci giocavo da adolescente, per me i true path erano il male assoluto, la negazione dell'essenza stessa del librogame, che ho sempre concepito come una partecipazione abbastanza libera a un percorso narrativo predeterminato solo nelle sue grandi linee, per riempire il quale dovevano essere validi tutti i percorsi offerti, tranne quelli negati da un briciolo di astuzia, intuito o buon senso. Il gioco, a quel punto, era nell'accettare le conseguenze delle proprie scelte: rispondi per le rime a un prepotente, allora devi mettere in conto il fatto di dover combattere, magari guardandoti le spalle qualora ci si trovi in qualche bettola malfamata, e via così.

In anni recenti ho avuto modo di riconsiderare la bontà dei true path: naturalmente tutto dipende dalle aspettative che si hanno. I percorsi jacksoniani, unanimemente considerati i vertici del genere, offrono al lettore un estremo divertimento nei termini in cui si viene sfidati a risolvere dei dettagliatissimi puzzle ad incastro, come il vero e proprio delirio rappresentato dalla "Creatura del male", condito anche da quesiti che coinvolgono astuzia, memoria, abilità crittografiche e spirito di osservazione. Insomma, una sorta di misto tra l'impalcatura di un videogioco di ricerca e la "Settimana enigmistica".

Cionondimeno, non riesco del tutto a liberarmi da un retrogusto sgradevole quando Jackson o gli altri autori fedeli a questa filosofia, affidano la possibilità di concludere nel migliore dei modi libro e avventura ad un'opzione del tutto arbitraria (destra-sinistra; nord-sud), cioè ad una scelta che non contenga il minimo bisogno di soffermarsi per un attimo ad esaminare un particolare o a ricordare un dettaglio. Segnatamente, trovo oltremodo fastidioso il dover "morire" per conseguenze completamente svincolate dalle opzioni previste e ragionevolmente prevedibili al termine del paragrafo. Insomma, nei casi in cui càpita una scelta del tipo: "giri a destra o sinistra?" che comporta prosecuzioni come: giri a destra e, dopo venti miglia trovi un fiume, decidi di attraversarlo ma arriva un'alluvione e anneghi dibattendoti disperatamente tra i tronchi trasportati dalla corrente.

Questa cosa tendenzialmente mi disamora del libro, e fa sì che i bivi successivi siano considerati con meno cura, poiché l'esito prescinde dalla bontà della scelta ed è frutto di una decisione del tutto arbitraria dell'autore. Certo, l'obiezione è che si tratta di libri il cui scopo dichiarato è quello di provare e riprovare, e convengo sul fatto che una maestro come S.J. aggiunga sempre qualcosa a ogni paragrafo, anche a quelli che conducono a vicoli ciechi. Tuttavia anche questo ha una controindicazione: il fatto di dover tentare e ritentare dall'inizio (o dall'ultimo "salvataggio", come si è giustamente affermato), credo porti il lettore a considerare con condiscendenza molte delle regole. Questo mi è capitato ad esempio con i punti di "paura" della "Casa infernale" o con i combattimenti e le numerose penalità della "Creatura del male" citata poc'anzi: trovandomi a ricominciare almeno una ventina di volte, non sono certo stato a ripetere tutti i combattimenti punto per punto, soprattutto dopo che ho capito che era necessario tenere una dettagliata mappa del dungeon e dei campi in superficie, altrimenti si rischiava di non venire più a capo di nulla - operazione che già di per sé ha richiesto tempo ed energie - riservando i combattimenti, il computo dei punti di resistenza e quant'altro, soltanto all'ultima lettura, quella - diciamo - "ufficiale", dopo che avevo sviscerato l'intricatissimo ordito del volume.

hdibifrost
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Re: Che ne pensate dei True Path

hdibifrost ha scritto:

Tuttavia anche questo ha una controindicazione: il fatto di dover tentare e ritentare dall'inizio (o dall'ultimo "salvataggio", come si è giustamente affermato), credo pori il lettore a considerare con condiscendenza molte delle regole.

Punto molto molto interessante, che non avevo mai considerato. sad

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Re: Che ne pensate dei True Path

hdibifrost ha scritto:

Tuttavia anche questo ha una controindicazione: il fatto di dover tentare e ritentare dall'inizio (o dall'ultimo "salvataggio", come si è giustamente affermato), credo porti il lettore a considerare con condiscendenza molte delle regole. Questo mi è capitato ad esempio con i punti di "paura" della "Casa infernale" o con i combattimenti e le numerose penalità della "Creatura del male" citata poc'anzi: trovandomi a ricominciare almeno una ventina di volte, non sono certo stato a ripetere tutti i combattimenti punto per punto, soprattutto dopo che ho capito che era necessario tenere una dettagliata mappa del dungeon e dei campi in superficie, altrimenti si rischiava di non venire più a capo di nulla - operazione che già di per sé ha richiesto tempo ed energie - riservando i combattimenti, il computo dei punti di resistenza e quant'altro, soltanto all'ultima lettura, quella - diciamo - "ufficiale", dopo che avevo sviscerato l'intricatissimo ordito del volume.

Uhmmmmmmmmmm. Francamente non condivido:

se salti tutti i combattimenti alla ricerca della giusta via, quindi facendo una sistematica ricerca, chi ti da la voglia alla fine di rigiocarti tutto il libro e di farti ANCHE i combattimenti? io sarei gia ampiamente scojo..to!
No, decisamente il sistema dei salvataggi (da me utilizzato) permettendoti di procedere a tappe, ti evita di dover ripercorrere da capo tutto il libro e al contempo di goderti le frazioni che stai giocando partecipandfo anche ai combattimenti (naturalmente questo è solo il mio gusto)

ilsaggio79
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Re: Che ne pensate dei True Path

Il problema reale di due volumi molto intricati come ad esempio DA 7 e DA 10 è che, di fatto, non puoi fare dei reali "salvataggi" che siano efficaci come i check point dei videogiochi più articolati.

Nella maggior parte dei librogame questo è possibile: in LS o Oberon, se sei arrivato ad un determinato punto, puoi essere certo di avere fatto le cose giuste, altrimenti non staresti leggendo quel paragrafo; in quel caso va tutto bene: ti segni i punti, gli oggetti, le informazioni e poi procedi.

Nella "Creatura del male" invece non puoi sapere di avere effettuato un percorso corretto sino a che non vai a sbattere da qualche parte e il più delle volte non capisci nemmeno quando, come e perché hai deviato dalla retta via.

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 Nemmeno nel momento in cui si esce dal dungeon si può avere questa consapevolezza, perché possono mancare ancora degli oggetti o delle informazioni che verranno chieste solo molto più avanti.
Personalmente non ho trovato altra via che non quella di compilare una mappa dei due labirinti (il dungeon e la parte in superficie), appuntandomi numeri di paragrafo, personaggi, oggetti e informazioni reperite nei vari punti, un po' secondo lo stile di "Grailquest", andando avanti e indietro con la massima libertà laddove avevo lasciato dei percorsi incompiuti. A questa operazione, già di per sé abbastanza lunga, si aggiunge una serie veramente interminabile di penalità e  di combattimenti - forse disseminati per il libro in numero davvero eccessivo.

A quel punto mi diventava difficile voler considerare anche i combattimenti nel novero degli ostacoli che si aggiungevano a quelli dovuti all'intrico del puzzle. La mia idea (più o meno volontaria) diventava allora quella di aggiungere, mentalmente, una "morte" in più al computo di per sé già numeroso, considerando un nuovo inizio che non prevedesse quel combattimento o quel particolare lancio di dadi sfortunato: insomma, una sorta di "Giorno della marmotta" applicato ai librogame! bigsmile
Non dico che questa sia la condotta più ortodossa; penso tuttavia che un sistema di gioco ben ponderato debba anche tener presenti le possibili reazioni del fruitore medio.

hdibifrost
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Re: Che ne pensate dei True Path

hdibifrost ha scritto:

Non dico che questa sia la condotta più ortodossa;

non sindaco su questo; semplicemente mi domando: resta divertente?

ilsaggio79
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